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Autore: kogarashi    15/11/2008    1 recensioni
Ash diventa Campione...ma qualcuno trama alle sue spalle cercando di minare la felicità e la gloria che per tanto tempo ha cercato...qualcuno che vuole vendicarsi di torti passati subiti...(attenzione: possibili alzamenti di rating)
Genere: Drammatico, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§

§*°UNA VENDETTA BEN CONGENIATA°*§
Per raggiungere la vera felicità si deve sempre soffrire

Cap. 13

 

“E’ un tuo amico?” chiese Mondo vedendo la reazione della ragazza dai capelli rossi, che era rimasta come pietrificata alla vista del ragazzo.

 

Si, una specie…” rispose lei senza togliere gli occhi di dosso da Drew, il quale faceva lo stesso.

 

Avvenne improvvisamente, senza che nessuno potesse fermare gli eventi Drew sfogò tutta la sua rabbia su Misty.

 

“SI PUO’ SAPERE DOVE DIAVOLO TI ERI CACCIATA? ASH E GLI ALTRI SONO PREOCCUPATI PER TE!”

 

Era assurdo vedere la calma del ragazzo sfumare e divenire furia, ma Misty non fece una piega.

 

“Chi è Ash?” chiese ancora Mondo confuso.

 

“Nessuno” rispose in fretta Misty, voltandosi per andarsene, come se la questione non gli interessasse.

 

“MENTRE NON C’ERI, MENTRE TI STAVI DIVERTENDO QUI CON LUI MAX MORIVA IN UN OSPEDALE”

 

La ragazza si fermò di colpo, continuando però a tenere le spalle a Drew il quale la continuava a fissare con rabbia, che stava pian piano diventando disperazione.

 

Non poteva vederla, non poteva vedere il volto della ragazza farsi bianco e le sue mani tremare mentre nella sua testa si affollava il viso felice di Max, mentre gli occhi iniziavano a diventare lucidi.

 

“Tutto bene Misty?” chiese Mondo, avvicinandosi alla ragazza e guardandola preoccupato.

 

Quella domanda la riscosse e guardò il ragazzo dai capelli castani, non sicura di riuscire a tenere ferma e sicura la voce.

 

“Si…” disse annuendo.

 

“Misty!” disse Drew facendo un passo verso di lei.

 

“Non avvicinarti!” sibilò voltandosi lentamente verso di lui “Non è più affar mio”.

 

Drew rimase immobile, mentre la ragazza che credeva sua amica si allontanava con un perfetto sconosciuto, ignorando dove si stesse dirigendo, ignorando il perché fosse divenuta improvvisamente così fredda.

 

E decise di seguirli.

 

Non sapendo ancora che quella decisione avrebbe portato altro dolore.

 

Dolore pari alla morte.

 

 

*

 

 

Il telefono della hall continuava a suonare insistentemente già da qualche minuto prima che un’indaffarata infermiera Joy corresse a rispondere, rimanendo quasi esterrefatta dalla voce che sentì all’altro capo del telefono.

 

Si, un minuto, ora lo chiamo” disse gentilmente, posando una mano sul ricevitore e facendo scorrere lo sguardo sulla hall pressoché deserta.

 

Gli unici che erano rimasti ancora li erano solo Ash e Lucinda, la quale aveva deciso di tornare, ignorando il fatto che probabilmente il ragazzo non le avrebbe più rivolto la parola.

 

“Ash, puoi venire un momento al telefono? E’ il professor Oak da Pallet” disse l’infermiera stupendolo e facendolo alzare con curiosità, anche se qualcosa gli dava il sentore di un brutto presentimento.

 

“Grazie” disse quando l’infermiera gli porse educatamente la cornetta, tornando al suo lavoro.

 

“Pronto?”

 

Dall’altro capo del telefono la voce del professor Oak lo terrorizzò. Non era calma e serena come l’aveva sempre sentita, era diversa, disperata, agitata…spaventata a morte.

