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Autore: losermind_x    02/01/2015    11 recensioni
Mackenzie adora le sue converse nere tutte rovinate. Crede di non essere abbastanza.
Michael è gay. Anche se non tutti lo sanno.
Luke è uno stronzo patentato. Nasconde un segreto.
Lee Anne è innamorata di Michael dall’età di tredici anni. La delusione la porterà a cambiare.
Calum è il migliore amico di Michael. Non fa altro che litigare con Mackenzie.
Ashton è il nuovo arrivato. Porterà nuova energia nel gruppo.
 
È la prima volta che mi cimento in qualcosa di così diverso, spero di esserne all’altezza.
 
I personaggi di questa storia – fatta eccezione per Mac e Lee Anne – non mi appartengono, pertanto non intendo offendere, o dare una descrizione veritiera dei fatti raccontati in questa storia. I 5 Seconds Of Summer appartengono a loro stessi, e a loro solamente.©
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Perché, quando amiamo qualcuno,
questo qualcuno diventa, per noi,
semplicemente, troppo.
 
 

 
 
XI. Crazy Stupid Love
 
 
 
 
 
I never cared about my stupid hair
Before you came into my life, babe
I would have never seen that my eyes were green
Till I laid them right on you, babe.

- R5
 
 
 
 
 
 
 
«Allora, Mac, sei pronta?» le grida Michael dal piano inferiore.
 
Stanno per andare al falò per la squadra di lacrosse, sono in ritardo, e devono anche passare a prendere Lee Anne a casa.
 
In tutta sincerità, la colpa del ritardo non è neanche di Mackenzie. La colpa è di Michael, che ha voluto tenere la tinta in testa più del dovuto, e di Calum, che ha deciso non si sa come, né perché, di tingersi il ciuffo di biondo.
 
«Cos’hai, il ciclo?! Sta’ calmo, sono qui» lo tranquillizza la sorella.
 
«Andiamo, non voglio sentire Luke lamentarsi per il ritardo» li incita Ashton ad uscire fuori di casa. E sì, Luke se n’è andato prima del previsto, perché doveva fare delle commissioni per sua madre - dice lui -, quando in realtà si vergogna di farsi vedere con loro al falò.
 
Avranno anche riiniziato ad andare d’accordo, lui e i ragazzi, ma tra il suonare con loro nel garage buio di casa Hood, e il farsi vedere con loro ad una festa, ce n’è di differenza. E Luke non è ancora pronto a maturare, e a far vedere alla gente che non gliene frega nulla del loro giudizio, per questo i ragazzi non se ne interessano. Anzi, Michael più lontano sta dal ragazzo, meglio sta. Non che lo creda davvero, ma gli piace di più pensarla così.
 
I ragazzi escono di casa salendo su due macchine differenti. Michael e Mackenzie prendono quella della madre, mentre Ashton e Calum prendono quella di quest’ultimo. Lo fanno più per comodità che per altro, in modo che, semmai uno di loro dovesse rompersi le palle alla festa, potrebbe tornare a casa senza dover per forza far spostare tutto il gruppo.
 
«Allora, tra te e Calum come va?» le chiede Michael, una volta che lui e Mackenzie sono soli nell’abitacolo.
 
La sorella strabuzza gli occhi e «eh?» chiede cercando di nascondere l’agitazione.
 
«Oh andiamo, credi davvero che io sia così cretino?!» dice Michael in modo retorico.
 
«Io non…»
 
«Sì sì, tra te e Calum non c’è niente, io ho le traveggole, e stamattina non ti ha raggiunto in camera per baciarti. Certo, come no» la prende in giro il rosso. E sì, Michael ha deciso di tingersi i capelli di rosso, visto che era l’unico colore che non aveva ancora provato.
 
«T-tu…tu come fai a saperlo?» balbetta imbarazzata la ragazza.
 
