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Autore: CerseitheChaos    31/12/2014    5 recensioni
Si avvicinò, a due centimetri dalla mia faccia. I nostri nasi addirittura si toccarono ripetutamente, quasi lui spingesse il suo contro il mio.
«Io posso averti quando mi pare » sussurrò, facendo spuntare un ghigno beffardo sul proprio viso.
Indietreggiai, istintivamente.
«Prendimi, allora» lo provocai.
Fece un mezzo sorriso.
«Non mi tentare» rispose secco, ed uscì dalla cella, dando questa volta un giro di chiave.
«Non finisce qui» mi puntò il dito contro e sparì.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Legolas, Nuovo personaggio, Tauriel, Thranduil
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Chapter Fourteen.
'i will try to fix you'


 
Aprii gli occhi, molto lentamente.
Chiazze di luce giallognola comparivano ai margini della mia visuale. 
Al centro, ammassi di colore indefiniti si protendevano.
Giallo, rosso e verde.
In un breve tempo, i colori che da poco erano diventati tutto ciò che riuscivo a scorgere delinearono due sagome.
Finalmente, riuscii a mettere a fuoco ciò che avevo davanti, ma ancora molte cose erano annebbiate.
La prima cosa che vidi furono i lunghi capelli biondo cenere, pari ad un fiume d' oro;
Due iridi blu mi stavano fissando, mentre dalla sua bocca scarlatta uscivano sibili incomprensibili in lingua elfica.
Si girò verso la seconda sagoma, in piedi, poco dietro di lui. 
-Bentornata tra noi, Eowed- disse Legolas sorridendo e posandomi la gelida mano sulla guancia.
-Per qualche minuto non hai respirato, credevamo di averti perso- Tauriel stava poco dietro a Legolas. 
Spostai lo sguardo tra loro, confusa, e tirai su la schiena di scatto . 
Non appena lo feci, i due si allarmarono, muovendosi velocemente verso di me.
-Non fare movimenti bruschi, sei ancora stordita dal colpo- si raccomandò Legolas.
La loro preoccupazione era molto ironica, sembravano due genitori alle prese con me, la figlia. Sorrisi.
-Che..cosa è successo? Ricordo che un orco aveva colpito Tauriel alle spalle, ma io lo avevo ucciso, Legolas era scappato dopo...- 
mi fermai un istante, incerta se ripetere davvero ciò che ero davanti a lui. 
-Dopo la verità....e poi...non ricordo niente- 
-Sei stata colpita anche tu- rispose lui, con un tono decisamente amichevole e caldo. 
-Un' armata di orchi vi stava seguendo da giorni. Io l' ho percepito, ed è per questo che sono tornato indietro- 
Seguirono vari momenti di silenzio imbarazzante.
Non sapevo che cosa dire. Troppe parole stavano premendo contro i confini della mia mente.
Volevo ringraziare Legolas, baciarlo e abbracciarlo, ma allo stesso tempo volevo chiedergli perchè era tornato, perchè aveva deciso di 
salvarci, di salvare anche me.
-Ma.. ma... tu mi odiavi... io sono una Curunìr... io...- 
Con un flebile gesto mi zittì. -Io non ti ho mai odiato. Come potrei, Eowed, io...- non terminò la frase, ed abbassò lo sguardo, imbarazzato.
-Siamo alle Porte della tua città- continuò, cambiando argomento.
Tenendomi al braccio di Legolas, mi alzai lentamente, e mi resi conto di non essere più nel punto in cui ero stata colpita.
Eravamo vicino a Pontelagolungo, era vero.
Lo percepivo. La gelida aria accarezzava la mia pelle chiarissima, mentre l' odore del pesce fresco del mercato del giovedì arrivava
diretto alle mie narici, come una lancia al cuore. 
-Saremo dentro al calar della notte- sentenziò Tauriel, sistemandosi le frecce nella apposita sacca dietro le sue piccole spalle. 
Spostai lo sguardo tra i due Elfi, mentre da noi una carica esplosiva stava prendendo vita.
-E allora andiamo- dissi infine, iniziando a correre verso casa. 