 

“Ash! Meno male che ti ho trovato! Siamo nei guai!”

 

“Si calmi professore! Cos’è successo?”

 

Quello che il professore disse cancellò qualsiasi pensiero razionale del ragazzo. Annullando la sua lucidità mentre lasciava cadere il cornetta, che rimase sospesa dondolando sempre più lentamente.

 

Vedendo la reazione dell’amico Lucinda si alzò dai divani posti nella hall e si avvicinò con cautela a lui, guardandolo preoccupata.

 

“Ash?”

 

Gli occhi del ragazzo erano sbarrati in un’espressione di puro terrore, mentre la voce del professor Oak continuava a chiamarlo dalla cornetta.

 

Ma sembrava non sentirlo. Il mondo intorno a lui aveva smesso di girare, annullandosi spontaneamente.

 

“Si calmi professore! Cos’è successo?”

 

“Tua madre è stata rapita…è lei la prossima vittima

 

 

*

 

 

Misty e Mondo era ritornati al grattacielo, nessuno dei due durante il cammino aveva proferito parola, di tanto in tanto il ragazzo aveva fatto scorrere lo sguardo verso il viso della ragazza, ma ogni volta l’aveva riabbassato di colpo vedendo come gli occhi di Misty fossero velati da un sottile strato di lucide lacrime pronte a scendere.

 

Non si salutarono neppure quando ognuno di loro andò nella propria stanza.

 

La ragazza dai capelli rossi si buttò sul letto, nascondendo il volto nel cuscino, cercando così di soffocare i singhiozzi che iniziavano a sfuggirle incontrollati.

 

“Max…”

 

Ancora non riusciva a rendersi conto di ciò che pochi minuti prima aveva detto a Drew, non riusciva a capire perché aveva risposto così crudelmente a quel ragazzo.

 

Si sentiva in colpa.

 

Ma non una colpa diretta al comportamento avuto con Drew, no, si sentiva in colpa per Max. Quelle parole le sentiva come dette a lui.

 

E si odiò, si odiò più di quanto già non si odiasse.

 

Qualcuno bussò nuovamente alla porta della camera e lei si mise seduta, tenendo lo sguardo basso e lasciando che la persona entrasse, sapendo già da quel tocco sulla porta di chi si trattasse.

 

“Misty?” disse Delia entrando e chiudendo la porta dietro di lei avvicinandosi lentamente.

 

Vedendola li di fronte a lei ogni difesa crollò inesorabile, e strinse forte le lenzuola del letto, sperando con tutta se stessa di non scoppiare a piangere in quel momento, perché non se lo sarebbe mai perdonato.

 

“Va tutto bene?” disse la donna posando gentilmente una mano sulla spalla della ragazza che alzò lo sguardo verso il viso della donna.

 

Fu troppo tardi quando si rese conto di ciò che aveva fatto.

 

Senza pensare aveva abbracciato la vita della donna in piedi davanti a lei, mentre ora i singhiozzi e le lacrime uscivano da lei in modo impietoso lasciando la donna esterrefatta dallo sfogo.

 

Era la prima volta che la vedeva piangere, la prima volta che dimostrava la sua debolezza. E forse in questo Misty, non era poi così tanto diversa da Ash.

 

Dal suo Ash.

 

 

*

 

 

Nel frattempo Drew era arrivato all’entrata del grattacielo e lo stava ammirando come rapito dalla gigantesca presenza di esso.

 

“Come diavolo farò a trovare Misty adesso?”

 

Non si accorse dell’ombra nera che si stava delineando alle sue spalle, quando si voltò fu troppo tardi, perché qualcosa lo colpì con talmente tanta violenza alla testa da farlo stramazzare a terra svenuto.

 

“Signora, abbiamo un prigioniero, un ragazzino del gruppo, da una prima analisi sembrerebbe il coordinatore che risponde al nome di Drew

 

Una voce metallica rise a quella frase, mentre un uomo vestito di nero restava in ascolto tramite una ricetrasmittente.