«Ashton ha un tono di voce abbastanza alto, fatti due conti»
 
«Io lo uccido. Dio, se lo uccido. Gli brucio tutte quelle fottutissime bandane, Cristo» sbraita Mackenzie. «È un uomo morto»
 
«Non esagerare, non è colpa sua» lo difende il ragazzo, fermando poi la macchina davanti casa Green.
 
 
A: Lee (:
Sono qui sotto. Scendi.
 
Mackenzie manda un messaggio a Lee Anne, per avvertirla di scendere, per poi girarsi verso suo fratello. «Volevo dirtelo io, non volevo che tu lo sapessi da terze parti» si lamenta la ragazza.
 
«Mac tranquilla, non è successo niente. E poi voglio dire, Calum è il mio migliore amico, tu sei mia sorel-»
 
«E questo cosa vuol dire, che siamo un cliché?» risponde arrabbiata Mackenzie.
 
«No no, lasciami parlare, cazzo. Volevo dire che vi conosco come le mie tasche, pensavi davvero che non lo sapessi che un giorno sarebbe successo?! Certo, speravo almeno che ti lasciasse compiere sedici anni, lo stronzo…»
 
«Michael!» lo riprende la ragazza.
 
«Okay, scusa…ciao Lee» tronca il discorso, salutando poi la castana.
 
«Ciao ragazzi. Wow Mike, ti sta proprio bene il rosso» si complimenta Lee Anne, sistemandosi sui sedili posteriori.
 
«Ieri sera sono uscita con Calum» dice tutto d’un fiato Mackenzie. Meglio levarsi subito il pensiero di dirlo alla sua migliore amica.
 
Lee Anne alza il sopracciglio destro e «ma va, siete andati al concerto degli Eskimo John»
 
«Eskimo Joe. E no, siamo andati ad un vero appuntamento. Uno di quelli con film al cinema, passeggiata per il centro, e cena pagata dal ragazzo» chiarisce la ragazza torturandosi le mani.
 
«Uh, oh» dice sorpresa Lee Anne. Davvero, non sa che dire.
 
«Ecco perché Cal non aveva trovato altri biglietti, che coglione» capisce Michael, schiaffeggiandosi la fronte con una mano.
 
«Credevi davvero che fossimo andati al concerto? Wow, allora sei molto più coglione di quanto creda» lo sfotte la sorella.
 
«Ehi, trattami bene o il tuo Calum te lo scordi»
 
«Primo: lui non è il mio Calum. Secondo: chi ti credi di essere?! Non siamo più negli anni ‘20» dice la ragazza.
 
«Okay, basta così. Dimmi un po’, com’è stato?» chiede Lee Anne tutta eccitata.
 
«Strano…» dice solo la ragazza.
 
«Strano?» ribatte l’altra.
 
«Strano!» ripete Mackenzie.
 
«Strano in che senso?» domanda allora la castana.
 
«Strano nel senso che non sono abituata a vedere Calum come un ragazzo…»
 
«Certo, perché solitamente è un oompa loompa» ride Michael.
 
«Testa di cazzo, nel senso che non l’ho mai visto come qualcosa di diverso da Calum, il tuo migliore amico. Non ho mai pensato che sarebbe stato bello baciarlo»
 
«Che? Cosa? Vi siete baciati?» chiede Lee Anne a macchinetta.
 
«Un paio di volte…» dice vaga Mackenzie.
 
«Sì, un paio di volte più quelli di stamattina» la corregge il fratello.
 
«Ti odio» gli fa la linguaccia Mackenzie.
 
«Siamo arrivati» dice invece Michael, scendendo subito dopo dalla macchina. «Allora, non corri tra le braccia del tuo ragazzo?!» prende in giro la sorella una volta che sono fuori dall’auto, e Calum e Ashton gli sono davanti.
 
«Lui non è il mio ragazzo» dice dura la ragazza. Non sa perché ha risposto in quel modo, soprattutto davanti al moro, ma non sopporta quando suo fratello la prende in giro.
 
