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Autore: GottaBeLou    03/01/2015    3 recensioni
“Posso farti una domanda?” chiese infine.
“Sicuro”
Esitò prima di parlare.
“Perché credi che Hikari mi odi?” disse tutto d’un fiato.
“Che?”
***
“Ma non ti preoccupare, è storia vecchia” si affrettò ad aggiungere, ridendo.
“Perché non me l’hai mai detto?”
Passarono diversi secondi prima che lui rispondesse.
“Sarebbe cambiato qualcosa se l’avessi fatto?”
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Nuovo personaggio | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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cap2

This night is sparkling, don't you let it go
I'm wonderstruck, blushing all the way home
I'll spend forever wondering if you knew
I was enchanted to meet you

Camminarono per un po’, in silenzio, apprezzando quel poco tempo che riuscivano a trascorrere insieme. Si fermarono a prendere un caffè e si avviarono verso quel piccolo parco che distava pochi metri dalla casa di Kazuha.
Fin da bambini quello era stato uno dei loro posti preferiti. Ai tempi delle medie finivano spesso per fermarsi lì dopo la scuola per studiare, d’altronde Heiji era sempre stato allergico alle biblioteche. E avevano portato avanti la loro tradizione anche durante il liceo.
“Pensavo odiassi il caffè”
Kazuha assottigliò gli occhi.
“Non fare quella faccia, sei stata tu a dirmelo”
“Non credo proprio”
Heiji aprì la bocca per ribattere ma la richiuse subito, stringendosi nelle spalle.
Kazuha gli chiese dell’università.
“Bene.. va tutto bene, direi”
“Non mi sembri tanto convinto”
“Lo sono,” ribatté lui, sulla difensiva “è solo che inizio a pensare che sia un po’ troppo, sai, il lavoro, la scuola, e tutto il resto”
Soppesò per qualche secondo le sue parole. “Nessuno ti obbliga a fare niente”
“È più complicato di quanto pensi..”
Kazuha stava per dire che non c’era niente di complicato e che sarebbe bastato poco per sistemare le cose ma il telefono di Heiji prese a squillare, facendola sobbalzare.
“Scusa, devo rispondere” borbottò il ragazzo, dopo aver letto il nome del mittente. Si allontanò di qualche passo e rispose.
“Sono a Osaka, sì”
Non avrebbe voluto origliare, ma era praticamente impossibile non sentire ciò che il ragazzo diceva. Ciò che udì fu una serie di frasi sconnesse, come “No, con i miei”, “A casa”, “Non c’è” e ancora, “Da quando sei così paranoica?”
Difficile non pensare che stessero parlando proprio di lei. Sbuffò e prese a guardare il cielo plumbeo. Aveva nevicato per tre giorni di fila e dopo quella breve pausa probabilmente avrebbe ricominciato. Le era sempre piaciuta la neve, da piccola passava ore e ore fuori in giardino a fare pupazzi di neve con i suoi amici. Le sembrava passato un secolo dall’ultima volta che ne aveva fatto uno.
Presa nei suoi pensieri, Kazuha non si accorse nemmeno che l’amico aveva concluso la telefonata e si era seduto di nuovo accanto a lei.
“Posso farti una domanda?” chiese infine, dopo diversi minuti di silenzio.
“Sicuro”
Esitò prima di parlare.
“Perché credi che Hikari mi odi?” disse poi, tutto d’un fiato.
“Che?” esclamò l’altro, incominciando a ridere.
“Hey! Sono seria, non vuole nemmeno che ti avvicini a me, si può sapere cosa diavolo ho fatto?”
“Non saprei..” borbottò lui “Sa che ci conosciamo da sempre e credo sia un po’ gelosa”
Si fermò un attimo, come se si fosse ricordato di qualcosa all’improvviso.
“E forse è perché le ho detto di quella cotta che mi ero preso per te anni fa” aggiunse, stringendosi di più nel cappotto pesante.
Kazuha non reagì subito, rimase con lo sguardo fisso sulle ginocchia, mentre le parole dell’amico si ripetevano nella sua testa.
“C-che hai detto?” Si sorprese a chiedere.
“Mm” mugugnò lui “Che mi ero preso una cotta per te?”
“Ma non ti preoccupare, è storia vecchia” si affrettò ad aggiungere, ridendo.
“Perché non me l’hai mai detto?”
Passarono diversi secondi prima che lui rispondesse.
“Sarebbe cambiato qualcosa se l’avessi fatto?”
Sì, brutto idiota, avrebbe voluto dire, sarebbe cambiato tutto. Ma anche se l’avesse fatto, ora non sarebbe cambiato niulla, quindi si limitò a sollevare le spalle.
“Immagino di no” mimò con le labbra, senza voce.
Heiji sembrò accontentarsi di quel gesto e lasciò cadere il discorso.
“A proposito,” esclamò lui, dopo un po’ “come va con Tanaka?”
Kazuha quasi si strozzò con la sua stessa saliva, non si aspettava una domanda del genere. Ci pensò un attimo, voleva davvero che l’amico venisse a conoscenza dell’ennesima delusione d’amore? Non che le importasse molto, alla fine.
“In realtà era una storia già finita prima ancora che iniziasse”
Quando aveva saputo di Hikari, aveva deciso che continuare ad aspettare Heiji sarebbe stato inutile e controproducente, soprattutto perché il ragazzo, in tutto il tempo che avevano passato insieme, non le aveva mai dato l’impressione di aver pensato a lei come qualcosa di più di una semplice amica. Per questo, forse solo per togliersi l’altro dalla testa, aveva accettato di buon grado di uscire con Tanaka-kun, un vecchio compagno di classe. Erano bastati un paio di appuntamenti per far capire che la loro storia non sarebbe andata da nessuna parte, quindi la questione si era chiusa così come era nata. Dopo di lui era uscita era uscita solo con un altro ragazzo - Miura-kun del suo corso di storia -, ma le cose non erano andate come sperava. E lui si era ritrovato l’impronta di cinque dita in faccia, anche se di questo Kazuha preferiva non parlare.
“Davvero? Peccato”
Tra i due calò nuovamente il silenzio, finché Heiji non chiamò Kazuha, che si voltò verso di lui.
“Mm?”
“Stai ferma, voglio provare una cosa” disse lui dopo alcuni secondi, appoggiando il telefono accanto a sé.
Kazuha obbedì. Rimase completamente immobile mentre il viso dell’altro si faceva pericolosamente vicino. Tenendo gli occhi fissi sui suoi, si impose di continuare a respirare normalmente, con scarsi risultati.
“C-che stai facendo?” chiese in un sussurro.
Heiji la liquidò con uno shh e annullò la poca distanza rimasta tra i due.
Fu questione di una manciata di secondi e Kazuha ebbe appena il tempo di realizzare cosa stesse succedendo. Seguì con lo sguardo i movimenti dell’altro, mentre velocemente tornava nella posizione di qualche minuto prima senza proferir parola.
“Volevo solo avere essere sicuro che Hikari non avesse motivo di essere gelosa”
Sorrideva, nel dirlo, quasi si fosse tolto un peso enorme e Kazuha non poté fare altro se non porgergli un sorriso tirato di rimando, chiedendosi perché non l’avesse fermato. Perché avrebbe potuto farlo. Avrebbe dovuto farlo.

