Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    31/12/2014    4 recensioni
Erano passati quasi sei mesi da quello che era poi stato ironicamente chiamato “Inverno Perenne” e adesso il freddo, quello vero, era arrivato ad Arendelle. Il freddo e il ventiduesimo compleanno della Regina.
 Dopo le numerose pressioni di Anna, Elsa si era arresa ed aveva deciso di organizzare un ballo per festeggiare l’evento. Dopo le altrettante numerose pressioni dei funzionari di corte, era stato stabilito che a tale ballo dovessero essere presenti anche i pretendenti della Regina.

La voce si era sparsa in un istante, nonostante il categorico rifiuto della sovrana di fare degli inviti ufficiali: non avrebbe mai pregato nessun’uomo di prenderla come moglie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'autrice: Spendo due parole per fare a tutti voi gli auguri di buon anno e mandarvi un caldo abbraccio! Vi lascio ad uno dei capitoli che più ho amato scrivere. Ringrazio sempre la carissima Calime per il meraviglioso lavoro di betaggio che ha fatto e... niente, buona lettura. :)

PS: Ho notato che il primo capitolo è tutto in corsivo, non ne capisco il motivo e purtroppo non riesco a modificare l'html, se dovesse succedere anche con questo sappiate che non è fatto di proposito. Scusate il disagio.



Capitolo 2


La mattina seguente si era alzata, come al suo solito, di buon’ora. Era ancora troppo presto per la colazione, probabilmente sia Anna che tutti gli ospiti stavano ancora dormendo: poteva essere l’occasione perfetta per distrarsi.
Il ballo era finito a notte fonda, ma nonostante ciò era riuscita a dormire solo per poche ore, ancora in balia delle emozioni provate. Il valzer con Alexander aveva sorpreso tutti i presenti, compresa lei stessa, che non credeva sarebbe stata in grado di danzare con qualcuno ancora per molto tempo. Il principe le aveva rivolto poche parole gentili ed era chiaro come il sole che anche lui fosse lì in veste di pretendente – del resto erano poche le persone in quella sala che non avevano l’ambizione di sedere al fianco della Regina di Arendelle. Elsa aveva risposto educatamente, rivolgendogli piccoli sorrisi, di tanto in tanto, sperando che la – quasi totale – mancanza di interesse nei suoi confronti non fosse troppo evidente. Sempre ben accorta a non esser notata, la platinata ogni tanto aveva puntato lo sguardo in direzione della bella principessa Leanne, ancora ferma là, dove le era stata presentata. Un paio di duchi l’avevano invitata con loro sulla pista, ma la giovane aveva rifiutato cortesemente, aggiungendo poi qualche parola – probabilmente divertente, visto che entrambi gli uomini si erano allontanati ridendo. La principessa straniera era bella ed aveva un portamento fiero, ogni suo gesto era aggraziato, ogni suo passo elegante e misurato: se la Regina era sempre stata ammirata per la sua leggiadria, Leanne era, se possibile, ancor più delicata.
Il valzer terminò prima che Elsa potesse rendersene conto e così fu impacciato l’inchino col quale ringraziò il principe Alexander – anche se agli occhi dei presenti questo poco importava. Ancora scombussolata, fece per tornare alla sua precedente postazione, sperando di poter scambiare qualche parola con l’ospite che aveva conquistato la sua attenzione, ma furono appena pochi passi quelli che le furono concessi prima che gli altri pretendenti tornassero alla carica, invitandola nuovamente a danzare. Questa volta, però, non poté declinare gli inviti, anche se durante ogni singolo ballo i suoi occhi non persero mai di vista per più di qualche secondo la sinuosa figura della principessa del Regno del Sole.
Con la mente ancora affollata dai ricordi, Elsa uscì dal castello nei parchi reali e s’incamminò verso le stalle rassettate, ripulite ed ingrandite proprio in occasione del ballo della sera precedente. Sotto ordine della Regina tutti gli ospiti del castello avrebbero potuto tenere i propri cavalli all’interno di alcuni box nella nuova struttura, dove sarebbero stati curati e nutriti per tutto il tempo della permanenza.