Le parole della piccola Clifford feriscono Calum, tant’è che il ragazzo si addentra subito tra la folla presente in spiaggia, senza aspettare i suoi amici. «Ops, mi sa che s’è incazzato» fa notare Michael.
 
«Sei davvero un coglione, Michael. Questa è tutta colpa della tua stupida boccaccia» gli grida contro la sorella.
 
«Colpa mia? Ma se sei tu che gli hai detto che non è il tuo ragazzo»
 
«È colpa tua perché dovresti imparare a tenere chiuso quel forno che hai al posto della bocca» grida ancora più forte la ragazza, facendo sicché una piccola folla si chiuda intorno a loro.
 
«Mac, sta’ calma» cerca di tranquillizzarla Ashton, anche se con scarsi risultati.
 
«Calma un cazzo, Irwin. Se tu imparassi a parlare con un tono di voce cristiano a quest’ora non saremmo a questo punto» lo incolpa.
 
«Oh, e adesso la colpa sarebbe la mia?!» dice risentito il riccio.
 
«Sì, lo è» risponde Mackenzie.
 
«Se tu non vuoi impegnarti con Calum dovresti semplicemente dirglielo, non incolpare noi» dice Michael.
 
Lee Anne si è rotta di sentirli litigare, per questo, l’unica cosa sensata da fare, le è sembrata chiamare qualcuno di sua conoscenza. Non è certamente colpa sua se la prima persona che ha beccato è stata Luke. «Ehi ehi, smettetela di litigare. È una festa» s’intromette il biondo.
 
«Tu fatti i cazzi tuoi, Hemmings» lo zittisce Michael rudemente.
 
«Ehi, sta’ calmo, non ti ho fatto un cazzo io» risponde stizzito il più piccolo.
 
«Difatti…sei solo un cagasotto»
 
«Non sono un cagasotto» si difende Luke.
 
«Ah no?! E allora dì a tutti la verità. Dì a tutti il perché hai saltato l’allenamento di martedì, e perché hai rifiutato di uscire con i tuoi amici ieri sera. Dai, dillo!» lo sfida il rosso.
 
«Michael lascialo stare» va in suo aiuto Ashton.
 
«No che non lo lascio stare. Allora?! I tuoi amici stanno aspettando» insiste il ragazzo.
 
«I-io…io non devo delle spiegazioni a nessuno, men che meno a te o al tuo gruppetto di sfigati. E smettila di girarmi attorno, Clifford, che tanto non sono frocio come te, e nemmeno ci divento. Tu mi fai schifo» dice sprezzante il biondo, notando come l’espressione di Michael sia passata dalla sfida, all’interdetto, per tramutarsi in un’espressione di dolore.
 
Una lacrima scende giù dall’occhio destro del rosso, per poi morire tra le sue labbra dischiuse. Nessuno sembra essersene accorto, a parte sua sorella, e i suoi due amici. E inutile dirlo, ma Luke l’ha vista benissimo quella lacrima solcare la guancia del ragazzo di fronte a lui, facendolo sentire ancora più una merda.
 
I loro sguardi s’incrociano per l’ultima volta, prima che il ragazzo dai capelli rossi scappi via.
Non scappa perché Luke l’ha chiamato frocio, o perché ha paura che gli altri possano prenderlo in giro, scappa perché ha sentito benissimo il suo cuore fare “crack” nel momento esatto in cui Luke Hemmings gli ha detto di far schifo. E vorrebbe smetterla di sentire quella stretta al petto, ma le parole di Luke - che pronunciate da qualsiasi altra persona gli sarebbero scivolate addosso - gli fanno male, così male che, una volta arrivato alla macchina, inizi a piangere silenziosamente.
 
«Sei l’essere più disgustoso sulla faccia della terra, Hemmings, ed ancora mi domando come ho fatto a sopportarti per tre mesi di fila. Sei tu che fai schifo a me. Prova solo a riparlare in quel modo di mio fratello e ti uccido» lo minaccia la ragazza.
 
