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Autore: TheDevil    03/01/2015    2 recensioni
Cosa successe ai tempi della Prima guerra sacra? Chi erano i cavalieri del mito? Lo scontro tra Atena e Poseidone
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti... Era da un po che non scrivevo... In realtà è il primo di due capitoli che nelle intenzioni dovevano essere uno solo, però mi è uscito troppo lungo, quindi l'ho diviso in due parti... Buon Divertimento e Buon Anno a tutti :D

Eteocle...

 
La nave veleggiava veloce con il vento a favore sul blu dell'Egeo, mentre Egocero ci mise qualche giorno di navigazione a ritornare in uno stato decente, e i tre avevano fatto amicizia, tanto che Egocero era anche disposto ad andare a Tebe con i due nuovi compagni e solo l'insistenza del giovane Acquario aveva fatto sì che il sacerdote si piegasse e acconsentisse a salpare con il resto della ciurma verso Atene.
I tre durante la navigazione si sedevano a poppa e parlavano tra di loro.
Il più loquace dei tre era Sargas che cercava di stemperare la preoccupazione di Ganimede.
L'Acquario infatti sentiva la preoccupazione crescere, anche se non avvertiva un vero pericolo che minacciasse la città di Atena eppure la sua inquietudine cresceva e la mancanza di attacchi da parte di mostri marini e Generali degli Abissi lo mettevano ancora di più in allarme.
Il volto di Egocero invece era illuminato da una febbrile eccitazione all'idea di dedicare la propria vita al servizio di Atena.
Durante una delle loro riunioni Ganimede ancora una volta espresse ad alta voce le proprie preoccupazioni: -Cosa starà succedendo ad Atene?
-Il tuo cosmo non ti inganna amico mio, ad Atene non sta succedendo proprio nulla.
-Sento dei cosmi risvegliarsi- ammise Egocero -ma mi pare che siano tutti attorno alla Dea, non c'è ostilità.
-Quello che mi preoccupa è l'assenza di Poseidone... perché non attacca adesso che siamo deboli e la protezione della Dea è meno accurato di quando arriveremo anche noi?
-Probabilmente si starà organizzando qualcosa, un qualche tiro mancino!- disse Sargas.
-Sarò più sereno quando arriveremo ad Atene e ci saremo tutti.
La navigazione stava giungendo a termine e dopo pochi giorni si ritrovarono sulle coste della Grecia, a poco cammino da Tebe, a Nord di Atene, Ganimede era già sceso dalla nave mentre Sargas stava istruendo i suoi marinai -Tenetevi rasente alla costa e doppiate due promontori, entrate al porto di Atene e accompagnate Egocero dalla Dea, ci rivedremo ad Atene amici miei.
La nave salpò alla volta di Atene mentre Sargas e Ganimede erano rimasti a terra guardando la nave andare verso la desiderata meta, il cavaliere dell'Acquario sospirò.
-Che c'è? Ti dispiace stare con me?
-Comincia a correre deficiente Tebe è lontana.
Sargas e Ganimede cominciarono a correre, fortunatamente il pirata aveva da sé scoperto il settimo senso e cominciato a controllarlo, altrimenti non avrebbe mai potuto tenere quel passo infernale, superando le montagne dell'entroterra greco, giunsero a Tebe dalle sette porte.
Si fermarono su un altura che dominava la città intera.
-Sento tre cosmi molto potenti... Uno lo abbiamo già incontrato
-Miogar- rispose Sargas sputando il nome come se fosse un insulto.
-Cosa ci fanno qui i generali degli abissi?
-Dobbiamo andare subito- disse Sargas -Cosa facciamo se uccidono il nostro uomo?
-Lasciami riflettere- Ganimede pensò che il compagno dell'avventura avesse ragione, eppure erano in inferiorità numerica -Non vedo tracce di ostilità nei cosmi dei Generali degli Abissi-.