Corremmo come dei dannati, ma finalmente, ce l' avevamo fatta: Pontelagolungo era davanti a noi, il motivo per cui eravamo partiti.
La mia vista si illuminò, mentre i miei occhi si riempirono di lacrime. Lacrime a cui però non permisi di scendere.
-Esgaroth..- sussurrai. 
-Coraggio, abbiamo poco tempo- disse decisa Tauriel, afferrandomi per un braccio.
La città non era avvolta dalla solita quiete, però. 
La gente stava urlando. Orchi. Orchi. Orchi ovunque.
-Una minaccia si sta muovendo qui- disse Legolas, con un tono enigmatico e pacato.
La sua voce era così bassa da non poter essere quasi percepita. 
-Dobbiamo fare in fretta- fecero nuovamente per trascinarmi, ma questa volta mi liberai dalla loro presa.
-Devo trovare mio padre ed i miei fratelli- confusa, e con gli occhi sbarrati, indietreggiai.
-Non andrai in giro per Esgaroth da sola, adesso- rispose Legolas, avvicinandosi. - Specialmente ora che degli orchi stanno invadendo la città - abbassò il mento, ma non lo sguardo.
-Allora andiamo verso casa mia, oppure lo farò da sola- non abbassai la guardia, non questa volta.
Si trattava della mia famiglia. 
Legolas e Tauriel si scambiarono sguardi decisamente ambigui.
Poi Tauriel si voltò lentamente verso di me. 
-D' accordo.- 

