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Autore: nikoolas96    02/01/2015    1 recensioni
[GDR Trama inventata.]
[La Città Di Nessuno GDR Yaoi/Slash]L'intera storia, l'ambientazione e i personaggi sono tratti da un GDR di cui ero amministratore, trovate il titolo in alto. Il materiale è di esclusiva proprietà della fondatrice del GDR quale autrice dell'omonima opera.
La storia è scritta a due mani, da me e la mia amica, come la chiamo io, Ellina! *W*
I personaggi sono Stan ed Emis, due ragazzi, due cuori e... Beh due scrittori. XD
La storia è a tema Yaoi, ovvero tratta di rapporti omosessuali tra due ragazzi. Se non siete interessati al genere... Sayonara minna! :*
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Stan si sentì un po' a disagio per la situazione che si era creata. Sorrise a Deris e a Zack perché gli piaceva dare una mano in quello che sapeva fare bene ed era contento che i due ragazzi avessero apprezzato, ma allo stesso tempo non voleva invadere gli spazi di Emis e la sua vita, voleva dargli tutto il tempo che gli serviva per recuperare. Lo guardò dispiaciuto senza che lui potesse accorgersene e apprezzò il tentativo di Zack che volle provare con la diplomazia. C'è da dire che, normalmente, Stan sarebbe stato molto più sciolto, ma nella situazione attuale non sapeva come muoversi e aveva combinato già troppi guai per conto suo e aveva paura di dire o fare qualsiasi cosa che, inavvertitamente, potesse urtare il ragazzo, per cui ci andava coi piedi di piombo.
Quando stava per andarsene, Jesse e Van uscirono dal bagno e Zack lo invitò a restare.
Non preoccupatevi, non è colpa di nessuno, è solo che ho pensato che fosse meglio farvi fare colazione in pace, capisco pure che non è il massimo avere un ospite in casa appena svegli, ma se per voi non è un problema...
E non riuscì neanche a finire la frase che Van, come uno tsunami, lo inondò di domande senza dargli neanche il tempo di rispondere alla precedente che già era passato a quella successiva. Senza che potesse accorgersene si ritrovò seduto, con un piatto di pancakes davanti, le posate in una mano e la tazza di cioccolata calda nell'altra.
Mio Dio, questo ragazzo è un qualcosa, una sorta di portento, ma come diavolo fa?!
Ehm... Ecco io, ehm cioè, ecco... Va bene, va bene! Rimango. Zack, ti ringrazio, ma penso andrò a piedi, amo camminare e ascoltare musica nel mentre e una lunga passeggiata è quello che mi ci vuole...
Disse, facendo un respiro di sollievo. Zack era stato davvero gentile e disponibile ma Stan preferiva davvero andare a piedi, uno perché si sentiva ancora un po' a disagio e non voleva essere un peso, anche se questo non glielo avrebbe detto, due perché gli piaceva l'idea di una lunga passeggiata ascoltando la sua musica preferita. Poi Van gli fece l'unica domanda che fosse riuscito a capire, così ripercorse mentalmente tutti gli eventi di quella settimana, tra il lavoro e i vari impegni a scuola non era stata di certo facile!
Uhm... Beh sono stato abbastanza impegnato con la scuola e col lavoro, ma tutto
sommato sono riuscito a divincolarmi bene anche se è stato faticoso... Voi che mi dite, che avete fatto in settimana?

Emis lo conosceva da un po', ma non sapeva molto di quei ragazzi. Tutti erano stati da subito gentilissimi con lui e lo avevano accolto in casa loro come fosse un vecchio amico. Non c'è che dire, Emis aveva trovato davvero una bella, una bellissima famiglia.
Malgrado tutti i problemi che ci potevano essere, malgrado tutte le liti e le vite di alcuni di loro segnate da non pochi problemi, come la sua d'altronde, quei sei ragazzi erano riusciti a convivere trovando un equilibrio, seppur balordo e scapestrato, ma ce l'avevano fatta. Questo fece riflettere molto Stan e doveva ammettere che, per una volta, fu invidioso di Emis. Anzi, diciamo che era invidia mista ad ammirazione.
