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Autore: Word_shaker    03/01/2015    1 recensioni
Dopo la seconda guerra magica, Fred Weasley - vivo e vegeto - decide, assieme al gemello George, di far rivivere il mito di Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso...
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, I, Malandrini
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L'estate inglese non era mai stata così afosa. Il 2000 aveva portato siccità e tanto sudore. In compenso, i ventagli dei Tiri Vispi Weasley andavano a ruba: chiunque li comprasse al modico prezzo di due galeoni riceveva un vento fresco ovunque andasse, senza la necessità di tenere in mano quell'oggetto e, quindi, di stancarsi ulteriormente per ricevere un po' di frescura.
Era un tranquillo pomeriggio di fine luglio e Fred e George lasciavano sempre il negozio aperto, dato che, se non erano alla cassa a servire i clienti, erano nel loro ufficio ad ingegnarsi con scherzi che avrebbero divertito tutta Diagon Alley. All'orario di punta, poi, non correvano il rischio di ricevere visite.
Erano nel loro ufficio a sgranocchiare qualcosa prima di tornare a lavoro quando George vide un pennuto fuori dalla finestra e lo lasciò entrare. Prese la lettera e gli diede due zellini come ricompensa, per poi vederlo volare via.
«Papà ci ha mandato un gufo» spiegò George, leggendo a bocca piena «"Il Ministero non è mai stato così fresco. Ci vediamo lunedì a casa per festeggiare il compleanno di Harry".»
«Vent'anni. Il secondo compleanno tranquillo...»
«…Da sempre? Già»
«Dovremmo trovare qualcosa che gli ricordi noi due»
disse Fred, riflettendo, e, dopo un minuto, il suo sorriso vispo annunciò che aveva trovato qualcosa: «La Mappa del Malandrino!»
«Toc Toc, Freddie?»
George bussò ironicamente alla testa del fratello «Gliel’abbiamo regalata sette anni fa!»
«Ma non sappiamo che fine abbia fatto quella! E poi potrebbe usarla per spiare Teddy quando va a Hogwarts… O i suoi figli, se si deciderà a mettere qualche biscotto nel forno di Ginny»
rispose il gemello stringendosi nelle spalle con innocenza.
«Non farti sentire da Ron, credo che l’argomento “gelosia” non abbia ancora trovato delle conclusioni ragionevoli per lui» suggerì l’altro, ragionevole.
«Lui è un altro che ha bisogno di infornare qualche biscotto» concluse Fred.
«Su questo non ci piove!». Dopo una grassa risata, convennero che sarebbe stato meglio mettersi all’opera; “L’abbiamo imparata a memoria” si dissero “in una giornata, dovremmo cavarcela”.
«Dobbiamo tenere a mente» cominciò Fred «che abbiamo aiutato a rimettere Hogwarts a posto, due anni fa, quando la guerra è finita. Quindi…»
«…Abbiamo riaperto i passaggi chiusi dai Mangiamorte…»
«…E chiuso quello del quadro di Ariana. Aberforth ha pianto di gioia quando Harry è andato a chiuderlo. Non ne poteva più di studenti che uscivano ed entravano dal suo locale»
e qui i due sogghignarono divertiti.
Presa una pergamena pulita, cominciarono a disegnare ogni centimetro di Hogwarts che ricordassero. Una volta finito, però, venne il problema di come rappresentare le persone e le loro azioni.
«Secondo te come dovremmo fare a infilarci i nomi e tutto il resto?» chiese George.
Fred tolse la bacchetta dal retro del suo orecchio e, meditabondo, esclamò: «Mostrami tutte le persone in questo luogo!».
Quello che ne seguì fu una sonora e prolungata pernacchia. Il foglio, mentre pernacchiava, si piegò. I due gemelli si guardarono.
«Che hai combinato?» la faccia di George trasudava ansia.
«Era la cosa più logica da chiedere!» si giustificò Fred con un moto di preoccupazione che saliva dalla bocca del suo stomaco «Giuro solennemente di non avere buone intenzioni» pronunciò puntando la bacchetta sulla pergamena, la faccia contratta in una smorfia speranzosa.
La Mappa si aprì e mostrò quattro nomi in Sala Grande: Filius Vitious, Minerva McGranitt, Pomona Sprite e Horace Lumacorno.
«Fatto il misfatto» disse George con un sorriso soddisfatto, «Ora non ci resta che mettere i nostri nomi…»
«…E fare qualche fatturina di sicurezza qua e là»
convenne Fred annuendo, il cuore che palpitava così forte che poteva sentirlo sulla punta delle orecchie.
«Secondo te loro si sono sentiti così quando l’hanno creata?» chiese George, gli occhi lucidi dall’emozione.
«Probabilmente sì. Quattro grandi signori, i Malandrini» e qui i due, con fare solenne, si portarono una mano al cuore. Dopodiché, presero le bacchette e pronunciarono, in modo che fosse trascritto sul foglio:
«Mordente»
«Avvenente»
 E la pergamena mostrò questi due nomi, chiarissimi.
«Ehi! Perché quel soprannome? Io sono più bello di te!» commentò Fred, leggermente indispettito.
«Io volevo qualcosa di diverso dal mio schifoso soprannome di Radio Potter, ma allo stesso tempo volevo qualcosa che dicesse la verità!»
«Allora al posto di Avvenente dovevi scriverci Deficiente

La Mappa, sentendoli discutere, fece un’altra pernacchia e si richiuse, e poi, fra un rumore e l’altro, prese a fumare. Quando i due se ne accorsero, dimenticarono il disguido ed entrarono in preda al panico. Fred si portò le mani nei capelli «George! Chiama Verity!».
Ma George non lo fece. Prese semplicemente il foglio in mano ed osservò: «E’ freddo. Guarda» e portò la mano del gemello sulla carta fumante.
Si guardarono con un moto di sorpresa, gli occhi spalancati, e Fred prese la bacchetta, che puntò sulla carta nuda.
«Giuro solennemente di non avere buone intenzioni».
Una scritta apparì, scarlatta, che prevaleva su tutto: “I Signori Mordente e Avvenente sono lieti di presentarvi la Seconda Mappa del Malandrino”; dopodiché, davanti a loro si aprì di nuovo la visione di Hogwarts e dei quattro professori in Sala Grande.
«Fatto il misfatto» pronunciò George, così euforico che non seppe darsi un tono deciso.
«Ce l’abbiamo fatta!»
«Eccome!»

Dopo qualche fattura di sicurezza per allontanare gli occhi e le mani indiscreti ed un’altra decina di collaudi, la Mappa era pronta.
«Non saremo un po’ monotoni, Fred?» chiese il rosso, perplesso.
«E perché mai?» chiese il gemello, le fossette sulle guance più profonde che mai nel mostrare quel sorriso soddisfatto.
«Sai, a Harry abbiamo sempre regalato dolci, scherzi e mappe magiche» osservò l’altro a braccia incrociate.
«E allora?» fece Fred, per poi ammiccare «Noi puntiamo all’utile».




 
   
 
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