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Autore: Saiph03    01/01/2015    1 recensioni
Una nuova missione piena di mistero si fa avanti come nebbia e stavolta neppure gli dei sono a conoscenza di queste occulte forze del male...
....Salve,sono Percy jackson.
Questa è la prima estate che desidero davvero andare al campo...
Tranquilli non sono impazzito..
Ma lì mi aspettano i miei amici, e soprattutto...
C'è Annabeth..
Non vedo l'ora di passare un'estate "fantastica"...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Percy Jackson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui, è dunque questo ciò che ci aridisce dentro, tutto quello che nessun libeo potrà spiegarci, l'unica paura che anche un figlio di ares possiede, il principio che ogni uomo o mortale SA di dovere affrontare e il solo pensiero ne genera orrore ma allo stesso tempo bellezza; perchè é proprio dell'uomo trovare delle risposte a ciò che non conosce, e l'oblio diventa casa di curiosità, paura e domande che purtroppo non avranno mai risposte.
La morte.
Questo affascinante argomento studiato da moltissimi popoli e interpretato dai più famosi retori, da tutti quegli scrittori che ne immaginano il seguito.
Ma cos'è la morte o il solo pensiero?
Beh, posso dirvi che quando arriva questo presentimento; il presentimento che qualcuno che ami è in pericolo, provi un grande dolore tra lo stomaco e la gola, un dolore di paura, terrore.

Io stavo proprio così da quando quello stupido corvo mi aveva portato vortice, la spada di Percy. 
Non riuscivo a capire perchè la spada del mio ragazzo non gli fosse ricomparsa nel pantaloni; e quell'idea di morte mi ossessionava, provavo a pensare ad altro: a Grover, a mia madre, ma la mia testa andava su quel piccolo grande pensiero, che mi faceva andare più veloce ad ogni passo.
Mi stavo dirigendo verso il vulcano, perchè era lì che Percy era diretto; oramai correvo da circa due ore, giravo in tondo.
Ero stanca, la spada sembrava aumentare il suo peso minuto, dopo minuto. Il braccio mi doleva, mi fermai un attimo lasciai cadere la spada, misi le mani nelle tempie "tranquilla..devi concentrarti..Percy ha bisogno di te" 
Tolsi la giacca e costruii con essa una fodera e lì avvolsi la spada, poi le maniche della felpa le allacciai davanti, credendo che così potesse pesare di meno..
Funzionava. 
Abbandonai lo zaino in un albero vicino, dopo l'avrei ripreso.
Legai i capelli e proggettai l'attacco, sapevo che ero sola.
Affidai il destino ai miei sogni e mi fidai di ciò che le notti mi avevano svelato; allacciai il pugnale alla vita e mi concentrai.."sto arrivando.." 
Corsi più veloce, e mi orientai grazie alla luce del sole, i miei pensieri erano stabili.
Concentrarsi è un pizzico più semplice se si è figli di Atena, ma non sempre ciò che si pensa è nel giusto.
Arrivai dava ti la grotta col fiatone. Inspirai profondamente e fui dentro.
Un forte odore di sangue arrivò netto al mio olfatto, misi una mano nella bocca e coprii naso e bocca da uno straccio e avanzai decisa anche se il mio coraggio subì una grande sconfitta, quando davanti ad un enorme portone in stile ionico antico, molto antico si presentarono due cadaveri.
I corpi erano stati massacrati.
"Oh Dei.." Percy era in pericolo. Ci doveva essere una qualche bestia lì dentro, e adesso stava inseguendo il suo Percy, oppure l'aveva già trovato.. Scacciò quest'ultimo pensiero dalla mente e cerco di aprire la porta.
Cercó di non guardare i corpi, la porta si apriva con un qualche meccanismo, un mattone o una manovella, sicuramente nascosti.
Presi una torcia, vicina all'entrata e illuminai l'angusto luogo. Toccai le colonne che delimitavano il portone, trovai un simbolo: un cerchio vuoto con all'interno un punto e nella parte alta di esso una freccia che indicava l'alto.
"No..è impossibile..quest.." I miei pensieri si colmarono ero terrorizzata 'quello' era il simbolo di Urano il signore degli astri il padre di Crono.
Pressai il simbolo e la porta si aprì.

