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Autore: _DeepSound_    31/12/2014    2 recensioni
Ash e i suoi amici sono stati ammessi alla prestigiosa Accademia Pokemon in cui nasceranno nuove amicizie, nuove rivalità e nuovi amori. Ma la vita all'Accademia non sarà tranquilla come pensavano. Charlie, la sorella minore di Ash, ha un'abilità speciale e nasconde un segreto legato alla sua infanzia, un ricordo che l'ha spinta a diventare più forte. Jake, un misterioso allenatore, è a conoscenza dell'abilità della ragazza e la spinge a rivelare i suoi poteri. Anche altri allenatori dell'Accademia hanno delle abilità speciali, anche se in alcuni di loro sono ancora assopite. Quali sono le vere intenzioni di Jake? Cosa si nasconde nel passato del misterioso ragazzo?
Se vi ho incuriosito vi invito a leggere la mia storia :)
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Una forte luce colpì il viso di Wendy che, infastidita, si svegliò per poi coprirsi il viso con una mano. Appena gli occhi si abituarono alla luce, la bionda vide che proveniva da un riflettore attaccato al soffitto.
Confusa, l'avicoltrice si guardò attorno, cercando di capire dove si trovava: un pavimento di legno, drappi rossi ai lati legati da una corda dorata, un altro più corto sul soffitto per nascondere i riflettori e moltissime poltrone davanti a sé.
-Questo sembra un teatro.- disse Wendy sorpresa.
Cercò di ricordare come fosse arrivata lì, ma nulla eccetto il buio totale.
Passandosi una mano sul viso notò di avere una maschera, ma non riuscì in nessun modo a togliersela. Guardando dietro le quinte notò un enorme specchio in cui vide la sua immagine riflessa.
Il vestito che indossava era molto strano: la parte sinistra era nera con delle borchie sulla manica ed un disegno di un cuore pugnalato all'altezza del cuore; a destra invece era di diversi colori tutti vivaci pieno di merletti.
Quando osservò la maschera rimase sconcertata nel notare che anche questa era divisa a metà. A destra l'occhio era a forma di una mezzaluna rivolta verso l'alto e metà bocca era sorridente; a sinistra invece le labbra mostrava un'espressione triste, l'occhio era una mezzaluna rivolta verso il basso con una lacrima scarlatta che scorreva sulla guancia.
Vedendo quegli indumenti, Wendy si spaventò e coprì lo specchio con una tenda nera, così non poteva guardare più quell'orrenda immagine.
Provò nuovamente a togliersi la maschera, non riuscendosi, ma questa volta vide che la sua mano sinistra era sporca di rosso.
-Perché non si toglie?- disse Wendy con voce tremante, provando nuovamente a toglierla.
-Pensavo ti piacesse indossare delle maschere per nascondere ciò che provi.-
Le si era ghiacciato il sangue sentendo la sua stessa voce, soprattutto perché non aveva nemmeno mosso le labbra. Successivamente sentì qualcuno bussare dietro lo specchio, così Wendy, terrorizzata, tolse la tenda dallo specchio, trovandosi di fronte un'immagine diversa da quella di prima.
Quella era senz'altro lei, ma a differenza sua questa indossava degli abiti normali e non portava nessuna maschera, mostrando così il suo viso pieno di lacrime.
-Ma cosa...- sussurrò Wendy allontanandosi dallo specchio, ma senza smettere di fissarlo.
Si bloccò soltanto quando si trovò completamente schiacciata alla parete ad osservare quella strana copia di se stessa.
-Chi sei?-
-Non riconosci più te stessa?- disse il suo riflesso.
Presa dal panico, Wendy coprì nuovamente lo specchio e cercò di scappare, ma si ritrovò nuovamente su palco di quel tetro teatro. Scese velocemente da lì e corse verso le uscite di sicurezza, ma tutte le porte erano chiuse.
Quando si voltò verso il palco questo non era più vuoto, ma vi erano i suoi genitori che litigavano. L'avicoltrice cercò di salire sul palco per farli smettere, ma una maschera non le permise di salire per non interromperli.
Wendy allora incominciò ad urlare a squarciagola per attirare l'attenzione dei suoi genitori, ma loro non la sentivano.
-Come sempre.-
Sentendo nuovamente quella voce, Wendy scattò indietro, cadendo rovinosamente a terra nel vedere la sua doppelgänger* seduta in prima fila ad osservare i suoi genitori litigare, mentre le guance le rigavano il viso.
-Smettetela, vi prego.-
La sua copia ora aveva portato le gambe sopra la sedia e le abbracciò, nascondendo il viso dietro di esse, così che nessuno la vedesse piangere.
Pian piano la sua doppelgänger iniziò a ringiovanire, fino a diventare una bambina di cinque anni che piangeva silenziosamente.
-Hai visto quella bambina? Anche se le succede qualcosa, ride sempre.- sussurrò una voce sconosciuta.
