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Autore: Shayla_the_angel    16/11/2008    3 recensioni
Storia ancora in fase di sviluppo. Alena è una giovane ragazza tedesca. Non è appariscente, e non ha nemmeno un bel fisico. Lavora per il gruppo di suo fratello e una sera canta con loro in un pub. David Jost si accorge di loro e li ingaggia per aprire i concerti dei TH nel nuovo tour europeo (date di mia invenzione ovviamente)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Good nono capitolo…non so quanti ce ne saranno ancora, ma non credo molti…^^

Dunque…

Danke a:

billa483: beh, oltre che a sentirci su msn, che posso dire??? Grazie davvero, perché mi fanno sempre piacere i tuoi commenti ^^

_inguaribile sognatrice_: addirittura capolavoro??? Me arrossisce molto ^///^. Davvero, non credo proprio sia degno di essere chiamato così, ma sono felice che ti piaccia. Wow le tue recensioni sono sempre lunghissime!!! Che soddisfazione leggerle!!!

Alexgirl: Altra new entry nelle recensioni. Danke, sono contenta che ti piaccia la mia storiella.

Jaji: ^^ mi stavo preoccupando non vedendo il tuo commento! Danke cara.

Baci a tutti!!!

 

09.

 

BERLINO_OSPEDALE ORE 11.50

 

 

I gemelli rimasero con me ed Eric per tutta la mattina. Ero contenta che il rapporto tra mio fratello e Tom si fosse risanato.

Verso metà pomeriggio, i ragazzi mi lasciarono da sola perché dovevano andare a fare delle commissioni.

Scusa poco plausibile, visto che meno di mezzo secondo dopo entrò Georg.

“Strano che mio fratello mi abbia lasciata sola…che stia cambiando radicalmente?” pensai, sorridendo.

Georg mi guardò negli occhi, prima di lasciar cadere il suo sguardo sulle bende che mi fasciavano i polsi.

“Non ti chiederò perché lo hai fatto. Hai tutte le ragioni di questo mondo. Piuttosto ti chiederò se non ti sei resa conto delle conseguenze che il tuo gesto avrebbe portato? Hai pensato a quello che sarebbe successo a tuo fratello e agli altri? Non hai pensato a me?”.

Rimasi spiazzata da quella domanda.

“Te?” chiesi.

“Sì, a me…”.

Si sedette e mi prese una mano.

“Non so…probabilmente sono stato poco incisivo…quindi mi vedo costretto a dirtelo esplicitamente. Mi piaci…mi piaci un sacco”

Rimasi senza parole. La notizia mi lasciò talmente scossa che cominciai a piangere, senza un vero ed apparente motivo.

Piansi senza potermi asciugare le lacrime. Quei dannati legacci mi tenevano imbrigliata al letto.

Georg mi prese il viso e mi baciò a lungo. Assaporai il gusto salato delle mie lacrime che, dalle mie guance era passato sulle sue labbra.

Rimasi in silenzio a singhiozzare per un tempo che mi parve eterno, poi lo guardai.

L’idea di cominciare una nuova storia mi terrorizzava.

Tremavo dalla paura.

Dovevo raccontare anche a lui quello che mi era successo, affinché capisse.

Parlai interrompendomi pochissime volte e lui mi guardò sempre. Non distolse mai il suo sguardo dai miei occhi.

Quando finii il mio racconto presi un profondo respiro ed abbassai lo sguardo.

“Adesso si alzerà e mi lascerò da sola…di nuovo” pensai in quel momento.

Mi prese la mano e mi guardò intensamente.

“D’ora in poi non sarai più sola. Ci sarò sempre io al tuo fianco” mi disse, poi mi baciò.

Rimasi con lui per tutto il pomeriggio, poi l’infermiera di turno lo fece uscire.

“Ci vediamo domattina” mi disse, baciandomi un’ultima volta.

Distesa al buio pensai che finalmente mi ero presa una piccola rivincita sulla mia vita.

 

 

BERLINO_CAMERA  DEI TOKIO HOTEL. ORE 23.00

 

Bill stava finendo di scrivere un testo, siccome si sentiva particolarmente ispirato. Tom era in balcone a fumare e Gustav stava distrattamente sfogliando una rivista.

Da quando Alena era in ospedale, regnava una sorta di calma apparente, anche se eravamo tutti tesi e pronti a scattare come molle. Avevo lasciato il numero di cellulare ad Eric, in modo che mi avvisasse per ogni novità.

“Speriamo vada tutto bene stanotte” pensai.

Il telefono squillò qualche secondo dopo il mio breve pensiero.

Scattai in avanti per prenderlo dal tavolo, al che i miei tre amici si voltarono verso di me.

“Pronto?” dissi

“Ciao Georg…sono Eric”

“Dimmi tutto…è successo qualcosa?”

“No, tranquillo. Mi ha appena telefonato l’ospedale per dirmi che Ale la dimettono domattina verso le undici…quindi pensavo di organizzare qualcosa di carino qui da noi…”

“Oh, sì. Sarebbe un’ottima idea…come ci mettiamo d’accordo?” domandai.

“Beh credo che potresti andare a prenderla te, no?”

“Uh? Sì, va bene…”

“Intanto noi prepariamo la casa”

“Ok, allora ci vediamo per mezzogiorno a casa vostra” dissi.

“Ok, a dopo”.

Attaccai il telefono sorridendo, al che i ragazzi tirarono un sospiro di sollievo.

“Che succede?” mi chiese Bill.

“Ale uscirà domani mattina, e siccome suo fratello vuole organizzarle una festicciola, andrete tutti a casa loro e a mezzogiorno mangeremo lì tutti assieme”.

I ragazzi annuirono, poi andammo a dormire, sarebbe stata una giornata lunga.

 

 

BERLINO_OSPEDALE ORE 10.55

 

Fu Georg a venirmi a prendere e la cosa mi riempì di gioia, nonostante fossi preoccupata per l’assenza di Eric.

“Purtroppo doveva fare una cosa e non è potuto venire” mi disse il ragazzo.

Uscimmo dall’ospedale alle undici in punto. In macchina ascoltammo parecchia musica, senza parlare. Per arrivare a casa mia fece un giro stranissimo, tanto che impiegammo un’ora per arrivare.

“Come mai questa strada?” domandai, scendendo dall’auto.

“Così, avevo voglia di stare un po’ in macchina con te” rispose semplicemente aprendomi la porta di casa.

Era tutto buio, con anche le tapparelle abbassate.

“Dimmi te…gliel’avrò detto mille volte di lasciare le tende aperte, sennò mi muoiono le piante!” esclamai.

In quel momento si accesero le luci e vidi uno striscione immenso con scritto “BENTORNATA ALE!”. Riconobbi la calligrafia di Lu.

Poi c’erano tutte le firme. Eric, Bill, Jo, Matt, Georg, Gustav, Tom e Lu.

Sorrisi, commovendomi. Erano stati gentilissimi e non mi sarei mai aspettata una sorpresa del genere.

Ringraziai tutti e, con mio sommo stupore vidi anche una splendida torta. Restammo insieme per tutto il giorno, fino a sera e non ricordo di essere mai stata tanto felice in vita mia.

Alla fine se ne andarono tutti e io continuai a sorridere, nonostante tutto.

 

Capitolo indegno d’essere chiamato tale, ma finalmente l’ho finito ^^. In ogni caso chiedo umilmente perdono se ci ho messo così tanto, ma tra open day dell’università, scuola e tutto il resto ho ben poco tempo per star dietro alla fic. Un bacio a tutti…


   
 
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