Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: HZLNL_1D    02/01/2015    7 recensioni
Dopo aver avuto soltanto delusioni, tendi sempre a stare sulle tue, a mantenere una certa distanza dalle persona, qualsiasi rapporto ci sia, tendi a mantenere una certa distanza da tutto quello che potrebbe procurarti altro dolore.
Ti abitui alla solitudine, oltre a quella esteriore, anche a quella interiore, che è peggio.
Impari a fare affidamento solo tu stesso.
È così la vita: ti toglie e ti da.
Sta a te trovare un modo per sopravvivere.
Qualcuno, per cui sopravvivere.
_______________________________
Dicono che gli opposti si attraggono.
Ma se per una volta, fossero due persone apparentemente diversi ma così profondamente uguali ad attrarsi?
Dalla storia:
"Allora, vado così ti lascio sola."
"Tanto ci sono abituata."
"Ok, vado."
"Ho detto che ci sono abituata, non che mi piace."
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 




Everything will change.





Tutti hanno dei momenti in cui sentono come di star annegando nei pensieri, Haley passava intere giornate con la sensazione di essere soffocata dai suoi. Certi giorni erano sopportabili, altri molto meno. E quello era uno di quei giorni in cui pensava che niente sarebbe riuscita a distrarla da essi.
La notte passata insonne, la mente occupata da incubi, ricordi dolorosi e pensieri soffocanti. Ciò che Josh le aveva rivelato aveva riacceso in lei un dolore che in due anni era riuscita a sopprimere, a tenere nascosto. E adesso era di nuovo lì, quel dolore che negli ultimi due anni l’aveva consumata dentro, ma che nessuno notava perché lei era brava a nasconderlo dietro un sorriso. Ma quel giorno no, di fingere sorrisi proprio non ne aveva voglia. Anche se fingere che tutto andasse bene era sempre stato un suo talento, stava iniziando a stancarsi. Iniziò a pensare che forse avrebbe dovuto spegnere i sentimenti, non provare più emozioni. Forse era quello l’unico modo per poter andare avanti, per poter sopravvivere.

Il telefono cominciò a vibrare nella tasca posteriore dei suoi jeans. Rimase a fissare il nome lampeggiare sul display, mentre si stringeva nella sua giacca nera di pelle. Era indecisa se rispondere o meno a quella chiamata, sapeva bene che Calum avrebbe capito che qualcosa non andasse non appena avesse sentito la sua voce. Gli sarebbe bastato quello. Una delle cose che aveva imparato bene in quei mesi, però, era che a Calum non andava nascosto nulla. Non era una persona da cui allontanarsi, o alla quale nascondere le cose.
Rispose.
“Ehi, Cal”
“Buongiorno Haley” Fosse stato un altro giorno, quella voce calda le sarebbe bastata a trasmetterle un po’ di buon umore e a causarle un sorriso, ma non quel giorno. Questo a Calum non passò inosservato, nonostante non fosse lì davanti a lei ma solo dall’altra parte del telefono. “Cosa c’è che non va, Hal?”
Haley trattenne un respiro e una risposta voleva dargliela, ma è difficile rispondere quando non c’è nulla che va.
“Haley” la richiamò serio, ma il rombo di una moto catturò l’attenzione della ragazza, che spostò lo sguardo dal cielo grigio alla strada.
“Cal, è arrivato Ashton. Più tardi te ne parlo, promesso.”
“Va bene. A più tardi, Hal.”

Ripose il telefono nella tasca posteriore dei jeans, avanzando verso il ragazzo in sella alla Harley ferma sul bordo della strada.
“Buongiorno” Haley provò a forzare un piccolo sorriso, ma uscì solo una smorfia impercettibile.
“Salta su, dai.” Ashton le fece cenno con la testa, fingendo di non aver notato quanto quegli occhi azzurri fossero spenti, lo sguardo stanco, il viso inespressivo e quell’aria quasi assente. Si chiese se la colpa fosse sua, ma capì che c’era qualcos’altro, non era lui l’unico responsabile del suo malumore, o almeno sperava.
Haley salì, sistemandosi come meglio poteva sul sedile nero.
“Niente scuola oggi. ” disse Ashton, accendendo il motore.
“Dove andiamo allora?”
“Tieniti forte, Bennet. ” Furono le ultime parole del biondo, prima che sfrecciasse per le piccole strade del quartiere.

