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Autore: layla84    14/11/2008    2 recensioni
“Penso che due persone si possano appartenere anche senza nessun foglio di carta che attesti il loro amore. Basta che lo sentano nel proprio cuore di appartenere anima e corpo a qualcuno, perché se così non è, allora nessuna stupida firma, o cerimonia, darà loro la felicità che abbiamo noi”  Ultimo Extra di ‘Step by step’.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola premessa: con questo capitolo si conclude la serie di ‘Step’, che io, personalmente, ho amato moltissimo.
Gli Extra in programma erano due, ma, pensandoci sopra, ho preferito concludere qui la storia, unendo tutte le idee che avevo in quest’unico capitolo.
Ci tenevo perciò a ringraziare tutti coloro hanno commentato la storia, sperando che questo capitolo sia all’altezza dei precedenti e vi possa piacere.

Un grazie di cuore soprattutto alla mia beta Annaly a cui questa storia è dedicata, sperando le faccia piacere, visto che tanto ha amato la serie di ‘Step’: sono assolutamente sicura che non potevo scegliere beta migliore, sul serio ^^

Ora vi lascio alla lettura e, come al solito, ci terrei a sapere cosa ne pensate ;)

Layla84

 

 

 

 

Due ragazzi, stretti nei loro cappotti, camminavano a passo svelto sul marciapiede di un quartiere nel centro di Londra, diretti verso una villetta poco distante.
La casa, così simile alle altre e al tempo stesso così diversa, appariva stranamente illuminata e risaltava nel crepuscolo della sera sulle altre villette del quartiere come se qualcuno vi avesse lanciato una sorta di incantesimo, per farla apparire più bella delle altre.
Anche quei due ragazzi risaltavano, mentre, con le mani intrecciate e le voci spensierate, catturavano l’attenzione dei passanti.
Nulla di strano: erano semplicemente due ragazzi innamorati e felici; che i loro nomi fossero Draco Malfoy ed Harry Potter beh, quello era soltanto un dettaglio secondario.

Iniziava a fare decisamente freddo e Draco si strinse istintivamente al moro di fianco a lui, facendolo sbuffare con un sorriso divertito.
“Per caso hai freddo, Draco?” ironica e allegra, la voce di Harry si perse nel gelido vento serale.
Draco sapeva bene il perché di quel tono: aveva impiegato “solo” mezz’ora per decidere cosa mettersi, e alla fine aveva optato per una semplice camicia bianca e un paio di jeans, visto che al suo ragazzo piacevano i vestiti babbani.
Peccato che, nonostante il cappotto, vestito a quel modo stava, semplicemente, gelando.
Al diavolo gli inviti dell’ultimo momento della Granger, si ripeté per la milionesima volta, mentre col pensiero ritornava a quelli che erano i suoi programmi per la serata, prima che la telefonata inopportuna della ragazza del suo migliore amico gli rovinasse i piani.
Aveva già pensato a tutto: una romantica cena con Harry, loro due stretti sul divano al caldo a coccolarsi e poi… poi un accidente di niente; la favolosa notte di sesso che aveva già immaginato, attimo dopo attimo, era andata a farsi friggere, visto in quel momento che si ritrovava al freddo, nel centro di Londra, a cercare di arrivare a casa Zabini prima di morire assiderato.
Di sfuggita lanciò un’occhiata al compagno: quella sera aveva abbinato ai soliti jeans un maglione nero, estremamente semplice e sembrava decisamente felice.
Draco era enormemente soddisfatto nel constatare la felicità del compagno: d’altronde, dopo la famosa sera al Ministero, le cose sembravano migliorate per loro, pur non essendo ancora facili. La maggior parte delle persone sembrava semplicemente ignorarli, mentre gli altri, ormai, ci avevano fatto l’abitudine.
Non che gli interessasse più di tanto: lui era un Malfoy e i Malfoy, è risaputo, non hanno bisogno dell’approvazione di nessuno, tantomeno di quegli ipocriti del Ministero.
L’unica cosa importante era il sorriso di Harry, che riusciva a distinguere anche tra le ombre e che andava ad illuminare gli occhi verdi che tanto amava.
A volte stentava a credere che le cose si fossero sistemate, che loro due ora stessero insieme, finalmente insieme… nessun segreto o paure a dividerli.
Aumentò la presa sulla mano che stringeva la sua, andandone a cercare il calore, e la stretta di Harry si fece più forte, in una tacita risposta. Lo tranquillizzava come niente al mondo sentire la presenza del moro affianco a se, sempre e comunque.