Fummo costretti a uccidere diversi orchi, prima di arrampicarci, insieme, sopra molte case, fino poi ad arrivare alla mia. Piccola, in pietra e sgretolata. Ai miei occhi, pareva la dimora
più bella di sempre. E mi era mancata moltissimo. 
Senza fare rumore, Tauriel salì sopra il nostro minuscolo pogiolino delimitato da assi di legno. Poi mi tese la mano, ed insieme a Legolas, mi fece balzare sopra. 
Feci per entrare con disinvoltura, ma Tauriel mi piantò severamente una mano al centro del petto.
-Lì dentro potrebbe esserci qualsiasi cosa. Sii più cauta e prudente- in quel momento avrei sbattuto la testa di Tauriel contro il muro 
fino a consumarla, ma stetti al suo ordine.
Con un potete e rapido calcio, Tauriel spalancò la finestra del soggiorno, ed entrò.
La seguimmo a ruota io e Legolas.
Kili era allungato, moribondo, sul nostro tavolo di legno. Fìli, Oin e Bofur vagano invece per la dimora inquieti. 
Poco più in là, i miei fratelli si tenevano abbracciati, stretti l' uno all' altro.
Che i Valar mi possano perdonare, ma la loro vista annebbiò tutto il resto: Kìli morente, Legolas, Bofur in cerca di qualcosa da mangiare.
La Terra sarebbe anche potuta cadere, ma non me ne sarebbe importato nulla. 
-Eowed!- esclamò Tilda. La sua voce era ancora quella di una bambina. Scoppiò a piangere.
Non dissi niente, e mi buttai in ginocchio, per poter abbracciare.
Rapidamente, tre paia di braccia mi si appesero al collo.
-Finalmente sei qui- disse Bain, con le lacrime agli occhi. Gli passai una pano tra i capelli arruffati, sentendo una lacrima rigarmi la 
guancia. 
-Certo che sono qui- risposi, stringendoli più forte.
Tilda stava piangendo disperatamente, e provai a calmarla dandole un bacio sulla testa.
Sigrid non pianse, ma si limitò a stringermi forte.
-Non riusciamo più a trovare pà- mi disse. La guardai sconvolta. 
-Ci ha detto di non lasciare questa casa per nessuna ragione al mondo, di badare ai nani, ma io ho paura, Eowed, credo gli sia successo
qualcosa- rispose Bain, lentamente staccandosi da me. 
Non mi mossi per qualche istante, incerta su quale sarebbe stata la mia prossima mossa. Nostro padre era un uomo intraprendente.
Sapeva sempre cosa fare. Se ci dava un ordine, era perchè non esisteva cosa più indicata. 
-Allora seguiremo il suo ordine- un brusio di protesta di elevò.
-Ricordate quando non tornò a casa per tre giorni e noi andammo a cercarlo?- i tre annuirono silenziosamente.
-Ci aveva ordinato di non muoverci, che sarebbe tornato subito. Passarono poi dei giorni, e allora noi andammo a cercarlo lo stesso, e Sigrid 
si ruppe il ginocchio. Alla fine, rincasò con la bocca tutta sporca di gelatina rossa, dicendo: 'Scusate ragazzi miei, ma non riuscivo proprio
a trovare fragole decenti per una buona marmellata!' Pà fa così, è imprevedibile. Ma sa sempre cosa fare.- 
Ci ritrovammo a sorridere, ripensando alla nostra infanzia felice. Prima di tutta quella storia.
-Eowed- la voce di Tauriel mi riportò alla realtà.
Mi guardai intorno, e notai che mancava qualcuno. 
-Dov'è Legolas?-  
-Un' altra  armata di orchi è giunta in città. Dobbiamo fare in fretta- i miei fratelli sussultarono per la paura, ma gli feci un cenno per farli stare
tranquilli. 
-Tauriel- un sibilo venne fuori dalle scarne labbra di Kìli. 
Mi spostai verso la cucina, accanto a Oìn e Fìli. Guardai fuori dalla finestra, ma non riuscii a scorgere niente. 
Mi limitai solamente ad essere pronta ad ogni evenienza. 
Lei si voltò verso il tavolo dei medicinali, mentre Kìli, agonizzante, farfugliava parole a caso.
Oin si avvicinò a me e a Fìli. - Avevo sentito delle meraviglie della medicina elfica. E' stato un privilegio, assistervi- ma fu quasi del tutto
ignorato. Fìli pensava al fratello, mentre io ero intenta a prepararmi alle invasioni degli orchi. 
-Tauriel- un' altra invocazione la fece voltare verso il nano ferito. 
Lo guardò commossa e sorridendo. Poi, con voce sfilacciata e tremolante rispose - Sta fermo- 
Passò qualche secondo, prima che lui riprendesse la parola. 
-Tu non puoi essere lei... lei è molto lontana...-
Altri secondi di interminabile silenzio. Tutti eravamo concentrai sul loro amore, che lentamente ed innegabilmente stava nascendo.
-Lei...Lei cammina nella luce delle stelle in un altro mondo- L' Elfa sembrò quasi umana, nelle reazioni. 
Respirava a fatica, e pareva emozionata, nonostante cercasse di controllarsi. 
-E' stato un sogno e basta....- lentamente, con le dita, si fece strada nel palmo della sua mano, e gliela strinse con tutte le forze che gli rimanevano. 
-Credi che avrebbe potuto amarmi?- 
Una decina di orchi entrò dal balcone. 
Senza pensarci due volte, sfoderai la spada. - Badate a loro, mentre io baderò agli orchi!- urlai, rivolta ai nani e a Tauriel, indicando i miei
fratelli. 
Mi avventai su un orco, trascinandoli tutti giù con me, nella caduta dal pogiolo 
Tagliai la testa al primo, mentre a quello dietro tirai una gomitata nel naso per poi infilzarlo.
Due persero la vita nella caduta, sbattendo la testa chissà dove. 
Il quinto orco fu semplice da ammazzare: un colpo netto alla gola, mentre a quello seguente bastò tagliare una gamba. 
Erano meno di una decina, mi sbagliavo. Mi ritrovai, in men che non si dica, senza più nulla da uccidere. 
Da lontano, una lunga chioma bionda veniva catturata dal vento. Legolas stava in piedi, immobile. 
Mi avvicinai a lui, chiamandolo.
-Bolg mi è sfuggito- disse, facendo trapelare rabbia. 
Tauriel ci raggiunse, balzando agilmente.
-Smaug! Smaug è in volo verso la città!- urlò. 
Io e Legolas ci voltammo, e fummo costretti ad osservare la sciagura con i nostri stessi occhi: era vero, il Drago era stato liberato.
Per Esgaroth non ci sarebbe stata un' altra alba: solo morte, cenere e distruzione.





Angolo Autrice:
Salve! Dopo tanto tempo, e dopo aver sospeso momentaneamente la storia, finalmente ho deciso di tornare!
Avete visto La Battaglia delle Cinque Armate? Devastante çç
Il prossimo capitolo riprenderò proprio da lui, quindi se non lo avete visto sarà uno spoiler questa storia ahahah!
Bene, spero di ritrovare ancora lo splendido pubblico che avevo una volta!
Recensite, mi raccomando! Un bacio!
  
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