Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Marss    31/12/2014    2 recensioni
Sono Martina, ho 17 anni e sono la povera vittima di un noioso ed obbligatorio stage aziendale. Un intero mese di lavoro alla reception di un villaggio turistico in Basilicata. Sì, perché dovevo per forza complicarmi la vita, non potevo certo scegliere un albergo a Milano, magari anche vicino a casa!
Comunque, le cose non andranno poi tanto male. Soprattutto quando incontrerò Davide, animatore romano dagli splendidi occhi neri e dal sorriso mozzafiato...
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo ventisei - Bittersweet memories, that is all I'm taking with me.

 











La valigia era ancora aperta sul letto, i vestiti buttati alla rinfusa e il beauty mezzo pronto sul comodino. Mi asciugai per l'ennesima volta le lacrime che proprio non volevano saperne di restare al loro posto e cominciai a piegare gli ultimi indumenti rimasti nell'armadio. Laura continuava a dormire beata, sentivo il suo respiro regolare. Cercai con tutte le mie forze di non pensare a Davide e alla notte appena trascorsa insieme, non sarei riuscita a sopportarlo. Sentivo un forte dolore nel petto, il cuore sembrava andare più lentamente, come non avesse più alcun motivo per continuare a battere. Continuavo a chiedermi come avrei potuto fare senza di lui, senza poterlo vedere, sentire e toccare. Non riuscivo a capire come avrei potuto svegliarmi al mattino senza avere la certezza che l'avrei visto la sera stessa, come avrei potuto ridere ancora a battute che non fossero le sue. Ogni ricordo dello stage lavorativo sarebbe per sempre rimasto legato a lui, e la cosa mi destabilizzava parecchio.
Stavo controllando che le mensole del bagno fossero vuote quando udii suonare la sveglia di Laura. Sorrisi sentendola imprecare, come ogni mattina. Quest'esperienza mi era servita per imparare a conoscerla, niente meglio della convivenza può chiarirti le idee su una persona. Spensi la luce e tornai alla mia valigia, mentre aspettavo che Laura si svegliasse completamente.
-Buongiorno!- le dissi quando, finalmente, si mise a sedere e si stiracchiò
-'Giorno. Non ti ho sentito rientrare stanotte! A che ora sei tornata?
Controllai l'orologio -Ehm... una quarantina di minuti fa più o meno
Laura strabuzzò gli occhi -Stai scherzando? Non hai chiuso occhio?
-No. Siamo andati in spiaggia e lì siamo rimasti, abbiamo guardato l'alba e ci siamo detti addio.- faticai a pronunciare quell'ultima parola, sentii le lacrime pizzicarmi nuovamente gli occhi, ma respirai profondamente e le ricacciai indietro.
-Cavoli.- mi osservò a lungo -Stai bene?
Ricambiai il suo sguardo e feci un tiratissimo sorriso -Sì, più o meno. Forza, dobbiamo sbrigarci!
Laura mi lanciò un'ultima occhiata indagatrice, poi sospirò e scostò le coperte, dirigendosi in bagno. Provai a chiudere la valigia, ma i risultati furono piuttosto deludenti! Alla fine fui costretta a trascinarla sul pavimento e a sedermici sopra, sperando così di riuscire a sigillarla. Dopo vari tentativi, finalmente riuscii nella mia impresa! Sospirai vittoriosa e ricontrollai per l'ennesima volta di non aver dimenticato nulla. Anche se, dovevo ammetterlo, una piccola parte di me sperava di dimenticare qualcosa, una cosa così importante da costringermi a tornare a prenderla, per poter rivedere ancora quel magnifico villaggio e le splendide persone al suo interno.
