Anime & Manga > Un fiocco per sognare, un fiocco...
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Autore: Himechan    13/11/2008    4 recensioni
Una ragazza misteriosa, Pokotà non parla più, il pericolo e l'amore... Himi e Dai Dai più uniti e distanti che mai
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Sono tornata!” Himi era appena rientrata a casa, e dopo aver salutato la mamma alle prese con il suo ultimo romanzo, corse in camera sua per raccontare a Pokotà le novità del giorno. Il suo piccolo confidente! Solo a lui poteva rivelare certe cose… Sorrise fra sé e sé… Se le sue amiche avessero saputo che si confidava con un leone di pezza l’avrebbero presa per pazza, ma del resto la loro amicizia era un segreto da condividere solo con Dai Dai… Già Dai Dai… Erano un po’ di giorni che si comportava in maniera strana.. A volte sembrava evitarla di proposito, a volte le pareva assente, come se rincorresse  chissà quali pensieri.. Ultimamente aveva perso perfino quel suo fare così gioviale e allegro, e anche il suo amico Tetsu l’aveva trovato cambiato. E questo, forse era una banale coincidenza, ma succedeva da quando era arrivata la bella Minako dagli occhi viola, che di fatto pareva avere un forte ascendente su di lui. Più che gelosa, Himi continuava a sentire dentro di sé una sensazione negativa..Lei era gentile, ma fredda, cortese ma distaccata e poi una cosa che l’aveva colpita era la sua pelle chiarissima, lattea; evitava il sole come la peste e quando usciva indossava sempre dei graziosi cappellini colorati. Sembrava una bambolina di porcellana talmente era fragile, come se provenisse da un altro mondo…

“Ciao Pokotà! Sono tornata!” il leoncino di pezza era poggiato sul letto. Nessuna risposta. Strano.

“Pokotà?!” lo chiamò nuovamente, prendendolo tra le mani “Pokotà?! Sveglia Pokotà!”. Niente da fare. La fissava muto, senza alcun cenno. “Amico mio! Pokotà! Che ti è successo??” Himi lo guardò sconcertata, scuotendolo “Perché non parli? Mi stai facendo uno scherzo?”. Ma il leoncino la guardava senza vederla, come un normalissimo animale di pezza.

Le venne in mente una cosa. Provò a pronunciare la formula magica di trasformazione. Niente da fare. Il fiocco sembrava aver perso tutto il suo straordinario potere magico. Provò e riprovò. Chiamò di nuovo Pokotà. Nulla. E la penna, l’astuccio magico e il diario? Scomparsi nel nulla. Non poteva neanche entrare in contatto con Erika.

Di colpo si sentì perduta. Cos’era successo? Perché l’incantesimo si era spezzato? Non sapeva assolutamente che fare! Fece su e giù per la camera, pensierosa alla ricerca di una soluzione. Non era da lei abbattersi. Ne aveva passata tante, dalla trasformazione irreversibile, allo strappo del fiocco e alle mille avventure con Dai Dai… Gli venne in mente di chiamarlo, magari avrebbe potuto darle un consiglio, l’avrebbe tirata su di morale, l’avrebbe presa in giro e le avrebbe detto che tutto si sarebbe aggiustato. Ma sì tentar non nuoce.. Provò a chiamare a casa sua ma il fratellino gli rispose che non era proprio tornato. Chissà dov’ era finito. Ultimamente gli sfuggiva sempre, sembrava non avesse occhi che per la nuova arrivata e tutto il resto passasse in secondo piano.

 

Il giorno dopo, a scuola non riuscì affatto a concentrarsi e riuscì a parlare con il suo amico solo per pochi minuti durante l’ora di ginnastica. Gli parlò del guaio che le era capitato, ma le sembrò che lui l’ascoltasse distrattamente. Non era partecipe come sempre e alla fine le rispose in maniera vaga di cavarsela per una volta da sola “Brutto maleducato che non sei altro! Certo che farò a meno di te! Non ho bisogno del tuo aiuto!” Ma in cuor suo c’era rimasta male, e lui sembrava infischiarsene altamente.

Anche quel giorno Daichi si offrì di accompagnare Minako a casa dato che pioveva a dirotto, ma dato che lei non aveva l’impermeabile, lui le prestò il suo. Himi non si perse la scena e li guardò allontanarsi in bicicletta mentre lui le rivolgeva un cenno distratto di saluto con la mano.

Pioveva a dirotto quando arrivarono trafelati davanti casa di Minako.

“Grazie ancora per avermi accompagnato. Sei stato veramente gentile… Mah… Ecco non pensi che la tua ragazza possa esserne gelosa?”

Lui la guardò di traverso”La mia… cosa? Io non ho la ragazza!”

“Sarà…pensavo che Himi fosse la tua fidanzata..” gli rivolse un sorrisetto malizioso

“Scherzi? Io e lei siamo solo buoni amici tutto qui!”
”Okay… Sarà…” Si fissarono a lungo, incuranti della pioggia scrosciante.

