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Autore: LauraPalmerBastille    02/01/2015    14 recensioni
Quando il panico sta per assalirlo, una voce calda e tranquilla lo riporta alla realtà.
“Va tutto bene?” chiede semplicemente. Nico apre gli occhi, ritrovandosene un altro paio verde acqua di fronte. Due occhi grandi, con un colore indefinibile.
Potrebbe dire che sono due bellissimi occhi verdi prato, ma non sarebbe la verità, visto che in quei occhi per qualche attimo ci vede anche una distesa d'acqua.
“Io sono Percy” dice il proprietario di quegli occhi, allungando la sua mano verso il più piccolo.
E l'unico pensiero di Nico è "questa volta o mi salva o mi ammazza".
*
[...]
Il ragazzo di prima che, con mutande decisamente molto succinte che non lasciano spazio all'immaginazione e una maglietta bagnata, balla (o forse il termine strusciarsi sarebbe più appropriato) su quell'asta metallica.
Il più piccolo non ne è sicuro, ma sicuramente il suo viso sta andando a fuoco. Di rabbia, di stupore, di imbarazzo, non si sa.. ma sta andando a fuoco.
“Ci hai portato in uno strip club!?” urla, senza però riuscire a sovrastare il rumore della musica.
Strippub, come ha fatto a non arrivarci prima!?
*
[Pernico]
[A tratti Jasico]
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Save me, Percy Jackson.



.... Io ci ho provato. Lalalalala.
Buona lettura:D

 

Jason!” urla, dimenandosi come un pazzo. “Jason lasciami! Bastardo! Sei un bastardo!”
E l'aria sembra abbandonargli i polmoni quando, con un tonfo, il biondo lo ha fatto cadere sul sedile della macchina; per poi chiudere con forza la portiera dietro.
Jason!” urla di nuovo, provando ad aprire la portiera. “Tu, brutto idio--” ma non fa in tempo a finire che due forti mani gli hanno spinto le spalle contro il finestrino della macchina.
Nico si ritrova con le spalle addosso alla portiera, ed il viso dell'amico di fronte al proprio.
Nico” ansima Jason, ancora stanco per aver trasportato l'altro fino alla macchina. “Devi calmarti!”
Il più piccolo spalanca gli occhi, per poi scuotere la testa. “Io calmarmi!? Non dovevi portarmi via! Sei uno stupido, uno stupido!”
Inizia a dimenarsi, cercando di levare le mani del compagno dalle sue spalle. “Fammi rientrare lì dentro! Lo uccido! Lo uccido come ha fatto lui con la mia famiglia! Lo ammazzo!”
Jason stringe con più forza le spalle del più piccolo, scuotendolo. “Nico!” quasi urla con voce dura e forte. “Guardami negli occhi.”
Il moro punta le sue iridi scure in quelle chiare dell'amico, ed è come se tutto quello che fino a quel momento gli ha bruciato lo stomaco, ora scorra via dal suo corpo.
Jason” sussurra, mordendosi il labbro.
Guardami” dice, spostando la mano dalla spalla alla sua guancia. “Non sono io il tuo nemico.”
Nico annuisce piano, mentre abbassa lo sguardo. “Io..."
Tu” lo interrompe l'altro, prendendogli il mento tra le mani ed alzandogli lo sguardo. “Sei sconvolto, e ne hai tutte le ragioni. Quell'uomo è un pezzo di merda, e ti giuro su tutto quello che vuoi che ti aiuterò ad incolparlo” dice, stringendo appena il mento tra le sue dita.“Ma adesso devi controllare le tue emozioni. Loro non ti comandano, Nico.”
La rabbia del moro si scioglie dentro di lui e, di nuovo, si ritrasforma in nero. Quel nero che non sa come fa uscire dal suo corpo.
E singhiozza. Di nuovo. Per l'ennesima volta. E solo gli dei sanno quanto vorrebbe riuscire a trattenere quelle maledette lacrime dentro di sé, e non farsi vedere così debole.
Eppure il dolore è così tanto da sopraffarlo completamente, senza che lui possa nemmeno provare ad opporsi.
E così le lacrime continuano a scendere sul suo viso. Calde, roventi. Fanno male. Male fisico.
