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Autore: Symphoniies    02/01/2015    1 recensioni
Franci è una ragazza ordinaria di diciotto anni. Le piace stare a casa e rifugiarsi nel suo mondo fatto di libri fantasy e telefilm. Le cose cambieranno radicalmente quando sarà obbligata ad andare a Mystic Falls, Virginia. Qui incontrerà Damon Salvatore e scoprirà un mondo fatto di creature magiche di cui aveva solo letto. Ma che storia sarebbe senza qualche complicazione?
E' la terza volta che pubblico questa fan fiction.
Questa volta la ripubblicherò tutta, lo prometto.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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NOSTALGIA 
- Capitolo quattro -



 



















«Stefan, accompagni tu Francesca nella sua nuova stanza?» chiese a suo nipote il signor Salvatore.
«Certo.» e, senza il minimo sforzo, Stefan sollevò di nuovo le sue valigie, iniziando a incamminarsi sulle scale, seguito da Francesca. Una volta raggiunto il pianerottolo del secondo piano, i due ragazzi passarono attraverso un corridoio, illuminato da grandi vetrate.
«Questa scala porta alla mia stanza.»  le indicò Stefan, «Questa, invece, è la stanza dello zio.». Erano arrivati quasi alla fine del corridoi quando Francy sentì un profumo intenso di mentolo. Chiuse gli occhi e respirò a fondo, poi gli riaprì per cercare il luogo da cui provenisse quell’intenso profumo. I suoi occhi caddero su una porta mezza aperta. «Quella è la stanza di mio fratello, Damon.» la informò Stefan, tornando indietro e posizionandosi al suo fianco. La ragazza annuì, quasi assente, poi lo seguì fino a giungere davanti a una porta bianca in fondo al corridoio. Nell’aprirla, scricchiolò un po. Stefan entrò per primo e appoggiò le valigie sul pavimento, poi entrò lei e si bloccò. Non ho mai visto una stanza così bella, pensò. «Lo zio l’ha fatta ristrutturare apposta per te, mantenendo però lo stile classico dell’800.» le rivelò il ragazzo, sorridendo divertito per l’espressione sbalordita che il viso di lei aveva assunto.
La stanza era enorme. Le pareti erano di un lilla molto chiaro e il pavimento era stato ricoperto con del legno scuro. Davanti a lei, al centro della stanza, incastonato nel muro, c’era un bellissimo caminetto di marmo bianco pieno di decorazioni. Sopra di esso vi era posizionato un quadro rappresentate una natura morta. «Il caminetto si può accendere?» chiese Francy, mentre con le mani esplorava incuriosita le decorazioni del camino.
«Certo. Vedi quel tasto li vicino?» le indicò un bottone nero, situato vicino al camino, «Ecco, con quello puoi accendere il fuoco e regolarne le temperatura.»
La ragazza annuì e ritornò a ispezionare la stanza. Vicino al camino vi era un’enorme porta-finestra attraverso la quale si poteva raggiungere un balcone privato che dava su un bosco. A destra, addossato alla parete c’era un bellissimo letto a baldacchino. Il materasso era enorme, ci potevano dormire almeno quattro persone probabilmente. Le coperte erano intonate al muro mentre i cinque cuscini, disposti in modo perfetto, erano sia bianchi che lilla. Aveva pure le tendine bianche. Un letto da principessa, in pratica.
«Questo è il letto che utilizzava la figlia della contessa De Lacroix quando veniva in visita a Mystic Falls.» la informò.
«Cosa?! Io dormirò in un letto dove ha dormito una contessa? Oddio!» esclamò, affascinata.
Da parte al letto vi erano due comodini. Uno vuoto e uno con posizionata sopra una lampada. Di fianco al comodino di destra vi era una porta che portava in un’enorme cabina armadio. «Ma non ho così tanti vestiti da riempire tutta la cabina!» disse la ragazza, quasi sconvolta.
«Ma sei hai tre valigie!»
«Eh, lo so, ma non ho portato solo vestiti.»
«Ok, allora ci penseremo noi a riempirlo.»
«In che senso?»
 «Vedrai…» rispose lui, ridendo sotto ai baffi.
