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Autore: _Fanvergent_    31/12/2014    0 recensioni
E se le cose dopo lo scontro finale avessero preso una piega diversa? Storia narrata dal punto di vista di Annabeth.
NO fatti e personaggi degli Eroi dell'Olimpo.
***
Dal primo capitolo:
-Anche lui era cambiato, rimaneva ben poco di quel ragazzo impacciato che baciai sul Monte Sant'Elena.
Non mi sentivo più una figlia di Atena, ero solo una ragazza confusa, non avevo più certezze, ero insicura su tutto: sul mondo in cui vivevo, sui miei sentimenti. Non è che fingessi quando ero assieme a Percy ma eravamo rallentati da qualcosa, o meglio da qualcuno e il suo ricordo. Gli amici persi in battaglia erano tanti, troppi.-
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Annabeth Chase, Ethan Nakamura, Percy Jackson, Silena Beauregard, Talia Grace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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### CAPITOLO 1 ###

 

Tornai al campo, da sola e vidi l'unica persona di cui avevo bisogno in quel momento: Percy.

 

Diventai la sua ragazza.

Ma anche lui era cambiato, rimaneva ben poco di quel ragazzo impacciato che baciai sul Monte Sant'Elena.

Non mi sentivo più una figlia di Atena, ero solo una ragazza confusa, non avevo più certezze, ero insicura su tutto: sul mondo in cui vivevo, sui miei sentimenti. Non è che fingessi quando ero assieme a Percy ma eravamo rallentati da qualcosa, o meglio da qualcuno e il suo ricordo. Gli amici persi in battaglia erano tanti, troppi.

Lui era distaccato e io ero una lastra di acciaio, impenetrabile e fredda come lo Stige.

Non sembrava neanche che stessimo insieme, ma io avevo bisogno di lui, costantemente.

Per questo decisi di provarci, volevo provare a rilassarmi e fingere che andasse tutto bene.

 

Passeggiavo con Percy, le nostre mani non davano cenno di volersi avvicinare, “normale per una coppia” pensai ironicamente. Stavamo in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri, troppo pesanti per dei ragazzi di sedici anni.

Ad un tratto mi spinse contro il muro esterno della sua cabina e, prima che io potessi dire qualcosa, premette le sue labbra contro le mie e ,quasi involontariamente, risposi al bacio.

<< Vuoi entrare? >> mi domandò << I-I-Io, no >> calò un silenzio molto imbarazzante << Non sono... >> -pronta- è così che terminava la frase nella mia mente ma a lui non riuscì a dirlo, forse per paura che si staccasse da me maggiormente o forse per indecisione << Sono stanca >> mentii.

Mi baciò a fior di labbra distrattamente e mugugnò un frettoloso “Notte” per poi sparire nella sua cabina.

Risistemai la mia maglietta, un po' troppo sollevata e mi avviai verso la cabina 6, mi infilai a letto ancora vestita, così scossa da non riuscire a compiere semplici azioni di routine.

 

 

La mattina mi svegliai tardi, era già ora di pranzo e mi avvicinai al tavolo dei figli di Ares, volevo fare un po' di sano combattimento anti-stress. Non avevo nulla a che vedere con le figlie di Afrodite, Demetra, Apollo o anche Atena stessa, loro si mettevano lo smalto, facevano giardinaggio, cantavano o leggevano un libro per rilassarsi; a me piaceva sudare, sentire il rumore delle armi che si scontrano, avere un avversario davanti da battere.

<< Clarisse, ti va un po' di allenamento con me? >> chiesi alla diretta interessata senza soffermarmi sugli sguardi dei suoi fratelli << Certo principessa, se proprio ci tieni a farti ferire >> << Ah ah ah...crederci è l'importante >> le strizzai l'occhio allontanandomi dalla mensa.

“Percy” pensai, dovevo assolutamente parlare con lui; la sera scorsa con ogni probabilità avevo fatto la figura dell'idiota, ferendo il mio orgoglio in primis.

Arrivata alla sua cabina bussai, nessuna risposta così decisi di entrare e mi sedetti sul suo letto.

Dopo un'ora che aspettavo annullai l'incontro-scontro con Clarisse. Parlare con Percy era decisamente più importante anche se, non avendo idea di cosa dire, avrei improvvisato. “Che grande stratega che sono” borbottai infastidita.