E nessuno può capire il dolore che lui sta provando, si dice. Nessuno saprà mai cosa significa perdere tutta la famiglia. Nessuno saprà mai cosa significa rimanere completamente soli da un momento all'altro. Nessuno sa cosa significa perdere tutto. Non avere più nessuno vicino. Non poter più vedere le uniche persone che ti erano vicine. No, nessuno lo sa.
E fa male. Questo è il suo unico pensiero. Fa male.
Non ci riesco, Jason...” singhiozza. E porta la sua mano su quella del biondo, stringendola.
Jason fissa la piccola mano di Nico ricercare la sua, per poi stringerla. Un moto di protezione scoppietta dentro di lui, per poi esplodere più violentemente del solito.
Sgrana gli occhi, e l'unica visione che ha davanti è quella mano che lo cerca.
Di impeto prende il corpo del più piccolo tra le sue braccia, e lo stringe forte. Poggia le sue labbra sulla sua tempia, per poi sussurrargli parole confortanti all'orecchio.
Ripetilo nella tua mente” dice, incrociando le sue dita con quelle del più piccolo. “Ripetiti che loro non ti comandano. Tu sei più forte.”
E poi fa qualcosa di decisamente inaspettato. Avvicina il suo volto a quello del più piccolo, e poggia le sue labbra sulla guancia bagnata. Come se volesse raccogliere una lacrima, asciugarla.
Nico sussulta sorpreso, ma non parla. Il senso di colpa lo assale, e le lacrime continuano a scendere imperterrite.
Non farlo, Jason” singhiozza quindi, poggiando la testa sulla sua spalla. “Non affezionarti a me. Io sono perso ormai, non voglio trascinarti con me.”
Non sei perso, Nico” gli dice il biondo, stringendo la mano del più piccolo con più forza. “Finchè ci sono io non sei perso.”
Non voglio trascinarti giù con me, Jason!” singhiozza di nuovo Nico, scosso dai tremiti.
Nico” lo richiama, allontanandosi piano ed incrociando i suoi occhi scuri pieni di lacrime. “Non sei tu a trascinarmi giù con te, ma sarò io a riportarti su con me.”

*

Nico fissa gli occhi verdi dell'altro, e ci sprofonda. Le mani strette intorno ai suoi polsi fanno male. Quel contatto gli fa maledettamente piacere. E il solo pensiero che è tutto per finta lo uccide.
Percy non è interessato a lui, ed anche se fa male lo deve accettare. Le lacrime scendono giù dai suoi occhi, anche se vorrebbe ritirarle tutte dentro.
“Nico” sussurra il più grande, con la sua voce bassa e quasi roca. “Ti prego, ascoltami.”
“Allontanati Percy” risponde il più piccolo, senza spostare il suo sguardo da quello ferito ma determinato dell'altro.
“Non è come pensi.”
“Quei messaggi non lasciavano molto spazio all'immaginazione.”
“Avevo bisogno di soldi!” esclama quindi, stringendo la presa sui suoi polsi. “Che alla fine non ho nemmeno ricevuto, visto che non ho portato a termine il mio lavoro!”
Nico aggrotta le sopracciglia, e la presa sui suoi polsi inizia a fargli ancora più male. Il suo cuore si blocca per un secondo, e le gambe gli tremano. “Cosa intendi?”
“Avrei dovuto sedurti fino a quando Jason non sarebbe entrato nel bagno ma io... io non l'ho fatto.”
Eccolo, l'ultimo battito del cuore di Nico. “Tu...”
“Io non ho fatto tutto per lavoro. Nico, io te lo giuro, non vado fiero di nulla. Se potessi scegliere cambierei mille cose della mia vita, ma non quel giorno. Quello lo lascerei così.”
Le guance del più piccolo vanno a fuoco, e il fatto che Percy lo tenga per i polsi inizia a diventare positivo, visto che le sue gambe non hanno più intenzione di sorreggerlo.
“Tu... mi hai invitato ad uscire perchè eri attratto da me?”
Percy lo fissa negli occhi pieni di lacrime per qualche secondo, per poi staccare una mano dal suo polso e posarla sulla sua guancia. Asciuga una lacrima, per poi sospirare ed annuire.
“Ti ho invitato ad uscire perchè i tuoi occhi mi hanno attratto. Eri distrutto, ma anche forte. Eri fragile, ma ricostruito. Mi hai incuriosito, attratto, si. Era da tanto che non invitavo qualcuno ad uscire.”