 

Finalmente vide in lontananza la casa della Granger e di Zabini, maestosa come sempre: alla fine si trattava pur sempre di un discendente di un’antica casata che, come lui, aveva vissuto per anni in una reggia; era del tutto possibile che avesse fatto delle migliore magiche a quella casa.
Sorrise al pensiero che, nonostante il passare degli anni, le persone a cui era maggiormente legato, non fossero poi così cambiate, dai tempi della scuola.
Era bello sapere di avere dei punti di riferimento, oltre al ragazzo che adesso attraversava con lui il vialetto d’ingresso e si fermava a pochi passi dalla porta, costringendo anche lui ad una brusca fermata.
Lo guardò con un’aria stupita e leggermente ironica: il solito sopracciglio si curvò formando un arco perfetto, consapevole di quanto l’altro adorasse quel gesto.
“Che succede? Paura della Granger per caso? Ogni tanto ce l’ho anch’io a dire il-“
Aveva cominciato con la sua solita tirata, che secondo le sue intenzioni doveva essere ironica e pungente, ma il moro si limitò a scuotere la testa e sorridere divertito e, in parte, intenerito.

Pur essendo un Malfoy stava perdendo il suo smalto: ecco il problema, si disse, prima si sentire le mani di Harry farsi strada sui suoi fianchi, un attimo prima che lo attirasse a se, petto contro petto, i respiri fusi in un’unica nuvoletta di calore che si innalzava sopra di loro.
Draco si dimentico di ogni commento sarcastico pensato fino a quel momento, la mente piena solo del calore e della vicinanza del corpo dell’altro.
Erano passati anni dalla prima volta: eppure, come allora, non riusciva a non far cadere tutte le sue difese, ogni volta che si trovava tra quelle braccia che lo stringevano, con dolcezza e possessività.
Si avvicinò maggiormente al moro, strusciando la propria guancia contro i capelli perennemente spettinati dell’altro e sorrise, sentendone il profumo così familiare invaderlo.
Non sapeva il perché di quel gesto, ma sicuramente non si sarebbe lamentato: la Granger e Blaise potevano benissimo aspettare in eterno perché, in quella posizione, Draco non sentiva nemmeno il vento gelido sfiorarlo.
Sentì la voce di Harry, sussurrata e roca, farsi spazio tra i suoi pensieri.
“Non vedo l’ora di tornare a casa, io e te da soli”
Non poté trattenersi dal sogghignare, visto che stava pensando esattamente la stessa cosa… eppure, come al solito, si divertì a punzecchiarlo.
“Il salvatore del mondo magico non dovrebbe avere simili pensieri, sai? Dovresti essere un esempio di purez-“
Non riuscì a finire la frase che si ritrovò schiacciato contro lo stipite della porta d’ingresso, con i denti di Harry che affondavano nel suo labbro inferiore, le mani abbronzate che salivano ai lati del suo viso, scostandogli i capelli biondi dal viso con gentilezza, mentre il moro spingeva il corpo contro il suo, bloccandolo addosso alla parete.
Draco, che adorava questi assalti da parte di Harry, non se lo fece ripetere due volte e andò con le mani ad aprire il capotto nero dell’altro, arrivando al maglione che sapeva esserci sotto, scostando anch’esso senza complimenti ed entrando in contatto con la pelle calda di Harry, appena sopra i fianchi.
Il gemito lungo e roco, che Harry produsse nel suo orecchio un istante dopo, fu un chiaro segno d’apprezzamento che gli fece perdere quasi del tutto il controllo e, mentre il moro scendeva a mordergli e graffiargli il collo, Draco faceva scorrere i polpastrelli in una lenta carezza, nella parte bassa della schiena del ragazzo.
Ripresero a baciarsi come se quella dovesse essere l’ultima volta, incuranti di poter essere visti dai passanti o di qualsiasi altra cosa che non fossero loro due.
Draco era tremendamente eccitato, come ogni volta in cui era il compagno a sorprenderlo con gesti che un tempo non si sarebbe mai sognato di fare, e in un angolo della sua mente si formò l’unico pensiero coerente possibile: smaterializzarsi sul momento a casa loro e concludere nel migliore dei modi quella serata.
Stava per proporlo, tra un bacio e l’altro al suo ragazzo, quando la porta a cui era appoggiato per metà si aprì di scatto, rischiando di farlo schiantare al suolo… solo le braccia forti e agili di Harry gli impedirono la caduta.
Con gli occhi assottigliati dalla rabbia, si voltò verso i due disturbatori, che avevano fatto finire l’idillio di poco prima e, con il solito sguardo assassino alla Malfoy li fulminò entrambi.

