Serie TV > Arrow
Segui la storia  |       
Autore: myskinnylove    03/01/2015    3 recensioni
Quando chiusi la porta alle mia spalle non riuscii a trattenere le lacrime, la determinazione che mi spingeva lontano da lui incominciava a vacillare. Anche io avevo bisogno di lui e non riuscivo più a sopportare quella sensazione di vuoto. Mi lasciai scivolare a terra, abbracciando le mie ginocchia, chinando il capo.
Oliver non capiva quanto mi feriva quel suo comportamento. Eppure non riuscivo a non amarlo.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, John Diggle, Oliver Queen, Roy Harper
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
No matter what
 
«Cosa ci fai qui? È ora di tornare a casa.» Ray entrò nel mio ufficio, era strano chiamarlo mio, era quello di Oliver e non mi sentivo per niente felice lì dentro.
«Ho quasi finito a dire il vero, e tu? » sorrisi raccogliendo alcune carte.
«Qui non si finisce mai, sai com’è, una faccenda tira l’altra.» si sedette di fronte alla mia scrivania. Accennai un sorriso mentre prendevo la borsa.
«Ti andrebbe di mangiare un boccone con me? Non so, qualcosa di davvero unto e grande, un bell’hamburger o kebab.» si affiancò una volta nel corridoio.
 Guardai l’orologio, erano le nove e entro le dieci e mezza sarei dovuta essere al covo. Ci rimurginai ancora per qualche secondo «Si, volentieri.»