-Ricordati che basta un pugnale per uccidere un uomo, non serve avere un cosmo- gli ricordò Sargas
-Non possiamo trovarlo senza combattere... Sargas, promettimi una cosa, se dovesse andare male fuggi come il vento.
-Cosa? Io non posso lasciarti contro due nemici!
"Due?" si chiese Ganimede -Senti, senza l'armatura non puoi combattere, devi andare ad avvertire Atena...
-E questa notizia dovrebbe essere più importante della tua vita?
-Promettilo e basta Sargas, prima che ti congeli...
Sargas rimase per un attimo interdetto, poi assentì con la morte nel cuore.
-Bene, andiamo- Ganimede cominciò a scendere il pendio per entrare nella città seguito da Sargas che si teneva a qualche passo di distanza.
La città di Tebe era racchiusa in una cinta muraria ben difesa dallla guardia, ma di giorno tutti potevano entrare all'interno, almeno in tempo di pace e ben pochi venivano controllati.
Entrare però con l'armatura di Ganimede sulle spalle era utopistico e perciò invece di entrare da una delle porte, usarono le loro abilità per rendersi sfuggenti come le ombre e riuscirono a scavalcare le mura in un punto in cui la sorveglianza era minima e le mura danneggiate.
Un anno prima una guerra civile aveva fatto sanguinare la città, quando il vecchio Re era andato in esilio, i suoi due eredi si erano azzuffati per decidere quale fosse il degno successore del padre, anche perché non c'era un maggiore tra i due, poiché nessuno riusciva a distinguere i due gemelli dal momento della nascita.
Tebe aveva sanguinato e pianto quando uno dei due aveva ucciso l'altro.
Ganimede e Sargas camminavano evitando le strade in cui le persone camminavano, preferendo saltare di tetto in tetto, evitando di usare il loro cosmo, sebbene fosse impossibile nasconderne completamente le tracce di cosmi ampi come i loro, così come era impossibile lo facessero i Generali degli Abissi.
-Dove stiamo andando?- chiese Sargas.
-Ho un idea su chi possa essere il proprietario del Cosmo...- le sue parole però furono interrotte da un attacco improvviso che Ganimede evitò prontamente, fermandosi e assumendo la posizione di battaglia, affiancato subito da Sargas.
Da una delle strade salì sull'edificio una vecchia conoscenza dei due Cavalieri, accompagnati da un'altra persona.
Entrambi erano Generali degli Abissi, ricoperti dall'armatura di Scaglie d'oro.
-Bentrovati Cavalieri di Atena, non è molto che ci siamo lasciati, evidentemente Poseidone vuole che chiudiamo i conti- disse Miogar facendosi avanti.
-E pensa che bella sorpresa- ci sono due Cavalieri di Atena e Due Generali, non può essere una coincidenza: il mio nome è Alastyn del Cavallo Marino- anche il ragazzo che aveva parlato era biondo e con gli occhi azzurri e i lineamenti nordici dei barbari, proprio come il suo collega.
-Il mio compagno di viaggio non è un Cavalieri di Atena, non avete onore a combattere contro qualcuno sprovvisto di armatura- e senza perdere tempo attaccò con il proprio Cosmo i due avversari, richiamando l'armatura col suo cosmo e urlando a Sargas di allontanarsi.
Quando lo vide titubante, gli ricordò la sua promessa e con un sospiro di sollievo lo vide girarsi e cominciare a saltare di tetto in tetto.
-Bene, adesso che hai fatto scappare il tuo compagno quante possibilità credi di avere contro noi due?
-Preparatevi.
Ganimede cominciò ad evocare le sue stelle, sperando che gli mostrassero la via contro i due nemici.