L’unica cosa che ricevette in cambio fu un sorriso imbarazzato da parte di Hermione e una frecciatina da parte di Blaise:
“Se non vuoi essere disturbato in certi momenti, la prossima volta cerca di non appoggiarti al mio campanello: sono cinque minuti abbondanti che continuava imperterrito a suonare” fu il commento sarcastico dell’amico, che si spostò di lato per farli entrare in casa.

Draco lanciò un’occhiata in tralice ad Harry, ancora furioso per il modo brusco in cui erano stati interrotti e vide il moro alzare le spalle rassegnato, per poi affiancarlo ed entrare in casa.
Il sussurro del compagno arrivò solo alle sue orecchie, mentre nonostante l’aria calda del soggiorno, un brivido gli scorreva lungo la schiena.
“Non preoccuparti, ci rifaremo più tardi”

 

 

La serata andava meglio del previsto: Draco dopo un primo iniziale momento di acidità dovuta alla brusca
interruzione, aveva iniziato a chiacchierare o, per meglio dire, sparlare con Blaise dei suoi nuovi colleghi e, tra un commento sarcastico e l’altro, avevano cenato tra risate e bronci vari che il biondo di tanto in tanto metteva su.
Harry adorava vederlo così sereno e rilassato, visto che proprio a causa sua aveva passato, solo pochi mesi prima, un vero e proprio inferno e per quanto adorasse starsene da soli in casa, quelle serate assieme ai loro più cari amici, non erano altro che l’ennesima riprova di come le cose si fossero sistemate, in tutti i sensi.
Osservò il suo ragazzo parlare con Hermione di un non ben precisato articolo della ‘Gazzetta’ e si ritrovò, per l’ennesima volta, a stupirsi per l’intesa che sembravano aver trovato quei due.

Poco dopo, proprio su richiesta di Herm, si accomodarono nel soggiorno: Blaise sedette su una poltrona al lato del camino, Draco si buttò invece sul morbido divano e lo tirò per un braccio, facendolo cadere direttamente sulle sue gambe, per il divertimento dei due padroni di casa.
Hermione, che era rimasta in piedi ad osservarli, si poggiò sul bracciolo della poltrona di Blaise, cercando la mano del compagno che subito strinse la sua. Aspettò un attimo prima di parlare, e uno strano silenzio si creò attorno a loro.
Harry ebbe la sensazione, sottopelle, che qualsiasi cosa la riccia dovesse dire, fosse una cosa veramente importante.
“Allora” iniziò lei, la cui voce stranamente pareva incerta “In realtà l’invito di stasera ha una motivazione precisa: volevamo dirlo a voi, per primi…”
Si interruppe, cercando con lo sguardo gli occhi azzurri del compagno e trovandoli immediatamente.
“Quello che Herm sta cercando di dirvi è che le ho chiesto di sposarmi e lei ha accettato” Riprese per lei Blaise, diretto e semplice, come solo lui riusciva ad essere.
Harry notò le guance dell’amica tingersi di un rossore spontaneo e le mani giocherellare con il tessuto del vestito che portava, in evidente imbarazzo.
Solo allora notò l’anello al dito della ragazza e sorrise spontaneo, alla notizia, alzandosi per abbracciare i futuri sposi.
“Congratulazioni”
Strinse a se Herm, che, con gli occhi leggermente lucidi,  gli buttò le braccia al collo e diede una pacca amichevole a Blaise che ricambiò con un sorriso radioso.
Si voltò verso Draco che, in quel momento si stava alzando dal divano: si avvicinò all’amico d’infanzia e lo abbracciò forte, stupendo tutti i presenti.
“Era ora che vi decideste” disse un attimo dopo “Non avrei mai pensato di poterlo dire, in vita mia, ma non potevi trovare ragazza più adatta a te”
Poi sorrise all’indirizzo di Hermione: un sorriso vero e raro e abbracciò anche lei, lasciandola senza parole.
Dopo un attimo di silenzio fu Blaise a riprendere la parola.
“C’è un’altra cosa, in realtà. Vorremmo ci faceste da testimoni”
“Ovviamente. Mi sarei offeso del contrario” lo interruppe Draco, che a quanto pareva aveva deciso che il momento delle smancerie era durato anche troppo, generando le risate degli altri tre.
Intanto, con un colpo di bacchetta, Harry fece apparire una bottiglia e quattro bicchieri, dando così il via ai festeggiamenti.

