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Autore: Chrystal_93    04/01/2015    7 recensioni
Avrei potuto anche intitolarlo "Le avventure da genitori di Belle e Rumple tra pannolini, urla e sorrisi", tanto per rendere meglio l'idea sul contento di questa raccolta.
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#12 cap: “Hai visto quanto muschio, Rose?” chiese Belle. [...] “E pensa che ogni albero col muschio può essere la dimora di un tipo molto speciale di fate.” Rose girò di scatto la testa per guardare il padre.[...] "Quando passano gli umani, si nascondono. Vengono fuori soltanto se una bella e buona fanciulla, in particolar modo amante degli animali, sta vagando per la foresta. Se il suo cuore è puro, la proteggeranno da ogni male. [...] Si dice che tessano sul fuso e sull'arcolaio. E inoltre hanno il potere di trasformare le foglie in oro.” “In oro?!” esclamò la figlia.” “Sì. È per questo che, in autunno, le chiome di alcuni alberi risplendono nelle ore del tramonto.”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vita da genitori

 
"Chiunque ami, crede nell'impossibile"
Elizabeth Barret Browning


 
Una sorpresa sotto l'albero
 

“Avremmo dovuto farlo prima” disse Belle, guardando il marito trascinare in salotto un albero di quasi due metri.

“Non potevamo, stavi male. E so quanto ci tenevi a scegliere tu stessa l'albero.”

Belle sorrise, colpevole. “Volevo solo condividere questo momento con te.”

Gold finì di sistemare l'albero, spostò lo scatolone pieno di luci e le si avvicinò, abbracciandola.

“Lo voglio anche io” le sussurrò all'orecchio, stringendola a sé.

Di colpo il cellulare squillò e l'uomo, con un moto di rabbia, rispose.

“Belle, scusa, devo assentarmi un attimo. Quell'idiota di Charming ha pensato che usare la polvere fatata sull'albero lo rendesse più bello. Invece l'ha reso più vivo e ingestibile.”

Belle rise di cuore e, dandogli una pacca sulla spalla, lo invitò ad andare per mettere le cose a posto.

“Torno tra poco, tu non muoverti e non fare troppi sforzi!”

Lei alzò gli occhi al cielo. Da quando era incinta la trattava come un'invalida; era vero, era stata parecchio male nelle ultime settimane, tra nausee e svenimento, tanto che i preparativi per Natale erano saltati. Tuttavia ora si sentiva abbastanza in forze per addobbare l'albero e fare una sorpresa al marito.

Riuscì nell'impresa, rinunciando ai rami più alti -altrimenti avrebbe causato una crisi isterica al marito al suo ritorno- e propendendo per la parte centrale, così da non doversi abbassare troppo.

Quando finì decise di ultimare il tutto con le luci; l'impresa però si rivelò più ardua di quanto avesse immaginato, tanto che finì per avvolgere se stessa nelle luci. Crollò sul divano, esausta e in trappola.

Quando Gold rientrò a casa non fece in tempo a finire di schernire David per l'albero natalizio saltellante, che si mise a strillare, vedendo la moglie in quelle condizioni.

“Belle! Che cos'hai combinato?” si precipitò verso di lei e l'aiutò a liberarsi.

“Cosa volevi fare? Potevi cadere, potevi far male a te e al bambino!”

Belle cercò di tranquillizzarlo in ogni modo, senza però riuscirci. Il marito era vistosamente arrabbiato, anche mentre finiva di mettere le luci, in silenzio.

La donna allora si mise a giocherellare con le ultime luci rimase nello scatolone e, visto che erano quelle che si accendevano tramite pile, se le mise sul pancione e le accese.

Quando il marito si girò, lei lo guardò e disse: “Sono talmente grossa che potrei farei io l'albero.”

Con quella battuta riuscì a strappare un sorriso a Gold che finì per ridere, mentre si sedeva accanto alla moglie.

La strinse a sé e le baciò la nuca. “Scusami se mi sono arrabbiato così, ma potevi farti male e io non c'ero per aiutarti. Non me lo sarei mai perdonato.”

Belle si lasciò cullare tra le sue braccia. “Lo so, Rumple. Non fa niente. Volevo solo farti una sorpresa, ma non è riuscita.”

Lui allora si scostò e, prendendole la testa tra le mani, le disse: “Tu sei la più bella sorpresa che avrei mai potuto desiderare.”