Venti minuti dopo, erano ancora in sella sulla moto che sfrecciavano in strade sconosciute ad Haley. Questo le bastò per farle capire che non fossero più nemmeno ad Hornsby, e dopo che Ashton fermò la moto in una piazza a dir poco isolata, ne ebbe la conferma. Aspettò che spegnesse il motore e scese dalla moto, tirando giù la giacca di pelle mentre aspettava Ashton.
“Dove siamo?” chiese Haley, mentre osservava il biondo affiancarla.
“Non siamo ancora arrivati, vieni.” Le fece cenno con la testa di seguirlo, e non avendo voglia di obbiettare lo seguì in silenzio.
Presero una stradina stretta, l’unico rumore che infrangeva il silenzio era quello causato dalla ghiaia ad ogni loro passo. Haley mise le mani nelle tasche del suo giubbotto e alzò lo sguardo al cielo grigio, un sospirò le uscì dalle labbra senza che lei se ne accorgesse. Ashton, accanto a lei, la osservò di soppiatto mentre insieme continuavano a camminare. Riusciva a vedere quanto quel giorno fosse stanca, ma non che avesse sonno. Qualcosa la stava disturbando, e sentì il bisogno di alleggerire il peso che aveva dentro.
Ashton si fermò qualche passo più avanti quando Haley si arrestò sul posto, con un espressione confusa sul volto.
“Dove… mi stai portando?” chiese perplessa, indicando il sentiero che portava a una fitta foresta.
“Puoi semplicemente seguirmi senza fare domande?” spazientito Ashton gettò le braccia in aria. “Vieni, non ti uccido mica.”
Haley alzò gli occhi al cielo, decidendo poi di seguirlo.
Camminarono per dei minuti che ad Haley sembrarono non finire mai, e quel fastidioso silenzio era diventato assordante per entrambi, ma nessuno dei due si decideva a dire nulla.
Haley camminava dietro Ashton, facendo attenzione a non inciampare in una radice sollevata o inciampare su una roccia ricoperta di muschio. Osservava con quanta facilità lui riuscisse a muoversi, e pensò che probabilmente non era la prima volta che veniva qui.
“Non sembri molto entusiasta di essere qui con me, avresti potuto dirmi di no e ti avrei portata a scuola. ” affermò Ashton, saltando un tronco caduto per poi voltarsi e porgerle una mano.
“Non è questo, e anche fosse se ti avessi detto di no mi avresti dato ascolto?” gli chiese prendendo la sua mano e lasciando che l’aiutasse a scavalcare il tronco.
“Hai ragione, no” ghignò Ashton, mentre lasciava andare la sua mano.
Haley alzò gli occhi al cielo, infastidita dal ritorno del vecchio arrogante Ashton. O forse era il problema era lei quel giorno, pensò. Si limitò ad abbassare il capo e continuare a seguirlo.
“E allora, cosa c’è?” chiese Ashton, mentre le dava le spalle.
“Niente, non ho niente. Solo.. stanca.” Haley fu felice del fatto che si trovasse dietro a lui e che non potesse vederla, sapeva che se avrebbe visto i suoi occhi avrebbe visto di più oltre ad una semplice stanchezza.
“Trovane un’altra, questa è vecchia.” Rispose Ashton, mentre con una mano spostava qualche ramo che intralciava il loro cammino.
“Ma quanto tempo è che camminiamo?” chiese Haley cambiando discorso, fermandosi un po’ per prendere un po’ di fiato.
“Non lo so, quindici minuti o qual cosa di più, siamo quasi arrivati. ” continuò a camminare, senza preoccuparsi di aspettarla. “Dai, muoviti.” La richiamò.
