Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Egomet    15/11/2008    2 recensioni
Seguito de 'La macchina del capo ha un buco nel...motore'. Davide e Alice sono tornati, ma non sono soli. Tra Calvin Klein, i genitori, gli amici e una casa da ridipingere... come andrà a finire?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Qualsiasi riferimento a persone o fatti è puramente casuale.

 

 

Davide si alza, si stiracchia sbadigliando rumorosamente; si gratta la testa, ancora assonnato, e guarda la sua camera.

Sembra tutto l’opposto di qualche giorno fa. Le mani miracolose della sua ragazza (che sanno fare bene anche altri servizi, gli viene da pensare) hanno messo tutto a posto. I vestiti in lavatrice, messi con ordine nei tiretti, cianfrusaglie al loro posto e il tutto in un solo pomeriggio.

Ma questo è abbastanza normale per chi conosce Alice.

È un concentrato di nitroglicerina.

Il ragazzo si infila un paio di pantaloni di tuta e va in bagno a lavarsi. Mentre si sciacqua il viso accende il cellulare, e trova un messaggio.

“Buongiorno capo!!! Ancora a letto, eh? Mmm, visto che la tua stanza sembra mooolto meglio ora? Oh, dimmela una preghiera, che oggi ho un bastardo di quelli… peggio di te! Scherzo! Buona mattinata!”.

Sorride ma è anche tranquillizzato da quel messaggio. Lei c’è, lo pensa.

Ma non le risponde.

Decide di farsi la barba quella mattina e perciò si attarda un po’ di più.

Poi controlla l’orologio; le undici e cinque. Wow, di già?

Gli torna in mente che deva andarsi a comprare i quaderni e le robe per le lezioni.

Detesta il pensiero di dover tornare sui banchi dell’università, ma è obbligato.

Sbuffando si infila la maglietta, i jeans e si mette la giacca. Prende le chiavi e chiude la porta.

Mentre scende le scale incrocia la portinaia.

Educato la saluta con un

-Buongiorno signora Martini-

La signora smette di spolverare il pavimento dell’atrio e lo guarda.

-Buongiorno, buongiorno… eh sapesse il buongiorno che mi hanno dato…- dice col suo fiorentino.

-Perché, che le è successo?- domanda il ragazzo, fermandosi sulla soglia.

-Eh, sapesse! Il signor Del Mastro, tanto per cambiare, ha fatto reclamo! Secondo lui l’ascensore è soffocante perché si sente troppo odore di fumo! Come se fosse colpa mia!- dice la signora, tornando a spazzare e sospirando.

-Dovrebbe invece dire al signor Corsini di fumare di meno nell’atrio! Eh, ma quello lì…-

-Non si preoccupi- dice Davide, sorridendo comprensivo.

Conosce bene che razza di piantagrane sia il signor Del Mastro, sembra che ne debba trovare una per tutti.

-…lui brontola su tutto. Buona giornata, signora Martini- fa il gesto di andarsene.

-Aspetti un attimo, ragazzo!- la voce della portinaia lo richiama e si affaccia all’uscio.

-Sì?-

La signora Martini stringe la scopa e lo guarda da dietro le lenti con occhi saputi.

-Complimenti, la ragazza che ha portato qui l’altra sera è molto gentile. Altro che la coppia di sposini… quelli proprio…-

Davide fa un gran sorriso, immensamente divertito.

-Eh, lo so. Siamo tra l’incudine e il martello- risponde.

-Che il Cielo ci aiuti! Buona giornata-

-Anche a lei-

 

Chiude il portone con un rumore che rimbomba, e crede di aver sentito l’anziana portinaia lamentarsi ancora. Ride, si mette le mani in tasca e inizia a passeggiare.

Non prende la Opel, ma va a piedi fino al pasticcere.

Compra due bei cannoli siciliani, li mette con cura in una busta e poi riprende la sua passeggiata. Si ferma alle undici e venticinque, più o meno, davanti alla scuola.

Il liceo classico ha i cancelli in ferro arrugginito; il ragazzo li oltrepassa e si siede tranquillamente ad un muretto del cortile. Poco dopo suona la campanella e una marea di adolescenti si riversa fuori. Qualche ragazza è accompagnata da un ragazzo, qualcun'altra ne aspetta uno accanto ad un motorino; qualche ragazzo si rintana dietro le mura per fumarsi la sigaretta.