Qualche ora e un paio di bottiglie vuote dopo, i quattro stavano ancora ridendo, ripensando ai tempi di Hogwarts, prima della guerra.
Era ormai mezzanotte passata eppure nessuno, tra loro, sembrava stanco. Harry si sentì nuovamente felice, per il matrimonio dei suoi amici, doveva loro molto e lo sapeva: aveva scoperto solo in seguito, per ammissione di Hermione, che l’indirizzo della casa del biondo, che anni prima era finito nelle sue mani, arrivava da Blaise e che proprio la sera in cui lui e Draco si erano messi insieme, anche tra i due era nato l’amore.
Non conosceva i particolari ma, da quanto aveva capito, mentre cercavano di riavvicinare loro due, si erano scoperti innamorati e, da quel momento, non si erano più lasciati.
In tutti quegli anni poi, erano stati una sorta di angeli custodi per il loro amore, appoggiandoli sempre e aiutandoli in ogni momento e se c’era qualcuno che si meritasse di essere felice, quelli erano proprio loro due.

Vide Draco alla sua destra stiracchiarsi, per poi alzarsi dal divano dove era stato seduto fino a quel momento.
“Direi che è venuta l’ora di andarcene. Vado a recuperare i cappotti all’ingresso, mentre Harry vi aiuta a sistemare” disse, indicando le bottiglie e i bicchieri sparsi sul tappeto davanti al fuoco ed incamminandosi.
“Non serve, tranquilli” fu la risposta d Hermione, che iniziò a prendere uno ad uno i bicchieri, per portarli in cucina.
“Niente magia, eh?” fu la costatazione di Harry, mentre l’aiutava.
“Non mi piace usare la magia per ogni cosa. Dopotutto ho origini babbane e questo non posso cancellarlo” rispose la riccia, mentre sistemava i bicchieri sporchi nel lavello “Ogni tanto discutiamo, io e Blaise, su questo: per lui è il contrario, essendo cresciuto tra maghi e streghe… diciamo che siamo arrivati ad un compromesso equo. Avrai notato che la villetta sembra diversa dalle altre, no?” Finì con uno sbuffo, a metà tra l’esasperato e il divertito.
“Almeno non sono l’unico a dover ammattire per le stranezze dei Serpeverde” la prese in giro.
“Questo si, che mi consola” rispose lei, mentre tornavano nel salotto dove Blaise era intento a spegnere il caminetto, ovviamente con la magia.

