Dunque. Dovete sapere che da un po' frequento con un'amica un corso di tango argentino (e per prevenire i vostri commenti: sì, il martedì sera non ho proprio niente di meglio da fare XDD). Beh, si da il caso che l'associazione che promuove quel corso - e altri dello stesso genere, abbia organizzato a beneficio dei propri alunni un Gran Ballo di Natale! E che io, come membro del corpo di ballo (ah-ha), sia tenuta a partecipare! Certo, probabilmente si svolgerà nella sede polverosa della Pro Loco locale, addobbata con due ghirlande di carta e un po' di punch analcolico e castagne arrosto come buffet, o magari nella vecchia palestra delle scuole medie, non certo al Plaza, però, dai... Più Evelynesco di così!
Durante la pausa del mattino, Evelyn era molto combattuta.
Da una parte, sapeva che doveva dire a Merry quel che aveva
combinato.
Dall’altra, l’idea di vivere ancora qualche anno non le
dispiaceva affatto.
Si avvicinò lentamente alla panchina dove Merry mangiava la
solita mela. Diede un morso al sandwich con l’arrosto di vitello e salsa
tonnata che aveva in mano, per darsi coraggio.
Hmmm. Salsa tonnata.
“Merry?”
“Shhhh”, la zittì Merry, senza voltarsi, gesticolando con
una mano per zittirla..
Era impegnata ad ascoltare quel che il professore diceva ad
un ragazzo dai calzoni corti, al di là della recinzione.
Oh,
be’.
Evelyn decise di ritentare più tardi. La sua esecuzione era
rimandata di qualche minuto.
Gironzolò per il cortile, mangiucchiando i resti della
focaccina.
“Evelyn! Vieni a sederti qui!”
Si voltò: Cathy le stava sorridendo, seduta sopra il
muretto, e le faceva cenno con la mano di sedersi accanto a lei.
Evelyn la raggiunse e si sedette con aria mogia accanto a
lei.
“Beh? Come procede il tuo abito per il ballo?”
Evelyn fece spallucce.
“Come? Non le hai chiesto nulla? Pensavo vi foste parlate…”
Cathy la guardò. “C’è qualcosa che non va?”, chiese, inquisitoria.
“Beh… Ecco, io… Ho combinato un gran pasticcio”, sbottò
Evelyn, e poi, dato che ormai il danno era fatto, le disse tutto, felice di
potersi finalmente liberata di quel peso. Era talmente ansiosa di confidarsi
con qualcuno che, una volta cominciato a parlare, non si fermò neanche un
secondo per respirare.
“Merry mi ha chiesto di chiedere al professore di chiederle
di andare al ballo con lei ma senza che lui sapesse che lei sapeva che lui
sapesse che gliel’avevo chiesto, ma poi mentre io stavo per chiedergli che lui
chiedesse a Merry quello che doveva chiederle è arrivato quel ragazzo e l’ha
portata a casa sulla sua bicicletta e quando il professore l’ha visto c’è
rimasto malissimo e poi mi ha accompagnato a casa ed è inciampato tre volkte e
ha messo i piedi in una pozzanghera e le foglie stavano zitte e io ero
imbarazzatissima e lui fissava il vuoto e io non sapevo cosa dire e lui non
sapeva cosa dire e allora per rompere il silenzio io gli ho chiesto se lui
avesse già invitato qualcuno e lui mi ha chiesto se io fossi già stata invitata
da qualcuno e lui ha detto di no e io ho detto di no e poi io ho detto, ha ha,
allora siamo in due, e allora lui ha detto che si sentiva in dovere di non
lasciarmi senza cavaliere e così ha chiesto a me quello che doveva chiedere a
Merry senza sapere che lei sapeva che gliel’avrebbe chiesto e adesso lei mi
ucciderà!” Evelyn riprese fiato.
Chiunque altro si sarebbe sentito girare violentemente la
testa e sarebbe caduto dal muretto.
Cathy, invece, la guardò con aria comprensiva.
“Capperi”, disse “Ti sei messa in un bel pasticcio.”
“Già”, gemette Evelyn, affranta.
Hmmm. Capperi.
Chissà se ci stavano bene, con la salsa tonnata.
“Merry ti ucciderà”, continuò Cathy, serenamente.
Evelyn la guardò male. “Sei un asso, a consolare la gente”,
disse.
“Grazie, cara.”
Evelyn sorvolò.
“Che cosa devo fare?”
“Devi dirle tutto. Tanto lo scoprirà da sola.” Cathy
riflettè. “Oppure puoi regalarle la coperta di qualcuno che è morto di vaiolo”
“Pardon?”
“Lo facevano i coloni americani con gli indiani. Andavano
dal capotribù con un mucchio di coperte prese negli ospedali e dicevano: Geronimo, vecchio mio,
accetta queste coperte come segno di amicizia.”
Evelyn la fissò, perplessa.
“E con ciò?”
“Beh, se Merry prende il vaiolo, non potrà venire al ballo.
No?”
“Ma io non voglio che Merry prenda il vaiolo!”, fece Evelyn,
scandalizzata.
“Oh. Era solo un’idea.” Cathy la guardò con occhi ingenui.
“In questo caso, devi proprio dirglielo.”
“E come faccio?”, mugolò Evelyn. “Non posso mica dirle: ehi, Merry, indovina un po' cos'è successo? Ti ho rubato il
cavaliere per il ballo, ma non l’ho fatto apposta.”
“Hai fatto cosa?”
Evelyn raggelò. Si voltò, lentissimamente.
Merry stava proprio dietro di lei, la mela mangiucchiata
ancora in mano, e aveva sentito tutto.
Evelyn raccomandò l’anima a Dio. Chissà se sarebbe andata in
Paradiso lo stesso, nonostante tutti quei peccati di gola?
Sperò che Dio fosse una buona forchetta.
E che in Paradiso ci fossero tantissime focaccine allo sciroppo d'acero. E un po' di porridge, magari.
“Ciao, Merry”, disse, con una vocina piccola piccola.
In effetti, l'incipit faceva un po' AA, ma non c'è problema, nessuno di noi è molto sano di mente: io perchè scrivo certe cose, i miei recensori perchè, beh... Le leggono! :D
Ragazzi, dite tutti "Ciao" alla nostra nuova amica.
"Ciao, Arcadia".
E ricorda: il primo passo per liberarsi dalla dipendenza dalle fanfiction demenziali è ammettere di avere un problema! XD
Grazie, naturalmente, anche a cassiana, crici_82, Flauffy, Kiara_chan: come al solito, you made my day!