Storie originali > Soprannaturale
Ricorda la storia  |      
Autore: S i l v e r    02/01/2015    0 recensioni
Un amore maledetto, costretto a ripetersi per l'eternità. Due anime che si cercano, che continuano ad incontrarsi, ma che non potranno mai viverlo per sempre.
Era così da sempre, fin da quando lo aveva conosciuto da bambino. Lo aveva sempre accolto tra le sue braccia quando ne aveva sempre più bisogno, era il suo migliore amico, il suo angelo e senza di lui sarebbe già morto, poiché era la sua unica famiglia, il suo solo punto di riferimento. [...] Quante volte nei secoli le loro anime si erano amate e dannate? Troppe, ma ogni volta era sempre uguale, sempre travolgente.
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Destiny
 

Sedeva tra la fredda, candida e brillante neve. Era completamente nudo, solo un lenzuolo bianco e leggero a coprirgli le spalle, mentre tremava e piangeva.
I suoi capelli lunghi e rossi ricadevano e si spargevano a terra, sembrando lingue di fuoco, che risaltavano su quella superficie diafana e ghiacciata.
Le sue labbra erano blu, mentre il suo respiro si condensava in nuvolette bianche e le lacrime si trasformavano in diamanti.
Si strinse più forte su se stesso, cercando un po’ di calore.
Non sentiva più le gambe, nemmeno le dita delle mani; probabilmente, sarebbe morto in quel luogo, in quella foresta; da solo, nudo, lasciato a se stesso.
Non aveva nome quel bambino, non aveva famiglia e tutto ciò che possedeva era la bellezza e quel lenzuolo che non riusciva a proteggerlo dal freddo.
Iniziò a sentire gli occhi pesanti, le palpebre chiudersi nonostante non volesse, mentre il gelo iniziava ad arrivargli fino alle ossa.
Si accasciò, in posizione fetale, continuando a piangere e pronunciare un nome sottovoce.
Non aveva mai pregato nessuno, mai. Credeva sempre di essere abbastanza forte da farcela da solo, anche se sapeva, nel profondo di sé, che non era così.
-Caleb... – sussurrò, mentre una folata di vento si alzava e lui cadeva in un sonno profondo che lo avrebbe per sempre portato via.
In quel momento però, tra il turbinio di neve, in quella radura bianca e sperduta, piena di alberi spogli, neri e morti, un ragazzo dai lunghi capelli biondi e lisci, gli occhi azzurri come il ghiaccio, la palle color della pesca, vestito con indumenti di pelle nera, arrivò davanti a lui.
La sua espressione era neutra, impassibile, mentre si chinava e lo prendeva tra le braccia, ma si addolcì quando posò un lieve bacio sulla fronte di quel bambino di quattordici anni.
-Sono qui. – sussurrò sulla sua pelle fredda, troppo fredda.
Tornò sui suoi passi e poi scomparve di nuovo nel nulla con quel tesoro tra le braccia.
 
•••••
 
Il ragazzo dai capelli rossi aprì gli occhi molto lentamente, mentre sentiva qualcosa di caldo vicino a lui.
Una mani gli stava accarezzando la fronte, ne percepiva il movimento lento e dolce; sembrava la carezza di una madre, ma sapeva che c’era un qualcosa di più che gli dava un’accezione diversa.
Lentamente si voltò e posò i suoi occhi neri su quelli di ghiaccio del suo salvatore, che gli sorrise appena.
-Ben tornato. – gli disse, mentre continuava ad accarezzargli la frangia composta da fili rossi come il fuoco scarlatto.
Da qualche parte in quella stanza il fuoco scoppiettava, ed era caldo come il corpo completamente nudo di quel ragazzo bellissimo.
-Caleb... – il viso del ragazzo si fece rosso, mentre gli occhi gli brillavano di emozione pura. Erano umidi di lacrime.
La mano del salvatore si posò sulla sua guancia e sentì quegli anelli d’argento freddi contro la sua gote bollente, ma non gli importò. Si fiondò su di lui, nascondendo il suo volto contro quel petto glabro e diafano che lo accolse.
-Va tutto bene, sono qui. – lo tranquillizzò con la sua voce dolce, rassicurante e profonda.
Era così da sempre, fin da quando lo aveva conosciuto da bambino. Lo aveva sempre accolto tra le sue braccia quando ne aveva sempre più bisogno, era il suo migliore amico, il suo angelo e senza di lui sarebbe già morto, poiché era la sua unica famiglia, il suo solo punto di riferimento.
Caleb gli accarezzò la schiena nuda, come aveva fatto prima coi suoi capelli.
Era dolce il suo tocco, una carezza senza pretese e piena di amore immortale e profondo; un amore antico come il mondo.
Quante volte nei secoli le loro anime si erano amate e dannate? Troppe, ma ogni volta era sempre uguale, sempre travolgente.
Il biondo lasciò che il rosso tremasse e piangesse contro di lui, continuando a tenerlo stretto a sé, proteggendolo dal mondo con le sue ali bianche.
Inspirò quel profumo inconfondibile, quello di vaniglia e fragole.
-Sono qui, amore mio. Lo sarò per sempre. – gli giurò Caleb, posando tanti piccoli baci tra quei fili che da sempre amava, che lo tenevano indissolubilmente legato a lui.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: S i l v e r