«Sto tremando di paura» la prende in giro il biondo, e non perché lo voglia davvero, ma un attore deve sempre arrivare fino in fondo alle sue performance.
 
«Sei un fottuto cagasotto, Hemmings» dice Mackenzie, prima di scagliarsi addosso al ragazzo, e assestargli un bel pugno sullo zigomo sinistro. Ashton accorre per dividerli, e Mackenzie molla una gomitata sulla bocca del biondo, spaccandogli così il labbro.
 
Gli scimmioni della squadra di lacrosse fanno per scattare, ma Ashton si interpone tra loro e la ragazza. «Non vorrete mica picchiare una ragazza spero?!» cerca di farli ragionare. Ci metterebbe meno di mezzo secondo a dire a Mackenzie di scappare, e ad affrontarli tutti da solo. «Andiamocene Mac» sussurra il riccio al suo orecchio.
 
«Okay, dammi un momento» acconsente la ragazza. «Devo farvi sapere solo una cosa prima di andarmene: mio fratello non è l’unico omosessuale qui. Hemmings è gay, e non m’importa se non mi credete, l’unica cosa che importa è che io sappia la verità, e credetemi se vi dico che Luke Hemmings è frocio fino alla doppia punta del suo capello più lungo» Mackenzie vomita tutto il suo risentimento verso il biondo, prima di sfuggire alla presa di Ashton, e correre verso la spiaggia.
 
Vuole stare da sola, e il modo più semplice per poterlo fare è scappare da tutto e da tutti. Si rifugia in una delle grotte presenti sulla spiaggia, dove da piccola si nascondeva ogni volta che lei, Lee Anne, Michael e Calum giocavano a nascondino.
 
Sente mancarle le forze, per questo si accascia contro la parete della grotta, lasciandosi scivolare a terra, sulla sabbia bagnata. E piange. Piange silenziosamente, pensando a quanto sia stata stupida con Calum, e quanto ingiusta con Michael ed Ashton.
 
In questo momento vorrebbe solo avere suo fratello vicino, fratello che sta piangendo nella sua macchina, mentre Calum lo riporta a casa.
 
Non appena Mackenzie è scappata verso la spiaggia, e Lee Anne ha detto ad Ashton di lasciarla andare, i due sono andati verso il parcheggio, notando Michael appoggiato alla macchina. Lee Anne è corsa subito ad abbracciarlo, facendo segno ad Ashton di chiamare Calum al cellulare.
 
Ed ora si ritrovano così, con Calum che guida la macchina della signora Clifford, riportando Michael a casa, ed Ashton che lo segue con la sua macchina, in modo che poi Calum riprenda la sua auto e riaccompagni il riccio e Lee Anne a casa.
 
«Come ti senti?» chiede Calum al ragazzo seduto affianco a lui.
 
«Una merda» risponde quello sbuffando. «Sai che c'è?! C'è che credevo che finalmente avremmo sistemato le cose con Luke, ma evidentemente mi sbagliavo» ammette Michael.
 
«Luke è uno stronzo, Mikey, e da questo momento è anche ufficialmente fuori dalla band» lo tranquillizza il moro.
 
«Dio, dove cazzo è Mackenzie?» chiede Michael nel panico più totale. È stato così preso da se stesso da dimenticarsi la sua sorellina giù in spiaggia.
 
«Ashton ha detto che ha picchiato Hemmings, e poi è scappata verso le grotte» lo informa Calum.
 
«Ha picchiato Hemmings?!» chiede incredulo il maggiore dei Clifford.
 