“Vado a cercare la mia dolce metà” disse Harry, calcando ironicamente la parola ‘dolce’, “prima che combini qualche guaio” e senza attendere la risposta, andò verso l’ingresso dove Draco era sparito e dal quale arrivavano strani rumori.
La casa di Herm era veramente bella, pensò mentre attraversava un piccolo corridoio che, dal soggiorno in cui si trovava, lo portava direttamente nell’ accogliente ingresso.
Vide Draco intento a sbrogliare il suo cappotto dagli altri e un sorriso tenero si formò sulle sue labbra.
“Potresti usare la magia” commentò, lasciandogli scivolare le mani sui fianchi in un abbraccio possessivo, facendo poggiare la schiena dell’altro contro il suo petto, aumentandone la stretta, finché il biondo non si rilassò nel suo abbraccio.
“Tutto bene, Draco?” chiese in tono mesto.
Il biondo, accorgendosi del tono fin troppo serio dell’altro riappoggiò i cappotti che teneva in mano, voltandosi nel suo abbraccio e andando alla ricerca dei suoi occhi.
“Che succede?” disse, inclinando la testa di lato e osservandolo con gli occhi color argento leggermente assottigliati.
“Pensavo che-“ iniziò Harry in leggero imbarazzo, sciogliendosi dall’abbraccio, per passarsi una mano fra i capelli. “Che in qualche modo ti fossi rattristato per la storia del matrimonio, ecco”
Vedendo lo sguardo perplesso dell’altro continuò, senza lasciare il tempo a Draco di formulare nessuna domanda.
“Sai benissimo che io non posso chiederti di sposarmi, perché il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è legale nel nostro mondo: lo sarebbe nel mondo dei babbani… ma non nel mondo magico… eppure ti giuro Draco, che vorrei con tutto il cuore, potermi legare a te per la vita. A volte mi pesa, non poterti dare questa gioia”
Vide il biondo restare spiazzato alle sue parole e per un attimo si diede del cretino, per essere così, irrimediabilmente, romantico.
Poi Draco iniziò a parlare, la bocca a pochi centimetri dalla sua, e ogni suo dubbio sparì.
“Non posso dire di non averci pensato, anche solo per un attimo. Però non mi importa, sul serio. Per quanto sia contento per Blaise e Hermione, penso che due persone si possano appartenere anche senza nessun foglio di carta che attesti il loro amore. Basta che lo sentano nel proprio cuore di appartenere anima e corpo a qualcuno, perché se così non è, allora nessuna stupida firma, o cerimonia, darà loro la felicità che abbiamo noi”
Draco allentò l’abbraccio e lo guardò negli occhi: c’era sicurezza e amore dentro lo sguardo d’argento, poi riprese a parlare.
“Se poi vuoi sposarti per dimostrare qualcosa al mondo magico, per ufficializzare il nostro legame, quello lo abbiamo già fatto e con notevole scalpore, direi. Certo, se un giorno la legge cambiasse ti sposerei senza pensarci su, quanto meno per organizzare una delle più grandi feste a memoria di mondo magico” disse scherzando e sorridendo dolcemente “Sul serio Harry, per quanto mi riguarda non potrei essere più felice di così. Poi abbiamo già qualcosa che attesta il nostro amore, no?” concluse, alzando una mano e mostrandola ad Harry.
“Vorrei solo riuscire a darti tutto ciò che meriti, Draco” disse il moro, poggiando la fronte contro la sua, e perdendosi per un attimo nei ricordi.

 

La mattina dopo la festa, mentre lui e Draco se ne stavano abbracciati nel loro letto ridendo delle facce sconvolte dei membri del ministero, Draco lo aveva guardato seriamente negli occhi poi, un attimo dopo, si era alzato dalle coperte per andare a prendere i suoi pantaloni e cercarvi qualcosa all’interno, il tutto in completo silenzio.
Harry, sulle prime leggermente turbato per il suo comportamento, lo vide tornare sotto le coperte, subito dopo, tenendo qualcosa tra le mani.
Draco gli si avvicinò ulteriormente, iniziando a parlare: “Questo” disse indicando il suo pugno chiuso “E’ il regalo che avevo comprato per te, per Natale e che non ti ho mai dato. Penso che questo sia il momento più adatto per farlo”
E così dicendo aprì la mano: sul suo palmo facevano bella mostra due anelli in oro bianco, appesi ad una lunga catenina dello stesso materiale.
Erano identici, tranne per le rifiniture: avevano entrambi dei complicati intarsi, solo che in uno erano di un acceso rosso rubino, nell’altro di un brillante verde smeraldo; tutti e due erano però stranamente cangianti e probabilmente di origine magica.
Harry li osservò per un attimo, affascinato, prima di capirne il vero significato.
“Questi..” disse, senza fiato per l’emozione.
“Questi volevo fossero il simbolo del nostro amore: poi le cose sono andate come sono andate e li ho tenuti al collo, fino a ieri sera, sperando di darti il tuo un giorno…” lo osservò, leggermente in ansia.
“Sempre che tu voglia, ovviamente”
“Certo” disse Harry, andando a chiudere la sua mano sopra quella di Draco su cui poggiavano gli anelli “Certo che voglio, Draco, non dubitarne”
Con dolcezza prese la catenina e la aprì, lasciando scivolare sul suo palmo le due fedi: prese quella con gli intarsi verdi e l’avvicinò al viso rimirandola, per poi prendere la mano di Draco e metterla al suo dito, senza parlare, solo osservandolo negli occhi.
Semplicemente così, perché non c’era bisogno di ulteriori parole, tra loro.
Poi porse quello con i riflessi rossi a Draco che, visibilmente emozionato, fece lo stesso con lui, mantenendo quel silenzio così carico di emozioni che li avvolgeva.
Infine Harry avvolse le sue dita attorno a quelle di Draco, sorridendo commosso, gli occhi lucidi che trovavano la loro copia in quelli argentati di Draco, mentre un tintinnio di metallo riecheggiava tra le mura della loro camera.