Le piacevano i cavalli, ma a causa della sua reclusione non aveva mai avuto modo di poter imparare a cavalcarli. Anna le aveva promesso che le avrebbe insegnato la prossima estate e lei era certa che lo avrebbe fatto.
Spalancò le porte del lato delle scuderie dove erano tenuti i cavalli reali, la maggior parte appartenenti alla  sorella minore. Camminò a passo deciso lungo il corridoio deserto, ignorando i nitriti spaventati di alcuni di loro. Era ben consapevole del fatto di non piacere a tutti gli animali: riuscivano a percepire i suoi poteri e per questo gli esemplari più timorosi fuggivano, quando si avvicinava. Fortunatamente era una cosa che aveva scoperto solo in tempo recente, probabilmente da bambina le sarebbe pesato molto di più.
Arrivata al box in fondo si fermò e si concesse un lungo istante per ammirare la splendida puledra morella che aveva davanti: era più alta e snella di tutti i cavalli delle scuderie reali, aveva un portamento elegante, quasi austero e, nonostante non fosse ancora mai salita sulla sua groppa, Elsa sapeva che era perfetta. Allungò dolcemente una mano per accarezzare il muso dell’unica cavalla che non si era innervosita al suo passaggio e sorrise quando questa l’anticipò, allungando leggermente il collo in avanti per incontrare il palmo candido e freddo a metà strada.
« Ciao, Nàjera » disse in un sussurro, scostandole leggermente di lato la lunga criniera ondulata.
« Un esemplare magnifico, Vostra Altezza. Complimenti per la scelta ».
Elsa la riconobbe ancor prima di girarsi, non avrebbe mai potuto dimenticare quella voce così sensuale. Si voltò piacevolmente sorpresa.
« Mi stavate seguendo, principessa Leanne? ». La voce della platinata uscì scherzosa e alla fine non riuscì a nascondere la felicità, quando l’ombra di un sorriso comparve sul suo viso.
« Non oserei mai! » esclamò l’altra ragazza con un leggero risolino, alzando le mani in segno di resa.
Elsa non poté che ridere in risposta, un suono che uscì ovattato a causa della mano che, educatamente, usò per coprire la bocca.
La principessa del Regno del Sole si ricompose quasi improvvisamente e si schiarì la voce prima di riprendere a parlare, questa volta in maniera meno giocosa. « Ad ogni modo, non era mia intenzione turbarvi o infastidirvi. Volevo fare una passeggiata e una delle Vostre cameriere, Gerda mi pare, mi ha consigliato questo parco dicendomi che, anche se fuori dalle mura del castello, era sempre di vostra proprietà. Sono solita svegliarmi molto presto… La notte non riesce a portarmi conforto ».
Elsa si ritrovò a capirla più di quanto riuscisse a immaginare. Quelle di Leanne erano state poche parole, precise e misurate, proprio come quelle del fratello maggiore, eppure era riuscita a darle un’idea perfetta di come si sentisse.
Perché era come si sentiva lei stessa.
Le due donne si ritrovarono avvolte da un lungo silenzio imbarazzante e, mentre la principessa era ancora in attesa di una risposta, la Regina era ancora persa nei suoi pensieri.
Fu l’improvvisa mancanza del muso caldo di Nàjera, tiratasi indietro per poter prendere un po’ di fieno, a riportare la platinata alla realtà.
« Non preoccupatevi. Posso capirvi, la notte sa essere più spietata del giorno », riuscì finalmente a dire.
« Per questo venite qui? Cavalcare vi aiuta a distrarvi? » disse dolcemente l’altra, avvicinandosi lentamente.
« Mi piacerebbe poter dire di sì, ma la verità è che non sono mai salita su un cavallo » confessò, leggermente imbarazzata. Le guance le si tinsero di un rosa vivido, quando Leanne sorrise in risposta, divertita e forse… era comprensione quella sul suo volto?