«Cazzotto in faccia, e gomitata in bocca...avrei pagato per vederlo» dice Calum, e non sa perché, ma Michael sente una leggera nota d'orgoglio nella sua voce. «Sta' tranquillo, ora accompagno quei due a casa e poi vado a recuperarla» continua notando Michael agitarsi, «non la lascerei mai da sola, lo sai, a costo di stare tutta la notte in una gelida grotta»
 
«Cazzo, sei cotto, amico» gli dà una pacca sulle spalle Michael. «E sentimi...credimi» inizia il rosso girandosi verso il suo migliore amico «lei ci tiene veramente tanto a te, solo che non riesce ad aprirsi, lo sai anche tu com'è fatta. Lasciale del tempo per abituarsi all'idea di avere un ragazzo, e non prendertela se a volte si comporta in modo diffidente, non sarebbe Mackenzie altrimenti» lo prega Michael, stringendogli una spalla in segno d'affetto.
 
Calum lo guarda annuendo, «lo so…lo so, e sono un coglione» se la prende con se stesso.
 
«Nah, sei solamente ferito. Capisco la sensazione» afferma il rosso.
 
«Luke è uno stronzo» ripete Calum.
 
«Lo è» conferma Michael deluso. «Ora vai a cercare la tua ragazza…uhg, mi fa senso dirlo» lo prende in giro.
 
«Idiota» lo spintona Calum, mentre l’altro scende dalla macchina. «Allora, andiamo?» chiede ad Ashton e Lee Anne, che sono usciti dalla macchina del moro.
 
«Certo. Ciao Mikey» saluta Lee Anne, baciandogli una guancia.
 
«Ciao ragazzi» alza la mano in risposta l’altro.
 
«Ci sentiamo domani» lo saluta Calum, mentre Ashton gli fa segno con la mano.
 
Salgono in macchina, decidendo di accompagnare per prima Lee Anne. Durante il viaggio non parlano molto, se non per commentare quanto stronzo sia stato Luke nei confronti del loro amico, o del sinistro che Mackenzie aveva mollato sul bel visino del biondo. Arrivano davanti casa di Lee Anne alle dieci e quarantacinque, il tempo di salutarla, e sono di nuovo in strada.
 
«Vuoi che ti accompagni a cercare Mackenzie?» chiede Ashton rompendo il silenzio, anche se la risposta la conosce già.
 
«Tranquillo Ash» scrolla le spalle il moro. Vuole parlarle da solo e scusarsi, e non può farlo con Ashton tra i piedi.
 
«Okay, tanto sapevo già la risposta» ammette il riccio, «messaggiami quando la trovi» dice a mo’ di saluto, scendendo dall’auto.
 
Calum rimane fermo a guardare Ashton che cerca le chiavi di casa in tasca, trovandole poco dopo. Dà un’occhiata all’orologio digitale posto sul cruscotto, e si agita, notando che sono già le undici, e che Mackenzie è ormai fuori da sola da un’ora.
 
Tiene il volante con la mano sinistra, mentre la destra è impegnata a scrivere un messaggio alla ragazza.
 
 
A: Kenny
Dove sei, che vengo a prenderti?
 
 
Digita e invia, non ricevendo nessuna risposta nel giro di cinque minuti.
 
 
A: Kenny
Mackenzie, dove sei?
 
A: Kenny
Mac, cazzo, rispondimi.
 
A: Kenny
Dove cazzo sei finita?!
 
A: Kenny
MACKENZIE, RISPONDIMI!
 
 
Calum inizia ad innervosirsi vedendo che Mackenzie non risponde ai suoi messaggi. Sono passati ormai quindici minuti dal primo messaggio che le ha mandato, e Calum inizia ad agitarsi sul sedile. Mancano cinque minuti per arrivare in spiaggia, e se la ragazza non si trovasse più lì - pensa Calum - ?!
 
American Idiot dei Green Day gli fa fare un salto, qualcuno lo sta chiamando.
Sospira leggermente quando nota il nome di Mackenzie sullo schermo del suo iPhone.
 
«Pronto? Mac, dove sei?» urla Calum in preda all’agitazione.
 
«C-cal…Cal, sono giù alle grotte» risponde la voce di Mackenzie dall’altra parte del telefono.
 
«Alle grotte? Come ci sei finita laggiù?» chiede il ragazzo preoccupato, continuando a parlare al telefono una volta sceso dall’auto.
 