Mentre Grover cercava di inviare il messaggio ad Annabeth, Percy gli si avventò nuovamente contro. Un colpo allo stomaco, il satiro si concentrò e riuscì nel suo intento, ma il colpo allo stomaco non fu poi così forte, anzi gli fece ricordare qualcosa che avrebbe potuto usare contro quell'oscuro essere.
-Non puoi uccidere..Dio perduto-  quello di rimando emise una forte risata seguita da un colpo di tosse. 
-Padre..- intervenne una ragazza snella vestita totalmente di nero. 
-Sto bene ! E ti ho già detto di non chiamarmi Padre! Tu è le tue patetiche attenzioni..DEVI SBRIGARTI ! Ho bisogno di altri semidei..le mie..SBRIGATI !- e mentre urlava contro quella fanciulla cercava di toccare qualcosa dietro le spalle. 
-andiamo a te..satiro- lo disse come se i satiri non fossero gustosi e Grover sorrise a questo pensiero 
-Perché mai non dovrei ucciderti ?- Grover avanzò con un pizzico di terrore. -Io ed il mio amico abbiamo un legame empatico se uccidi me morirà anche lui..- Urano non si stupì -Classico di Crono.. Scegliere gli eroi più deboli ah ! Bene vorrà dire che mi divertiró un po'- ruotò la mano come si fa per dare un ordine e i due leoni entrarono in scena -Melanione, Atalanta fatemi divertire e riavrete la vostra forma-  
-Per quanto riguarda la BESTIA potete anche ucciderla non mi serve se dipende da un..satiro peccato Percy Jackson, Crono non aveva ragione sul tuo conto e come sempre si è sbagliato- una risata clamorosa squarcio tutta la stanza. 
Un leone si avventò su Percy e lo ferì al collo un fiotto di sangue. Lui non reagiva, stava immobile e subiva ogni colpo con una fermezza glaciale. 
Piangeva. 
-Percy ! Percy ! Alzati dobbiamo salvarci la pelle amico !- 
-cosa ho fatto..ho massacrato quei soldati..ho pensato anche di..- il leone squarciò la maglia e Percy non si lamentò più. 
Era svenuto. Il sangue grondante. Grover sentì una fitta allo stomaco, alzó la maglia e un graffio formato da  tre strisce. 
Era troppo concentrato sul suo dolore e non si accorse nemmeno del leone ke gli stava saltando addosso.
-ah questi semidei sono così fragili! Cibele pulisci questo ..-  
Entrai nel l'attimo in cui questo essere enorme seduto in un trono fatto di materiale nero e così ancestrale..sembrava una meteorite. 
Dovetti sembrare molto spaesata e spaventata. 
-Ma guarda un po' che bel bocconcino..e tu chi sei fanciulla- 
Avanzai.
Sapevo che si trattava di Urano e sapevo anche che era molto potente il più potente e se un Dio così potente non sapeva chi fosse voleva dire che avrebbe potuto bluffare -Come, grande e potente Urano, come non ricordi chi io sia, ho aiutato la qui presente Rea sorella mia a riportarti in vita, oh mio grande signore- Fui davvero convincente perché il Dio mi osservò in modo più accurato -E tra tutte le mie figlie chi saresti bellissima fanciulla- Mi concentrai per ricordare la famiglia di Urano -Sono Basileia tua devota figlia- abbassai lo sguardo per dare l'impressione di una figlia affranta e commossa adesso lui doveva credere al mio gioco -Cara figlia, forse tu per bellezza sei stata la mia preferita ma dimmi che cosa tieni dietro la schiena?- Rea adesso era dietro il trono del padre, non si poteva alzare, ancora non era del tutto rigenerato aveva bisogno di noi. 
Aveva bisogno di divorare altri figli, altri semidei. 
-oh, padre qui tengo la goda più preziosa che vi appartiene ciò che rappresenta gli astri e la superiorità: le vostre ali..- 
Urano tolse lo sguardo incuriosito e rabbioso stostituendolo con uno euforico e impaziente -Che aspetti diamine vieni e dammele. Adesso Basileia - perfetto tutto stava filando liscio -Padre, alzatevi e vi aiuteró a ricongiungerle con il vostro corpo- 
Avanzai ero sicura di ciò che stavo facendo, ma salita nel palchetto del trono notai, come in un vecchio sogno un corpo esanime dietro il trono. Una lacrima scivolò nel mio viso; fu Rea a riportarmi nella realtà, non era il momento di pensare a Percy. 
Mi avvicinai, lui si alzò e a quel punto estrassi la lama sul suo petto così velocemente e in una maniera così perfetta, molte volte l'avevo sognata ed adesso mi veniva spontaneo, un fiotto di sangue divino: il velenoso icore. 
Rea prese la lama della parte opposta della spada e insieme riducemmo Urano in cenere. 
-traditrice! Questa lama! La falce di Crono! LAMA MALEDETTA! - 
Caddi a terra stremata, Urano prima di rientrare nella sua urna mi maledisse, disse che avrei perso la mia metà e che sarei stata divisa, come lo era stato lui con Gea. 
Non badai alle sue parole mi diressi da Percy ma aveva bisogno di cure di ambrosia e non ne avevamo più. Piansi alla fine non ce l'avevo fatta. Dopo tutti quegli avvertimenti, dopo le apparizioni di Rea alla fine nn c'ero riuscita. 
Strinsi forte al petto Percy. Urlai agli dei forse anche contro mia madre ma ero fuori di me non poteva finire così. 
-ehi..sei stata coraggiosa, hai rischiato tutto per salvare il mondo.- 
Rea mi accarezzò la spalla destra -si ma a cosa è servito ho perso lui e Grover-dissi tra un singhiozzo e l'altro. -Ho dato a Percy un dono: un melograno. Daglielo quando tornerete sarà stravolto- Rea era estremamente calma -cosa dici è messo male..non ce la farà a tornare..- un'altra lacrima-annabeth chase tu mi hai fatto capire che la vendetta e l'amore per qualcuno si equivalgono e che non si può far tornare indietro nulla tranne i ricordi. Anche io ti farò un dono indossa la mia corona turrita e tornerete a casa prima del tempo..non dimenticare il melograno- 
-grazie mille Rea..grazie di tutto- indossai la corona, la ferita si era riaperta e la spada di Percy era stata ripulita. 