La Regina si accinse a spiegare, tenendo gli occhi bassi e torturandosi la punta della lunga treccia laterale in cui era ormai solita legare i capelli. « Mio padre era sul punto di insegnarmi. Stavamo aspettando delle giornate più calde, ma poi c’è stato l’incidente con Anna e non ho più avuto modo di imparare ».
Non era più un segreto quello che era successo quasi quattordici anni prima, ma parlarne era sempre molto doloroso per Elsa. Teneva ancora gli occhi bassi, mentre la sua mente veniva attraversata dai suoi ricordi più difficili.
Il flusso di pensieri venne interrotto bruscamente quando sentì un calore estraneo sulla spalla. Rialzò lo sguardo e sentì di annegare nelle sabbie dorate che erano gli occhi di Leanne.
Quando si era fatta così vicina?
Il suo sguardo balzò poi sulla mano della principessa, ferma sulla sua spalla destra, in un gesto di conforto. La principessa del Sud era ad appena un passo da lei e le stava sorridendo con una dolcezza tale da farle tremare il cuore. Lanciò un’occhiata rapida ai suoi piedi e si sorprese quando non vide un solo rivolo di ghiaccio.
« C’è sempre una prima volta » sussurrò Leanne, mantenendo il sorriso.
« C-Come? » Elsa balbettò, non sapendo se le improvvise difficoltà linguistiche fossero dovute più al fatto che fosse stata presa alla sprovvista, oppure all’estrema vicinanza con la principessa.
« Dov’è la selleria? Vediamo di preparare questo splendore » rispose l’altra, mentre una sua mano si posava delicatamente sul collo di Nàjera.

***

Elsa stava dondolando leggermente su se stessa, spostando continuamente il peso da una gamba all’altra nel tentativo di tenere a bada il nervosismo.
Leanne aveva appena finito di spazzolare Nàjera e stava finendo di regolare la testiera. La puledra attendeva pazientemente, come se fosse una cosa di tutti giorni.
« Ecco fatto! » esclamò la principessa con un sorriso, portando le redini sul collo dell’animale. Poi trascinò una cassetta di legno sul pavimento, fino a spingerla sul lato sinistro della cavalla.
« Prego, Vostra Altezza » disse porgendo la mano ad Elsa, le labbra carnose aperte nel solito sorriso.
« A pelo? » domandò la Regina, colta da una nuova agitazione.
« Non possiamo mica stare in due su una sella! » Rise Leanne.
In due?
Elsa dovette apparirle davvero molto a disagio, perché con una scrollata di spalle la principessa salì per prima in groppa.
« Visto? Non è difficile ».
La platinata rimase a guardarla. Bellissima.
Con i lunghissimi capelli corvini sciolti, il volto appena truccato ed un semplice abito rosso sul corpo sinuoso, appariva persino più bella della sera precedente.
La principessa aveva scostato leggermente il suo vestito per stare più comoda senza preoccuparsi del fatto che, almeno secondo l’etichetta, avrebbe dovuto montare tenendo entrambe le gambe su un unico lato. In effetti, anche Anna non montava più in quel modo, ma lei era sempre stata una tipa un po’ alternativa.
« Avete cambiato idea, Vostra Maestà? »
Sembrava essersi corrucciata, qualcosa nei suoi occhi si era spento e il sorriso non era più sul suo bellissimo volto.
Elsa sorrise interiormente con la nuova consapevolezza di essere lei la causa dei sorrisi della principessa del Sud. Scosse il capo lentamente e, cercando di mascherare la sua indecisione, imitò Leanne: con un leggero aiuto della mora, salì anche lei sulla groppa di Nàjera.
« Rilassatevi, lei può sentire la Vostra agitazione » mormorò la principessa, dando un paio di morbide carezze sul collo della puledra. « Stringete un po’ le gambe, avrete meno difficoltà a mantenere l’equilibrio. Anche se vi prometto che non la lancerò in galoppi sfrenati ». Rise leggermente, percependo ancora il nervosismo della bionda alle sue spalle.