Un lampo illuminò di colpo la città a giorno, poi il rombo del tuono li fece sobbalzare, e un attimo dopo Minako si rifugiò tra le bracca di Dai Dai. Lui rimase totalmente sorpreso da quel gesto inaspettato, mentre lei gli si stringeva stretta stretta e quasi senza accorgersene l’attirò ancora di più a sé. Minako alzò lo sguardo verso di lui, quegli immensi occhi viola tanto particolari “Daichi…”. Non ci fu bisogno di parole. Lei avvicinò il suo viso a quello di lui”Mina…”

Gli si offuscarono gli occhi. Di colpo gli apparve l’immagine della sua piccola Himi “Dai Dai non lo fare! Non lo fare! Non…” Sentì la sua voce. Ma fu un attimo. Poi scomparve. Il viso e la voce scomparvero nell’oscurità. Minako chiuse gli occhi, avvicinò le labbra alle sue e lo baciò. Lui avvertì una sensazione stranissima, prima di estremo calore, come se un’energia luminosa, potente e abbagliante gli avesse pervaso il cuore e fosse penetrato in tutto il corpo, e poi di improvviso svuotamento. Quando lei si staccò, lui si sentì come sopraffatto da una forza sovrannaturale. I suoi occhi avevano cambiato espressione. Erano cupi, senza luce, quasi privi di vita. La sensazione di profondo calore aveva di colpo lasciato spazio al gelo, al vuoto, ad un vuoto indefinibile.

“Ciao… E grazie ancora… Di tutto…” Minako gli fece una carezza sul volto, indugiando a lungo su una guancia. Lo guardava attentamente, gli occhi socchiusi e scrutatori. Lui invece di colpo sembrava fosse proiettato in un altro mondo, perso chissà dove, in un luogo oscuro, dimenticato dalla coscienza. “A domani allora”

“Sì. A domani” fece rispondendole quasi come un automa.

Si dimenticò persino di avere una bicicletta appoggiata al muro, e se ne andò a piedi vagando senza meta. Girò l’angolo e  all’improvviso andò a sbattere contro qualcuno che procedeva nel senso contrario. Che strani scherzi  fa a volte il destino… Era Himi. Sola, persa tra i suoi pensieri, tornava a casa. Lei lo guardò profondamente stupita. Era sotto l’ombrello. Lui era fradicio dalla testa ai piedi ma sembrava non importargliene  granchè.

“Dai Dai..” Aveva lo sguardo strano… Diverso… Non sembrava neanche lui

“Ma dove stai andando? E la tua bici?” Si preoccupava per lui. Cara dolce Himechan. Gli voleva bene. Anzi no. Lo amava. Fece per ripararlo sotto il proprio ombrello ma la sua reazione la spiazzò totalmente “Levati di mezzo!” e le diede uno spintone che per poco non la fece cadere.

Lei lo fissò con occhi increduli, ammutolita… “Ma sei impazzito?? Io mi preoccupo per te, e tu mi rispondi a quel modo?? Si può sapere che ti prende! Io non ti riconosco più!”

L’espressione che le rivolse la fece rabbrividire. Le rivolse due occhi vacui, incattiviti “Sai una cosa. Non ho mai sopportato le ragazzine petulanti” Ma il tono con cui lo disse non era di dolce presa in giro, come faceva di solito. Un comportamento del genere non era da lui. Era diverso. Era terribile, e per quanto la sua reazione fosse aggressiva le spezzava il cuore

“Stammi alla larga capito? Io… Io NON TI SOPPORTO PIU’!” La fissò con occhi che non gli appartenevano… Come se, come se nel suo cuore fosse sparito tutto l’affetto che provava per lei… come se non avesse un briciolo di umanità.

“Io… Io…” Non riusciva a parlare talmente era sconvolta “Io ti odio! Ti detesto!” e detto questo scappò via disperata in lacrime. Corse a perdifiato fino a casa  entrò senza neanche salutare e corse in camera sua gettandosi sul letto e affondando la faccia nel cuscino. Tremava da capo a piedi scossa dai singhiozzi. Non sapeva se per il freddo o per il dolore che provava.  Come avrebbe voluto sfogarsi con Pokotà o scrivere ad Erika e invece non poteva… Non c’era più nessuno. Di colpo si sentì terribilmente sola. Dov’ erano andati tutti i suoi amici? Perchè l’avevano lasciata sola? Sembrava come se tutte le cose importanti le stessero sfuggendo di mano… Non aveva più neanche il conforto del fiocco magico.

 

Non sapeva che qualcuno, molto, molto vicino la stava osservando.

“Il tuo dolore è la mia forza. Le tue lacrime sono la linfa che mi dà energia, e ciò che ti annienta mi rende potente. Cara Himeko non sai che questo è solo l’inizio per te.”        

 

 

Ho postato al volo  il nuovo capitolo della fanfic! Spero vi piaccia. Mi piange il cuore a creare una Himi così sofferta perché l’adoro, ma volevo darle un aspetto un po’ diverso. Si sa che soffrire per amore rafforza sempre tanto. (e io ne so qualcosa :((( )

Cmq grazie di cuore a chi commenta e anche a chi legge solamente e spero a presto! Ciaoooooooo!       
   
 
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