“Da... lui?” chiede, abbassando lo sguardo.
“Lui? Lui... Oh.
Percy abbassa lo sguardo per un secondo, per poi annuire. “Si, da lui.”
“Io... Io non sono Luke, Percy” dice tutto d'un fiato, mordendosi a sangue il labbro.
Il più grande aggrotta le sopracciglia, per poi iniziare a descrivere dei piccoli cerchi sulla guancia dell'altro. “No, non lo sei. Cosa significa?”
Nico si morde ancora più forte il labbro, facendosi quasi male. “Non sono lui, Percy. Non ti affezionare a me solo perchè te lo ricordo...”
Il più grande apre la bocca per rispondere, per poi richiuderla ammutolito. Rimane in silenzio per qualche attimo, per poi prendere Nico da sotto il mento e fargli alzare lo sguardo.
“Se avessi voluto... Luke” dice, e un tono amaro dipinge la sua voce. “Avrei scelto qualcuno di biondo, occhi azzurri ghiaccio. Avrei ricercato in te quella... quella maledetta cicatrice vicino il suo occhio” ammette, sfiorando la tempia di Nico con un dito.
“Se avessi voluto Luke, avrei cercato qualcuno che al mio primo passo per avvicinarmi a lui, mi avrebbe preso per la maglia e sbattuto al muro; intimandomi di non avvicinarmi più. Se avessi voluto Luke, avrei dovuto cercare qualcuno che per i primi mesi mi avrebbe semplicemente guardato impassibile, qualsiasi cosa dicessi.”
Il più piccolo sente il suo stomaco comprimersi, e per un secondo sembra tutto così perfetto. Percy non è più uno spogliarellista che lo ha attirato per lavoro. Percy sembra di nuovo il suo eroe.
“Non volevo di nuovo Luke. Volevo te, Nico.”
Nico sgrana gli occhi a quelle parole, per poi boccheggiare alla ricerca d'aria. “Percy” dice quindi, abbassando lo sguardo. “Lasciami il polso.”
Il più grande alza un sopracciglio, deluso dalla risposta. “C-cosa? Ma Ni--”
“Percy” ripete, con tono quasi inacidito. “Ho detto di lasciarmi.”
“Ma così te ne andrai” esclama il più grande, confuso.
“Lasciami! Ho bisogno di fare una cosa.”
Percy alza un sopracciglio, per poi sospirare deluso e lasciare il polso del più piccolo. “Qualsiasi cosa tu debba fare, ti prego Nico, te lo giuro, non ti ho invitato solo per la--”
“Oh dei, Percy!” sbotta, massaggiandosi i polsi indolenziti. “Taci per una buona volta!” esclama, per poi prendere il viso del più grande tra le sue mani.
“Per una buona volta” sussurra “Parla di meno ed agisci di più.”
E poi le labbra di Nico sono su quelle di Percy. Le labbra salate dalle lacrime, ma calde e morbide sono su quelle carnose e dolci dell'altro.
Il più grande sgrana gli occhi, sorpreso, per poi sorridere su quelle labbra. Poggia le sue mani sui fianchi del più piccolo, spingendolo verso il muro.
“Mmh” mugola Percy, poggiando con più intensità le labbra su quelle di Nico. “Mi piace come modo per zittirmi.”
Nico arrossisce immediatamente, mentre il suo cuore minaccia violentemente di uscire dalla cassa toracica. “Stai zitto e baciami” esclama quindi, arrossendo ancora di più.
“Ai suoi ordini, gattino arrabbiato” dice, per poi portare le sue mani sotto le cosce di Nico e sollevarlo.
Il più piccolo si ritrova con la schiena al muro, e le gambe intorno alla vita del più grande.
E le labbra di Percy sono così calde sulle sue. Il più grande prende il labbro inferiore di Nico tra i denti, per poi stringerlo appena, facendolo gemere.
Stuzzica le labbra del più piccolo con la lingua, come una muta richiesta ad entrare. In risposta, Nico socchiude le labbra, ed i loro sapori si incontrano.
