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Autore: Cladzky    03/01/2015    0 recensioni
La Terra è devastata dagli uomini che non si rendono conto di ciò che fanno. Il Sole, che da 4500 milioni di anni ci guarda, capisce la gravità della situazione e come già fatto in passato, manda una sua figlia per cercare di farli ragionare.
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Solar camminava pensosa per le vie di Tokyo. La signora all'ufficio le aveva spiegato il sistema monetario e l'orario.
-Certo che quella signora è stata davvero gentile! - Si disse la ragazza, portandosi una mano guantata alla nuca, sorridente -Anche se dopo avermi spiegato tutto sembrava molto stanca. Chissà perché?
Solar guardò ancora il foglietto con l'indirizzo che la donna le aveva dato prima di congedarsi. Sebbene conoscesse ogni lingua terrestre non sapeva cosa significasse. Ma a questo c'era rimedio, bastava chiedere in giro, come aveva già fatto e che finora si erano dimostrati utili i consigli delle persone a cui aveva posto le proprie domande.
-Mi scusi- Disse rivolgendosi ad un uomo, che leggeva un libro su una panchina -Sa' dov'è la scuola materna Inikino?
-Certamente- rispose l'uomo -Si trova nell'undicesimo quartiere di Tokyo.
Solar non capì e chiese ancora -E dove si trova l'undicesimo quartiere?
 
La ragazza, grazie alle indicazioni del signore, aveva trovato la scuola materna Iniko. Da quanto aveva potuto apprendere dalle spiegazioni sull'orario, Solar avrebbe dovuto iniziare il suo lavoro alle 13.30 e finire alle 14.30.
Le materne erano una costruzione di cemento bianco, che saliva per due piani, senza un tetto spiovente, ma un piatto soffitto, che si poteva raggiungere attraverso delle scale. L'edificio era più o meno un grosso parallelepipedo, e ne sarebbe stato uno perfetto se non ci fosse un grosso orologio sulla sommità che obbligava la costruzione a salire di un altro metro, ma solo nel punto centrale, dove era posto.
Delle larghe finestre erano fissate al muro frontale e posteriore e permettevano una vista sull'ampio giardino, circondato da un basso muretto.
Solar, sinceramente, non gli parve che gli fosse stato spiegato il suo compito e ci pensò solo allora.
Non si accorse che ormai erano le 13.30.
Una campanella suonò e una folla di bambini uscì dalle porte spalancate delle materne. Tutti urlavano e correvano festosi e Solar si dovette spostare prontamente per non essere investita dalla carica.
Gli ultimi ad uscire furono tre bambini ed un'adulto.
L'uomo si diresse verso la ragazza, lasciando i bambini alle porte seduti sul pianerottolo.
-Lei deve essere Sal Hira, giusto?- Chiese l'uomo con un sorriso .
Era vestito con una giacchetta grigia, cravatta viola a strisce e pantaloni anch'essi grigi.
-Sì- Disse Solar nascondendo un certo imbarazzo, in quanto non ancora abituata a quel nome.
-Bene. Vede quei ragazzi devono restare qui un'altra ora, perché i loro genitori, non possono venirli a prendere adesso.
-Capisco.
-Vede, lei deve badare ai bambini fini al loro arrivo, che è fra un ora.
-Va bene- disse la ragazza senza sapere cosa dire ancora.
 
Non accadde niente di abbastanza importante durante l'ora. i bambini giocavano nel prato a giochi che Solar non conosceva. Accadde però un fatto degno di essere riportato.
Mentre due dei bambini, due femmine, giocavano sull'altalena, l'altro rimaneva seduto appoggiato ad un albero del prato.Solar gli si avvicinò curiosa.
-Ehi- disse toccandogli la spalla con l'indice, piegando le ginocchia per raggiungere la sua altezza -Perché non giochi con quei due?
Il ragazzo aveva i capelli biondi sparati, occhi azzurri e vestito con maglietta bianca e pantaloncini rossi.
-Perché non mi va'
-Come mai?
-Non gioco con le femmine. E poi è preferisco rimanere qui a immaginare.
Solar non rispose. Era troppo perplessa per ribadire.
   
 
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