Laura uscì dal bagno e io scacciai ancora una volta i brutti pensieri dalla mia mente. Corremmo a fare colazione, l'ultima. Speravo di trovare qualche dipendente, per scambiare quattro chiacchiere e allontanare un po' di tristezza, ma era ancora presto e la mensa era deserta. Mangiammo velocemente e ci riempimmo le tasche di biscotti e monoporzioni di Nutella, giusto per avere un po' di scorte per il viaggio di ritorno. Poi tornammo in camera, dove recuperammo le valigie. Ci guardammo attorno per l'ultima volta e tracciai il perimetro della stanza con lo sguardo, imprimendomi ogni dettaglio di quella che era stata, per un mese, la nostra casa.
-Addio cara 1507, compagna di mille avventure- disse Laura con un sospiro. -questa stanza ha visto cose che gli umani non possono nemmeno immaginare. Meno male che i muri non possono parlare...
-Già. Quello che è successo qui dentro, rimane qui dentro- concordai. Sospirai rumorosamente e chiusi la porta, dirigendomi con la mia compagna all'ascensore.
-A proposito cara, non mi hai ancora raccontato cos'hai fatto ieri sera!- la stuzzicai
-Tutto a suo tempo, Marti. In treno ti racconterò, promesso.
Uscimmo dall'ascensore e ci dirigemmo verso la reception, trascinando le pesanti valigie. Eravamo leggermente in anticipo e ovviamente il direttore non era ancora arrivato. Ma ad aspettarci nella hall c'erano tutti gli stagisti, le facce assonnate e i pantaloni del pigiama ancora addosso!
-Non potevamo lasciarvi partire senza salutarvi!- esclamò Lisa, venendoci incontro.
Restai a guardarli a bocca aperta, poi mollai la valigia e corsi ad abbracciarli
-Siete i migliori!- esclamai, riempiendoli di baci sulle guance.
Ad osservare la scena c'erano Gabriele, Francesca e Giulia, di turno in reception quella mattina.
-Il direttore ha appena chiamato. Dice che arriverà nel giro di pochi minuti, vi conviene cominciare a salutarvi- ci comunicò dolcemente Giulia.
-Altri saluti strappalacrime, evviva!- esclamò Gabriele, sorridendoci un'ultima volta prima di rintanarsi in back office per il consueto caffè mattutino.
Guardai ancora una volta tutti i ragazzi, gli occhi umidi ed un gran sorriso stampato in volto. Li abbracciai uno ad uno, mormorando un grazie nell'orecchio di ciascuno. Non ero ancora partita, e già sentivo la loro mancanza. Laura fece lo stesso, poi li esortammo a rientrare nelle loro stanze
-Meglio che gli ospiti non vi vedano conciati così, o rideranno fino alla fine della vacanza!- li prese in giro Laura.
-Ci mancherete ragazze!- dissero in coro, continuando a salutarci con la mano mentre si allontanavano.
Asciugai velocemente gli occhi, non avevo più voglia di piangere.
-Buongiorno! Allora, pronte ad andare?- disse il direttore, entrando nella hall con un gran sorriso e l'aria un po' assonnata.
-Insomma...- mormorai, lasciando che l'uomo mi aiutasse a portare fuori la pesantissima valigia.
Mi fermai sulla soglia della reception, dando un'ultima, rapida occhiata all'interno. Sorrisi, ripensando a tutto quello che avevo passato in quel mese, sospirai e voltai le spalle alla struttura, avvicinandomi alla macchina.


