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Autore: PaleMagnolia    15/11/2008    7 recensioni
Avete presente la femme fatale degli anni Cinquanta - Marilyn, l'elegantissima Grace Kelly, Veronica Lake? Con biondi capelli sempre in ordine, classe e fascino da vendere, labbra color del corallo, e bellissimi abiti da sera?
Ecco, Evelyn Cleve non ci assomiglia neanche un po'. Ma non perché non ci provi, sia chiaro: anzi, le piacerebbe tanto, ma tanto tanto tanto, essere una di loro... Ma, ehi!, voi avete mai provato a essere impeccabili, quando un gatto vi osserva (appollaiato in cima al mobiletto del bagno come un piccolo avvoltoio peloso) mentre vi infilate le calze, la vostra migliore amica è in pieno delirio amoroso, vi sospira nelle orecchie tutto il giorno e mangia solo mele, e la vostra vecchia zia vi rimpinza di focaccine sciroppose?!
Io non so, ma Evelyn assicura che non è facile... No, non è facile neanche un po'! Seguite Eve Cleve attraverso (letteralmente) sandwiches con il tonno (e la maionese, e le cipolline), gatti mangia-calze, pasticcio di rognone e amiche logorroiche: ne vedrete delle belle, e soprattutto assaggerete un po' di tutto.
Genere: Commedia, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Millenovecentocinquantatré' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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La nostra, ehm, eroina, è davvero in una brutta situazione. Ma brutta brutta brutta, eh?

Voglio rendere Voi, miei adorati lettori, partecipi di una buffa coincidenza. Come al solito, queste sono le mie note e qui posso esternare tutta una serie di cose inutili che non vi interessano affatto, in perfetta impunità.
Dunque. Dovete sapere che da un po' frequento con un'amica un corso di tango argentino (e per prevenire i vostri commenti: sì, il martedì sera non ho proprio niente di meglio da fare XDD). Beh, si da il caso che l'associazione che promuove quel corso - e altri dello stesso genere, abbia organizzato a beneficio dei propri alunni un Gran Ballo di Natale! E che io, come membro del corpo di ballo (ah-ha), sia tenuta a partecipare! Certo, probabilmente si svolgerà nella sede polverosa della Pro Loco locale, addobbata con due ghirlande di carta e un po' di punch analcolico e castagne arrosto come buffet, o magari nella vecchia palestra delle scuole medie, non certo al Plaza, però, dai... Più Evelynesco di così!

Durante la pausa del mattino, Evelyn era molto combattuta

Durante la pausa del mattino, Evelyn era molto combattuta.

Da una parte, sapeva che doveva dire a Merry quel che aveva combinato.

Dall’altra, l’idea di vivere ancora qualche anno non le dispiaceva affatto.

Si avvicinò lentamente alla panchina dove Merry mangiava la solita mela. Diede un morso al sandwich con l’arrosto di vitello e salsa tonnata che aveva in mano, per darsi coraggio.

Hmmm. Salsa tonnata.

“Merry?”

“Shhhh”, la zittì Merry, senza voltarsi, gesticolando con una mano per zittirla..

Era impegnata ad ascoltare quel che il professore diceva ad un ragazzo dai calzoni corti, al di là della recinzione.

Oh, be’.

Evelyn decise di ritentare più tardi. La sua esecuzione era rimandata di qualche minuto.

Gironzolò per il cortile, mangiucchiando i resti della focaccina.

“Evelyn! Vieni a sederti qui!”

Si voltò: Cathy le stava sorridendo, seduta sopra il muretto, e le faceva cenno con la mano di sedersi accanto a lei.

Evelyn la raggiunse e si sedette con aria mogia accanto a lei.

“Beh? Come procede il tuo abito per il ballo?”

Evelyn fece spallucce.

“Come? Non le hai chiesto nulla? Pensavo vi foste parlate…” Cathy la guardò. “C’è qualcosa che non va?”, chiese, inquisitoria.

“Beh… Ecco, io… Ho combinato un gran pasticcio”, sbottò Evelyn, e poi, dato che ormai il danno era fatto, le disse tutto, felice di potersi finalmente liberata di quel peso. Era talmente ansiosa di confidarsi con qualcuno che, una volta cominciato a parlare, non si fermò neanche un secondo per respirare.