Appena lei sorrise commossa, lui la baciò, lasciando che tutta la preoccupazione di prima scorresse via.

“A proposito di sorprese e regali. Ne ho uno per te.” disse lei, tirando fuori da sotto un cuscino, un pacchetto. “Natale è domani ma ci tengo che tu lo apra oggi.”

Lui sorrise e scartò il regalo. Al suo interno vi trovò una tutina rossa con stampate in bianco le scritte: “Sei il miglior papà del mondo.”

Rimase basito con la tutina da neonato in mano, senza sapere cosa dire.

“Belle io...” cominciò, continuando a stringere il piccolo indumento. Poi abbassò il capo.

“Non so se sarò all'altezza. Anzi, non so nemmeno se sarò un buon padre.”

Belle gli mise una mano sulla spalla e, con l'altra, accarezzò il volto del marito.

“Lo sarai. Ne sono certa.” Gold però scosse il capo.

“Dico davvero, Rumple. Ne ho la certezza matematica, e sai perchè?”

L'uomo alzò il capo e fissò la moglie, senza capire dove volesse andare a parare.

Belle gli prese la mano e si sporse oltre il divano per afferrare un grande pacco che aveva nascosto sotto il tavolino.

Glielo porse. “Un altro regalo?”

Belle annuì. “Aprilo.”

Lui obbedì e, sotto uno strato di carta velina, trovò dei pantaloni rossi, una giacca rossa con dei bottoni d'oro e gli orli bianchi, una cintura nera con una fibbia dorata e lavorata, una lunga barba bianca e un cappello rosso con un pon pon bianco sulla punta.

Gold era a bocca aperta.

“E questo che cos'è?”

Belle si morse il labbro, contenta. “Questo è un costume da Babbo Natale. Ed è anche la ragione per cui sarai il papà migliore del mondo.”


 

 

“Belle, ti prego, questa barba prude. Ed è tardi, io pensavo che saremmo stati insieme. Rose dorme e tu mi avevi promesso...”

Belle finì di infilare l'imbottitura all'interno della giacca da Babbo Natale del marito, cercando di creare una perfetta pancia.

“E poi che bisogno c'è della pancia?”

“Vorrai essere credibile!” sbottò lei, stufa delle tante lagnanze del marito.

“Se mi avessi lasciato usare la magia...”

“Rumple, niente magia!” lo rimproverò lei. “Ora va' e fai il tuo dovere.”

Gold sbuffò, cercando di trovare il giusto equilibrio mentre si destreggiava tra la barba fastidiosa, l'enorme pancia finta e il sacco di regali che si era messo in spalla.

“Almeno Babbo Natale riceve un bacio da Mamma Natale quando va a consegnare i regali...”

Belle rise e, abbassando la barba al marito, gli stampò un bacio sulla guancia.

Gold rimase a guardarla, insoddisfatto. “Se farai bene il tuo dovere, Babbo Natale, potrai tornare qui e avere un altro bacio.”

Gold allora si rimise la barba a posto, riprese il sacco in spalla e scese le scale, per raggiungere l'albero.

Quando arrivò, sgrannocchiò i biscotti e bevve quasi tutto il latte. Poi tornò all'albero e tirò fuori dal sacco tutti i regali incartati. Mentre stava per riporvi l'ultimo si sentì tirare la giacca.

“Rose!” strillò, correggendosi subito e camuffando la voce. “E tu, piccola, che ci fai alzata?”

La bambina di tutta risposta rimase a fissarlo con la bocca semi aperta.

“Non lo sai che è pericoloso scendere le scale da sola?”

“Babbo Natale.” disse lei, sgranando gli occhi e osservandolo da capo a piedi.

Gold cercò di fare un “Ho ho ho” degno di Babbo Natale e si ritrovò a pregare che la bimba non notasse alcuni particolari.

Rose lo stava ancora osservando quando vide i tanti pacchetti sotto l'albero e, illumanandosi, corse verso di essi, protendendo le manine.

“Oh no! Devi aspettare domani. Non vuoi aprirli con la tua mamma e il tuo papà?”

Lei, che ora era in braccio a lui, fu ricatturata dalla vista di Babbo Natale e protese le manine per toccare la barba. Gold sapeva che, se l'avesse fatto, avrebbe scoperto facilmente che era finta.

Così, trasgredendo alle regole di Belle, fece diventare la barba finta, vera.

“Bella.” mormorò la bambina, dopo averla tirata un po'.