Mi appisolai sul suo letto e al mio risveglio ancora non c'era traccia di lui. “Cavolo” pensai “è già quasi ora di cena e quella Testa d' Alghe non si è fatta viva; dove può essere stato tutto il pomeriggio?”. Mi diedi dell'idiota da sola, ovviamente era stato ad allenarsi; come figlia di Atena facevo pena ultimamente.

 

 

La sera ci fu il falò, la fine dell'estate era giunta ma a casa non ci tornavo; nonostante al campo fosse troppo doloroso rimanere, sentivo che se mi fossi allontanata avrei perso la Annabeth combattiva e forte che tutti pensavano io fossi.

<< Questa è stata un'estate difficile per tutti, abbiamo avuto molte perdite, alcuni valorosi eroi sono morti questa primavera e per tutta l'estate in missioni di ricognizione pericolose >> sentì dei singhiozzi, Silena era ancora straziata dalla morte di Beckendorf; Percy si irrigidì al mio fianco, anche per lui è stata dura, era un suo grande amico ed è morto per salvarlo sulla Principessa Andromeda << altri hanno combattuto coraggiosamente, morendo con onore, per salvare l'Olimpo. Siamo finalmente liberi, Crono è stato sconfitto e ora è nel Tartaro >> disse Chirone

<< E' stato Luke a salvarci e nessuno si è degnato di ricordarlo con onore >> intervenni al limite della sopportazione, faceva più comodo pensare che fossimo riusciti a sconfiggere Crono, non che Luke fosse tornato in se e ci avesse liberati di Crono.

<< Quell'essere è un traditore, a causa sua sono morti in molti >> << Se lo è meritato, è solo colpa sua se Crono è risorto >> urlarono adirati una figlia di Demetra e un figlio di Ares.

<< Voi non eravate lì, non potete sapere, lui, lui... >> iniziai a balbettare, ormai le lacrime mi bagnavano il viso e senza accorgermi scattai in piedi e iniziai a correre nella foresta.

<< Annabeth!! >> sentii gridare delle voci che sembravano appartenere a Talia e Percy ma nessuno dei due mi seguii, constatai delusa.

Cercai un posto nei confini del campo dove passare la notte, evitai il pino di Talia e optai per un angolino molto isolato.

Altra idea grandiosa della giornata: dormire per terra di notte.

Lottai fino all'alba con i rami che mi pungevano i fianchi e la schiena e con le foglie bagnate per l'umidità. Esausta per la mancata dormita, mi alzai e decisi di trovare conforto da Talia; lei, nonostante soffrisse quanto me, cercava di starmi sempre vicina e per questo le ero veramente grata. Penso fosse la mia migliore amica, salvarsi la vita a vicenda porta a questo.

Involontariamente pensai a quel giorno di quasi dieci anni fa, il cielo nero, l'enorme ciclope, lei che ci fa da scudo, lei che viene scagliata via, che cade e che muore.

Forse è quel giorno che le cose iniziarono ad andare a rotoli, Luke non si era mai ripreso e nella sua vita quell'avvenimento aveva lasciato un segno indelebile.

Decisi di fare tutto il giro della foresta e camminando, inevitabilmente, pensai a quella testa d'alghe. Le cose erano più facili a dodici e tredici anni, i miei problemi iniziarono quando mi resi conto di vederlo sotto una luce diversa...non esattamente come amico. Prima litigavamo per le stupidate che diceva, poi per la mia gelosia (si lo sto ammettendo e non ho intenzione di ripeterlo) e ora le nostre conversazioni potevano paragonarsi a questa: “Mi passi il sale?” “Ecco tieni”.

Mi ritrovai a scuotere la testa da sola nel bosco, come una perfetta squinternata.

                                                               
                                                                 Annabeth Chase

                                                                      Percy Jackson

 

*NA: Ed ecco il primo capitolo ^^. Ringrazio tutti quelli che hanno anche solo letto la storia (con la speranza che prima o poi lascino una recensione). 
Ringrazio sopratutto Lidja_ (Ti voglio bene)
Un bacio a tutti :*
-Lisa

 

   
 
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