«Volevo stare da sola e pensare…e credimi Cal, sono così d-dispiaciuta» balbetta Mackenzie riiniziando a piangere. Si sente così male ripensando alla faccia addolorata di Calum, non avrebbe mai voluto fargli del male.
 
«Shh Mac, non piangere. Adesso dimmi dove sei, così ti raggiungo e andiamo a casa…» la sprona Calum a parlare.
 
«Sono nella grotta dove ci nascondevamo da bambini» gli indica la ragazza, mentre Calum affretta il passo per raggiungerla il prima possibile.
 
Man mano che si avvicina al punto, i singhiozzi della ragazza si fanno sempre più udibili. Varca l’entrata della grotta nello stesso istante in cui Mackenzie si volta verso di lui. Lascia cadere il cellulare a terra, e non gli importa se domani dovrà portarlo ad aggiustare, e se sua madre si incazzerà, per adesso gli interessa solo stringere tra le braccia quella che è la sua ragazza - o per lo meno lo è quasi -.
 
Gli salta tra le braccia, Mackenzie, aggrappandosi, con quanta più forza ha, al collo del moro. «Non piangere, Mac» dice Calum, accarezzandole i capelli per farla calmare.
 
«Mi dispiace così tanto, ma è che Michael continuava a prendermi in giro, e mi ero rotta di sentirlo parlare, e poi ha detto quella cosa, ed io non ci ho visto più, e te lo giuro…te lo giuro, mi sento una vera merda in questo momento. Perdonami, Cal, ti prego» dice la ragazza pentita.
 
«Non c’è nulla da perdonare, sono io che ho affrettato le cose. Mi dispiace di averti chiamato “la mia ragazza” quando non ne avevamo ancora parlato, e soprattutto di essermela presa per una cosa così stupida. So che volevi prima parlarne da sola con Michael» si scusa a sua volta Calum.
 
«Non c’è nulla di cui parlare, io voglio essere la tua ragazza. Voglio che tutte quelle troiette a scuola sappiano che sei occupato, e che devono starti alla larga. Voglio sapere che ci sarà qualcuno ad aspettarmi al mio armadietto ogni mattina. Voglio poter passare la pausa pranzo ad incitare il mio ragazzo durante gli allenamenti di lacrosse. Voglio andare ad altri appuntamenti come quelli di ieri. Voglio…vorrei veramente tanto essere la tua ragazza, Hood, se ovviamente tu mi vorrai ancora» ammette Mackenzie prendendo le distanze dal moro, vuole guardarlo per bene negli occhi. Ne ha bisogno.
 
«Cazzo, cioè cazzo…Mac tu non puoi dirmi una cosa del genere senza prima avvisarmi. Dio, ovvio che io voglia ancora che tu sia la mia ragazza» esulta Calum, baciandola di slancio.
 
Camminano lentamente all’indietro, fino a che la schiena di Mackenzie non combacia alla perfezione con la parete della grotta. Il ragazzo le prende il viso tra le mani, lasciandole dei piccoli baci a stampo sulle labbra, tenendo però distanza tra i loro corpi.
 
E Mackenzie si sente un po’ come se fosse sulle montagne russe, e non quella sensazione opprimente che senti nel petto prima che la corsa abbia inizio, ma quella che provi quando sei sul punto più alto della giostra, da dove si vede il paesaggio sottostante, e quella riparte a tutta velocità senza avvisarti, facendoti saltare il cuore in gola. Quella Mackenzie crede sia la sensazione più bella del mondo, o per lo meno credeva, visto che baciare Calum Hood è una sensazione diecimila volte meglio.
 