Ed è bello, è l'unico pensiero di Nico. È bello, è l'unica cosa a cui Nico riesce a pensare mentre le mani di Percy scorrono sulla sua schiena facendolo rabbrividire, e mentre le sue di mani hanno la possibilità di affondare tra i capelli mori dell'altro.
È bello, pensa, mentre la lingua del più grande gli lecca avidamente il contorno delle labbra, facendolo sospirare estasiato.
“P- Percy” mugola, quando le mani dell'altro hanno iniziato a scendere, arrivando alla base della sua schiena. E i loro bacini sono così vicini. Ad ogni minimo movimento si scontrano, facendoli sospirare entrambi.
“Nico” geme Percy, quando il più piccolo spinge volontariamente col sedere contro la sua intimità. Il più piccolo arrossisce per il movimento appena fatto e, per nascondere l'imbarazzo, affonda nuovamente le sue labbra su quelle di Percy.
“Mi fai impazzire” sospira il più grande, facendo scendere ancora di più le mani sul corpo del più piccolo. Quando le sue dita calde entrano in contatto con la pelle nuda di Nico, il più piccolo sussulta sorpreso, per poi reprimere un gemito decisamente alto nell'ennesimo bacio.
Le mani calde di Percy iniziano a scorrere sotto la maglia del più piccolo, facendolo sospirare rumorosamente sulle labbra dell'altro.
Nico fa scendere le sue mani dai capelli di Percy fino al suo collo, accarezzandolo. Muove il bacino con un sorrisetto sulle labbra, per poi nascondere il rossore delle sue guance poggiando il viso sulla spalla dell'altro.
“Oh” sospira Percy, a quel movimento improvviso.
Tira fuori una mano da sotto la maglia di Nico, e prende il suo mento tra le mani. Gli fa alzare il viso, e di nuovo il nero ed il verde si incontrano. La luce ed il buio. Si mischiano, si uniscono, si intrecciano.
“N-Nico” quasi ansima, poggiando le labbra su quelle dell'altro per l'ennesimo bacio veloce. Si scosta di poco, facendo rimanere le loro labbra quasi unite.
“Devi dirmi che hai capito che non sono con te solo per lavoro...” dice, ripuntando gli occhi in quelli scuri del più piccolo.
“Percy...” sospira Nico, facendo scendere le mani sulle sue spalle, esplorandole. Sono così forti, e c'è solo un misero accappatoio a coprirle.
Poggia nuovamente le sue labbra su quelle del più grande, saggiandole. Poi scivolano giù, verso il mento. Con la lingua traccia dei piccoli cerchi, che fanno rabbrividire il più grande.
Le sue labbra arrivano al collo, dove Nico, con le gote infiammate, lascia caldi baci.
“Nico..” sospira, socchiudendo le labbra. “Dimmelo, ti prego.”
Nico abbozza un sorriso, per poi strusciare delicatamente la punta del naso sulla pelle dell'altro.
“Ti prego” lo richiama il più grande, riprendendogli il mento tra le mani. Nico lo fissa, e nota le sue guance rosse, la sua bocca semi aperta, i suoi occhi quasi liquidi.
“Io... si, penso di averlo capi--” ma non fa in tempo a finire la frase, che le labbra di Percy sono di nuovo sulle sue. Entrambe le mani ritornano sotto la sua maglietta che, in pochi attimi, finisce a terra. Nico rimane a torso nudo, e l'imbarazzo lo assale.
Quando la lingua di Percy scende dalle sue labbra fino alla sua mascella geme, alzando il viso in modo tale da esporre più pelle alla bocca del più grande. Percy prende una porzione di pelle tra i denti, succhiandola avidamente. Passa la lingua su quel punto più volte, per poi baciarlo delicatamente.
Nico chiude gli occhi estasiato, mentre il suo stomaco si rigira. Il cuore batte, e se le sue gambe non fossero intorno alla vita di Percy, sarebbe già crollato a terra.
La lingua di Percy scorre sul suo collo, facendolo mugolare di piacere. Gli lascerà un segno che dovrà coprire, se lo sente.
Le mani di Nico finiscono, istintivamente, al piccolo nodo che tiene chiuso l'accappatoio di Percy. Questo gesto è tanto istintivo e imprevisto che sussulta lui stesso, per poi allontanare immediatamente le mani da quel punto. Incrocia le mani intorno al collo del più grande, e stringe di più le gambe intorno alla sua vita, facendolo sospirare.