Prima che questi potessero in qualche modo attaccarlo sfruttando la superiorità numerica, Ganimede lanciò la sua "Polvere di Diamanti" contro Alastyn, ma quello cominciò a muovere le mani alla velocità della luce e creando un muro difensivo davanti a se, Ganimede si rese conto che non era riuscito nemmeno a sfiorare il suo nemico, mentre alle sue spalle veloce come un fulmine, Miogar lo colpì con una vampata di ghiaccio e solo la sua armatura riuscì a limitare i danni, ma di nuovo venne colpito da Alastyn con un suo attacco che lo spedì verso l'alto.
-Sei pronto al colpo di grazia Cavaliere? Eccoti i Nostri colpi più potenti: Aurora Boreale.
-Flutti degli Abissi!!!
Ganimede sbilanciato e in caduta era pronto a subire il colpo combinato dei due Generali, pronto al peggio e invece sentì un altro grido: -Cuspide Scarlatta- e i due Generali dovettero evitare il colpo che gli arrivava dalle spalle mentre Ganimede ebbe tutto il tempo di riprendere l'equilibrio e urlare.
-Cosa fai ancora qui?- si portò al fianco di Sargas.
-Mi dispiace amico, mentre correvo mi ricordavo che non sono più un pirata ma un degno Cavaliere di Atena e non posso abbandonare un compagno in difficoltà, forse non avrò l'armatura, compenserò con la mia velocità... Cuspide Scarlatta.
Anche questa volta Alastyn riuscì a non farsi colpire grazie al suo muro difensivo, mentre Miogar lo colpiva al fianco, che non protetto dall'armatura subì il colpo e venne sbalzato via.
-Sargas...- 
-Fermo Cavaliere, sarò io il tuo avversario-
Mentre questo scambio di battute, Miogar aveva azzerato le distanze da Sargas a terra che cercava di riprendere fiato.
-Sei un peso per il tuo compagno, ti disprezza talmente tanto che ti ha mandato via, Perché non segui il suo consiglio?
-Io non abbandonerò Ganimede- disse tossendo.
-Adesso metterò fine alla tua sofferenza... Pirata- lo disse come un insulto
-IO SONO UN CAVALIERE DI ATENA
-Muori! Aurora Boreale!!!
Il gettò d'aria ghiacciata si diresse a velocità fulminea contro l'uomo a terra mentre Alastyn tratteneva Ganimede che cercava di intervenire.
Eppure quando la furia dell'attacco di Miogar si esaurì, i tre combattenti rimasero di stucco, a protezione dell'uomo a terra si era posta un'armatura d'oro, ancora nel Pandora Box,che si aprì all'istante mostrando il Totem dello Scorpione , si scompose per poi ricoprire il corpo di Sargas che fermo e stupito si guardò gli avambracci ricoperti.
Come è possibile un tale prodigio? E' dunque questa la volontà dell'armatura, tale da spingere una di esse a proteggere l'uomo a sé destinato, anche se questo non l'ha mai indossata... O forse sono le qualità di Sargas ad aver convinto lo Scorpione Celeste ad accorrere, oggi quest'uomo ha dimostrato le qualità che Atena tanto apprezza nell'uomo: la giustizia, la lealtà e il sacrificio per gli altri... Da oggi quest'uomo è degno di essere chiamato Cavaliere.
Sargas intanto aveva finito di ammirarsi fasciato dall'armatura per poi lanciare una Cuspide Scarlatta verso Midgard trapassandogli un ginocchio e facendolo accasciare al suolo dal dolore.
-Avevi ragione Ganimede, combattere con l'armatura è tutta un altra sensazione.
Alastyn intanto aveva lasciato perdere il suo duello con Ganimede e aveva preso Miogar saltando su un altro tetto, e Sargas lo voleva seguire ma venne fermato da Ganimede
-Lasciali andare, abbiamo un altro compito
-Altro compito?- fece Midgard - Ah ho capito, volevate reclutare Eteocle, in questi siamo giunti prima noi... Eteocle è diventato un generale degli Abissi, Atena dovrà fare a meno di uno dei suoi paladini.
E con una risata se ne andò, lasciando di ghiaccio i due Cavalieri.
Ganimede per la prima volta sentì una sensazione di sconfitta: Aveva fallito la missione assegnatagli da Atena
 
 
 
    
   
 
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