I centimetri che separano i loro corpi sono troppi, a detta di Mackenzie, mentre per Calum quei centimetri sono persino troppo pochi. Il problema è che Calum ha fatto già le sue esperienze, ed è abituato a comportarsi in un altro modo con le ragazze, modo con cui non riesce ad approcciarsi con Mackenzie, perché Mackenzie è troppo diversa, e troppo sorella del suo migliore amico, e troppo inesperta, troppo insicura, troppo fragile, troppo bella, troppo sua…è troppo troppo troppo, e lui ha paura che un solo passo falso l’allontani per sempre da lui, e lui questo non può permetterselo, perché Mackenzie è sempre stata un punto fisso nella sua vita, ora più che mai, e lui non può proprio perderla.
 
Peccato però che a Mackenzie questo sembri proprio non importare, visto che è lei che circonda il busto del moro con le sue braccia, e lo avvicina a sé. «Ho freddo» si lamenta con voce da bambina, stringendo il corpo del ragazzo contro il suo, e Calum spera solo che il suo corpo non reagisca a quella scarica elettrica che ha sentito poggiando il suo petto contro quello della ragazza. «Mi vuoi anche se sai che sono una stronza, petulante, so tutto io, permalosa, testarda, antip-» e la ragazza non ha proprio il tempo di finire la sua lunga lista di aggettivi che la ritraggono, visto che le sue labbra sono troppo impegnate a giocare con quelle del ragazzo di fronte a lei.
 
«Sei anche troppo logorroica, aggiungerei» la prende in giro Calum quando si dividono per prendere aria, «mi sa che hai passato troppo tempo con Ashton» ride, e lei ride con lui. E quando smettono di farlo, è tutto più bello, soprattutto il sorriso di Mackenzie. «E comunque sì, ti voglio anche se sei una stronza, e petulante, so tutto io, permalosa, antipatica-» e anche lui viene fermato nello stesso modo in cui ha fatto zittire la ragazza.
 
Si baciano per un lasso di tempo indefinito, e quando hanno finito, «hai dimenticato testarda», gli ricorda Mackenzie.
 
«Giusto, testarda…la mia ragazza testarda» ride Calum. E Mackenzie gli sorride in risposta tornando a baciarlo, e a stringerlo ancora di più a lei. «Non avevi freddo?» chiede Calum sospettoso.
 
La ragazza ride furba e «per l’appunto, vieni qui» lo attira a sé, accoccolandosi sul suo petto.
 
Restano in quella posizione per una decina di minuti, scambiandosi qualche bacio di tanto in tanto, ma per lo più stanno in silenzio. Un silenzio bello.
 
La loro bolla di tranquillità si frantuma quando il cellulare di Calum squilla nella sua tasca, portando i due ad allontanarsi, perché il telefono si trova in tasca, e loro sono troppo troppo attaccati.
 
Il nome di Ashton appare sullo schermo, segnalando l’arrivo di un messaggio.
 
 
Da: Ash
Ti avevo detto di messaggiarmi quando avessi trovato Mackenzie…
Evidentemente l’hai trovata, e sei troppo impegnato per avvisarmi ;)
 
Okay, ti perdono, ma sei comunque uno stronzo u.u
 
 
«Che idiota…e che prima donna» Mackenzie prende in giro il riccio, sfila il telefono dalle mani di Calum - che non protesta - e gli risponde.
 
 
A: Ash
Oltre che ad essere un idiota, sei anche un permaloso di prima categoria.
Sei peggio di una donna.
 
p.s. e poi sì, Calum è impegnato ;))
p.p.s. penso che tu lo abbia capito, sono Mac
 
 
 
Una volta che Mackenzie invia il messaggio non le ci vuole molto ad ottenere risposta.
 
 
Da: Ash
Oh, allora ciaaaaooooo.
Divertitevi ;)))
 
p.s. saluta Cal
p.p.s. non vogliamo diventare zii, quindi usate precauzioni.
 
 
Mackenzie fa leggere il messaggio che Ashton ha appena inviato, «che testa di cazzo» commenta Calum, dopodiché si riprende il telefono, e digita in fretta.
 
 
A: Ash
COGLIONE! non stiamo facendo un cazzo di niente >_<”
 
 
A: Mike
Mackenzie è con me, tra poco la riporto a casa.
Tu va’ a dormire e non preoccuparti.
 