 

“Come vuole, avviserò immediatamente quel ragazzo” disse chiudendo la comunicazione e guardando il ragazzo dai capelli verdi, che giaceva incosciente ai suoi piedi.

 

 

*

 

 

Drew aprì gli occhi lentamente, richiudendoli quasi di colpo a causa della forte luce che entrava violenta dalla finestra, si alzò da quello strano giaciglio che gigolò appena sotto al suo peso e si mise in piedi, guardandosi in giro stravolto, mentre un lacerante dolore gli pulsava alla testa dov’era stato colpito.

 

“Dove mi trovo?” chiese portandosi una mano sulla nuca e controllando di non aver ferite o quant’altro.

 

“Ti trovi nel grattacielo” gli rispose una donna anziana davanti a lui, mantenendo una posa rigorosa e severa.

 

“Tu…chi sei?” chiese nuovamente Drew a quella donna.

 

L’anziana signora rise, facendo un passo verso di lui e guardandolo con i suoi occhi grigi “Qualcuno che ti farà molto, molto male

 

 

*

 

 

“Cos’è successo Misty?” chiese Delia una volta che la ragazza si fu calmata dal pianto isterico che l’aveva colta.

 

“Ho…ho incontrato Drew poco fa, quando sono uscita con Mondo

 

“Drew?”

 

Misty annuì.

 

“Si…mi ha detto…mi ha detto che Max…Max è…è…” le lacrime iniziarono nuovamente a scendere dalle sue guance e per Delia questa fu una risposta talmente eloquente da non lasciare spazio ai dubbi.

 

“Oddio, Misty” disse abbracciando forte la ragazza, mentre nella sua testa iniziava a delinearsi uno stato d’animo irrequieto.

 

“E…Vera?” chiese pochi istanti dopo.

 

Misty si liberò controvoglia dell’abbraccio della donna, tornando a posare lo sguardo a terra.

 

“Io, non lo so. Non ho avuto il coraggio necessario per domandarglielo

 

“Codarda, sono i tuoi migliori amici”

 

Scacciò quel pensiero dalla sua testa, nonostante una buona parte di lei iniziava davvero a pensare di esserlo per aver abbandonato tutti così.

 

Improvvisamente la porta si aprì con uno schianto e due uomini irruppero nella stanza della ragazza fermandosi vicino ad essa.

 

“E’ pregata di seguirci. Vostra Signoria l’attende nelle celle”

 

“Nelle celle?” chiese confusa Misty guardando Delia che sembrava ancora più confusa di lei.

 

I due uomini senza proferire altro presero la ragazza, trascinandola via con loro, mentre il presentimento di Delia iniziava davvero ad essere qualcosa di più che un semplice stato d’animo.

 

“Aspettate! Dove la state portando?”

 

“Le consigliamo vivamente di tornare nei suoi alloggi signora Ketchum

 

 

 

*

 

 

 

Percorsero innumerevoli piani prima di arrivare alla cella di cui parlavano i due uomini, un luogo talmente angusto e umido da farle venire i brividi.

 

“Dove ci troviamo?” chiese Misty senza però ricevere la benché minima risposta.

 

Prima che potesse aprire nuovamente bocca per formulare una nuova domanda le sbarre di una cella si aprirono e i due uomini la cacciarono dentro senza nessun rispetto, chiudendo e andandosene.

 

“Ehi! Dove state andando voi due? Datemi uscire da qui!” gridò.

 

“Non urlare tesoro, fra poco sarai libera, libera da qualsiasi legame, libera da qualsiasi colpa tu senta nella tua giovane testolina

 

Misty guardò nella direzione della voce, vedendo solo in quel momento l’anziana donna che tanto era stata gentile con lei assumere connotazioni che ora a dispetto delle altre volte, rasentavano la paura e la pazzia.

 

“Lei…?”

 

“E’ maleducazione non accorgersi anche degli altri invitati al “banchetto”” disse indicando un’ombra dietro Misty, la quale si voltò piano, scoprendo che appoggiato al muro, si trovava Drew.

