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Autore: 20maggio2013    01/01/2015    0 recensioni
Sono passati due anni da quel ‘Ti amo’ sussurrato sotto il balcone della casa di Giulietta.
Molte cose cono cambiate.
Alcune in positivo, altre in negativo.
Nuovi e vecchi amori.
Delusioni e speranze.
Passioni nascoste venute allo scoperto cambiando la vita dei protagonisti.
***
Kiss me like the first time
Leave your lips on mine
I can't remember why
We ever said goodbye
(Kiss me, Lucy Hale)
***
Continuazione ‘Innamorarmi? No, grazie.’ vi consiglio di leggerla prima di iniziare questa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Afraid of love'
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CHAPTER 18.

 
LIZ

“Ciao Charlie.” salutai la ragazza che mi aprì la porta.
“Liz.” sorrise ricambiando.
“Hannah e Megan arrivano.” mi anticipò.
Poco dopo le due ragazze si presentarono alla porta e, dopo aver salutato Charlie, ci incamminammo verso il garage.
Alla fine ero riuscita a convincere Hannah ad aprire la scuola di danza insieme a me.
Avevamo deciso di andare a piedi dato che il garage era abbastanza vicino ed era una bella giornata.
Stavamo andando per sistemare un po’ di cose, togliere i vari scatoloni e vedere come avremmo potuto organizzare una scuola di danza in quel piccolo, ma sufficiente spazio.
 
“Sono sfinita.” dissi sedendomi a terra. Megan e Hannah mi imitarono. Erano tre ore che stavamo pulendo.
“C’è un bar qua vicino?” chiese Hannah. Megan annuì.
“Si, poco più avanti dovrebbe essercene uno. Quando abitavo qui passavo intere giornate al bar.”
“Perfetto, ci faccio un salto. Volete qualcosa?”
chiese alzandosi. La imitai e mi rimisi a pulire.
“Un frappè al cioccolato.” le dissi poi con l’acquolina in bocca.
“Io no, grazie.” le sorrise Megan riprendendo il lavoro. Hannah sorrise e, dopo aver preso la sua borsa, andò al bar.
Sollevai uno scatolone ma era troppo pesante e lo feci cadere.
“Tutto bene?” chiese Megan sentendo il rumore provocato dallo scatolone.
“Si, mi è solo caduto questo.-risposi indicando lo scatolone.-Spero non ci fosse nulla di fragile.”
“Non ti preoccupare, non c’è niente di importate in questi scatoloni. Sono solo cose vecchie.”
Mi tranquillizzò Meg aiutandomi a rialzare lo scatolone.
Avevo appena passato le forbici alla ragazza per aprire lo scatolone quando una frenata di una macchina e un forte rumore ci spaventarono. Uscimmo di corsa dal garage e mi immobilizzai vedendo il corpo di una delle mie migliori amiche steso a terra privo di conoscenza.
“Hannah!” urlò la bionda al mio fianco catapultandosi da lei. Mi avvicinai lentamente e tremante anche io.
Vidi Megan alzarsi e andare a controllare il signore nella macchina e poi chiamare l’ambulanza. Io rimanevo immobile incapace di fare qualsiasi cosa.
 
 
“Tieni.” Megan mi porse una bottiglietta d’acqua sedendosi accanto a me sulle sedie d’ospedale.
Non facevo altro che pensare alla scena di poco prima. Il corpo di Hannah steso a terra, i suoi occhi chiusi e la sua testa posata su una macchia di sangue. La sua borsa era finita dall’altra parte della strada insieme ai due frappé che erano caduti rovesciando il proprio contenuto.
Il mio cellulare mi risvegliò dai miei pensieri.
“Liz? Dove sei? Dovevamo pranzare insieme o sbaglio?” il tono di mio fratello era leggermente divertito.
Guardai l’orario sul telefonino e mi accorsi che era passata un’ora da quando ero in ospedale, un’ora da quando Hannah era in sala operatoria e non avevo sue notizie.
“Sono in ospedale.” la voce mi uscì tremante.
“In ospedale? Che è successo?” si preoccupò.
“Hannah..” Non riuscii a continuare che la mia voce fu interrotta da leggeri singhiozzi.
“Arrivo subito.”
Nel giro di venti minuti tutto il gruppo era riunito lì in attesa di notizie di Hannah.
“Susy?” chiesi quando vidi Louis arrivare senza la piccola.
“Con Eleanor, non mi sembrava il caso di portarla qui.” spiegò il castano. Lo abbracciai capendo quando quel posto lo facesse soffrire. Un anno prima si era trovato nella stessa situazione e non erano andate bene le cose.
“Che è successo?” Cher era spaventata, come il resto di noi. 
"Non.. Io.." Iniziai a balbettare. 
"Eravamo al garage, stavamo sistemando le cose, Hannah è andata un attimo al bar e poi...l'hanno investita. Il signore al volante è morto sul colpo, non ho capito come." Spiegò Megan. Le ne fui grata per aver parlato al posto mio, non ne avevo le forze. 
Harry notò il mio stato d'animo e mi abbracciò. Sprofondai in quell'abbraccio senza però trovare nessuna sicurezza. L'unica cosa di qui avevo bisogno ora era un abbraccio di Zayn, ma lui era distante da me. Eravamo nella stessa stanza eppure c'era una grandissima distanza. Volevo abbracciarlo per spaccare quel muro e costruire ancora quel futuro, invece restavo ferma con le mani in mano a domandarmi con la testa dove fosse. Dove erano i colori? Ultimamente vedevo tutto in bianco e nero. 
 