“N-Nico” geme Percy, e i pantaloni si fanno dolorosamente stretti.
“Percy” risponde Nico, mentre le sue dita toccano quella parte di pelle che l'accappatoio non copre, facendolo rabbrividire.
“Io... Io lo faccio solo se tu lo vuoi.”
Nico deglutisce, per poi emettere un gemito più potente degli altri quando una mano di Percy è scesa decisamente troppo in basso per accettare un no come risposta.
Annuisce lentamente, e le labbra di Percy sono di nuovo sulla sua gola. Le mani scorrono bollenti sulla sua schiena, per poi finire sui bottoni dei suoi pantaloni, slacciandoli.
Dei, sverrà, Nico ne è sicuro. E quando Percy sposta le labbra dal suo collo al lobo dell'orecchio, succhiandolo avidamente, Nico sente il suo corpo posseduto da spasmi violenti.
È così seducente, provocante. Deve averlo aiutato il suo lavoro, pensa il più piccolo, mentre ancora le mani sulle sue spalle.
“Percy” sospira, mentre sente i pantaloni sempre più stretti. “Io... Io ho bisogno di--”
“PERCY!” tuona una voce da fuori la stanza, facendoli sussultare entrambi. Il più grande rimane con le labbra poggiate sul collo del più piccolo e le mani sulle sue cosce.
“Non dire nulla. Forse se non ci sente se ne andrà” sussurra, per poi poggiare un altro bacio su quella pelle morbida.
Nico deve mordersi il labbro per non sospirare rumorosamente, visto che le mani dell'altro continuano a scorrere sul suo corpo.
“Percy!” urla di nuovo, con un tono di voce più arrabbiato. “So che sei lì dentro! Sto per aprire la porta, preparati!”
“Diamine” impreca Percy, a denti stretti. Afferra la maglia di Nico da terra e gliela porge. “Sbrigati, rimettila!”
Il mondo intorno al più piccolo è attutito. Lui e Percy si sono baciati. Lui e Percy stavano per andare oltre e... perchè tutto gira?
“Nico!” lo chiama il più grande, afferrandogli la maglia dalle mani. “Lascia perdere, faccio io!”
Prende i lembi della maglia e la infila al più piccolo, per poi abbassarsi e fissarlo negli occhi. La ragazza da fuori continua ad imprecare, mentre un rumore metallico di chiavi si diffonde nella stanza.
“Sei adorabile” dice quindi, per poi avvicinarsi e poggiargli un ultimo bacio sulle labbra. Nico chiude gli occhi, e le gambe sembrano non volerlo più reggere.
Poi però la ragazza entra dentro la stanza, e lui è costretto a ridestarsi.
La ragazza che entra con sguardo arrabbiato e le guance rosse è una ragazza alta, bionda e magra. Decisamente bella, ma il suo sguardo irato inquieta il più piccolo.
“Percy!” quasi urla, mettendosi le mani tra i capelli. “Spiegami cosa diamine stai facendo!”
Percy alza gli occhi al cielo, per poi mordersi il labbro. “Ecco, io--”
“Tu niente! Hai abbandonato il palco senza un motivo valido! Molti se ne sono andati! Ti rendi conto di ciò che hai fatto!?”
“Annabeth, io--”
“Smettila! Ti verrà retratto del denaro dalla paga se lo rifai. Lo sai, vero?” dice, ed ora il suo sguardo sembra quasi preoccupato.
Percy abbassa lo sguardo, per poi sospirare. “Lo so... Ma era importante.”
“Percy” dice lei, avvicinandosi. Ora non ha più quello sguardo da pazza, ma più che altro uno sguardo stanco e preoccupato. “Tu hai bisogno di quei soldi. So quanto ne hai bisogno. Non devi rovinare questa piccola opportunità.”
Il ragazzo annuisce, e si morde il labbro, quasi in colpa. Nico si sente per un momento di troppo. Quei due sembrano conoscersi dalla nascita. Lo sguardo complice che si scambiano senza nemmeno accorgersene mette per un secondo a disagio il più piccolo.
Si mordicchia il labbro, per poi muovere qualche passo verso la porta.
“Nico!” lo chiama, afferrandogli il braccio per riportarlo indietro.