 

“Cosa ci fai qui?” chiese quasi urlando quella domanda.

 

“Non urlare, mi scoppia la testa…” disse Drew portandosi meccanicamente le mani sulle tempie.

 

Fu la donna a rispondere per lui: “Stava ficcanasando in giro, e così abbiamo deciso d’invitarlo qui

 

“Fatelo uscire!”

 

Una risata fragorosa scosse l’angusta cella, diramandosi in tutte le direzioni e sfociando in un suono talmente sgradevole da provocare nausea.

 

“Prima voglio divertirmi con voi due”

 

“Divertirsi?” chiese Drew guardando la donna nonostante il forte mal di testa gli provocava dolore agli occhi.

 

“In fondo siete due esseri umani di sesso opposto no? E vi ho dotati anche di un bel letto comodo, avanti, non ho tempo da perdere

 

Misty si pietrificò, e fu sicura che anche Drew poco distante da lei avesse avuto la stessa identica reazione.

 

“Sta…sta scherzando vero?” chiese con paura.

 

“Mai stata più seria, ma se non volete non ci sono problemi, posso sempre divertirmi facendo del male alla madre di Ash

 

“NO!” gridò quasi istintivamente Misty quando vide la mano della donna infilarsi nella tasca della gonna ed estrarne una ricetrasmittente.

 

“No?” disse la donna avvicinandosi alle sbarre e prendendo il mento di Misty, stringendolo talmente forte da farle male “Non osare darmi degli ordini, o questa cella sarà l’ultima cosa che il tuo amichetto vedrà!”

 

Si voltò verso Drew con le lacrime agli occhi, incredula di quello che di li a poco sarebbe successo, e vide nello sguardo del ragazzo la stessa paura che sentiva dentro di lei.

 

Qualsiasi cosa sarebbe successa là dentro, avrebbe infranto legami e amicizie che avevano impiegato anni e sforzi sovrumani per diventare ciò che erano ora.

 

“Drew…”

 

Il ragazzo dai capelli verdi abbassò lo sguardo stringendo i pugni, mentre con un calcio si levava le scarpe, buttandole in mezzo alla cella, mentre la sua mente cercava in tutti i modi di creare l’immagine sorridente di Vera.

 

 

*

 

 

Nessuno dei due seppe quando tutto ciò durò, ma lo sguardo della donna, della nonna di Ash supervisionava tutto, e alcune volte Misty fu sicura di aver visto un sogghigno di soddisfazione sul suo volto ormai logoro dalla vecchiaia.

 

“Stai bene?” chiese Drew una volta che ebbe affondato dentro di lei.

 

“Come diavolo pensi che possa stare…io…” cercò di trattenere le lacrime, e non per il dolore che sentiva, no, per un dolore ancora più forte.

 

Per il ricordo di un viso che non l’avrebbe mai più guardata sorridente, non avrebbe mai più potuto scherzare come una volta con lui, perché sapeva, il tempo dei giochi era finito.

 

E loro con lui.

 

 

 

*

 

 

“Hai ripreso tutto?” chiese un uomo mentre un altro era intento a registrare su cd ciò che era appena avvenuto nella cella.

 

“Certamente signore, ecco a lei” disse porgendo la custodia con dentro il cd all’uomo che rise soddisfatto.

 

“Bene, e adesso andiamo a dare questo bel regalino a quei mocciosi

 

 

*

 

 

Gli uomini avevano riportato Misty nella sua stanza trascinandola nonostante l’anziana donna avesse ordinato di trattarla con rispetto.

 

Delia che aveva atteso il suo ritorno con impazienza le era corsa incontro quando l’aveva vista entrare nella stanza, reggendosi in piedi a fatica.

 

“Misty! Stai bene tesoro?”

 

Non aveva risposto, si era semplicemente sdraiata sul letto, raggomitolandosi su se stessa e iniziando a piangere, tremando come una foglia.