 

 

Harry ritornò al presente, ancora emozionato da quel ricordo così speciale conservato gelosamente nel suo cuore.
Draco nel frattempo si era spinto maggiormente contro il suo corpo, andando a cercare le sue labbra con le proprie: fu un bacio lungo e dolce, carico di promesse.
Senza fretta la lingua di Draco accarezzò le sue labbra, per poi scivolarvi dentro e cercare dolcemente la sua.
Quando si separarono, diversi minuti dopo, entrambi erano senza fiato: Harry aveva un’aria visibilmente sconvolta, le labbra rosee e un dolce sorriso, mentre gli occhi di Draco erano di nuovo scuriti dal desiderio.
Harry che ormai conosceva il biondo, non si stupì di ritrovarsi bloccato contro il muro, schiacciato dal corpo del compagno, con le mani dell’altro che scendevano alla ricerca della sua pelle, sotto il maglione.
Si lasciò andare contro la parete, le sue mani che vagavano tra i capelli biondi dell’amato, mentre questi affondava i denti nel suo collo, in un punto particolarmente sensibile, che gli provocò un gemito mentre inclinava la testa a chiedere di più.
Draco non se lo fece ripetere: con le mani accarezzò tutto il suo petto, fino ad arrivare alla fibbia dei pantaloni, per poi fermarvisi… Merlino, se lo faceva impazzire.
Il carattere di Draco era un mistero per lui: quando era tra la gente metteva su la sua maschera di acida altezzosità, mentre quando erano da soli era un tale misto di dolcezza e passionalità, come in quel momento, che gli faceva perdere la testa.
Sentiva i suoi polpastrelli giocare con la fibbia della cintura e un nuovo gemito gli uscì dalle labbra.
Voleva di più. Voleva Draco.

“Hemm, disturbiamo?”
La voce ironica e decisamente divertita di Blaise li interruppe, per la seconda volta.
Harry si voltò a fissare i due padroni di casa, da sopra una spalla di Draco: dentro di se si alternavano
l’imbarazzo per la situazione in cui erano stati - di nuovo - beccati e la rabbia perché, semplicemente, non resisteva più.
Il biondo invece non provava nessun tipo di imbarazzo - beato spirito Serpeverde -, nonostante le sue mani giocherellassero ancora con sua cintura: si limitò ad un’occhiataccia verso i due amici, mentre Harry poggiava una mano sulla sua, per allontanarlo da quella posizione imbarazzante.
In tutta risposta, Draco strinse le sue dita attorno a quelle di Harry, senza lasciare la presa e, con una luce nello sguardo che non prometteva niente di buono, sorrise.
“Blaise, noi andiamo. Ancora auguri. Domani riportaci i cappotti” e mentre anche Harry lo guardava stupito si smaterializzò senza nessun avvertimento.
Le labbra del moro si stirarono involontariamente in un sorriso, davanti all’imprevedibilità del ragazzo che amava, mentre arrivavano alle sue orecchie, lo sbuffo a metà tra l’esasperato e il divertito di Hermione e la risata di Blaise.

Poi sentì il solito strappo all’ombelico e un attimo dopo si ritrovò nella loro camera da letto, con Draco che aveva ripreso a baciarlo, segno che era realmente impaziente, mentre anche lui sentiva crescere il desiderio ogni istante di più.
In pochi attimi furono distesi sul letto: Draco, sopra di lui, che gli toglieva con rapidi gesti il maglione ed andava ad occuparsi della cintura; mentre lui faceva saltare tutti i bottoni della sua camicia, nella fretta di sentire la pelle del biondo a contatto con la propria.
Draco era peggio di una droga, lo aveva sempre pensato, quella ne era solo la conferma.
Quando il biondo si fermò per un istante sopra di lui, a rimirarlo, Harry ricambiò lo sguardo pieno d’amore, andando ad intrecciarne una mano con la propria, mentre il biondo si chinava nuovamente su di lui, riprendendo a baciare ogni singolo lembo di pelle che scopriva.

In quell’istante, un leggero tintinnio provocato dai loro anelli entrati in contatto si levò nell’aria e, come la prima volta, Harry sentì il cuore pieno di felicità e capì, un istante prima di perdersi nelle sensazioni che Draco gli stava facendo provare, che loro erano già uniti nell’anima da un legame indissolubile, più profondo di qualsiasi contratto o promessa che potesse esistere al mondo.

 

 

  
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