Annabeth alza un sopracciglio confusa, per poi aprire le labbra sorpresa. “Oh” dice semplicemente, rivolgendo un'occhiata al più piccolo. “Quindi lui è Nico?”
Percy sgrana gli occhi, e per un momento sembra quasi arrossire. “Si, lui è Nico.”
Quel Nico?” chiede, alzando un sopracciglio.
“Quale Nico?” si intromette il più piccolo, quasi inacidito.
“Un bel Nico” ammette la bionda, abbozzando un sorriso. “Io sono Annabeth Chase, migliore amica e soprattutto superiore di questo Testa D'alghe. Piacere” dice, porgendogli la mano.
Nico la osserva per qualche secondo, per poi alzare un sopracciglio e sbuffare. La stringe velocemente, per poi rimetterla in tasca. “Nico Di Angelo.”
“E' proprio come lo hai descritto” ridacchia la ragazza, nascondendo il sorriso dietro una mano.
“Come mi hai descritto!?” sputa Nico, buttando un'occhiataccia a Percy. Il più grande arrossisce imbarazzato dalla situazione, per poi passarsi una mano in mezzo ai capelli.
“Io... ecco--”
“Ci sarà tempo per i chiarimenti!” si intromette la bionda, afferrando Percy per il braccio. “Saluta velocemente il tuo cavaliere e ritorna sul palco, sbrigati.”
Lui la fissa, per poi sospirare. “Annie, non potresti lasciarci un secondo da so--”
“Non se ne parla! Hai dieci secondi a partire da adesso, Testa d'Alghe!”
“Cos--”
“Nove!”
“Okay, allora...” farfuglia il più grande, voltandosi verso Nico.
“Otto!”
Percy sorride imbarazzato, per poi scuotere la testa. “Fa sempre così, tranquillo.”
“Sette!”
Nico annuisce, mordendosi il labbro. Sente ancora le mani dell'altro sul suo corpo, e non può credere che quella ragazza li abbia interrotti sul più bello. A quel pensiero le sue gote si infiammano, facendo passare il suo solito colorito dal pallido al rosso accedo.
“Sei!”
“Non abbiamo molto tempo!” ridacchia il più grande, poggiando una mano sulla guancia di Nico.
“Cinque secondi, ragazzo mio! Quattro!”
Percy alza gli occhi al cielo, per poi sorridere felice. Quel sorriso. Nico ci si perde dentro.
“Tre!”
“Ti chiamo io” afferma quindi il più grande. E poi avvicina le sue labbra a quelle del più piccolo, baciandole. Le loro labbra si toccano di nuovo, e qualcosa nello stomaco di Nico esplode, facendolo quasi sorridere.
“Due!” dice Annabeth, a voce più alta.
E Percy fa solo in tempo a tirarsi indietro e sorridere al più piccolo, che la bionda lo scaraventa letteralmente fuori dalla porta.
E Nico rimane solo in quella strana stanza profumata. Il calore del corpo di Percy è ancora sul suo corpo, e sulle sue labbra c'è ancora il suo sapore.
Se le tocca e si accorge che, già da un po', sta sorridendo.

*

“Hazel?” la chiama Jason, aggrottando le sopracciglia. “Perchè Nico non è con te?”
“Rilassati, Jason. Nico sta bene” dice, entrando dentro la stanza. “Ha avuto del... Hm, lavoro da sbrigare, diciamo.”
“E' solo Hazel?” dice una voce da dentro il bagno, facendo sussultare la ragazza.
Jason sospira, per poi alzare gli occhi al cielo. “Si, è solo Hazel. Mi spieghi perchè hai così paura di Nico?”
“E' Leo quello dentro la stanza!?” sputa inacidita la castana, socchiudendo gli occhi.
“Si” annuisce Jason, incrociando le braccia al petto. “Appena hai suonato si è rinchiuso in bagno pensando fossi Nico. Non capisco cosa lo spaventa tanto.”
Hazel ridacchia, per poi avvicinarsi al bagno. “Leo, tesoro, sono solo io. Puoi uscire dal bagno” dice, con la voce più dolce e candida che abbia.
Si sente un sospiro rilassato provenire dall'altra parte della stanza, e poi la porta si schiude. Leo esce fuori con le labbra aggrottate. “Siete sicuri non ci sia?”