Ray era un chiacchierone, forse tanto quanto me, mi aprì la porta prima di entrare al fast food e quel suo gesto mi fece sentire un pochino speciale.
«Sembiramo fuori luogo vestiti così.» ridacchiò.
«Cosa preferisci?»
«Prendo delle patatine fritte, entro le dieci devo andare quindi un hamburger è troppo.» sorrisi, lui annuì e andò al bancone per ordinare.
Poco dopo io avevo davanti il mio vassoio di patatine con tante salse diverse e lui il suo maxihamburger.
«Sei davvero una tipo interessante tu.» commentò.
«Io?» lo guardai cercando di essere il più attenta possibile.
«Sì, nascondi qualcosa, forse più grande di te e io sono curioso di saperlo.»
«Io? Nascondere qualcosa? Perché mai dovrei? L’unica cosa che nascondo è la polvere sotto il tappeto.» risposi evasiva cercando di sdrammatizzare. Nonostante la spensieratezza con cui passavamo il tempo non smisi un attimo di controllare tutti i movimenti di Ray Palmer.
Se c’era una cosa che Oliver mi aveva insegnato era sicuramente quella di non fidarsi di nessuno.
«Non ti fidi di me, vero?» disse, rimasi a bocca aperta come se potesse sentire i miei pensieri.
«Oh…n-no, certo che mi f-fido. » borbottai guardando fuori dalla finestra la strada.
Era tardi e dovevo andarmene. «Devo andare, sono le dieci e devo avviarmi.» aggiunsi.
«Non volevo infastidirti con le mie domande, Felicity. Perdonami.» quel tono supplichevole mi raddolcì un po’.
«Tranquillo, non è colpa tua. Però devo andare veramente.»
«Posso accompagnarti?» il suo viso assunse un espressione a cui non potei rifiutare. Nonostante la mia diffidenza, Ray aveva  una buona presa su di me.
Pagò il conto e non accettò nemmeno di dividerlo, così ci avviammo alla Queen Consolidated.
«Sai, quando ti ho visto la prima volta, ti ho trovata così brillante e intelligente. » Arrossii a quelle parole, poche persone dicevano questo su di me, Oliver, ad esempio non mi aveva mai fatto un complimento del genere. A dire il vero non mi aveva mai fatto un complimento di nessun genere.
«Oh… g-grazie.» bisbigliai, la strada verso la QC non era poi così lunga, il fast food si trovava in fondo alla strada e nonostante il freddo di ottobre passeggiare con lui fu rilassante.
Tutto cambiò però quando fummo di fronte all'entrata dell’azienda. Oliver era lì che mi aspettava con la moto, aveva in mano il cellulare.
Si bloccò di colpo sentendo la mia voce e alzò lo sguardo, io feci lo stesso e quando incontrai i suoi occhi mi bloccai, sentendomi tremendamente in imbarazzo.
Era venuto a prendermi e io ero con Ray. L’uomo che gli aveva preso l’azienda di famiglia. Che traditrice.
«Oliver Queen.» sorrise Ray salutandolo porgendogli la mano. Lui si scostò dalla moto e rimise il cellulare in tasca.
«Felicity, andiamo?» lo fulminò con lo sguardo prima di ignorarlo e portare i suoi occhi freddi su di me.
Nonostante  fosse freddo io  non riuscivo a ghiacciare i miei sentimenti come era capace di farlo lui.
Guardai Ray come per scusarmi. «Devo andare, ci vediamo domani, scusa.» bisbigliai.
Ray mi bloccò il polso velocemente e mi tirò a lui, senza nemmeno accorgermene le sue labbra erano sulle mie. Rimasi immobile, pietrificata.
«Buona notte, Miss Smoak.» si staccò dolcemente sorridendomi.
«Buona notte signor Queen.» disse senza nemmeno guardarlo, si voltò e scomparì nell’ombra.
Non volevo voltarmi, avevo i suoi occhi addosso e potevo sentirli trafiggermi. Avevo davvero paura di  guardarlo.
«Sali.» ordinò con tono duro.
Deglutii all'istante.
Avevo ancora gli occhi chiusi, li strinsi e mi voltai. Aveva la mascella serrata e teneva in pugno un casco. L’altro era poggiato sul sedile della moto.
I suoi occhi evitarono i miei e mi sentii cadere a pezzi.
Cosa stavo combinando?
Allungai insicura la mano e afferrai il casco, lui si voltò e prese il suo.
Salii sulla moto e lui fece lo stesso. Allacciai le braccia alla sua vita e strinsi.
«Se…» bisbigliò «…se questo è il tuo modo di vendicarti ci stai riuscendo. Alla grande direi.» Il mio cuore si bloccò. Oliver si mise il casco e partì velocemente.
Io non volevo vendicarmi, non avrei mai fatto nulla per ferirlo eppure ci ero riuscita come una stupida. Mi ero fatta baciare come una cretina, avrei dovuto spingerlo via, mi ha baciata di fronte ad Oliver.
“Non chiedermi di dirti che non ti amo” ripensavo a quelle parole e tutto si fermava, il mio cuore e il tempo. Ma erano solo ricordi di un passato così vicino.
Oliver era troppo complicato per me, io avevo bisogno di qualcosa di facile, qualcuno come Ray.
La moto si fermò, scesi velocemente togliendomi il casco.
«Non mi stavo vendicando, sto solo cercando di andare avanti.» mi voltai prima di entrare nel covo.
Volevo essere capace di sopprimere i miei sentimenti, chiuderli in una scatola e scordarmene. Oliver aveva usato quei sentimenti per un bluff, e nonostante il suo modo contorto di dirmi che mi amava non riusciva a dedicarsi a me.
O forse non voleva.
Lui non voleva scegliere chi essere, preferiva rimanere neutrale e lasciare tutto così com'era.
Aveva paura? Ma paura di cosa?
Anche io avevo paura, paura di non essere abbastanza o di perderlo da un momento all'altro.
Quando scesi le scale trovai Roy Diggle e Laurel.
La guardai e notai che i lividi erano quasi spariti, Oliver mi seguì e dopo avermi rivolto uno sguardo proseguì a parlare della missione.
Mi sedetti alla mia postazione e come sempre soffocai la voglia di urlare e di distruggere tutto di quel luogo.
Se c’era una cosa che odiavo fare era fingere di star bene eppure non potevo far altro che mentire e mentire, non avrei mai detto a nessuno di come Oliver mi stesse spezzando il cuore in mille pezzi.
Imparai a trattenere il dolore e sorridere. Così quella notte diedi il meglio di me.
«Bel lavoro!» Laurel rientrò sorridendo.
Roy scese le scale saltando seguito da Diggle e da lui, l’uomo che continuava a ferirmi  l’anima.
Sforzai un sorriso e sentii il bisogno di andarmene, così presi le mie cose e passai di fianco al team, sfiorando la spalla di Oliver e incontrando il suo sguardo.
«Scusate ma domani devo alzarmi presto per una riunione. Buona notte.» dissi sulle scale infilandomi il cappotto e quasi correndo me ne andai.
Sentii dei passi dietro di me così accelerai, sapendo bene di chi fossero. Non avevo voglia di parlare con nessuno.
«Felicity.» mi bloccò. Ma quella voce non era di Diggle e nemmeno di Roy.
«Laurel?» mi voltai trovandomi  davanti la nuova canary.
«Hai pensato a quello che ti ho chiesto l’altra sera?» mi domandò.
Mi colse alla sprovvista, non avevo nemmeno passato qualche minuto a pensare a quello che mi aveva chiesto la sera precedente, ma forse avevo bisogno di tenere la mente occupata e rivendicare la morte di Sara «Si, e ti aiuterò, a patto che tu non ti immischi con la lega e che ti limiterai ad aiutarmi con la ricerca.»
Sorrise soddisfatta  «Ti ringrazio.»
«Quando troveremo qualcosa di concreto, decideremo cosa fare, fino ad allora non farne parola con nessuno e non fare qualcosa di pericoloso, ok?»
«Va bene, Felicity.» se ne andò, e presi un respiro profondo.
Era quella la cosa giusta da fare? Qualcosa dentro di me mi diceva di no ma non riuscii a tirarmi indietro.
«Hey…» Diggle si affiancò a me distogliendomi dai miei pensieri «Andiamo, ti riaccompagno a casa.»
Sorrisi guardando quell'uomo così gentile.






Eccomi qua ragazze! 
Bene, ecco il secondo capitolo con molta carne al fuoco ammettiamolo.
Felicity arrabbiata accetta di mettersi nei guai, perchè è a questo che va incontro!
E Oliver super geloso!
Sono curiosa di sapere cosa ne pensate. A presto bellissime.

myskinnylove 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: myskinnylove