Haley fece un lungo respiro, forse avrebbe dovuto almeno provarci a convincerlo a lasciarla a scuola. Non era il giorno esatto per fare un’escursione.
Dopo qualche altro metro, Ashton aprì un varco tra alcuni rami e Haley vide apparire una radura. Rimase incantata da ciò che le stava davanti, era completamente rapita da quella vista. Affiancò Ashton, e rimase a fissare il ruscello che attraversava la radura e che si gettava in un grande lago, circondato da erba bassa e fiori.
Ashton fece un gran sospiro, mentre si gustava la gran pace che regnava in quel posto. Lo aveva sempre amato, fin da quando era bambino. Gli era sempre piaciuto venire qui. Rivolse lo sguardo verso Haley, e la vide intenta ad osservare il grande lago, mentre un flebile sorriso le aleggiava in viso.
“Allora? Ti piace?”
“E’… bellissimo.” Rispose sinceramente Haley, voltandosi verso di lui. “Sono contenta che tu mi abbia portata qui. Grazie.”
Ashton annuì lentamente, spostando lo sguardo da lei al lago. Chiuse gli occhi e cercò di allontanare tutti i suoi pensieri, anche solo per un attimo. Non sapeva esattamente cosa stesse facendo, ne quale fosse la cosa giusta da fare. Sapeva che voleva passare del tempo con lei, e adesso erano lì.
Fece due passi, sedendosi poi sull’erba bassa.
“Hai intenzione di stare lì in piedi per tutto il tempo?” disse Ashton, attirando l’attenzione di Haley “Vieni qui.”
Haley si avvicinò a lui, sedendosi a fianco. Portò le ginocchia al petto, mentre cercava di non far trapelare il disagio che stava provando nello stare vicino a lui. Dopo la scorsa sera doveva stare attenta a come comportarsi con lui, o almeno sentiva di doverlo fare. Sapeva bene che quello che era successo fuori dal locale, non era una cosa da poco. Ashton si era lasciato andare, si era fidato per la prima volta di lei e non le andava di mandare tutto all’aria. Nonostante ciò però, la loro vicinanza la rendeva tesa. Forse perché molte domande riguardo Ashton le giravano per la testa rendendola inquieta, soprattutto dopo le risposte che era quasi riuscita a ricevere ma che non aveva avuto da Josh.
“Che ti succede oggi?” le chiese Ashton, rompendo il silenzio.
“Niente. Te l’ho detto, ho dormito poco e sono stanca. ” rispose senza guardarlo. Sapeva che lui invece lo stava facendo, poteva sentire il suo sguardo bruciarle addosso.
“Haley, per prima cosa guardami quando ti parlo” disse duramente Ashton, prendendole dolcemente il mento, voltandole il viso. E Haley non poté fare a meno di pensare quanto il suo tono duro fosse in netto contrasto con il suo gesto.
“Seconda cosa” continuò con un sorriso sghembo, mentre i loro sguardo si incrociavano “Ti ho già detto che non me la bevo.”
Haley sussultò, sentendosi insopportabilmente vulnerabile davanti quegli occhi verdi.
“Ieri sera, dopo che Calum mi ha riportato a casa, ho avuto una lunga conversazione con Josh” disse infine Haley, resistendo alla tentazione di abbassare lo sguardo.
“Avete ancora discusso per me?”
“No, ma è stata comunque una conversazione che mi ha dato molto da pensare. Tutto qui.” sentì gli occhi riempirsi di lacrime e abbassò velocemente lo sguardo. Fece appena in tempo a cacciare via le lacrime, che Ashton le sollevò nuovamente il viso, restando a fissare intensamente quegli occhi azzurri e lucidi.