ELEANOR
 
Il telefono squillò appena uscii dalla doccia. 
Sorrisi automaticamente leggendo il nome sullo schermo. Mia asciugai la faccia prima di rispondere alla chiamata.
"Pronto?"
"Eleanor?
" Domandò una voce dall'altra parte del telefono. 
"Si sono io, dimmi Louis." Cercai di mostrarmi il più cordiale possibile. 
"Devo andare in ospedale, posso lasciati Susan? È un'emergenza e non mi sembra il caso di portarla con me." Il tono del ragazzo era preoccupato e agitato. 
"Si, non ci sono problemi. Va tutto bene?"
Chiesi preoccupata.
"Non lo so.. Spero di si." Notai della tristezza nella sua voce ma non dissi nulla. Lasciai il mio indirizzo al ragazzo e poco dopo era arrivato. 
Ero ancora in accappatoio quando gli aprii la porta. 
"Elll." La piccola mi abbracciò felice di vedermi. 
"Ho portato le Barbie, ti piacciono le Barbie?" 
"Si, ne avevo tante da piccola."
Le sorrisi e le feci segno di andare nel salotto.
"Mi dispiace averti interrotto." Si scusò il ragazzo. 
"Ero appena uscita dalla doccia. Non mi hai interrotto." Sorrisi per rassicurarlo. 
"Ora devo scappare, grazie Eleanor."
 
CHARLIE
 
Appena avevo ricevuto la chiamata di Megan ero andata subito in ospedale. Conoscevo da poco Hannah ma mi ero affezionata a lei, ci avevo passato gran parte del mio tempo essendo coinquiline. 
Erano quattro ore che eravamo in attesa di qualche notizia quando finalmente il dottore uscì dalla sala operatoria. 
Liam si alzò e blocco subito il dottore. 
"Come sta?"
"Sei un parente?" 

Il ragazzo si passò una mano dietro la nuca e scosse la testa. 
"Io sono la madre." Disse preoccupata una donna che non avevo visto prima di allora. 
Il dottore aprì una cartella e l'osservò. 
"È stabile. Ora è fuori pericolo ma non sappiamo i danni che ha causato il colpo. Appena si sveglierà potremo capire e se necessario intervenire."
"Possiamo vederla?"

Chiese sempre Liam. 
"Solo i famigliari." Liam annuì e poi tornò a sedersi insieme agli altri. 
Tutti ora eravamo più sollevati sapendo che Hannah era fuori pericolo. 
"Ragazzi vi dispiace se vado?" Disse dopo un po' Louis. 
"Certo che no Lou."
Lo rasserenò Liam.
"Vado anche io. Chiamateci se avete notizie." Si aggiunse Zayn. 
"Si anche io devo andare." Disse Harry. 
Anche Hope e Cher se ne andarono. Erano tutti impegnati con il lavoro e saputo che Hannah era stabile se ne andarono più tranquilli. 
Rimanemmo io, Liz, Liam, Niall e Megan. 
I due ragazzi si allontanarono e andarono a prendere qualcosa da mangiare. 
"Mio fratello è così. Tiene ai suoi amici e si preoccupa molto facilmente." 
Mi voltai confusa verso Liz. 
"Ho visto come ti sei allarmata al comportamento di mio fratello." Si spiegò. 
"Lo so che ti piace anche se non l'ammetterai mai, ti conosco." Alzai gli occhi al cielo consapevole che quello che aveva detto fosse la verità.
 