Il viaggio dal villaggio alla stazione di Metaponto fu piuttosto breve. Nessuno fiatò, io e Laura tenevamo gli occhi incollati al finestrino, osservando lo scarno paesaggio.
-Ecco fatto ragazze! E' stato un piacere lavorare con voi, spero che vi siate trovate bene e che facciate tesoro di questa esperienza. Buon viaggio!- ci disse il direttore, prima di stringerci calorosamente la mano e ripartire.
-Ci siamo- sospirai, voltandomi verso la stazione
-Ci siamo- ripeté Laura.
Il treno era in ritardo di qualche minuto, quindi raggiungemmo il binario e ci sedemmo su una panchina, in attesa. Quando lo vidi arrivare, ebbi un tuffo al cuore.
-Non voglio salire su questo maledetto treno!- esclamò Laura, alzandosi di malavoglia e recuperando i suoi bagagli
-Non dirlo a me cara, non dirlo a me!- mi guardai indietro un'altra volta. Una parte di me sperava di veder comparire Davide, in fondo al binario. Sapevo che era impossibile, ma non riuscivo a fare a meno di sperarci. Ovviamente, non arrivò nessuno.
Laura mi aiutò con la valigia, cercammo i posti e ci sistemammo.
Il treno partì, ma una parte di me era inevitabilmente rimasta in quella terra, dove avevo conosciuto persone meravigliose e vissuto esperienze indimenticabili.
Guardai fuori dal finestrino in silenzio, totalmente immersa nei miei pensieri.
-Sicura che vada tutto bene?- mi chiese Laura, il tono della voce leggermente preoccupato
-No. Non va bene niente, stiamo partendo e io non voglio. Voglio scendere e tornare indietro di corsa, voglio restare qui, anche se mi sembra assurdo dirlo. Voglio poter prolungare lo stage, lavorerei altri due mesi pur di poter restare in quel villaggio.
Laura non rispose
-Sono messa molto male, vero?
-Non direi, visto che la penso come te. Mi sono trovata davvero bene, è stata una bellissima esperienza, e pensare che molto probabilmente non rivedremo più le persone che abbiamo appena conosciuto....- non terminò la frase, si voltò a guardare il paesaggio che scorreva veloce accanto a noi.
-Cos'è successo fra te e Marco, stanotte?- le chiesi ad un certo punto, interrompendo il silenzio.
-Poco dopo che siete andate vie tutte, ha bussato alla porta di camera nostra. Eravamo d'accordo di vederci sulle scale qualche minuto dopo, non mi aspettavo che bussasse. A dirla tutta, mi sono anche un po' spaventata, pensavo fosse qualche responsabile che vi aveva viste uscire. Mi è... praticamente saltato addosso, non sono riuscita nemmeno a rendermene conto- arrossì leggermente mentre parlava, ma non glielo feci notare, continuando ad ascoltarla in silenzio
-Insomma, per farla breve... l'abbiamo fatto.
Interruppe il racconto non appena vide la mia faccia stupita.
-Voi cosa?!
-Lo so Marti, è una cosa orrenda! Io sono fidanzata! Insomma ok, con Nicola sono in crisi, ma non è una valida giustificazione! Ma sai qual è la cosa peggiore? Non mi sento in colpa. Sono consapevole di aver fatto una cosa sbagliata, ma non me ne pento ne mi sento in qualche modo in torto verso di lui.
-Nicola non merita nulla da te, non merita i tuoi sensi di colpa. Sto dalla tua parte- le strinsi leggermente il braccio, sorridendole.
-Grazie. Mi spiace solo non rivedere Marco
-Beh ma abita a Milano, non sarebbe poi così complicato!
-Stanotte ci siamo detti che questa "cosa" è nata e finita nel villaggio. Non voglio complicazioni, ho già abbastanza problemi con il mio ragazzo! E' stato bello, ci siamo divertiti, resterà un bel ricordo, stop.
-Mi piacerebbe riuscire a ragionare come te. Per me la storia con Davide è stata molto più di una cotta estiva, lui è diverso. Lui è il tipo di ragazzo di cui mi potrei innamorare, innamorare davvero. E non riesco a credere che ci stiamo separando, non riesco a pensare che potrei non rivederlo più.- sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi, mi asciugai le guance con il dorso della mano e mi sforzai di sorridere a Laura.
-Sono sicura che per lui è la stessa cosa. Riuscirete a trovare una soluzione, vedrai.
Sorrisi, poi estrassi la macchina fotografica dalla borsa. Guardammo insieme le foto scattate la sera prima in corridoio, i buffi autoscatti, le immagini della festa di compleanno a sorpresa che avevamo preparato per Giada, le foto delle giornate al mare, gli scatti che Matteo e Marko si erano fatti il pomeriggio precedente, in spiaggia.
-Aspetta, dovrei avere qualche foto anche io di ieri pomeriggio- Laura prese la sua macchina fotografica e scorse velocemente le foto -Ecco, guarda!
Sullo schermo comparve una foto di me e Davide, sul bagnasciuga. Lui mi cingeva delicatamente la vita, mentre io lo attiravo a me, una mano tra i suoi capelli. Ci baciavamo, gli occhi chiusi, i corpi uniti, e il mare leggermente mosso come perfetta cornice.
Non cercai nemmeno più di fermare le lacrime, ero stanca di trattenermi e non mi importava di quello che gli altri passeggeri avrebbero potuto pensare.
Laura si riprese la fotocamera e si affrettò a nasconderla, porgendomi poi un fazzoletto
-Mi dispiace, non volevo farti stare peggio.
-Non è colpa tua, tranquilla- dissi, tra un singhiozzo e l'altro.
Una signora seduta poco distante mi fissò con tenerezza. Poco dopo si alzò e si avvicinò a noi, portando con se' un pacchetto di caramelle gommose
-Non so cosa sia successo cara, ma qualsiasi cosa sia sono sicura che si risolverà! Tieni, prendi una caramella- disse dolcemente.
Le sorrisi e la ringraziai, stupendomi un po' di quel gesto così tenero e spontaneo. Cercai di ricompormi come meglio potevo, riposi nella borsa la macchina fotografica e recuperai l'iPod. Laura si dedicò ad un sudoku mentre io mi infilai le cuffie e feci partire la musica, appoggiando la testa al finestrino. Misi la riproduzione casuale, senza fare troppo caso alle canzoni. Ma la quinta melodia che partì mi fece spalancare gli occhi e sobbalzare il cuore.