Hazel continua a sorridere, annuendo. “Oh si. È tutto sicuro, puoi uscire!”
Lo spagnolo quindi mette il suo solito sorriso scaltro, ed esce completamente dalla stanza. “Accidenti, quel ragazzo appena mi vede mi uccide ed io de--” ma non fa in tempo a finire la frase che la mano di Hazel si schianta così forte sulla sua guancia da farlo barcollare.
Leo mugola di dolore, poggiandosi al muro. “H-Hazel... ma cosa!?”
“Tu” dice, puntandogli il dito contro. “Come hai potuto! Sei... sei uno stronzo!”
Jason inarca un sopracciglio, per poi ridacchiare. “Non so cosa stia succedendo... Ma Hazel, hai tutta la mia stima!”
La ragazza abbozza un sorriso, per poi riprendere la sua espressione arrabbiata e rivolgersi al castano. “Ti rendi conto di quello che hai fatto!?”
“Era in buona fede, te lo giuro!” si lamenta, massaggiandosi la guancia ormai rossa.
Hazel aggrotta le sopracciglia, per poi abbassare la mano ancora in aria. “Spiegati ma... non ora. A Jason deve raccontarlo Nico, non spetta a te.”
“Raccontarmi cosa?” chiede il biondo, avvicinandosi.
La ragazza sospira, per poi incrociare le braccia al petto. “Te l'ho detto. Te lo dirà Nico quando ci riuscirà. Ma posso solo dirti che questo ragazzo qui non si è comportato bene!”
“Leo” ringhia, voltandosi a fissarlo. “Cosa hai fatto a Nico?”
“Io... Io lo giuro! Era per aiutarlo!”
“Gli hai fatto del male!?” e la voce del biondo è dura ed arrabbiata. Poche volte il ragazzo utilizza quel tono, e Leo per un secondo ha quasi paura. “Stava devastato prima!”
“No, no! Io... io volevo che voi due vi avvicinaste di più così che il vostro rapporto avrebbe fatto superare questo brutto periodo di Nico!” si giustifica, cercando una via di fuga con lo sguardo.
“Cosa!? Che hai fatto!?”
“Leo, rimani comunque stronzo” ammette Hazel, alzando gli occhi al cielo.
“Non è colpa mia se poi il ragazzo che doveva farti ingelosire lo ha invitato ad uscire!”
Jason si blocca immediatamente. Perde l'espressione arrabbiata, e si raddrizza. Aggrotta le sopracciglia, e le sue labbra si schiudono istintivamente.
“C-Cosa?”

*

Cosa vuoi fare appena arrivi a casa?” chiede il biondo, stringendo il volante tra le mani.
Nico fissa fuori dal finestrino con aria assente, per poi scrollare le spalle. “Non ne ho idea.”
Jason sospira, per poi accostare. “La prima cosa che devi fare è pranzo. Lo sai, vero?”
Jason, smettila con questa storia io--”
No” lo interrompe l'altro, scoccandogli un'occhiata severa. “Mi prenderò cura di te, e la prima cosa che devi fare è ricominciare a mangiare e bene.”
Il più piccolo esce sbuffando dalla macchina, per poi mettere in tasca le mani ed incamminarsi verso la casa di Jason a testa bassa. Gli fa male tutto il corpo, gli occhi ancora gli bruciano per le troppe lacrime che hanno versato, e tutto sembra girare decisamente troppo velocemente.
Quando passerà questo dolore? Quando finirà di ucciderlo da dentro, senza che lui possa fare nulla?
Fa male. Fa dannatamente male.
Perchè quando la ferita è fisica puoi curarla. Cerotti, medicine, operazioni. Il male può sparire. Quando è interno sembra non finire mai. Lo senti che ti scorre nelle vene, ma non puoi fare nulla per tirarlo fuori. E vorresti aprirti il petto e tirarti fuori quell'organo pulsante da cui sembra scaturire tutto quel dolore.
Ma non puoi. Puoi solo conviverci, anche se fa male.
E forse da fuori sembra quasi semplice ma, in realtà, uccide.
-
Lo so che ti piace la pizza. Hai origini Italiane, non può non piacerti. E poi quando venivi da me chiedevi sempre questa, quindi mangia” gli dice Jason, porgendogli un pezzo di pizza.