“Ma continua comunque a non piacergli l’idea che…” Haley si fermò, indecisa se continuare o meno, ma Ashton l’anticipò.
“Che tu passi del tempo con me” concluse, ridendo amaramente. Questa volta fu lui a distogliere lo sguardo, voltandosi verso il lago.
Haley invece restò a guardare lui, pensando che forse quelle domande avrebbe dovuto farle direttamente a lui e che quello fosse il momento giusto.
“Perché?” gli chiese improvvisamente, lui non si mosse ma era certa che avesse capito a cosa si riferisse.
“Questo dovresti saperlo tu” rispose duramente, serrando la mascella.
“L’unica cosa che so è che Josh ti ritiene un pericolo per me” rispose Haley, quasi infastidita e adesso era lei che desiderava che Ashton si girasse a guardarla negli occhi. Ma non disse niente.
“Hai pensato che magari dovresti ascoltarlo?” Ashton si alzò, allontanandosi di qualche passo da lei. Si passò una mano tra i ricci biondo cenere, per poi fermarsi a guardare il cielo cupo “Magari sono davvero un pericolo per te” disse ancora, dandole le spalle. A quel punto Haley si alzò, piazzandosi davanti a lui. Ashton abbassò lo sguardo e i loro occhi si incontrarono ancora.
“Ti ho già detto cosa ne penso. Sono disposta a ripeterlo ancora, se serve.” Ammise.
“Haley..” Ashton le si avvicinò, poggiandole una mano sul viso “Ciò non toglie il fatto che ti farai del male.”
“Non m’importa..” sussurrò decisa “Voglio solo sapere perché Josh vuole che ti stia alla larga, dimmelo.”
“Non sono affari tuoi, Haley.” Ashton tolse bruscamente la mano, cercando di allontanarsi ma Haley afferrò il tessuto nero della sua maglia, costringendolo a voltarsi.
“Sono anche affari miei. Ci sono dentro anche io adesso, che ti piaccia o no.” 
“Mi occupo della mia famiglia, okay?” sbottò Ashton, alzando la voce “Mi procuro soldi per poter dare una mano a mia madre, perché siamo nella merda. Siamo soli, noi, non ci aiuta nessuno. Ma questo tu non puoi capirlo. Non puoi capire cosa significa, tu hai Josh che ti facilità tutto. È facile per te. ” concluse, con un sorriso amaro sul volto.
Per Haley fu come ricevere un pugno nello stomaco. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e provò odio per se stessa, per non riuscire ad essere più forte quel giorno. Rimase zitta per qualche secondo, perché sapeva che se solo avesse detto qualcosa sarebbe scoppiata lì davanti a lui, rendendosi più vulnerabile di quanto già non fosse.
Ashton s’immobilizzò, pentendosi di essersi fatto prendere dalla rabbia e dai risentimenti, sfogandosi così su di lei. Vide una lacrima rigarle il viso e d’istinto fece un passo verso di lei, che però indietreggiò. Fu in quel momento che Ashton si fermò a pensare alla famiglia di Haley. Non li aveva mai visti, non erano lì con lei. Aveva letto di loro nel suo diario la sera in cui si era fermato da lei, e fu allora che capì.
“Haley, io…” tentò ancora di avvicinarsi, ma ogni volta che lui faceva un passo lei indietreggiava.
“Portami a casa. ” disse Haley, un tono freddo e inespressivo che Ashton non le aveva mai sentito usare.
“Haley, stammi a sentire”
“Hai già detto abbastanza, Ashton. Voglio tornare a casa. ” disse ancora Haley, e quando puntò gli occhi arrossati in quelli di Ashton, quest’ultimo non riuscì a ribattere.

