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Autore: Almight_Diva    02/01/2015    0 recensioni
Ella è una Mezzosangue, da sempre viene tenuta alla larga da tutti. Ma ora finalmente è tornata al Campo Mezzosangue. Cosa potrà mai capitare nell'estate in cui la Battaglia del Labirinto è appena terminata? Venite a scoprire la storia di Mezzosangue mai raccontata
(Rating e genere potrebbero variare nel corso della storia)
Genere: Avventura, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dei Minori, Grover Underwood, Juniper, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Ritorno al Campo

 

 

Era notte quando Ella arrivò al Campo Mezzosangue. Le fiaccole illuminavano i vari sentieri; era ora di cena e tutti i semidei erano radunati per il pasto serale nella mensa. Senza pensare neanche di andare fino a là, si diresse sicura verso il suo dormitorio, per fortuna vicino all'ingresso del Campo. Sperando che la sua camera sia stata lasciata in pace da pulizie o ispezioni inutili, vista la sua assenza di due anni di fila.

La costruzione era rimasta immutata, il pesante portone tirato a lucido, le colonne bianche richiamavano quelle dei templi in Grecia e le finestre che mostravano l'interno, erano state lucidate come specchi. Appena entrati si veniva accolti in una specie di piccolo salottino dove al cento c'erano un tavolino da tè, due divani e un paio di poltrone. A sinistra della stanza c'era il bagno, mentre a destra la sala ricreativa. Le stanze personali erano piccole, sparse un po' ovunque, all'interno vi era un letto, un armadio e una scrivania con una sedia. Niente di troppo raffinato. Percorrendo la sala comune, Ella si diresse verso la sua camera. Non era stata toccata da nessuno in sua assenza, almeno cosi le era parso.

-Eccoci qua, finalmente.- Buttò il suo borsone a terra e si gettò sul letto che cigolò sotto il suo peso. -Domani sarà una giornata pesante, ho idea...-Sospirò, pensando ai suoi fratelli e sorelle, e a sua madre, ormai lontana da lei, e in poco tempo si addormentò.

 

 

La luce brillante del mattino entrò dalla finestra, illuminando Ella in pieno viso, Infastidita, si girò dall'altra parte aggrottando le sopracciglia e affondando il viso nel cuscino. Quando avvertì il calore della luce del sole sul collo, capì che era arrivato l'inevitabile momento di alzarsi. Si strofinò gli occhi col dorso delle mani, mettendosi a sedere sul letto. Una delle grandi differenze del dormitorio, rispetto agli altri dodici era che non essendoci una grande quantità di persone, il baccano era ridotto al minimo. I bisticci erano all'ordine del giorno nelle altre Case, e molto spesso finivano per sfociare in duelli nell'Arena e a volte, in risse che coinvolgevano un po' tutti gli abitanti del Campo. Dopo essersi rinfrescata, Ella si cambiò in camera propria, indossando la maglia arancione del Campo e un paio di pantaloni di una tuta blu.

 

Uscendo dalla Casa, incrociò molte persone che aveva conosciuto negli anni precedenti. Un ragazzo alto e magrolino, dalla carnagione abbronzata e la folta capigliatura riccia, era Nick Parrish, figlio di Pluto, Dio della Ricchezzza. Accanto a lui, c'era una ragazzina dai capelli biondi, occhi verdi e di bassa statura: Erika Winter, mezzosangue figlia della Dea dell'Aurora, Eos. Li salutò con un leggero cenno della mano e loro ricambiarono facendo un cenno con la testa nella sua direzione.

-Ehilà!- A salutarla era stata una ragazza di sedici anni, dagli occhi azzurro ghiaccio, i capelli argentati e la carnagione ambrata. Era Dia Sayo, la mezzosangue figlia di Nefele, la Dea delle Nubi, si erano conosciute a otto anni, salvandosi a vicenda durante una scalata d'addestramento incandescente .

-Ciao Dia. Come va?- disse sorridendo Ella senza smettere di camminare insieme agli altri verso la mensa.

-Insomma, la scorsa estate è stata dura...se ci fossi stata tu sarebbe andata molto meglio! Ma a parte questo...- Ella ripensò alle storie che aveva sentito..Le perdite del Campo erano state non indifferenti, a causa di un attacco in massa di mostri che riuscirono a penetrare le barriere difensive del Campo grazie a un giavellotto maledetto.