Nico, seduto sul divano, lo guarda quasi schifato, per poi sospirare e prenderlo in mano. “Jason, ti prego...” sussurra, osservando l'alimento.
Non sa nemmeno mangiare come un ragazzo normale. Non c'è assolutamente nulla di normale in lui.
Nico...” dice il più grande, e nella sua voce c'è dolcezza. “So quanto è difficile. Non quanto te, ovvio, ma lo so. Ma devi farlo, okay? Ti aiuto io.”
Il più piccolo alza un sopracciglio, per poi scuotere la testa. “Come puoi aiutarmi? Nessuno può farlo...”
Jason abbozza un sorriso. Si siede affianco al più piccolo e prende tra le mani un'altra fetta. “Lo facciamo insieme, okay?”
Nico storce la bocca, per poi sospirare. “Per te non è un sacrificio. Tu ami la pizza!”
Il biondo lo fissa un momento, per poi sorridere. “Aspettami qui” dice, prima di sparire in cucina.
Nico osserva quel pezzo di pizza. Perchè non lo attrae come attrarrebbe tutti i ragazzi normali?
Perchè, se fosse per lui, non mangerebbe per giorni interi?
Eccomi!” esclama Jason, rientrando nella sala. Ha una grossa bacinella in mano, e per un secondo gli lancia un'occhiata schifata.
Cosa hai preso?” gli chiede il più piccolo, inarcando un sopracciglio.
Insalata!”
Eh? Ma tu odi l'insala... Oh.”
Jason sorride, per poi prendere la forchetta ed infilzare la prima foglia. “Lo facciamo insieme, okay?”
E per la prima volta, Nico sorride. Un sorriso decisamente vuoto, si, ma gli viene da sorridere. E quando Jason lo vede qualcosa esplode dentro di lui.
Stupore, gioia, felicità. Non lo sa, ma si sente sollevato.
Sei pronto?” gli chiede quindi, avvicinando la forchetta alle labbra. Nico annuisce, per poi aprire le labbra ed addentare la pizza.
Gli viene quasi da vomitare non appena il cibo entra nella sua bocca, ma decide di non lamentarsi. Anche perchè la faccia di Jason è decisamente più schifata della sua.
Così mastica, e butta giù quell'alimento privo di sapore per lui.
Fa tanto schifo?” gli chiede, indicando l'insalata. Jason chiude gli occhi, prende un grande respiro e poi ingoia il boccone. “Si, tanto.”
Perchè lo stai facendo?”
Il più grande abbassa lo sguardo, per poi posare la forchetta nel vassoio e fissare l'altro. Perchè ti voglio bene, Nico” risponde semplicemente, abbozzando un sorriso. “Perchè non te lo meritavi, ed io ti sarò vicino, qualsiasi cosa accada.”
Jason...” sussurra, mordendosi il labbro. Abbassa lo sguardo, e vorrebbe scappare. Non sa perchè. Ma vorrebbe essere semplicemente da un'altra parte. Perchè il bene per quel ragazzo non può superare il dolore che incombe dentro di lui.
Grazie” sussurra quindi, prima di riprendere il pezzo di pizza in mano e dargli un grande morso. Lo mastica lentamente, chiudendo gli occhi per lo schifo. Poi ingoia e prende un grande respiro.
Sente la mano di Jason sulla sua schiena, e la sua risata bassa rieccheggiare per la stanza. “Così ti voglio, Nico!” gli dice, stringendogli la spalla.
Combattente.”

*

 

Aaaaangolo mioo:D
*si imbarazza*
*
si nasconde sotto le coperte*
*
cerca di non incrociare lo sguardo di nessuno*
Okay, okay, si, ho scritto quel pezzo e shalalala. Okay, è il mio primo pezzo rosso slash che scrivo e... mh. Non so se essere soddisfatta o no hahahaha:')
Lascio a voi il giudizio u.u
Eeeh boh, ah, si! BUON 2015!**
Non so cosa altro dire! Come al solito -e so che siete stanchi di leggerli- vi ringrazio! Tanto! Si, vi beccate i ringraziamenti pure oggi u.u
Quiindi niente! Al prossimo lunedì**
P.s. Risponderò alle recensioni lentamente e il prima possibile! Sorratemi ;-;
Un bacione, LauraPalmerBastille. <3


 
  
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