Dopotutto, nella loro storia la situazione si era capovolta, dovette ammetterlo a se stesso. Due anni prima Stan era quello che aveva tutto e che, malgrado il suo passato, con l'aiuto dei lupi aveva trovato una casa, un'ottima scuola dove studiare ed era persino riuscito ad entrare nel campo della discografia affermandosi come pluristrumentista e cantante. Emis invece era il ragazzo in difficoltà che faticava ad arrivare a fine mese, che faceva lavori poco raccomandabili per tirare avanti, che aveva un brutto tremore alle mani come fosse una sorta di sfogo spontaneo del suo corpo alle volte e che viveva la sua vita alla meno peggio.
Il problema era... Proprio questo.
Emis gli aveva dimostrato che nonostante tutto, due metà che si credono opposte e che vivono due vite agli antipodi possono volersi bene, anzi, possono addirittura amarsi. Glielo aveva dimostrato perché non lo aveva discriminato per essere un Lupo, per avere tutto quello che desiderava e ciò nonostante per continuare a lamentarsi senza guardare la realtà delle cose. Così aveva fatto anche Stan, questo era certo, fino a quando non aveva finito per rovinare tutto per la sua megalomania ed egocentrismo. Aveva sottovalutato la situazione, mettendo in serio pericolo la vita della persona che amava solo perché voleva apparire come il suo eroe, non preoccupandosi delle conseguenze.
La volta precedente, al fiume, gli era andata bene, ma avevano comunque corso un grosso rischio. Emis si era affidato a Stan come qualsiasi persona nella sua situazione avrebbe fatto con la persona che ama, ma lui era stato egoista, mettendo se stesso e il suo rancore verso i Nero prima di tutto. E' per questo che, questa volta aveva chiamato aiuto contro Garcia, aveva informato Demetrio e aveva lasciato fare agli altri il proprio lavoro, senza strafare come al suo solito e sperava davvero che Emis lo avesse apprezzato.
Se ci pensava, doveva davvero tanto a quel ragazzo. Avevano entrambi diciotto anni eppure Emis gli aveva dato una lezione di vita che non avrebbe mai più dimenticato: gli aveva insegnato il valore delle cose semplici, dei sentimenti puri, una cosa che forse lui nella sua vita non aveva mai provato prima di quel momento. Emis, nonostante tutto, anche se a fatica era riuscito a rialzarsi quando stavano insieme ed anche adesso e nonosante tutti i suoi problemi sapeva ancora dargli emozioni forti e uniche: lo aveva accolto in casa sua e adesso si ritrovava seduto a un tavolo, con persone che gli sorridevano e gli chiedevano come gli era andata la settimana, gli offrivano la colazione e la loro compagnia. Quella era davvero... Una famiglia. Una cosa che Stan non aveva mai avuto ma che Emis era riuscito a creare con gli altri con le sue sole forze, nonostante tutto.
Già, nonostante tutto.
Quanto poteva essere grato a quel ragazzo di accettare uno come lui che pensava sempre, troppo, e viveva solo il dieci per cento della sua vita, che a volte finiva per perdersi nei pensieri ed annullarsi completamente perdendosi nel suo mondo, quasi fino a metterli paradossalmente in pratica, com'era già successo, e rovinare tutto?
Questo era il punto: Stan ed Emis avevano due modi diversi di affrontare il proprio dolore e il proprio passato, e lui si rese conto che prima non faceva altro che riempirsi di scuse e pensare, visto che aveva la possibilità di farlo, mentre Emis invece lottava ogni giorno con le unghie e con i denti per affrontare la vita che era stata così crudele con lui.
Non poteva... Che ammirarlo. Ammirarlo profondamente come aveva sempre fatto senza rendersene conto. E' per questo che adesso voleva essere una persona diversa, voleva cambiare e vivere respirando a pieni polmoni, abbandonando quella vita a metà che aveva vissuto fino ad ora. Per Emis, ma soprattutto per se stesso.
Preso da queste forti emozioni si ritrovò a sorridere con gli occhi che luccicavano, Deris dovette chiamarlo più volte per farlo tornare nel mondo dei vivi e quello che gli disse lo rese ancora più contento.
Eh, cosa? Ah, si, certo! Certo che mi va! Solo... Devo capire se va anche a lui... Non so se vuole che lo accompagni. Gli parlo appena si sveglia, ma spero tanto che mi dica di si.
Ammise, con un'espressione speranzosa e felice. La settimana era iniziata proprio bene!
Poi iniziò a fare colazione con gli altri ragazzi e notò con sorpresa che quella volta si era superato coi pancakes: erano davvero ottimi! Anche la cioccolata bianca era buona e sperò davvero che piacesse tutto anche agli altri.
   
 
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