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Autore: StClaire    02/01/2015    3 recensioni
Bianca ha 19 anni, ama le feste illegali, gli amici, gli animali e uscire dalle regole ogni tanto, anzi spesso.
Vittorio ha una trentina d'anni è sposato ed è il commissario della zona che frequenta Bianca, un caso? Ama la tranquillità, le moto e odia chi non ubbidisce ai suoi ordini.
Un ordine dall'alto e un fermo tutt'altro che felice, i due si ritroveranno a collaborare. A stretto contatto.
Una "guerra" come la definisce il procuratore, una "vittima" come si definisce Bianca e un "Batman dei poveri" come si definisce Vittorio.
Dal testo:
- Sicuro di essere sposato? –
- Come scusa? –
- Sicuro di essere sposato? – chiese di nuovo le indossando una felpa.
- Come fai… -
- A saperlo? Semplice. Ho chiesto in giro. A quanto pare siamo in due ad indagare qui – esclamò sorridendo.
- Io non indago sulla tua vita privata –
- No, certo che no, ma ultimamente sei costantemente presente. Allora, dimmi. Che vuoi stavolta? –

Siete avvisati! Linguaggio forte, anzi scorbutico e tematiche delicate, come la droga, ma trattate con molto rispetto.
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Smash up

- Vittorio, cazzo fermati, hai dato già abbastanza spettacolo! -
Sentivo il braccio di Corrado fermarmi, ma il mio sguardo era fisso dove era sparita Bianca.
- Cazzo! - strattonai la presa da Corrado e tirai una manta alla porta.
- Vieni - Corrado mi fece entrare nella stanza dove un secondo prima c’era Bianca.
Mi portai le mani al viso. Avevo delle fitte dolorosissime alla tempia. Dio che casino.
- Allora? - la voce di Corrado mi incalzava.
- Allora cosa? - dissi continuando a guardare nel vuoto.
- Sei davvero così stupido Vittorio? -
Lo guardai continuando a non capire.
- Sei davvero uno stronzo. Uno, sei uno stronzo verso tua moglie, due, sei uno stronzo verso Bianca, tre, sei un coglione perché ti sei dimenticato che in queste cazzo di stanze ci sono le telecamere -
Alzai di scatto gli occhi verso l’angolo della stanza. Vero, c’erano le telecamere.
- Non m’interessa delle telecamere - risposi accasciandomi sulla sedia.
Corrado mi guardò con fare incazzato.
- Ok, vada per le telecamere, tanto a parte qualche cretino di agente nessuno ha visto altro. Ma di Bianca? T’importa qualcosa? Dio, sei uno stronzo! È una ragazzina! Cazzo, quello non è semplice affetto! Non ti facevo un tipo del genere - finì la frase in modo sprezzante.
Lo guardai.
- Che genere? - domandai. Strinsi forte i braccioli della sedia. Al suo mutismo risposi io per lui.
 
*
 
Vittorio lasciò il suo ufficio e si preparò a uscire. Quelle settimane erano state tremende. Problemi a lavoro, che poi si portava a casa, che si aggiungevano a quelli che erano già lì ad attenderlo.
“Che periodo di merda” si ritrovò a pensare, mentre selezionava il garage sui pulsanti dell’ascensore. Scosse il capo. A lavoro doveva fare i conti con tutto ciò che era successo con Bianca e con il fermo di Emiliano e di quell’altro stronzo di spacciatore. A casa, doveva fare i conti con la moglie. Che ogni qualvolta che tornava a casa, lo guardava speranzosa toccandosi la pancia. E con sé stesso, doveva fare i conti con i suoi sentimenti per Bianca. Chiuse gli occhi e si appoggiò alla parete fredda e metallica. Aveva un gran mal di testa. Quando finalmente l’ascensore annunciò l’arrivo a -1, Vittorio inspirò profondamente e uscì. Si recò a grandi passi verso la sua macchina. Oltrepassò un paio di autopattuglie, salutò qualche agente di cui non vedeva nemmeno il volto, e poi si fermò di blocco innanzi allo spettacolo della sua macchina sfasciata.
- Ma che cazz… - non poté finire la frase, perché un forte dolore, lo colpì dietro la nuca. Si piegò, lasciando cadere ciò che aveva in mano. Si girò di scatto, proprio nel momento in cui vide l’aggressore caricare un altro colpo con una mazza. Si scansò velocemente di lato, per evitarlo.
L’aggressore si sbilanciò, per la forza del colpo andato a vuoto, e Vittorio lo prese per le spalle, prendendosi una bella gomitata. Sentì il sangue arrivargli in bocca. Intanto degli agenti erano arrivati sul posto, attirati dal trambusto. Vittorio colpì lo sconosciuto con un pugno, che per risposta indietreggiò barcollando. Quando finalmente gli agenti riuscirono a bloccarlo, Vittorio si avvicinò al tipo e gli scoprì il viso dallo scalda collo tirato su, fino sotto gli occhi.
Rimase impietrito.
- Emiliano? -
 