La Regina ubbidì e cercò di accomodarsi meglio.
« Molto bene, adesso reggetevi alla mia vita ».
Cosa? 
Il respiro di Elsa si mozzò all’istante e la principessa si affrettò a puntualizzare: « C-chiaramente non siete obbligata a farlo. Insomma… è solo per farvi stare più tranquilla, ma se credete di riuscire a rimanere in equilibrio anche così… Beh, non ci sono problemi ».
Senza riuscire a proferire una singola parola, la platinata posò leggermente le mani sui fianchi dell’ospite e ringraziò il cielo che questa le stesse dando le spalle, perché era certa che le sue gote fossero a dir poco in fiamme.
« Possiamo andare? » chiese dolcemente Leanne.
« Sì ». La voce  le uscì a malapena, un sussurro appena udibile, ma bastò alla principessa che, senza attendere oltre, colpì leggermente il costato della cavalla con i talloni, dandole l’ordine di partire.
Nàjera iniziò a camminare, tenendo un passo molto deciso. Era evidente che avesse una gran voglia di uscire anche lei.
Elsa ci mise poco ad abituarsi all’andatura leggermente dondolante della puledra, ma questo non l’aiutò a sciogliersi: la situazione e l’estrema vicinanza con la principessa del Sud la fecero rimanere rigida e tesa come una corda di violino, fino a quando Leanne non prese parola.
« Vostra Maestà, dovete rilassarvi. Ve l’ho detto, lei può sentirvi. Io posso sentirvi. Non c’è nulla che non va, guardatevi intorno, siamo solo noi… Non avete bisogno di essere perfetta, non avete bisogno di fingere ».
La Regina lanciò una rapida occhiata attorno a sé e notò che, effettivamente, si erano allontanate parecchio sia dal castello che dalle scuderie stesse. Erano solo loro… E qualcosa nella morbida voce e nella dolcezza di Leanne la convinsero che poteva fidarsi. Che poteva lascarsi andare.
Lentamente fece scorrere le braccia lungo la vita della mora, afferrandola più saldamente, si appoggiò leggermente a lei, sobbalzando appena quando il suo ventre gelido venne in contatto con la schiena calda dell’altra. Il profumo dolce della principessa la travolse come un’onda, inebriandole i sensi e, prima di rendersene conto, ne fu dipendente.
« Posso mandarla al trotto… se vi sentite sicura. Dovete solamente tenere strette le gambe e- ».
« Mi fido di voi ». Le parole che lasciarono la bocca di Elsa furono una sorpresa anche per lei stessa, che non credeva di poter mai rivolgere una frase simile a qualcuno che non fosse Anna.
Leanne sorrise per via della – più che gradita – interruzione e colpì ancora una volta Nàjera, la quale con piacere allungò l’andatura, avanzando al trotto lungo i prati deserti.
« Non l’ho scelta » esordì Elsa, dopo lunghi minuti di totale silenzio.
« Come, prego? ». La principessa apparve, naturalmente, confusa ma alla Regina non dispiacque.
« Prima, quando siete entrata nelle scuderie, mi avete detto “complimenti per la scelta”. Ebbene, non sono stata io a scegliere Nàjera » spiegò con un sorriso che l’altra non poteva vedere.
« Ah, no? »
« No. È stata lei a scegliere me ».
« E’ una storia che mi piacerebbe ascoltare, se Vostra Altezza ha voglia di raccontarla ». Leanne voltò appena il capo, incrociando i suoi occhi con quelli cerulei della Regina, perdendosi nella profondità di quegli abissi.
« Naturalmente ».
Elsa le indicò un posto all’ombra di un grande albero, dove avrebbero potuto riposarsi per un po’ di tempo e lasciar pascolare la puledra.
