Anime & Manga > Un fiocco per sognare, un fiocco...
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Autore: Himechan    14/11/2008    5 recensioni
Una ragazza misteriosa, Pokotà non parla più, il pericolo e l'amore... Himi e Dai Dai più uniti e distanti che mai
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nei giorni seguenti Himi e Dai Dai non fecero altro che ignorarsi totalmente e Manami e Ichiko*, vedendo la loro amica così triste e depressa la invitarono a fare un picnic al lago tutte e tre insieme.

Lei accettò con entusiasmo, perché nonostante tutti i problemi, non le mancava mai il buonumore e così domenica mattina partirono per la gita al lago. Era una giornata di sole stupenda e nonostante fosse da poco cominciato l’autunno faceva ancora caldo e si poteva fare il bagno. Si divertirono come matte tra bagni, risate e grandi mangiate: Manami aveva preparato un sacco di squisitezze, dagli arancini di riso, alle tamagoyaki* fino a  tanti piccoli coloratissimi e squisitissimi Wagashi*, e dopo mangiato decisero di fare una passeggiata in riva al lago. Ad un certo punto passarono vicino ad un ragazzo poco più grande di loro seduto su un telo, intento a dipingere qualcosa, probabilmente l’incantevole panorama del lago Kizaki. Sembrava molto concentrato, così assorto nella propria arte,tuttavia alzò per un attimo gli occhi verso di lei, allora Himi, a cui la faccia tosta non era mai mancata, gli andò vicino, curiosando su quello che stava facendo. Se ne stava tutto solo a contemplare lo specchio d’acqua d’argento davanti a lui. “Che bel disegno!”

Il giovane alzò lo sguardo sulle tre amiche e sorrise “Sì sono un pittore”. Aveva l’aria mite e molto dolce con quegli occhi scuri sognanti, i capelli folti e scuri arruffati come una criniera, l’espressione del viso gentile e cordiale, il sorriso timido. Chissà perché ad Himi sembrò di averlo già visto da qualche parte. “Purtroppo non si guadagna molto a dipingere… Ma a me piace, è il mio sogno e…” di colpo gli sembrò di vederci doppio e per un attimo gli parve di perdere i sensi. “Ehi… ehi tutto bene??” Himi lo guardò preoccupata, ma lui parve riprendersi quasi subito “Scusate… mah.. ecco sono due giorni che non mangio…” si scusò il giovane arrossendo, allora Himi frugò nella borsa delle loro provviste e tirò fuori quello che era avanzato dal loro pranzo “Tieni. Mangia qualcosa, altrimenti come potrai continuare i tuoi disegni così belli?”. Il giovane guardò stupito prima il cibo, poi la ragazza che glielo porgeva… “Io…bhe… non so che dire… Grazie!” Allungò una mano verso di lei e la sfiorò. Fu un attimo. Himechan avvertì una specie di scossa e successivamente una strana energia lieve, piena di calore, ma la sensazione durò pochi istanti.

Lo sconosciuto divorò in pochi istanti il cibo rimasto, poi accorgendosi di essersi ingozzato senza ritegno davanti lo sguardo divertito delle tre amiche, arrossì passandosi una mano tra i folti capelli scuri in un gesto pieno di timidezza. “Scusate, sono proprio un maleducato. Non mi sono neanche presentato. Mi chiamo Matsuyama!*”

“Molto piacere amico! Il mio nome è Himi e loro sono le mie amiche Manami e Ichiko!”

“Bhe, visto che siete state così gentili con me, posso sdebitarmi solamente facendovi un ritratto… Ovviamente non mi dovete nulla!”

“Davvero?? Che bello grazie!”

E così in pochi minuti disegnò un bellissimo ritratto delle ragazze sorridenti con lo sfondo del lago d’argento. Non c’era niente da dire. Matsuyama aveva veramente talento, e alla fine quando dovettero salutarsi ad Himi dispiacque veramente tanto. Era un tipo un po’ strano, misterioso, ma tuttosommato sembrava veramente innocuo e pareva di indole gentile. Alla fine decisero di tornare tutti insieme sul pullman. “Matsuyama ma tu dove abiti?” gli chiese ad un certo punto Himi mentre tornavano a casa.

Lui parve cadere dalle nuvole a quella domanda, come se la cosa che lei gli avesse chiesto fosse strana. “Oh… Io? Bhe io… dove capita…” Alzò le spalle con aria semplice come se fosse la cosa più naturale del mondo, ma in realtà a lei parve che la domanda lo avesse lasciato un po’ spiazzato… come se le avesse risposto la prima cosa che gli passava per la testa.

“Ma come…non hai una famiglia… una casa?”

“Hmm.. sì certo, ma vedi i miei genitori sono morti tanto tempo fa e io e mio fratello siamo cresciuti da nostra zia…” si vedeva che era imbarazzato ma lì per lì Himi non ci fece molto caso. “In questo periodo ho deciso di girare per un po’ il paese facendo l’autostop, raccontando il Giappone attraverso tutti i miei disegni”. Viaggiare, girare il mondo all’avventura… Come le ricordava qualcosa… qualcuno… Dai Dai… Anche a lui piaceva fare lunghi viaggi sulla sua bicicletta e portarle sempre un pezzetto di tutto ciò che ammirava e che gli rimaneva impresso nel cuore… Ma questo accadeva quando le voleva bene, quando erano amici, quando era sé stesso e non quel mostro di odio che era diventato… Una vita fa. Come le mancava.. La sua assenza la riempiva di dolore e ogni volta che ci pensava sentiva come se le strappassero un po’ della sua anima. Ormai era passato quasi un mese da quando era arrivata Minako, da quando lui era cambiato così radicalmente e da quando il suo amico Pokotà non parlava più, ma non riusciva ancora ad abituarsi a questa nuova condizione. Ci pensava sempre e vedere tutti i giorni Daichi ignorarla o rivolgerle di tanto in tanto uno sguardo pieno di livore, la riempiva di tristezza.