***

Non rientrarono fino a quando iniziò a nevicare. Heiji insistette per riaccompagnare Kazuha a casa così da poter salutare i suoi genitori.
Per tutto il tempo la ragazza cercò di mantenere un’aria impassibile, come se niente fosse successo. Anche quando lui la abbracciò prima di andarsene.
“Va tutto bene, tesoro?” le chiese la madre, una volta che l’altro se ne fu andato.
“Certo”
“Le prove?”
“I bambini sono migliorati tanto, saranno sicuramente pronti in tempo”
“Meglio così. A proposito, hai inviato Heiji allo spettacolo?”
“Non credo che rimarrà per più di un paio di giorni e la recita è la settimana prossima”
“Oh, peccato. Potremmo fargli vedere il video la prossima volta che torna”
“Sicuro”

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Ciaaao a tutti!!
Strano ma vero, sono riuscita ad aggiornare in una settimana! (chi legge Uncover sa di cosa parlo)
Allora, so che questa storia sta diventando la fiera del nonsense, ma ho avuto quella scena in mente per una cosa come due mesi, quindi ho comunque voluto inserirla, così, tanto per far impazzire Kazuha. (ah ah ah che simpatica che sei Gaia)Non sono completamente convinta di quello che ho scritto ma decisamente questa non è una novità, quindi voglio pubblicare comunque, se non altro in questo modo potrei avere occasione di sentirmi dire che è orribile così da eliminarla per sempre dun dun dun
Tornando seri (quando mai??), grazie a SkyDream e a shinichi e ran amore per le recensioni dello scorso capitolo!E, voi altri che state leggendo, fatemi sapere cosa ne pensate così posso eliminarla per sempre eccetera.


A presto,
Gaia

  
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