-Secondo me è colpa sua se i suoi genitori litigano.- sussurrò una voce infantile.
Quando sentì quelle voci, Wendy si alzò in piedi e vide che adesso le poltrone del teatro erano tutte piene di sagome d'ombra che non facevano altro che dire cattiverie sulla sua doppelgänger, anzi delle cattiverie su di lei.
-Hai sentito? Quella bambina è andata a vivere da sua nonna.- 
-Probabilmente è una bambina problematica. Meglio tenere i nostri figli alla larga da lei.-
Wendy raggelò nel sentire quelle frasi. Quelle voci continuavano a dire cattiverie
-Nessuno tiene a me.- singhiozzò la bambina disperata.
La piccola doppelgänger si alzò dalla sua poltrona e si mise di fronte a Wendy, smettendo di piangere.
Quando i loro sguardi si incrociarono, la bionda sobbalzò nel trovarsela di fronte, con gli occhi freddi e vuoti fissi su di lei, mentre le lacrime sulle guance della bambina si asciugarono, lasciando soltanto una scia rosso scarlatta.
-Se nessuno mi vuole bene allora perché io dovrei farlo? Se non provassi più nessun sentimento sarebbe tutto più semplice.-
Wendy versò qualche lacrima silenziosa e stese la sua mano verso la doppelgänger, pensando che lei avesse ragione.
-Wendy.-
Nonostante quel suono era poco più di un sussurro, risvegliò la bionda dalla trance in cui era caduta ed una piccola crepa si formò alla base della maschera.
Anche se fossero passati anni, Wendy avrebbe riconosciuto quella voce tra mille poiché essa era l'unica in grado di farle perdere un battito.
Il solo sentirsi chiamare da Gary risvegliò in lei il ricordo del bacio che si erano scambiati quando erano scappati dal rifugio del Team Rocket.
Nel frattempo la crepa si allargò maggiormente, avvicinandosi alle inquietanti labbra disegnate su di essa.
-Smettere di provare emozioni?- chiese la bionda, mentre la crepa raggiunse quasi l'altezza degli occhi. -Il dolore che provo quando vedo i miei genitori litigare, ignorandomi mi spezza il cuore; le persone continuano a buttare il dito nella piaga parlando di cose di cui non sanno nulla. Se devo sopportare tutto ciò per provare emozioni allora mi sta bene.-
La crepa aveva ormai rotto la maschera in due parti che caddero sul pavimento frantumandosi in mille pezzettini.
-Ci hai messo davvero molto per ammettere questi sentimenti a te stessa.- sussurrò la sua doppelgänger accennando un sorriso.
I frammenti sul pavimento iniziarono ad illuminarsi e si fusero nuovamente insieme, formando uno squarcio nel terreno che emanava una luce intensa.
Prima di saltare nel varco, Wendy lanciò un ultimo sguardo verso la sua doppelgänger, ma questa stava cambiando aspetto: i suoi occhi erano diventati color ghiaccio, i suoi capelli erano bianchi, la sua pelle divenne pian piano più scura, finché il suo aspetto non mutò completamente, rivelando il suo vero aspetto.
-Darkrai.- sussurrò Wendy, sorpresa di trovarsi di fronte allo spettro. -Eri tu quello che ci ha parlato nel tempio?- chiese, ricordandosi di ciò che era successo al tempio.
"Si, ma ora non c'è tempo da perdere. Entra nel portale e raggiungi il guardiano del lago: ti sta aspettando."
La bionda allora annuì e si tuffò nel portale, ritrovandosi immersa nella luce ed avvolta da un dolce tepore che le riscaldava il cuore. Di fronte a lei un folletto blu con la testa rosa la osservava interessato per poi volare verso di lei con un dolce sorriso.
"È davvero bello vedere che sei riuscita a capire quanto siano importanti le proprie emozioni, belle o brutte che siano."



****
*ogni uomo avrebbe un’esatta ma di solito invisibile copia a cui è inscindibilmente connesso. Il doppelgänger ci somiglia come un’immagine riflessa allo specchio, ma la sua natura è opposta alla nostra.


Ed ecco l'ultimo dei tre capitoli sul trio dei laghi. Non so perché, ma questo mi è venuto un po' creepy e mi piace tanto tanto.
Molte persone penseranno che ho scritto
doppelgänger per fare la sbruffona, ma in realtà ho usato questa invece di "alterego" perché quando studiai Poe mi affascinò molto il significato di questa parola, quindi perché non scriverlo?
Alla fine questo capitolo è quello che mi è piaciuto di più perché adoro l'atmosfera leggermente macabra.
Ringrazio Dark Legend Trainer per la recensione.
Un ringraziamento a tutti quelli che leggono ancora la mia storia, infondo anche voi meritate un ringraziamento.
Non avrei mai pensanto di portare avanti questa storia per un anno e mezzo, ma ci sono riuscita per due motivi: perché ho la testaccia dura e perché voi continuate a leggerla.

 
Auguri di Buon Anno da Ro.
P.S.: Questa sera ricordate di mangiate tante lenticchie perché portano soldi ;)
Un abbraccio :D
   
 
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