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Autore: Bruna    03/01/2015    0 recensioni
La storia che vi sto per raccontare parla di Anna. Anna,con la sua chioma ribelle e il suo sorriso un po' ingiallito dalle sigarette. Anna,con il suo metro e sessanta pieno di insicurezze. Anna,con i suoi occhi dal taglio orientale e il suo naso all'insù contornato da lentiggini. Anna non è la ragazza che camuffa il suo fisico perfetto con abiti che non sono della sua misura,semplicemente perchè non ha nessun corpo perfetto da nascondere. Anna non ha una cotta sin dalle medie per il figo della scuola e nemmeno per il suo amico di infanzia. Anna è una ragazza come tante,non è il sogno erotico nascosto del bello impossibile,perchè quest'ultimo è troppo bello e impossibile per lei. Narro la storia di una piccola donna,che però ha tanti sogni dentro,e chissà magari qualcuno di essi potrà diventare realtà...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 2


Svegliarsi di lunedì mattina sapendo di non dover andare a scuola era una delle cose migliori del mondo. Questo concetto semplice e basilare si adattava in qualsiasi mese,ma non a Dicembre. Avrei preferito varcare la soglia di quel maledetto liceo scientifico anziché girare per i negozi alla ricercare di qualche regalo economico e non banale. Presi una tazza fumante di caffè,per reggere in piedi sia me che un ipotetica ciurma,misi gli occhiali da sole per evitare di far vedere al mondo quanto poco bella e sexy io fossi senza trucco,ed uscì di casa. Il freddo entrava sin dentro le ossa,e sentivo la faccia prossima a diventare un ghiacciolo. Percorsi le vie secondarie di fretta,e arrivata alla prima profumeria corsi dentro. Sì,lo so,sono tremendamente banale,ma a natale cosa si vuole regalare se non profumi,dopobarba,trucchi,creme e tutto ciò che riguarda la cosmetica?!
Dopo un ora uscì con cinque sacchetti tutti ben confezionati,che in verità perdevo più tempo ad aspettare che mi incartassero i regali che a fare la fila alla cassa. Il cellulare prese a squillare in borsa e cinque buste colme di regali e un telefono buttato alla rinfusa in una borsa fin troppo grande non andavano d'accordo,completamente. Prendere quell'aggeggio malefico fu una missione vera e propria ma alla fine riuscì a rispondere.
-Pronto? Barbara,tesoro.-Risposi con il fiatone.
-Anna,stai partecipando ad una maratona?
-No,ho semplicemente preso il cellulare con cinque buste in mano,cercando di non cadere.
-Ah beh,ti meriti un premio.- Fece sarcastica la mia amica.
-Simpatica come sempre,eh.- Sbuffai spazientita
-Ovvio. Come sta andando là? Giovanni tutto a posto? Lui dice che va tutto ok,ma lo sai quanto possano essere affidabili le sue parole.-
-Barby,tutto bene,davvero. Sabato siamo stati al festino di Pit,una noia come sempre. E tranquilla,Matteo l'ha tenuto d'occhio.-
-umh,capito. Qua è bellissimo,ogni strada illuminata,musiche natalizie ovunque..
-Beata te,io qui non mi godo né gli inglesi con gli addominali vestiti da babbo natale né la possibilità di spendere i soldi in tasca per me e non per gli altri.-Sbuffai annoiata.
-Anna,ma chi ti ha detto che ci sono gli inglesi con gli addominali vestiti da babbo natale?.-Chiese ridendo Barbara.
-Ho visto troppo film,pensi? Boh,pensavo esistessero.- Feci spallucce.
-Non ne ho ancora notati,ma adesso che me l'hai detto ci farò più attenzione.-Ridacchiò.
-Fammi sapere,e in caso fai qualche foto,lo prenderò come un regalo di natale,e lo apprezzerei molto,fidati. Chiudo,mi si sta atrofizzando la mano. Divertiti e tranquilla,Giovanni ti ama.-Dissi io.
-Ok,ti voglio bene,a domani.