“Ehi Himi… Himi?!” Matsuyama la distolse dai propri pensieri mostrandole tutti i disegni che finora aveva raccolto nel suo lungo viaggio. Erano veramente belli e pieni di poesia: le mostrò i tramonti della baia di Ago e l’imponenza delle montagne Takami, i ciliegi in fiore del parco di Shiretoko, le acque vorticose del fiume Shinanu, la neve di Hokkaido e persino il ritratto di una splendida ragazza che indossava un kimono dai colori vivaci e sgargianti. Aveva viaggiato moltissimo ma il viaggio più bello, a detta sua, era quello che ancora lo aspettava dietro l’angolo.

Matsuyama le ricordava moltissimo il Dai Dai dei bei tempi andati, così allegro, strambo e pieno di vita e per un attimo sentendolo parlare le parve di riascoltare la voce di Daichi come se si fosse sovrapposta alla sua… “Dai Dai…”.

Matsuyama alla fine scese alla loro stessa fermata: stava facendo buio e il ragazzo non aveva la minima idea di dove poter andare. Probabilmente si sarebbe cercato un ostello o qualcosa del genere, ma Himi, inaspettatamente gli propose di fermarsi a casa sua per quella notte. Avevano fatto amicizia in pullman e lui gli sembrava veramente un tipo a posto. Lui rifiutò gentilmente l’invito ma lei insistette: Matsuyama l’aveva totalmente ipnotizzata con i suoi mille racconti avventurosi e con i suoi disegni pieni di sentimento e aveva voglia di continuare a sentirseli raccontare. Non sapeva spiegarsene il motivo ma gli dava sicurezza, come se fosse una persona che conoscesse da tanto tanto tempo, un amico a cui avrebbe potuto confidare tutti i suoi segreti. Alla fine lui accettò, ma le promise che si sarebbe fermato a dormire solo per quella notte e il giorno dopo sarebbe ripartito.

Quando arrivarono a casa sua sorella Aiko stava aiutando la mamma a preparare la cena mentre il papà e la piccola Yucci apparecchiavano.

Himi annunciò a casa la visita di un ospite: la famiglia si precipitò all’ingresso a vedere di chi si trattava e rimasero parecchio stupiti nel vedere quel ragazzo alto e magro , con lo zaino in spalla e un’ampia cartella sotto il braccio accanto ad Himi.

“Matsuyama?! Sei proprio tu?” sua madre guardandolo sembrava incredula.

Che cosa?? Sua madre lo conosceva?

“Salve a tutti!” Matsuyama sembrava perfettamente a suo agio, lì in mezzo al loro.

“Oh che bella sorpresa! Matsuyama non ci aspettavamo proprio di vederti!” suo padre gli corse incontro e lo abbracciò.

Himi si chiese se i suoi non si fossero impazziti all’improvviso. D’accordo essere ospitali, ma questo era veramente troppo! E poi come facevano a conoscere il nome del suo nuovo amico?

Anche Aiko e Yumeko sembravano conoscerlo da una vita. “Piccola Yucci ciao!” La bambina gli volò in braccio tutta felice come se lo avesse già visto e gli volesse un gran bene.

Non ci capiva più niente. Ma che diavolo succedeva? Possibile che lei fosse l’unica ad aver conosciuto Matsuyama per la prima volta proprio quel giorno?

Tutti sembravano molto felici per quella visita inaspettata, e sembravano volere un gran bene al nuovo arrivato. Tutti erano a loro agio e di colpo sembrò che si fossero scordati di lei per accogliere il ragazzo. Himi si sentì completamente spiazzata, ma del resto ultimamente nella sua vita capitavano solo cose strane e inspiegabili. Stavolta però voleva vederci chiaro. Chi era davvero Matsuyama? Perché tutta la sua famiglia sembrava conoscerlo da sempre?

Ora doveva darle una spiegazione, e doveva essere molto più che convincente.

 

* Sono i nomi originali di Monica e Isabel. Inizialmente le ho chiamate con il nome dell’anime ma poi mi sembrava più giusto riportare il loro bellissimo nome manga.

*Le  tamagoyaki sono delle frittatine ripiegate a forma di parallelepipedo

* I Wagashi sono dolci giapponesi a base di farina di riso, cereali e crema di fagioli rossi di soia. La forma varia in base alla stagione, così come i colori, e a vederli mi viene l’acquolina in bocca..

* Questo è per il mio eroe, il mio amore   Hikaru Matsuyama

 

Eccomi qui a postare per voi il nuovo capitolo della fanfic! Spero vi piaccia! Ringrazio sempre chi ha la pazienza di leggere e commentare e soprattutto ringrazio  Vanessa Mae che ha composto le fantastiche colonne sonore delle mie amate Sailor  e che mi sono di grande ispirazione quando scrivo : ))

Arigatò! Baciiiii e a presto!

   
 
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