Davide la cerca con lo sguardo, ma lei è più veloce.

-Mani in alto-

Alice simula una pistola tenendo puntato l’indice contro di lui; sorride e gli si avvicina. Lui sta al gioco e sorride.

Alza le braccia, avvicinandosi.

-Mi vuole rinchiudere, sceriffo? Mettere in catene?- alza un sopracciglio.

-Sì, ma non sai che tipo di catene sono…-

Si avvicina e lo bacia sulle labbra per poco più di venti secondi. Poi si stacca e batte le mani.

-Che mi hai comprato?-

-Fame, eh?-

Escono dal cortile e camminano senza tenersi per mano.

Il ragazzo le porge il suo cannolo, non senza aver lasciato intendere un doppio senso, e ridendo inizia anche lui a mangiare.

Poco dopo, consumato il dolce, Alice si prende fra pollice ed indice una striscia di pancia.

-Guarda, ho fatto una collina- dice.

-Se continui così diventi grassa come la signora Martini, eh?- commenta Davide, terminando il dolce.

-Però io sono molto più carina di lei, vero?- ribatte lei con un sorriso a trentadue denti.

-Ah, non so… sai che è migliorata? Ora ha smesso di lamentarsi mattina e sera, lo fa solo dalle dieci a mezzogiorno…-

-Ma dai, ce l’ha ancora col tipo che si arrabbia sempre?-

Alice prende dallo zaino un pacchetto di sigarette.

Davide lo nota e la guarda eloquente.

-Malfidato!- la ragazza si accorge del suo sguardo e si alza in piedi -sempre a pensar male! Guarda invece che faccio?-

Prende la mira e lo lancia verso un cestino, facendo centro perfetto.

Alza le braccia, sorridendo.

-Canestro! Visto come sono brava?-

-Bravissima, sul serio…- lui la invita a sedersi a cavalcioni su di lui.

-Visto che quando voglio…- comincia la ragazza.

-Era vuoto, vero?- chiede Davide, interrompendola e sorridendo strafottente, poggiando la propria fronte sulla sua.

-Sta migliorando, Holmes…- sorride complice la ragazza.

Poi si baciano.

 

-Certo, elementare Watson…- Davide la stringe di più, poggiandole una mano sul sedere.

Alice si stacca per un attimo, il tempo che basta a dire

-Mi porti a casa?-

-Aspetta un secondo…-

Si stacca e prende dalla tasca il resto dei cannoli; poi ad un edicola lì vicino compra un giornale.

Riprendono a camminare.

-A che ti serve?- chiede curiosa lei, cercando di sbirciare.

-Sono offerte di lavoro… dovrò guardarmele uno di questi giorni…- risponde togliendoglielo alla vista.

-Perché non rapini una banca invece?-

-Perché dovrei?-

-è molto più semplice, no? E poi coi soldi mi compri tutti i gioielli che voglio…-

-Ma io non lavoro per comprarti gioielli, esci dal paese delle meraviglie…-

-Ah ah ah- fa lei ironica -che battuta originale. Ora che ci penso, è un’idea assurda-

-Bene, ammettere uno sbaglio è costruttivo…- commenta il ragazzo.

-Ma che hai capito? Intendo che tu non saresti mai capace di svaligiare una banca!-

Lo guarda sorpreso e incredulo e scoppia a ridere.

Davide fa il finto offeso.

-E così io non ne sarei capace, eh?- chiede, mordendosi il labbro.

-No, per nulla. Io sì…-

Lui cerca di tirarle un buffetto ma Alice è più veloce e lo ricambia, andando a segno.

Giocano così, ridendo e scherzando, arrivando al portone dell’appartamento di lui senza preoccuparsi dei brontolii del signor Del Mastro, che sicuramente ci troverebbe da ridire.

 

 

Qualche ora dopo, Alice, sudata e nuda risale accanto a lui da sotto le lenzuola. È maliziosa, dolce e si abbraccia al torace del ragazzo, nascondendosi nell’incavo del collo.