 

“Cosa ti hanno fatto?”

 

“Mi hanno portato nelle celle, c’era…c’era Drew…quella donna…

 

“Parli della nonna di Ash?” chiese Delia accarezzando lievemente i capelli di Misty.

 

“Si…quella donna…ha obbligato me e Drew a…

 

La mano della donna si fermò, non voleva, non poteva credere che quella donna fosse davvero arrivata a tanto.

 

“Perché non vi siete ribellati?” chiese.

 

“Hanno minacciato di farle del male…e io, non voglio…non potevo permettere che Ash perdesse la persona più importante

 

La donna si portò una mano sulla bocca, reprimendo a stento un singhiozzo mentre si alzava dal letto continuando a tenere lo sguardo su Misty, la quale si era ancora di più chiusa in se stessa.

 

“Mi fa…male la pancia” disse in un sussurro quasi impercettibile.

 

 

*

 

 

“Perché l’ha fatto? Aveva detto che quella ragazza le piaceva! Perché le ha fatto questo?” gridò Mondo ignorando le guardie che avevano iniziato a mettersi sulla difensiva, mentre l’anziana donna continuava ad ignorarlo.

 

“Insomma! Misty le serviva no? La voleva integra se non sbaglio! Perché allora, non capisco”

 

“Perché voglio attirare qui il mio vero obiettivo, quella ragazzina e Delia sono soltanto delle pedine, colui che voglio è solo quel ragazzino

 

“E allora perché non è andata a prenderlo invece di mettere in mezzo persone che non c’entravano?” disse Mondo ancora arrabbiato.

 

“Mettere di mezzo? Io non ho proprio messo di mezzo nessuno, ricorda che sei stato tu ad uccidere e a massacrare quei ragazzi

 

Il ragazzo s’irrigidì, i suoi pokemon, i suoi Ditto, i suoi Tauros usati per uccidere, per fare del male a persone che in fondo sapeva non meritavano un simile trattamento.

 

“Mio nipote mi ha sempre dato delle grane, è ora che paghi per tutte le sue interferenze

 

“E Drew? Cosa ne sarà di lui?”

 

“Per il momento lo lascerò nella cella, mi serve vivo, e poi, posso attirare molte più mosche in questo modo

 

 

*

 

 

Nel frattempo molto lontano da li Ash aveva appena finito di portare da mangiare a Vera, la quale, non aveva ancora ripreso ad essere la solita ragazza solare e dolce di sempre.

 

“Per quanto ha intenzione di continuare?” chiese Dawn tenendo in braccio com’era solita fare Piplup.

 

“Non lo so, inizia a preoccuparmi”

 

Improvvisamente un Pidgey entrò dalla finestra della stanza del centro pokemon, lasciando sul tavolino la custodia di un cd, dopodichè volò via come se nulla fosse.

 

“Ma cosa?” chiese Dawn curiosa prendendolo fra le mani.

 

“Dammelo! Magari ci sono informazioni su dov’è stata portata mia madre!” disse Ash prendendo il cd con le mani tremanti e inserendolo nel lettore dvd.

 

Dawn represse a stento un urlo di terrore quando vide i fotogrammi della telecamera a circuito chiuso riprendere ciò che a prima vista sembrava una cella.

 

Ma lo sguardo di Ash ignorò l’ambientazione da film horror, il suo sguardo si era concentrato sulle due figure, mentre le sue mani si chiudevano a pugno. Mentre il suo intero essere veniva scosso da fremiti di rabbia.

 

“Questo è troppo” disse alzandosi e prendendo il suo zainetto.

 

“Dove stai andando?” gli chiese Dawn sapendo però già la risposta che ne sarebbe derivata.

 

“Da loro”

 

 

 

CONTINUA

Ho deciso di aggiornare solo ed esclusivamente questa fic…non so perché…ma forse per non deludere alcune persone a me vicine…è__é/ quindi ok! Una vendetta verrà aggiornata…

  
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