ZAYN
 
"Malik! Ti pago per lavorare." Mi sgridò il mio capo svegliandomi da miei pensieri. 
Ultimamente ero spesso soprappensiero. 
Non sopportavo più il mio capo. 
"Sei il mio impiegato più pigro." Continuò a rimproverarmi. 
"Ma se il locale è vuoto." Obiettai. 
"Non mi interessa, ti pago per lavorare e tu devi farlo o sarò costretto a licenziarti."
Alzai gli occhi al cielo. 
"Le rendo le cose più semplici." Risposi a tono togliendomi il grembiule dalla vita e prendendo le mie cose. 
"Mi licenzio." Dissi uscendo dal locale e sbattendo la porta. 
 
"Come mai già a casa?" Sussultai quando sentii la voce di Liam. 
"Potrei farti la stessa domanda. Non eri in ospedale?"
"Ci hanno cacciato. L'orario delle visite era finito. Liz è con Megan e Charlie."
Sorrise Liam pronunciando l'ultimo nome. 
"Non è che ti piace la moretta?"
"Cosa dici? Non la conosco neanche. Poi non mi hai ancora risposto alla mia domanda."
Cambiò argomento il mio migliore amico, risi divertito. Ero sicuro che gli piacesse, almeno un poco quella ragazza. 
"Mi sono licenziato." 
 
"Mi passi la birra?" 
"Cosa?"
Sussurrai risvegliandomi dai miei pensieri. 
"Ti ho chiesto se mi passavi la birra." Ripeté i ragazzi. Annuii e gli passai la bottiglia in silenzio. 
"Zayn, sei strano in questi giorni. Tutto bene?" 
Mi stavo proprio chiedendo quando mi avrebbe fatto quella domanda. Conoscevo benissimo Liam e sapevo che si era accorto del mio umore negli ultimi giorni. 
"Pensavo al matrimonio." Ammisi. 
"Sei sicuro di stare facendo la cosa giusta?"
"Io.. Non so. Quando l'ho chiesto a Lizzie ero sicuro fosse la cosa giusta ma ora.." 

Vidi Liam quasi affogarsi con un pezzo di pizza. Dopo averlo mangiato giù riprese. 
"Hai chiesto a mia sorella di sposarla? Quando?" Il suo tono era incredulo e ferito per non avergli mai detto niente. 
"Si. Quando sono andato da lei a New York, ma lei ha rifiutato." Abbassai il sguardo sul cartone di pizza. 
"È per questo che vi siete lasciati?" Domandò Liam. Annuii senza alzare lo sguardo. 
"Zayn non puoi sposare Perrie, solo perché mia sorella ti ha detto di no. Il matrimonio è una cosa importate."
"Lo so Liam.. Lo so."
Quel l'argomento mi rendeva nervoso. Ogni volta che ne parlavo con qualcuno ero teso come una corda di violino. 
Mi alzai da tavola e senza aggiungere altro andai in camera mia. Liam non disse nulla e non fece nulla per fermarmi e gliene fui grato. 
 
HANNAH
 
La luce fioca che entrava dalla finestra mi svegliò. Aprii lentamente gli occhi e mi guardai intorno. Al mio braccio era collegata una flebo dalla quale scendeva qualche liquido. 
"Han.. Sei sveglia!" Solo in quel momento mi accorsi della presenza di Megan in camera. 
"Che è successo?" Chiesi confusa. L'ultima cosa che ricordavo era che stavo al bar per prendere due frappé, poi il buio. 
"Sei stata investita.. Come ti senti?"
Cercai di sistemarmi meglio ma non ci riuscii.
"Non sento più le gambe." Proferii entrando nel panico. 
Iniziai a toccarle ma niente, non sentivo praticamente niente. 
Megan uscì dalla camera e poco dopo entrò un dottore. 
"Come si signorina Black?" Si informò. 
"Non.. Non sento più le gambe." Balbettai. 
Il medico poggiò la cartella sul tavolino e mi si avvicinò. 
"Senti qualcosa?" Chiese toccandomi varie parti delle gambe. 
Scossi la testa spaventata. 
Continuò a ripetere la stessa domanda toccandomi in diversi modi, ma io continuavo a non percepire niente. 
"Dobbiamo fare degli esami. Puoi aver perso la sensibilità momentaneamente, a causa dell'intervento. Ma non sono sicuro. Hai preso un brutto colpo alla schiena. In qualsiasi caso devi considerati fortunata per esserti risvegliata. Hai perso molto sangue e hai sbattuto molto forte la testa."
Annuii terrorizzata all'idea di non poter più camminare e il medico continuò a visitarmi.
  
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