Si trovava negli spogliatoi della palestra, rannicchiata in un angolo con le ginocchia al petto e gli occhi serrati. Poggiò la testa contro il muro sperando con tutta se stessa che nessuno entrasse a darle fastidio durante una delle sue crisi. 

Lei non sapeva da cosa fossero scaturite quelle crisi, era un fattore poco rilevante secondo il suo pensiero, sapeva solo cosa poteva fare. 

E quello che poteva fare non implicava nulla di buono.

 In quei momenti, si chiedeva sempre perchè fosse toccato a lei. Qualunque cosa essa fosse.

E mentre serrava i pugni e cercava di calmare il battito accelerato del suo cuore respirando lentamente, si sentì toccare il ginocchio. La ragazza sobbalzò sul posto cercando di resistere alla tentazione di aprire gli occhi stringendoli ancora di più.

"Liv, tutto bene?" Le chiedeva la ragazza in ginocchio accanto a lei guardandola senza capire.  "Sto bene, grazie." Disse Liv cercando di mantenere un tono calmo mentre cercava di nascondere un fremito nella sua voce. "Adesso va', ti prego."

"Liv se non stai bene posso chiamare qualcuno..." cercò di dire la ragazza con tono preoccupato prima che Liv la interrompesse in modo brusco.

"Alice ho detto va via!"

In una diversa situazione Liv l'avrebbe trattata diversamente, pensò, si era trasferita in quella cittadina solo da qualche mese, e nessuno le aveva mai rivolto la parola. Ricordandosi di ciò la rabbia crebbe in lei, e cedendo alla tentazione aprì gli occhi evitando di guardare la ragazza. Alice intravide i suoi occhi e con lo sguardo pieno di orrore iniziò ad indietreggiare.

"Sei un mostro...il diavolo è in te! Allora è vero quello che dicono tutti." Riflettè Alice puntandole un dito contro. 

Liv serrò la mascella e strinse i pugni, non avrebbe dovuto arrabbiarsi, e cosa molto più importante, non avrebbe dovuto guardarla negli occhi.