 
 
Invia, spegnendo il telefono subito dopo. «Michael era incazzato?» chiede triste Mackenzie.
 
«Nah, era solo preoccupato per te. Hai guadagnato punti picchiando Hemmings, cosa che, tra parentesi, avrei pagato per vedere» dice fiero di lei, lasciandole un dolce bacio a fior di labbra. «Ora andiamo, ti riporto a casa che è tardi» le mette una mano sulla parte bassa della schiena, invitandola a camminare con lui verso la macchina.
 
«Quanto cazzo lo odio» impreca la ragazza riferendosi a Luke.
 
Sono arrivati al parcheggio, così Calum apre la macchina, e siede al posto del guidatore. «Allora perché ci sei stata assieme?! Credo di doverlo sapere a questo punto».
 
«Non dobbiamo per forza sapere di tutti i nostri ex - di tutte le tue ex -, ma okay…sono stata con Luke perché è stato l’unico ragazzo che mi abbia mai notata. Mi aspettava fuori dall’aula, mi accompagnava a casa in macchina dopo scuola, mi invitata ad uscire…cazzo» sussurra la ragazza quando nota come Calum la sta guardando, «lo facevi anche tu» dice, come se abbia avuto un’illuminazione, «solo che con te c’era sempre o Michael o Lee Anne o entrambi, per questo non me ne accorgevo» continua poi. «Dio Cal, da quand’è che ti piaccio?» chiede la ragazza sconvolta, mentre Calum si gira a guardarla dato che il semaforo è rosso, e loro devono stare fermi ad aspettare, e quindi perché non riempire il tempo con qualcosa di bello?
 
«Più o meno da sempre. Però, credo che piacermi piacermi da qualcosa come due anni» risponde il ragazzo imbarazzato. Ingrana la marcia e riparte verso casa Clifford.
 
Mackenzie gli poggia una mano sulla coscia tesa e «ti voglio bene Cal» ammette, e a lui va bene così. A lui va bene anche un ti voglio bene, perché non vuole correre, e veramente, a lui va bene così.
 
«Ti voglio bene anch’io, Mac» le risponde Calum, prendendole la mano ferma sulla sua coscia, e baciandone le nocche. «Ti voglio bene» ripete in un sussurro.
 
«Siamo arrivati» nota Mackenzie, girandosi un’ultima volta verso il suo ragazzo. «Credo di dover andare» dice.
 
«Okay» e poi la bacia, con trasporto, circondandole il viso minuto con quell’enormi mani che si ritrova. «Ci sentiamo domani. Buonanotte» la saluta.
 
«’Notte» risponde la ragazza scendendo dall’auto.
 
Si avvia sorridendo verso il portone d’ingresso, sentendo il rumore del motore acceso in sottofondo. Calum sta aspettando che lei entri in casa, come il migliore dei gentiluomini, e Mackenzie non può far a meno di pensare che lui sia troppo dolce per una come lei.
 
Gli rivolge un ultimo sorriso prima di entrare a casa, e pensa che sì, Calum Hood le piace decisamente troppo.
 
 
 
 
 
 



 
- Angolo Autrice -
Tadán, sono tornata.
E niente, alla fine l’esame non l’ho neanche più fatto
perché non avevo un documento dietro, quindi non ci sono scusanti per questo ritardo.
 
Anyway, spero che il capitolo vi piaccia perché è pieno di angst, ma anche di tanto troppo fluff.
Mi dispiace, ma io senza litigi non so stare, mi piacciono i teen drama, che ce posso fa?!
 
Tranquille comunque, che prima o poi ai Muke gli faccio fa pace. lol
 
Non so che altro dire, a parte che ho tanto sonno, quindi okay, prossimo obbiettivo: 10 recensioni a questo capitolo, ma tranquille, m’accontento pure di 8 (sì, sono magnanima, lo so xD), e poi avrete il capito ;))
 
 
A presto, snixx_94
   
 
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