Leanne saltò giù dalla groppa senza la minima esitazione e, tenendo ferma Nàjera, aiutò la bionda a scendere a sua volta.
« Potete lasciarla libera, non si allontanerà » disse Elsa con un filo di voce, notando che la principessa fosse ancora riluttante a lasciare le redini della cavalla.
La mora ubbidì e, silenziosamente, seguì la Regina che si era posizionata sotto l’ombra della quercia centenaria. Si accomodò silenziosamente a terra osservando Elsa, in attesa.
« Dopo l’incidente della mia incoronazione e il successivo disgelo, io e Anna abbiamo cercato di recuperare quanto più possibile il tempo perso. Magari può sembrarvi una cosa impossibile, magari lo è, ma non vogliamo vivere come delle estranee. Abbiamo già perso troppo tempo a causa mia ».
Leanne vide chiaramente il tremolio delle mani di Elsa e come questa stesse soffrendo al solo ricordo del suo passato, e si sentì completamente impotente. Di solito era brava con le persone, ma con la Regina di Arendelle era tutto completamente differente: non si era mai sentita così vicina eppure così lontana a qualcuno, come quando era con lei.
« Comunque- ». La voce della sovrana apparve improvvisamente più sicura ed autoritaria, ma era chiaro come fosse solamente un modo per mascherare i suoi sentimenti. « Anna adora andare a cavallo e, per quanto possa essere distratta o maldestra, riesce a diventare un tutt’uno con gli animali. È davvero un’eccellente amazzone ». Un caldo sorriso si dipinse sul volto della platinata, mente la sua mente correva alle immagini di Anna a cavallo nei prati del castello. La scena era così semplice e al tempo stesso dettagliata che Leanne non fece fatica ad immaginarla e sorrise a sua volta, contagiata dalla Regina.
« Per quanto mi riguarda, come vi accennavo poco fa, non ho mai avuto l’opportunità di imparare e per questo mia sorella ha promesso di insegnarmi, col venire delle belle stagioni e del nuovo anno ».
« Un pensiero davvero molto premuroso ».
« Già. Ha una pazienza infinita con me, non ha mai perso la speranza ».
« Vi ama davvero molto ».
Elsa annuì a quelle parole, lo sguardo ovunque tranne sulla figura della principessa del Sud e gli occhi lucidi di lacrime non versate. Si decise, però, a continuare il racconto di come aveva incontrato Nàjera. La natura del suo rapporto con Anna era ancora un argomento troppo delicato.
« Avevamo ancora un po’ di tempo – lo scorso autunno è stato straordinariamente caldo – e Anna aveva deciso che avrebbe già iniziato ad insegnarmi qualcosa. Portò Askel, il suo stallone, nei giardini dietro il castello; era già sellato e con lei sembrava l’animale più pacato del mondo. Fu quando mi avvicinai io che cominciò ad indietreggiare e a nitrire terrorizzato, impennò e ci mancò poco che colpì Anna stessa. Solo quando ci allontanammo e dopo numerosi tentativi, riuscirono a calmarlo e a riportarlo nel suo box. Anna era la più ferita di noi due, in un certo senso si sentiva come se avesse tradito la mia fiducia, come se quanto era successo fosse accaduto a causa sua. Provai a parlarle, ma era determinata a trovare un cavallo che non fosse spaventato dai miei poteri. Cerca sempre di non farmi soffrire… di farmi sentire… normale». Le sfuggì un piccolo sospiro. «Sapete, ho passato tutta la mia vita nascondendo ciò che c’era di diverso in me, facendo delle parole di mio padre la mia unica ancora, avevo appena iniziato a non temere più i miei poteri che ero di nuovo al punto di partenza ed Anna l’aveva sicuramente notato.