Buttai il cellulare in borsa ed incominciai a tornare verso casa. Attorno a me,coppiette felici camminavano mano per la mano,indifferenti al freddo e a tutto ciò che li circondava. Sorrisi malinconica,l'ultima volta che avevo stretto la mia mano a quella di un ragazzo che definivo mio risaliva a più di un anno fa. Francesco,faccia da bravo ragazzo,intelligente nella vita scolastica,un coglione in quella reale. Ringraziavo Dio ogni giorno per aver permesso che mi rendesse cornuta,almeno ho avuto un buon motivo per lasciarlo. Io ero così,mi affezionavo terribilmente alle persone e poi,anche quando non riuscivo più a reggerle,facevo di tutto pur di non farle soffrire,pur di non essere io quella a troncare una relazione,sia di amore sia di amicizia. Lo so,sono una cacasotto,una senza palle,e non sarei mai cambiata.
Arrivata a casa buttai tutto sul letto e andai a fare una doccia bollente,ci avrei potuto cucinare qualcosa di quanto era alta la temperatura.
Mi svegliai all'improvviso al suono del cellulare che non la smetteva né di suonare né di vibrare. -Pronto?-Non avevo neanche guardato chi fosse ad interrompere il mio sacro sonnellino pomeridiano.
-TROIA!!- Un timpano si era definitivamente rotto,spostai il telefono sull'orecchio sinistro sperando che almeno quello sopravvivesse.
-Cristina,che vuoi?-Sbuffai assonnata.
-Guarda che mi ricordo delle tue battutine a casa di Pit. Ma sei cretina? Chissà che cosa pensa ora Andrea.
-Pensa ciò che pensava anche prima,cioè che gli vai dietro come un cagnolino. Comunque,vi siete baciati? Dimmi di no,non voglio comprare un pacco da venti ad Alice.-Piagnucolai.
-Ma adesso scommettete pure? Siete vergognose. - Fece Cristina con voce da finta indignata
-Rispondimiii!-Urlai.
-No,non ci siamo baciati.
-Oh,meno male.-Tirai un sospiro di sollievo.
-Mah,me le sono trovata io le amiche deficienti. Comunque tu che hai fatto quella sera?
-Niente ho fatto avanti ed indietro tra giardino e cucina. Ah,ho conosciuto un ragazzo..-Buttai lì,come se stessi chiedendo l'orario.
-Cosa?Come? Racconta.-Un'esaltata precisa.
-Niente di che,ci siamo solo presentati,anzi si è presentato solo lui,io non ne ho avuto il tempo,è arrivata la sua fidanzata e lo ha portato via.
-E come si chiama? -Lorenzo.-Risposi.
-Umh,non mi viene nessun Lorenzo fidanzato in mente.
-Non l'ho mai visto neanche io.
-Boh. Comunque stasera andiamo in centro? Ho voglia di annoiarmi insieme alle mie due migliori amiche.
-Alle 9 in piazza,a dopo. -Chiusi senza aspettare una risposta ed incominciai a prepararmi.

Dovevo smetterla,dovevo assolutamente smetterla di arrivare puntuale all'orario di incontro. Le 9 equivalevano alle 10 per Cristina,e io questo lo sapevo benissimo,ma mi ostinavo ancora a credere ai suoi “Scusa Anna,c'è stato un imprevisto non capiterà più”. Sbuffai per l'ennesima volta e accesi l'ennesima sigaretta,continuando di quel passo il pacchetto comprato poche ore prima sarebbe finito senza neanche rendermene conto. Stavo su quella panchina da un'ora e sette minuti e il mio lato b,già di per sé piatto,stava prendendo la forma piana di un mobile da cucina.

-Tesoro,scusa,ho avuto..-Cristina con il fiatone si posizionò di fronte a me.
-..un imprevisto,non capiterà mai più?- Dissi io ironica.
-esattamente,scusa,scusa,scusaaa!- Cristina mi si buttò addosso e incominciò a riempirmi di bacini.
-Ok tranquilla,dai andiamo.- Esasperata,sì,ero decisamente esasperata.

Passammo l'intera serata in un pub in centro,a parlare di cavolate,come al solito. Alice ci raggiunse dopo,scusandosi anche lei del tremendo ritardo. La discussione,ovviamente,si incentrò solo ed esclusivamente su Cristina ed Andrea. Io e Alice eravamo parecchio competitive,e come me,anche lei voleva vincere quel dannato pacchetto di sigarette.
Tornai a casa distrutta,e con me venne anche il raffreddore,mio fedele compagno di vita. La casa era letteralmente sotto sopra,e il tavolo della cucina era pieno di cibo. Tra il macello si intravedeva una figura che si spostava ad una velocità impressionante,neanche fosse una parente dei Cullen.

-Mamma,ma sai che ore sono?- Ero allibita,sconvolta,basita,esterrefatta e..e niente,in quel momento non mi venivano altri sinonimi.
-Le 2,signorina. Ti sembra ora di tornare? Domani devi svegliarti presto,abbiamo parenti a casa.- Ah,anche sbigottita. Strano che non mi fosse venuto in mente prima.
-Mamma,sono le 2,hai detto bene. Ti sembra ora di cucinare?
-Io lavoro,quando pensi dovrei farlo?-Era un fascio di nervi,mia madre era un fascio di nervi per un pranzo in famiglia,non c'era mai fine al peggio.
-Va bene,va bene,come dici tu. Vado letto e dovresti andarci anche tu,te lo consiglio.
-Non fare la saputella con me.- Me lo disse con quell'indice puntato sulla mia faccia e con quella espressione da psicopatica che per un momento pensai di trovarmi sul set di un qualche film horror mal fatto,avevo paura che da un momento all'altro spuntasse un demone dietro di lei.

Non le risposi,salì le scale e m buttai sul letto a peso morto,ci avrei pensato domani a togliere il trucco dal viso,tanto i brufoli mi spuntavano lo stesso. Mi svegliai con un gran mal di testa,con il sotto fondo di padelle cadute per terre. L'incubo era iniziato,Buon Natale.


Scusate il tremendo ritardo,in realtà non sapevo come continuare la storia e sono andata in tilt. Sono passati mesi per avere semplicemente un capitolo di passaggio,ma l'ispirazione se ne sta andando via da me come l'idea di fare la dieta dopo Natale...
Comunque,ecco il capitolo,non ci sono grosse novità,anzi in realtà non ce ne sono proprio ma spero che con il prossimo capitolo riesca a dar via ufficialmente alla storia. Scusate ancora e grazie a chi leggerà :)

  
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