Non appena la Harley rallentò davanti il vialetto, Haley saltò giù dalla moto senza pensarci due volte. Attraversò spedita il piccolo prato verde, ignorando la voce di Ashton che le chiedeva di fermarsi.
Aprì velocemente la porta, con la paura che la raggiungesse, e non appena entrò si chiuse la porta alle spalle. Poggiò la schiena contro il legno bianco, lasciandosi lentamente scivolare fino a ritrovarsi a terra, con le ginocchia strette al petto.
Chiuse gli occhi, mentre le parole di Ashton continuavano a rimbombarle in testa. Nascose il volto tra le braccia, lasciando andare le lacrime che aveva a stento trattenuto fino ad allora. Non seppe quanto rimase in quel modo, forse secondi o forse minuti, non le importava in quel momento.
Sentì qualcuno bussare alla porta e si alzò velocemente, cercando di asciugare in fretta il volto e apparire normale, non come se fosse appena crollata. In quel momento non si mise a pensare chi potesse esserci dietro quella porta, ma quando aprì e vide chi fosse, si pentì di non averlo fatto.
Tentò di chiudere la porta, ma Ashton le impedì di farlo, bloccandola con un piede.
“Haley, ascoltami.”
“Devi andartene, Ashton” disse Haley senza guardarlo e tentò di chiudere la porta, ma Ashton fu più veloce di lei e riuscì ad entrare. Chiuse la porta e la spinse verso essa, mettendola con le spalle contro il legno.
“Hai pianto ancora” le sussurrò a pochi centimetri di distanza dal suo viso “Mi dispiace, non volevo..” le accarezzò il viso, mentre la guardava insistentemente negli occhi. Negli stesso occhi azzurri che poco tempo prima evitava, per paura di annegarci dentro. E pensò che ormai era successo, che quei occhi non li avrebbe dimenticati facilmente.
“Vattene, Ashton” ripeté debolmente Haley. Lui però ignorò quelle parole e avvicinò il viso a quello di lei, fino a sfiorarle il naso. Le lasciò un leggero bacio sulle labbra, allontanandosi nell’attesa che Haley reagisse o cercasse di spingerlo via, ma quando vide che non fece nessuna delle due cose, la baciò ancora, questa volta con più decisione. La sollevò per le gambe, intrappolandola tra il suo corpo e la porta. Haley legò le braccia intorno al collo del biondo, mentre ricambiava il bacio. Fu Ashton a interrompere il bacio, lasciando la sua fronte su quella di lei. Rimase a fissarle le labbra arrossate e leggermente gonfie, mentre sentiva il suo respiro pesante. La mise giù, e dopo averla presa per mano salirono in fretta le scale, dirigendosi verso la camera di Haley.
Non appena chiuse la porta alle loro spalle, la sollevò portandola sul letto e mettendosi sopra di lei mentre si teneva sui gomiti per non pesarle.
“Mi mandi completamente in confusione” sussurrò Haley.
“Direi che siamo pari allora” Ashton fece un sorriso tirato, mentre le scostava una ciocca di capelli dal viso. Si avvicinò lentamente, per poi morderle il labbro inferiore e lasciarle subito dopo un piccolo e casto bacio.
“Cosa stiamo combinando, Ashton?” chiese in sussurro, mentre gli poggiava una mano sul viso.
“L’errore più grande della nostra vita, probabilmente” Ashton chiuse gli occhi e la baciò ancora. Haley fece lo stesso e in quel momento, tutto in torno a loro sparì. Niente più ansia, niente Josh, niente segreti, niente domande, niente problemi. Solo i loro corpi vicini, le loro labbra in continuo contatto e i loro respiri irregolari. E stavano bene, in quel momento. Così bene da non voler interrompere quel momento, eppure lo fecero. Haley rivolse un piccolo sorriso ad Ashton e lui ricambiò, mentre entrambi si chiedevano cosa fosse appena successo.
“Te l’ho detto, che finiremo col distruggerci” disse Ashton, spostandosi da sopra di lei e scivolandole di fianco.
“Magari adesso è troppo tardi per poter fare finta di niente” affermò lei, poggiandosi su un fianco.
Ashton stava per rispondere, quando il suo cellulare cominciò a suonare. Lo estrasse dalla tasca dei jeans neri e vide il nome che lampeggiava sul display capì che si trattasse di qualche incontro, così rifiutò la chiamata e ripose il cellulare in tasca. Avrebbe chiamato più tardi.
“Non rispondi?” gli chiese Haley.
“Richiamerò dopo. Adesso vieni qui” le porse una mano, attirandola a sé. Haley poggiò incerta la testa sul petto di lui, e si lasciò stringere.
“Haley, mi dispiace davvero per prima. Ferirti è l’ultima cosa che voglio fare..” le sussurrò, mentre con la mano destra disegnava dei piccoli cerchi immaginari sulla schiena di lei.
“La mia famiglia.. è morta due anni fa, in un incidente stradale” gli confessò Haley, dopo qualche secondo di silenzio. “Josh mi ha adottato due anni dopo la loro morte, per questo mi sono trasferita qui.”
“Io.. non immaginavo che.. scusa.” La strinse più forte, sentendosi in colpa. Sapeva quanto fosse doloroso perdere una persona cara, e si chiese come fosse riuscita a nascondere un dolore così grande per tutto questo tempo. E rimasero in quel modo, stretti uno nelle braccia dell’altro, inconsapevoli che da quel momento sarebbe cambiato tutto. 




________Spazio autrice__________

BUON ANNO !! 
♥♥♥

Giusto un pò in ritardo, ma ci sono. Ecco il capitolo, spero sia di vostro gradimento e mi scuso per eventuali errori nel testo. Sono un pò di fretta e non posso dire quello che vorrei, lo farò nel prossimo capitolo. Scusate per il ritardo.
Grazie a tutte.
Baci,
Giada

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: HZLNL_1D