Lei non è mai stata una grande studentessa, ci ha fatto dannare davvero un sacco ». Alla Regina sfuggì un leggero risolino al ricordo. « Ma, sorprendentemente, sa tutto per quanto riguarda i cavalli, compresi i nomi dei più famosi allevatori della Norvegia: in due settimane li aveva convocati tutti a corte, con l’ordine di portare ognuno almeno tre cavalli per la sottoscritta. Alla fine erano quasi tre dozzine e lei li provò tutti, facendo una prima rapida selezione; poi venne il mio turno, ma nessuno di quei Fjord** riuscì a mantenere la calma al mio passaggio. Inutile dire che Anna, a quel punto, fosse più determinata che mai a trovare un cavallo che potessi montare, si spinse più lontano con le ricerche e, credendo fosse un problema della razza, chiese dei Dølehest, dei Frisoni, degli Holsteiner, persino un Purosangue Inglese! Ma tutti quanti reagirono allo stesso modo e alla fine la convinsi a lasciar stare ».
« Sarà stata molto delusa ».
« Oh sì, lo era, ma riuscimmo a distrarla abbastanza da quel pensiero. Almeno fino a quando non arrivò lei… ». Gli occhi di Elsa si posarono immediatamente su Nàjera, che stava brucando erba a qualche decina di metri di distanza.
« Era nata da uno dei più grandi allevatori della Spagna ed era stata acquistata a buon prezzo da un giovane soldato che, da Siviglia, era partito per commerciare con noi regni del Nord. Francisco Lopez, mi pare si chiamasse. Sbarcò ad Arendelle poche settimane dopo gli ultimi tentativi di Anna e doveva ancora scendere dalla nave, quando qualcosa spaventò la sua cavalla che, ancora sciolta e senza sella, saltò giù dal pontile ed iniziò a correre imbizzarrita per le strade del paese ».
« Posso immaginare il caos! » Rise Leanne, seguita immediatamente da Elsa.
« Già, si creò non poco trambusto. Io ed Anna stavamo facendo una passeggiata con Kristoff, Olaf e Sven in giro per Arendelle, quando questo accadde ».
« Sven non vi teme? ». La domanda della principessa sorse spontanea ed Elsa si soffermò su quel piccolo particolare per la prima volta.
« Sinceramente non ci avevo mai pensato. Probabilmente è troppo legato ad Olaf per temere i miei poteri, ma comunque quella renna è particolare tanto quanto il suo padrone ». La Regina rise prima di continuare il racconto. « Intravidi la puledra galoppare furiosamente per la strada principale, dove eravamo anche noi, istintivamente sollevai dei piccoli muri di ghiaccio per arrestare la sua corsa, ma lei li saltò tutti, anche quelli più alti, fermandosi solamente una volta che fu di fronte a me. Non so cosa accadde di preciso, avevo ancora la mano testa e il suo muso era a pochi centimetri dal mio braccio quando, senza timore, cercò il mio contatto. Non potete immaginare la sorpresa di mia sorella nel vedere la scena. Quando il giovane Lopez arrivò, stanco e mortificato, l’unica che riuscì a parlare fu Anna, che comunque aprì bocca solamente per sapere a che prezzo ce l’avrebbe venduta ».
« Immagino si sia fatto pagare bene ».
« Al contrario, me la regalò per chiederci perdono di quanto accaduto, a patto che le dessi il nome della sua terra natia, la Nàjera. Non saprei dire cosa l’avesse spaventata o per quale motivo sia venuta da me, ma nel momento esatto in cui la mia mano l’ha sfiorata, ho capito che era lei che stavo cercando ».
« A volte basta il minimo per rendersi conto di essere dipendenti da qualcuno: uno sguardo, uno sfiorarsi, un sorriso… ». Gli occhi di Leanne si erano fatti più scuri e dal colore più intenso, Elsa sentiva distintamente il peso di quello sguardo addosso ma, nonostante la consapevolezza, si ritrovò ancora una volta spiazzata quando incrociò gli occhi della principessa.
Si sentiva nuda sotto quello sguardo. Sapeva di non poter scappare e sapeva che avrebbe ubbidito a qualsiasi richiesta la mora le avrebbe fatto.