“Merry mi ha chiesto di chiedere al professore di chiederle di andare al ballo con lei ma senza che lui sapesse che lei sapeva che lui sapesse che gliel’avevo chiesto, ma poi mentre io stavo per chiedergli che lui chiedesse a Merry quello che doveva chiederle è arrivato quel ragazzo e l’ha portata a casa sulla sua bicicletta e quando il professore l’ha visto c’è rimasto malissimo e poi mi ha accompagnato a casa ed è inciampato tre volkte e ha messo i piedi in una pozzanghera e le foglie stavano zitte e io ero imbarazzatissima e lui fissava il vuoto e io non sapevo cosa dire e lui non sapeva cosa dire e allora per rompere il silenzio io gli ho chiesto se lui avesse già invitato qualcuno e lui mi ha chiesto se io fossi già stata invitata da qualcuno e lui ha detto di no e io ho detto di no e poi io ho detto, ha ha, allora siamo in due, e allora lui ha detto che si sentiva in dovere di non lasciarmi senza cavaliere e così ha chiesto a me quello che doveva chiedere a Merry senza sapere che lei sapeva che gliel’avrebbe chiesto e adesso lei mi ucciderà!” Evelyn riprese fiato.

Chiunque altro si sarebbe sentito girare violentemente la testa e sarebbe caduto dal muretto.

Cathy, invece, la guardò con aria comprensiva.

“Capperi”, disse “Ti sei messa in un bel pasticcio.”

“Già”, gemette Evelyn, affranta.

Hmmm. Capperi.

Chissà se ci stavano bene, con la salsa tonnata.

“Merry ti ucciderà”, continuò Cathy, serenamente.

Evelyn la guardò male. “Sei un asso, a consolare la gente”, disse.

“Grazie, cara.”

Evelyn sorvolò.

“Che cosa devo fare?”

“Devi dirle tutto. Tanto lo scoprirà da sola.” Cathy riflettè. “Oppure puoi regalarle la coperta di qualcuno che è morto di vaiolo”

“Pardon?”

“Lo facevano i coloni americani con gli indiani. Andavano dal capotribù con un mucchio di coperte prese negli ospedali e dicevano: Geronimo, vecchio mio, accetta queste coperte come segno di amicizia.”

Evelyn la fissò, perplessa.

“E con ciò?”

“Beh, se Merry prende il vaiolo, non potrà venire al ballo. No?”

“Ma io non voglio che Merry prenda il vaiolo!”, fece Evelyn, scandalizzata.

“Oh. Era solo un’idea.” Cathy la guardò con occhi ingenui. “In questo caso, devi proprio dirglielo.”

“E come faccio?”, mugolò Evelyn. “Non posso mica dirle: ehi, Merry, indovina un po' cos'è successo? Ti ho rubato il cavaliere per il ballo, ma non l’ho fatto apposta.

“Hai fatto cosa?

Evelyn raggelò. Si voltò, lentissimamente.

Merry stava proprio dietro di lei, la mela mangiucchiata ancora in mano, e aveva sentito tutto.

Evelyn raccomandò l’anima a Dio. Chissà se sarebbe andata in Paradiso lo stesso, nonostante tutti quei peccati di gola?

Sperò che Dio fosse una buona forchetta.

E che in Paradiso ci fossero tantissime focaccine allo sciroppo d'acero. E un po' di porridge, magari.

“Ciao, Merry”, disse, con una vocina piccola piccola.

 

 

Ringrazio Arcadia_Lovegood per la sua fantastica recensione.
In effetti, l'incipit faceva un po' AA, ma non c'è problema, nessuno di noi è molto sano di mente: io perchè scrivo certe cose, i miei recensori perchè, beh... Le leggono! :D
Ragazzi, dite tutti "Ciao" alla nostra nuova amica.
"Ciao, Arcadia".
E ricorda: il primo passo per liberarsi dalla dipendenza dalle fanfiction demenziali è ammettere di avere un problema!
XD
Grazie, naturalmente, anche a cassiana, crici_82, Flauffy, Kiara_chan: come al solito, you made my day!
  
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