*
 
- Non ti ringrazierò per avermi lasciato andare senza che mi facessero niente - esclamò Emilio.
- Non me ne fotte un cazzo del tuo ringraziamento - dissi buttando la sigaretta a terra - Dio, come cazzo ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? - gli chiesi.
Eravamo fuori la questura. Avevo chiesto a Corrado di non punire Emiliano in nessun modo. Quello non era un attacco a uno sbirro. Ma alla mia persona e me la sarei vista io.
- E a te com’è venuto in mente di scoparti la mia amica e poi lasciarla per tua moglie? Cioè, cazzo, sei uno stronzo, è pure incinta! Fai schifo al cazzo, sbirro! -
Dovetti trattenermi da dargli un altro pugno. Magari avrei potuto conciare quello destro, come quello sinistro.
- Senti Emiliano, io non sapevo che mia moglie fosse incinta! Non stavamo neanche insieme quando è successo quello che è successo con Bianca! - esclamai.
- “Quello che è successo con Bianca”? Ma ti senti? Sbirro del cazzo! - fece per andarsene, ma lo trattenni.
- Non fraintendermi cazzo! - urlai, ero veramente stanco. Più cercavo di mettere le cose apposto più quelle mi scoppiavano in faccia.
Lo guardai.
- Come sta lei? -
Lui mi guardò, forse vedeva la mia stanchezza, perché mi concesse una risposta. Sincera.
- Male, come vuoi che stia? Le hai spezzato il cuore. Non so cosa fosse lei per te, ma io credo, anzi, ne sono scuro, che lei di te fosse innamorata. La conosco da quando era piccola, e credimi, non l’ho mai vista stare male per un ragazzo… o un uomo -
Detto questo, mi lasciò da solo fuori la questura. Con un vuoto dentro, ancora più grande di prima.
 
P.O.V. Bianca
 
- Che cazzo hai fatto? - esclamai guardando l’occhio nero di Emiliano.
- Niente, mazzate in un bar - rispose lui.
Lo guardai per qualche secondo. Si, era possibile.
- Te? Che mi racconti? -
Io alzai le spalle. Era un periodo che mi sentivo abbastanza vuota e idiota. Per quanto avessi odiato la moglie di Vittorio, adesso mi sentivo in colpa. Che stronzo.
- Non dirmi che stai pensando a quel cazzo di sbirro - disse Emiliano con un tono veramente scocciato.
Lo guardai sgranando gli occhi. Era così palese.
- Hai gli occhi lucidi. Senti, è uno stronzo, basta. Lascia perdere. Lo dimenticherai -
Quel pensiero mi fece star ancor più male. L’idea di dimenticarlo mi torceva lo stomaco.
- Senti, che ne dici stasera ce ne andiamo a bere qualcosa, io, te, Ale e qualcun altro? -
Annuì.
- Si, magari mi terrà la testa occupata -
Lui mi baciò la fronte con una dolcezza che non aveva mai avuto prima. Sorrisi.
- Ti voglio bene -
- Anche io -

 

Chiedo perdono come mio solito!
Non sono riuscita neanche a rispondere alle recensioni, e mi dispiace tantissimo!
Purtroppo è stato un periodo incasinatissimo, un po' per le feste, un po' per il lavoro. Spero di riuscire a ritrovare il ritmo giusto per le pubblicazioni!
Intanto vi auguro buon anno!
Spero abbiate passato delle belle feste!
Alla prossima (prima di un mese, giuro!)

Un bacio
StClaire
  
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