Percy si svegliò di soprassalto, aveva passato una nottataccia. Era stato un incubo così vero che ebbe il timore di aver davvero massacrato quei due uomini..  
Si alzò, andò ad osservare il mare; era così puro e perfetto. 
Stava per tornare a letto quando nel tavolo trovò la sua penna: vortice e un paio di jeans. Era sicuramente stata annabeth sorrise. 
Lei era dietro la porta stava osservando la scena da più di una mezz'ora; aveva dato il melograno quando si era svegliato, era impazzito, ripeteva di essere un mostro e le aveva dato il frutto, l'aveva messo a letto e preparato la scenetta alla perfezione. 
Adesso piangeva "scusami Percy, scusami". 
Adesso come mai prima aveva capito che i sogni degli eroi generano davvero dei mostri tali da trasformare noi stessi in incubi che mai potranno scomparire. 
"Ti prometto ,FIGLIA DI ATENA, ti prometto che anche tu sarai separata dalla tua metà e insieme cadrete in basso più in basso anche di me !" Queste parole Annabeth non le avrebbe mai cancellate.
Mai. 





 


Ringrazio tutti coloro che hanno seguito la mia storia e hanno lasciato una recensione. Spero che vi sia piaciuta, scusatemi se quest'ultimo capitolo è un po' descrittivo e noioso ma ci tenevo a terminarlo in questo modo. 
Ringrazio ancora tutti, tantissimo siete stati fantastici e mi avete aiutato a far proseguire in meglio il seguito della storia. 
GRAZIE, a presto dubhe06. 
  
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