Uscita dalla cabina armadio, la giovane si avvicinò al tavolino di vetro circondato da quattro sedie. Sopra di esso vi era posato un vaso contenente dei gigli bianchi con sfumature rosa all’interno. Avvicinò la faccia ai fiori per sentirne il profumo. Mh…soave, pensò. Al di là del tavolo vi era un enorme comò con uno specchio diviso in tre ante. Si direbbe molto antico. Sopra di esso vi erano due profumi retrò degli anni ‘80, con quegli spruzzini - spruzzini? Bo, non so se si chiamano così - morbidi, una spazzola e uno specchietto probabilmente proveniente dallo stesso set. Francy si girò e si accorse che Stefan stava aprendo le finestre per rinfrescare l’aria. Si era fatto buio e riusciva a vedere il lago oltre al bosco solo grazie alla luce della luna.
«Dov’è il bagno, Stefan?» chiese Francesca.
“Ah, sì, è qui.» le mostrò, aprendo la porta che si trovava alla sinistra del letto. Francy entrò, costatando che anche il bagno era bellissimo. Una grande porta finestra dava su un balcone collegato a quello della stanza. A destra vi era un enorme vasca a forma di conchiglia. Sui bordi vi erano sali, oli, bagnoschiuma, candele e una ciotolina color oro contenente dei petali di rosa rossa, bianca e rosa. Affianco ad essa vi era una doccia enorme. A sinistra, invece, c’era un ripiano con incastonati dentro due lavandini e un enorme specchio. Da parte ad esso il gabinetto.
«Allora ti piace?» le chiese Stefan, entrando nel bagno.
«Credo di essermi innamorata.» rispose e entrambi scoppiarono a ridere.
«Bene, almeno lavorare non sarà poi così brutto.»
Lavorare. Me ne sono completamente scordata! Io sono qui per lavorare, non per fare una vacanza. Oh, cavolo! Devo anche chiamare la mamma! Ad un tratto Francesca si irrigidì e il naso iniziò a pizzicarle. Sentiva nostalgia.
«Allora, vuoi rinfrescarti prima della cena?» le chiese Stefan gentile, mentre prendeva degli asciugamani da un mobiletto affianco al gabinetto.
«Emm, in realtà non ho molta fame.»
«Tutto bene?» chiese preoccupato.
«Sì, sì.» annuì, cercando di non guardarlo negli occhi, «Soffro il mal di aereo e poi sono stanca per il viaggio. Se per te va bene io andrei subito a dormire.»
«Come vuoi.» acconsentì, appoggiando gli asciugamani vicino al lavandino.
«Dì a tuo zio che ci vediamo domani mattina.»
«Certo.»
Francy accompagnò Stefan alla porta e, una volta rimasta sola, prese il cellulare dalla borsa che aveva appoggiato sul letto e compose il numero di casa.
«Pronto?»
«Ciao Mamma!» esclamò la ragazza, felice di sentire la sua voce.
«Ciao! Tutto bene? Il viaggio? Siete già a casa?»
«Sì, mamma tutto a posto. Scusa stavi dormendo? Forse era meglio se ti chiamavo domani mattina.»
«No, no, non ti preoccupare.» la rassicurò subito, poi silenzio. Era sempre così, nessuna delle due riusciva ad ammettere che già sentivano la mancanza l’una dell’altra, troppo orgogliose.
«Bene, ora vado. Sono molto stanca per via del viaggio. Notte mamma, ci sentiamo domani.»
 «Notte, Francy.»
Ed entrambe riattaccarono. Francesca fece un respiro profondo, si slegò la coda, si scompigliò un po i capelli e si girò, guardando le valigie. Non avendo voglia di disfarle, decise di farlo l’indomani. Ne aprì solo una, per prendere il pigiama e il beauty. Finito di lavarsi i denti e di cambiarsi, uscì a prendere una boccata d’aria sul balcone. Ad un certo punto qualcosa di nero le passò davanti e, per lo spavento, chiuse gli occhi. Quando gli riaprì, vide che era semplicemente un corvo. Ancora un po impaurita, rientrò in stanza, chiuse le finestre e si infilò sotto le lenzuola. Pose il cellulare sul comodino e, dopo aver puntato la sveglia, spense la luce. L’oscurità l’accolse poco dopo.






Angolo autore
Buongiorno bellissimi! Ecco qui un nuovissimo capitolo. Scusate se i capitoli sono molto corti, ma a quanto pare qualche anno fa non mi piaceva farli lunghetti xD Più avanti, comunque, si allungheranno, I promise v.v
Grazie per le recensioni e per aver messo la FF nelle preferite, nelle ricordate e, spero, nei vostri corazon;)

 
   
 
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