-Mi dispiace, sono stata occupata con mia madre..- Era davvero dispiaciuta di non esserci stata, e di non poter aiutare i compagni. Ma una volta andata via dal palazzo di Ares sarebbe stato difficile poi tornarvi, e lei aveva bisogno di restare accanto alla sua famiglia, a cui si era scoperta essere molto attaccata.

-...Piuttosto, quando sei tornata? Non ti ho sentito arrivare!- Ripensando all'ora del suo arrivo la notte prima, lo sguardo di Ella cadde verso il pavimento, Dia camminava normalmente, ma a cinque centimetri dal suolo!

-Ehm, sono tornata ieri sera tardi, vedo che sei migliorata con la levitazione!- Indicandole i piedi sospesi.

-Sì, sai, è difficile trovare un equilibrio. A volte levito troppo in alto senza accorgermene, altre volte non riesco neanche a fare un salto normale! E' piuttosto imbarazzante per me! Ultimamente, mi lego un piede al letto, perchè altrimenti mi sveglio sempre con la faccia spiaccicata sul soffitto del dormitorio...Tu cosa mi racconti invece?- Passando accanto ai dodici dormitori, altri mezzosangue si unirono a loro verso la mensa, alcuni la guardarono in modo strano, altri non le fecero neanche caso. Il fatto che venisse tenuta a distanza solo per il colore della pelle che dichiarava la sua discendenza, era molto triste, lei avrebbe davvero voluto essere amica di tutti i compagni del Campo, ma si rendeva conto che fino a che avessero avuto paura di lei a causa di sua madre, questo non sarebbe potuto avvenire.

-Bhe, come vedi, per quanto sole io provi a prendere, non riesco a migliorare. Resterò grigia come un topo tutta la vita! Almeno però sono migliorata con il tiro con l'arco...-

-E che mi dici del fuoco?- chiese Dia guardando Ella con aria curiosa.

-Ah..bhe per quello c'è ancora..- Non fece in tempo a finire la frase, dato che fu colpita in pieno da un corpo che la fece cadere a terra con un tonfo. -Ma che diavolo..?-

-ELLA! Sei tornata finalmente!- Era una voce piuttosto acuta che proveniva dalla ragazza che si era buttata su di lei, stritolandole il collo con le braccia. Aveva i capelli rossi con alcuni fiori disseminati in mezzo, la carnagione verdastra rivelava che la sua assalitrice era Juniper.

-Juniper! Ti prego scollati da me, non respiro... per lo Stige!- Facendo leva con le braccia riuscì finalmente a liberarsi da quella presa opprimente che profumava di sottobosco.

-Finalmente sei tornata! Pensavo che ti fosse successo qualcosa di grave! Sono tanto contenta che tu sia di nuovo qua con noi!-Disse esibendosi in un sorriso a trentadue denti.

-Sì, Juniper, lo sono anche io- Alcuni ragazzi attorno stavano guardando la scena, e dato che Ella non era abituata ad essere al centro dell'attenzione arrossì fino alla punta delle orecchie. Le tre ragazze entrarono insieme in mensa, fecero la fila per prendere la colazione e si sedettero al tavolo, parlando di quello che era successo al Campo negli ultimi anni. Mentre Dia e Juniper discutevano delle attività della mattinata, Ella alzò lo sguardo, e lo vide. Era di spalle, e stava discutendo con Clarisse La Rue. Quando si voltò, rimase di sasso.

 

 

Bene, bene, bene, cari Mezzosangue, eccoci qua!

L'andamento per ora è ancora molto lento, me ne rendo benissimo conto, ma andando avanti migliorerò, prometto! Insomma, abbiamo introdotto alcuni personaggi nuovi e anche Juniper si è aggregata alla nostra combricola. Inoltre, chi sarà il giovane mezzosangue che Ella ha notato a colazione? Molto presto lo scoprirete, tranquilli. :)

Spero vi sia piaciuto almeno un po' anche questo capitolo.

Come sempre sono qua per ascoltare i vostri consigli e critiche di ogni genere.

Con questo, passo e chiudo, cari mezzosangue!

Alla prossima

:D

 

 

 

 

  
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