-Hai sempre lo stesso stupido sorriso ogni volta che lo facciamo…- commenta.

Davide fa una mezza risata e la abbraccia.

-Sono contento, no?-

-Mah, chissà…-

-Come chissà?- chiede perplesso.

-Chissà se è vero… o lo dici solo per dire-

-Non ti fidi di me?- domanda, alzandosi e guardandola serio.

Lei lo guarda e fa un sorriso furbo.

Lo sguardo di lui va su tutto il suo corpo nudo.

Alice se ne accorge e afferra il cuscino, nascondendoci il volto.

-Non guardarmi!- borbotta da sotto.

Poi un bacio troppo audace sul ventre la fa rabbrividire.

Davide risale sulla pancia, sui seni fino ad arrivare alla bocca.

Lei esce da sotto il cuscino e lo bacia a stampo.

-Ma smettila…- ride lui sulle sue labbra.

Passa altro tempo, poi la ragazza si scioglie dall’abbraccio.

-Ora di pranzo, vado a casa. Che facciamo a pomeriggio?- chiede, rivestendosi.

-Boh, veramente… sarei impegnato…-

Davide si siede, guardandola infilarsi le scarpe.

-Perfetto, così non mi rompi. Io e Giò andiamo a fare shopping- dice tranquilla, alzandosi in piedi e sistemandosi i capelli.

Lui alza un sopracciglio.

-Non sei neanche un po’ sospettosa?- la provoca.

Alice si volta, le mani sui fianchi e un’espressione furba.

-Dovrei essere gelosa di te?-

Si avvicina al letto nuovamente, e Davide sorride, sdraiandosi.

-Di un ragazzo che non riesce a rapinare una banca per comprarmi i gioielli… e che soprattutto…- mentre lo dice lo sovrasta con le braccia.

-Che soprattutto?-

-Che soprattutto non ha il coraggio di andare a casa dei miei- conclude maliziosa.

Il ragazzo sbuffa, accigliandosi.

-Sei sempre una rompiscatole…-

-E tu sei sempre uno sfaticato. Dai che me ne vado-

Va alla porta e pensa di oltrepassarla, ma poi si volta. Piega la testa di lato, osservandolo mentre si siede meglio e sbadiglia.

D’improvviso corre di nuovo da lui, gli salta in grembo e lo bacia a lungo stavolta. Poi si stacca tenendosi vicina al suo volto.

-Ti piacciono i capelli? Li ho fatti ieri…- dice piano, cambiando totalmente tono.

-Sono bellissimi, sai prima sembravi un cespuglio di rovi …- le dà un altro bacio.

Alice ride, Davide si fa serio e le sposta con due mani i capelli dalla fronte, guardandola negli occhi.

Lei ricambia, poi si sente arrossire e abbassa lo sguardo.

La risposta al suo gesto è un sorriso semplice, che tanto le piace. Cerca di togliersi dall’imbarazzo, sposta lo sguardo a destra e dice

-Passa un buon pomeriggio allora…-

-Anche tu. Cerca di non uccidere nessun commesso, d’accordo?-

-Promesso-

-E se non hanno la tua taglia…- dice Davide, sorridendo e tenendo sempre le mani sul suo volto.

-…devo contare fino a dieci prima di rispondere cose brutte, lo so…-

Alice si scioglie dalla stretta del ragazzo e lo saluta, prima di scendere le scale del condominio. Arrivata nell’atrio dà uno sguardo curioso alla signora portinaia.

Esita un attimo, poi sfodera il miglior sorriso di cui dispone, un sorriso di chi è veramente felice e ha la capacità di trasmetterlo anche agli altri.

-Buongiorno signora Martini!- le dice passandole davanti. La signora alza gli occhi e la guarda uscire dal portone tutta allegra.

Scuote la testa e torna a pulire.

Non ha ancora capito bene se questa Alice dovrà rimanere a lungo nel palazzo, ma di una cosa è certa.

Quella ragazza è migliore della coppia di sposini. Chissà che non riesca a far tacere il signor Del Mastro un giorno.




Per Riza28: felice di averti ritrovato, e spero che anche il secondo capitolo ti piaccia.
Grazie anche a chi legge soltanto.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Egomet