If I should stay
I would only be in your way
So I'll go but I know
I'll think of you every step of the way

And I... will always love you, ooh
Will always love you
You
My darling, you...

Bittersweet memories
That is all I'm taking with me.
So good-bye.
Please don't cry:
We both know I'm not what you, you need

And I... will always love you
I... will always love you
You, ooh

I hope life treats you kind
And I hope you have all you've dreamed of
And I wish you joy and happiness
But above all this I wish you love

And I... will always love you
I will always love you
I will always love you
I will always love you

I will always love you
I, I will always love you.
You.
Darling, I love you.
I'll always...
I'll always love you.
Ooh

Quella canzone. Quella che aveva fatto partire il pomeriggio precedente, mentre eravamo in spiaggia. Quelle parole che descrivevano alla perfezione ciò che provavo. Perché alla fine, proprio come canta Whitney Houston, "tutto quello che mi porto sono ricordi dolci e amari".
Sorrisi tra me, pensando che, in fondo, andava bene così.

Come all'andata, scendemmo a Napoli per cambiare treno e salire sull'Alta Velocità che ci avrebbe portate a destinazione. E come all'andata, ebbi non pochi problemi a trascinare la mia ingombrante valigia sui gradini del treno, ma per fortuna c'era sempre qualcuno così gentile da aiutarmi.
Sentii il cellulare vibrare nella tasca dei pantaloni. Mi aspettavo il solito messaggio dei miei genitori, che mi chiedevano se stavo bene e se il viaggio stava procedendo secondo i piani. Sussultai quando lessi sullo schermo "Mago Davide"

D: "Tutto bene il viaggio piccola"

Dio, come potevo non innamorarmi di lui? Era sicuramente ancora al lavoro, ma era riuscito a trovare il tempo di scrivermi e pensare a me

M: "Sì tutto ok, abbiamo già oltrepassato Napoli"
D: "Fammi sapere quando arrivi allora! Mi manchi già"
M: "Mi manchi anche tu. Ti scrivo appena scendo a Milano"

-Salutami Davide- esclamò Laura
-Come fai a sapere che è lui?
-Ti brillano gli occhi- rispose, sorridendo.