« S-Sarà meglio andare… probabilmente siamo in ritardo per la colazione » riuscì a biascicare con la gola secca, sperando di essere ancora in tempo per fuggire.
« Come desiderate, Vostra Altezza ». Leanne si rialzò in piedi e, con un leggero sorriso, andò a riprendere Nàjera.


***

Aveva appena finito di fare il bagno ed ora era seduta davanti lo specchio, guardando il suo riflesso, mentre si spazzolava con cura i lunghi capelli argentei, ancora umidi.
Per quanto si stesse sforzando, non riusciva a dimenticare il turbine di emozioni provate durante la breve cavalcata. Era tanto tempo che non si sentiva così.
No, non si era mai sentita così.
Un leggero strato di ghiaccio ricopriva il pavimento in parquet e del fresco nevischio si stava posando sui mobili della camera da letto.
Celarlo. Domarlo. Non mostrarlo.
Era una lezione che aveva imparato tanti anni fa, un insegnamento che non aveva messo in pratica solamente per quanto riguardava i suoi poteri, ma anche per i suoi stessi sentimenti.
Sapeva che non avrebbe potuto fuggire quest’altro suo segreto per sempre, non aveva però immaginato che avrebbe dovuto mettere ancora una volta tutto in gioco così presto.
“Non è successo nulla”. Con difficoltà si ritrovò a scuotere la testa, accettando duramente la verità mentre fissava il suo riflesso nello specchio. Era inutile mentire: qualcosa era successo, o meglio, qualcosa stava succedendo. Qualcosa di cui anche Leanne, in un modo o nell’altro, era pienamente consapevole.
Questa volta non sarebbe potuta fuggire di nuovo da se stessa.
Si stava ancora spazzolando, quando un uragano dalle fulve trecce irruppe nella sua camera da letto.
« Allora, è vero quello che ho sentito? » chiese la principessa, allungata scompostamente sul letto della sorella e fissandola con gli occhi blu sgranati, desiderosa di risposte.
« Dipende. Cos’è che avresti sentito? » domandò a sua volta la Regina guardando il riflesso della sorellina sullo specchio, mentre finiva di acconciarsi i capelli.
« Gira voce che tu e la principessa Leanne abbiate trascorso la mattina fuori per una luuuunga passeggiata ».
Elsa sentì il ghiaccio gelido sotto i suoi piedi e decise che era il caso di spiegare prima che la situazione degenerasse: « G-Guarda, Anna, non è come sembra, noi- ».
« Oh, invece è esattamente come sembra! Qui qualcuno ha una cotta! » Trillò la minore.
« Anna io- ».
La rossa saltò giù dal letto ridendo apertamente e dopo un paio di salti infantili strinse la sorella maggiore in un forte abbraccio, interrompendola bruscamente: « Sono così felice per te, Elsa! »
« Lo sei? » domandò la Regina, perplessa.
« Certo che sì! Sapevo che sarebbe andato tutto bene. Meriti di essere felice e il principe Alexander sembra un così bravo ragazzo ».
“Alexander?!”
« Diventando amica di sua sorella riuscirai sicuramente a conoscerlo meglio e a capire se è davvero l’uomo giusto per te ».
« T-Tu… tu credi? » Elsa si maledì mentalmente per essere stata così ingenua.
“Diglielo”.
« Ovvio che sì! È una ragazza così ben disposta, sicuramente ti dirà tutte le sue abitudini. Un po’ come hanno fatto i troll con me! »
“È la tua occasione”.
« Oddio, sono così emozionata, Elsa! »
“Merita di sapere. Puoi farcela”.
« Già, lo sono anche io ». Sorrise la Regina, insultandosi mentalmente per averle mentito di nuovo. Per non aver avuto abbastanza coraggio. Per non essere stata in grado di fidarsi della sua sorellina.


 



**Fjord: Il nome della razza di cavalli, tipica della Norvegia, mostrata nel cartone animato. ^^

   
 
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