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Autore: Sottopelle    31/12/2014    0 recensioni
Voglio stare sola: dare un senso a quella morsa al petto che un po' mi blocca il respiro costantemente, alla mia malinconia che ha iniziato a dipingere i miei giorni di nero, e io ho smesso di vedere gli altri colori. Forse non li ho più cercati io. Forse sono stata cieca io a non averli più visti. Nata cieca in un mondo di miopi. Ho smesso di vedere gli altri e loro hanno finto di non vedere me.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio stare sola. Eppure non ti negherei che, se cercassi ancora di stare al mio fianco comunque, se mi mostrassi che ancora non siamo giunti al punto d'ignorarci a vicenda, io ancora non ti allontaneró come vorrei invece fare, ma t'accoglieró come sempre ho fatto. E che ancora farei. Magari andando al di fuori del nostro incarico assunto per abitudine di mostrarci l'uno sempre disponibile per l'altro, nonostante sentissimo la nostra posizione farsi sempre più scomoda. Arrivare ad un punto in cui vi sia un interesse sincero, e non un semplice rito di routine da cui, abbiamo imparato, non vi è motivo alcuno per cui smettere. Stesse parole da dirci. Stessi abbracci che un po', con la mente, vorremmo scambiarci, come segno di compassione. Che l'empatia, ormai, ha smesso di sentirsi parte delle nostre abitudini. Limitarci a fissare uno specchio d'acqua senza conoscervi il mondo al di sotto della superficie. Che tu lo voglia o no, siamo arrivati a questo. Io sono arrivata a questo. E non so se ho veramente l'intenzione di immergermi in quel presunto specchio e guardare le cose come stanno in ogni loro forma o di cercare un'altra pozzanghera su cui specchiarmi. Continuare a vedere solo ciò che voglio io. E non so ciò che vorresti tu, se faresti la mia stessa scelta, o dimostreresti di avere più cuore di me. Potrei chiedertelo, ma non so se la risposta potrebbe veramente corrispondere a ciò che m'immagino io. E delle due opzioni, ho timore per entrambe.
E se ora io mi rifugio dietro queste mie mura, forse è perché voglio veramente riuscirmi a slegare da questa nostra ordinarietá, fattasi sempre più afosa ed opprimente. Magari dirti: "Sei libero di trovarti un nuovo cruccio quotidiano che non sia io." Perché anche se non me l'hai mai detto, so d'esser stata - ed esser tutt'ora - solamente un peso, con la mia tristezza sconfinata ed inguaribile a cui nessuno è stato in grado di porre fine. Non sei stato in grado di porre rimedio. E di questo, credo che non riuscirò mai a scusarmi abbastanza.
E se ora io mi rifugio dietro a queste mie mura, forse è perché ancora spero che tu venga a farvi breccia per venire a salvarmi, magari a ricordarmi che io ancora forse valgo qualcosa. Magari. Temo non esista brivido alcuno da poter scalfire quest'apatia di cui ho fatto mia dimora. Ma non credere che io non abbia provato a fingere ch'andasse tutto bene: c'ho provato a mostrarmi felice. Invulnerabile. Come se il tempo, gli spazi, la paura non potessero ferirmi. Paura del futuro. Del nostro. E di ciò che sarebbe potuto diventare il nostro passato, se ci saremmo ritrovati un giorno a pensare all'altro e sorridere di goia o di amarezza. Se si potesse mentire sugli sguardi persi... probabilmente non mi crederesti. Hai imparato a conoscermi abbastanza per capire fino a dove posso spingermi con le bugie. Forse.
Voglio stare sola: dare un senso a quella morsa al petto che un po' mi blocca il respiro costantemente, alla mia malinconia che ha iniziato a dipingere i miei giorni di nero, e io ho smesso di vedere gli altri colori. Forse non li ho più cercati io. Forse sono stata cieca io a non averli più visti. Nata cieca in un mondo di miopi. Ho smesso di vedere gli altri e loro hanno finto di non vedere me. Ma sai, oltre il nero, una luce l'ho vista. Un po' come un tunnel, stessa sensazione claustrofobica, stessa paura di non arrivare mai fino in fondo. Eppure, se fosse un tunnel, questo, la luce sarebbe per me speranza, una libertà che torna ad appartenermi dopo essermi stata negata. Ma la luce, ora, a me sembra solo che vi sia per ricordarmi la distanza che mi separa da lei, che non sarò mai in grado di raggiungere.
Voglio stare sola: te lo direi, io con la mia voce sempre troppo infantile in contrasto con la tua, troppo matura per gl'anni che ti porti appresso: solo il silenzio non ha variazioni d'età. Una voce, la mia, che vorrebbe saper avere più autorità e non tremori, quasi come se s'aspettasse che dalle decisioni prese tu imparassi a decifrare le richieste celatevi dietro, come una bambina che cerca di mostrarsi un po' più grande di quel che è, con i suoi capricci e la sua cocciutaggine, ma s'aspetta sempre quel consiglio materno che, alla fine, seguirà sempre e comunque perché ancora teme di prendere iniziative da sola.
So che, se tu volessi davvero, saresti in grado di partire e di lasciarmi qui, sola. Come t'ho chiesto. Eppure so anche che saresti capace d'ignorare la mia finta posizione di ragazza orgogliosa, di ignorare il mio bisogno di spazi relativo, e rimarresti. Non saprei dire se per pietà, per desiderio o per semplice routine. lo so solo che un abbraccio che non viene dal cuore non saprà mai riempire la mia solitudine. E io, io voglio stare sola.

 
Agerath
 
  
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