Avvisiamo i gentili passeggeri che stiamo per arrivare alla stazione di Milano Garibaldi
La voce dell'altoparlante mi svegliò. Mi guardai attorno, disorientata, stropicciandomi gli occhi.
-Oh, buongiorno!- esclamò Laura -finalmente ti sei svegliata!
-Cosa... quanto ho dormito?
-Praticamente tutto il viaggio! Ti sei addormentata prima dell'arrivo alla stazione di Roma. Ma anche se non mi hai fatto compagnia ti perdono, sei stata sveglia tutta la notte!
Raccogliemmo le nostre cose e recuperammo le valigie, pronte a scendere dal treno.
-Ora è finita davvero- dissi, una volta arrivate sulla banchina.
-Marti!- sentii la voce di mia madre chiamarmi e in un secondo mi ritrovai tra le braccia dei miei genitori e del mio fratellino.
Li abbraccia, sorridendo. In fondo ero contenta di rivederli, non ero mai stata via per così tanto tempo.
-Tutto bene il viaggio? Hai mangiato? Sei pallida, hai dormito abbastanza? Hai messo il maglioncino in treno, vero?- i miei mi riempirono di domande e carezze sulla testa, mio padre prese la mia valigia e cominciò ad avviarsi verso l'uscita. Laura aveva nel frattempo raggiunto i suoi genitori, passandole accanto sentii che le porgevano le stesse domande. Le sorrisi incoraggiante, poi la salutai abbracciandola.
-Ci vediamo a Settembre!- mi disse, sciogliendo l'abbraccio.
La salutai con la mano e poi mi allontanai, seguendo i miei genitori fino al parcheggio.
Appena salii in macchina mandai un messaggio a Davide, poi mi preparai a rispondere alle domande dei miei familiari.
-Forza, vogliamo sapere tutto!- esclamò mia madre. Li avevo chiamati praticamente ogni sera, raccontandogli quasi tutti i dettagli delle mie giornate lavorative. I primi tempi li chiamavo anche più volte durante la giornata, avendo spesso momenti vuoti. Ma da quando avevo conosciuto Davide, le mie telefonate erano diventate sempre più brevi e coincise, mi limitavo ad un'unica chiamata serale, appena terminava lo spettacolo dell'animazione.
-Ma sapete già tutto, mamma! Il lavoro è andato bene, ma quando Patrizia se ne è andata, le cose sono migliorate. Non potevo fare molto, a dire la verità, ma quest'esperienza mi è servita un sacco.
-Potrebbe essere il lavoro adatto a te?
-Sinceramente non credo. Insomma, sarebbe bello poterlo fare per un po', ma non credo che riuscirei a passare tutta la mia vita dietro al bancone della reception. Lo stage mi è servito anche a questo, ho capito che, dopo la maturità, rivolgerò il mio sguardo verso un altro tipo di lavoro.
-E che mi dici del resto? Cosa facevi dopo il turno?
-Passavo la maggior parte del tempo con gli altri stagisti, stavamo praticamente sempre insieme, andavamo in spiaggia, cercavamo di intrufolarci in piscina, trascorrevamo le serate al bar o sulla pista da ballo insieme agli ospiti.
Mia madre si girò a guardarmi, un sorrisetto malizioso stampato in faccia
-Come si chiama?
La guardai perplessa -Chi?
-Il ragazzo.
-Quale ragazzo?
-Quello che hai conosciuto in villaggio.- disse tranquilla
-Mamma! Come puoi dire che stavo con un ragazzo!
-Le mamme hanno un sesto senso infallibile tesoro! E la tua reazione mi dimostra che ho ragione. Forza, come si chiama?
Sbuffai, ma poi il ricordo di Davide mi fece sorridere
-Davide, è un animatore
-Animatore? Ma se tu odi gli animatori!- esclamò mio fratello, rimasto in silenzio per tutto il viaggio
-Ecco perché andavi sempre agli spettacoli serali! Mi sembrava una cosa strana, in effetti....- rifletté mio padre
-Voglio i dettagli!- disse mia madre, battendo le mani.
-Nemmeno per sogno!
Andammo avanti a battibeccare per tutto il viaggio, fino all'arrivo a casa.
Scesi dall'auto e feci un profondo respiro. L'aria era decisamente diversa da quella che si respirava in Basilicata e rimasi quasi delusa quando non percepii l'ormai familiare profumo salmastro.
-Vuoi farti una doccia prima di disfare la valigia?- mi chiese mia madre appena entrati in casa.
-Sì, direi che è un'ottima idea.
Presi l'accappatoio, mi chiusi in bagno e mi lasciai cadere a terra, la schiena appoggiata alla porta. Fisicamente ero a casa, l'esperienza era ufficialmente terminata. Ma mentalmente ero ancora in Basilicata, il mio cervello proprio non riusciva ad elaborare la cosa. Mi alzai di scatto e aprii l'acqua della doccia.
Rimasi a lungo sotto il getto, lasciai che l'acqua tiepida lavasse via ogi cosa, portando con se' lacrime e tristezza. Smisi di pensare, concentrandomi solamente sulla sensazione di tepore che mi procurava il getto d'acqua sulla schiena.
Quando uscii ero intorpidita e avevo la pelle raggrinzita, ma non me ne curai. Mi rivestii lentamente e scesi le scale del nostro appartamento, senza fretta.
-Ho aperto la valigia, comincio a prendere i primi vestiti e faccio partire la lavatrice- mi disse mia madre non appena entrai in camera
-La svuoto io, tranquilla! Ti porto di sopra dopo i vestiti da lavare
-Sicura? Perché posso pensarci io...
-Sicura.- non volevo che prendesse la mia roba, non volevo che le magliette, i jeans e i maglioni smettessero di profumare di quel posto. Mia madre uscì dalla stanza e io mi avvicinai al bagaglio, prendendo la maglia su cui Davide aveva spruzzato il suo profumo e nascondendola sotto il cuscino. Quella non doveva lavarla, non ancora almeno.


Cenai di malavoglia, non avevo appetito e l'unica cosa che volevo fare era andare a dormire. Rimasi seduta a chiacchierare ancora un po' con i miei genitori, continuavano a riempirmi di domande e mi dispiaceva andarmene. Quando finalmente parvero soddisfatti dei miei racconti mi lasciarono alzare, augurandomi la buona notte.
Sollevai il cuscino, recuperai la maglietta e la annusai, riempiendomi di quel meraviglioso profumo. Quanto mi mancava. Decisi di indossarla e mi sistemai sotto il lenzuolo. Non smisi di annusare quella maglietta nemmeno un secondo, lacrime silenziose presero a solcarmi le guance fino a che, sfinita, non mi addormentai, respirando il profumo del ragazzo che amavo.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Marss