Gold sorrise, le stampò un bacio sulla guancia e la riaccompagnò su per le scale. Poi si abbassò e, dandole un buffetto, le disse: “Ora Babbo Natale deve andare anche dagli altri bambini. Le mie renne sono impazienti, e io non posso fare tardi. Fai la brava e ci rivedremo anche il prossimo anno.”

Poi scese le scale e, aspettò che la bambina tornasse in camera, prima di risalire verso la propria camera da letto. Quando stava per raggiungerla però Rose fece capolino dalla sua cameretta.

“Non vai via?”

Lui si girò. “Ma certo, devo portare i regali agli altri bambini.”

“Ma lì non c'è il camino. È lì” disse lei, indicando il camino in salotto.

Gold rimase immobile per un attimo e poi capì che avrebbe dovuto trasgredire di nuovo alle direttive di Belle sulla magia. Anche con tutto l'impegno non sarebbe riuscito a scalare da solo il camino.

“D'accordo, ma tu torna a letto o domani sarai troppo stanca per aprire i regali.”

Quando fu vicino al camino, ci si infilò dentro e, borbottanto un “Ho ho ho”, usò la magia per la seconda volta.

Aspettò per venti minuti buoni sul tetto, infreddolito, per essere sicuro di poter tornare dalla moglie.

Avrebbe voluto materializzarsi in camera di Belle ma così avrebbe compromesso le sue chance di ottenere quel tanto sospirato bacio e, se si fosse materializzato in casa, avrebbe potuto essere sorpreso di nuovo dalla piccola Rose. Così, stanco e infreddolito, si calò dal tetto reggendosi alla grondaia e, bussando alla finestra, si fece aprire da Belle che lo aiutò a entrare, incolume, nella loro camera da letto.

“Rumple! Cosa ci facevi lì fuori?”

“Avevi detto che dovevo fare bene il mio lavoro e l'ho fatto.” tagliò corto lui. Era esausto e l'unica cosa che voleva era abbandonarsi tra le braccia della moglie, cercando di dimenticare quei venti minuti di freddo.

Lei gli tolse il cappello e si lasciò stringere dal marito.

“Me lo sono meritato un bacio?”

Belle sorrise. “Ti sei meritato molto di più, Rumple.”

Finalmente lo baciò e, mentre il contatto delle loro labbra si approfondiva, la donna si sentì spingere verso il letto fino a caderci sopra, trascinando il marito con sé.

Si lasciò sfilare i vestiti e gli sbottonò la giaccia, buttandola lontano, seguita da tutta l'imbottitura della finta-pancia.

“Aspetta, Rumple.” disse lei a un certo punto.

Lui, che aveva la faccia immersa nell'incavo del collo della moglie che stava riempiendo di baci sempre più impazienti, mugugnò: “Li ho mangiati tutti i biscotti, Belle. Non preoccuparti.”

“No, non è questo. Non hai sentito?”

“Mmm, no.” disse lui, senza smettere di assaggiare la pelle della donna.

Dopo poco però Belle risentì di nuovo un piccolo tonfo. “Ecco, anche ora.” sussurrò lei.

“Mmm.”

“Rumple, fermati!” disse, spingendolo via. “Non senti?”

Gold si staccò, rimanendo però a pochi centimetri da lei. Si mise in ascolto.

Non sentì niente e, imperterrito, ritornò a concentrarsi su Belle, annullando le distanze.

“Eppure io l'ho sentito... Ecco! Non puoi non averlo sentito!” disse lei dopo un po'. Un suono simile a dei campanelli aveva rotto il silenzio.

Lui alzò appena la testa e, noncurante, disse: “Sarà quell'idiota di Charming vestito da renna per far spettacolo.”

Belle non ne sembrava troppo convinta.

“Oh, Belle, amore mio, è una cosa tipica di Charming. Solo una testa di legno come lui può fare una cosa del genere. Non ti preoccupare. Vorrà far divertire Neal, o molto probabilmente Mary Margareth.” sentenziò, facendole il solletico.

Belle rise, cercando di dimenarsi sotto il corpo del marito.

“Forse hai ragione. Chi altro potrebbe essere?” e detto questo si abbandonò completamente tra le braccia del marito.

 

 

 

“Mary Margareth, guarda!” urlò David, abbandonando la sua tazza di cioccolato fumante.

Lei lo raggiunse alla finestra, abbandonando la spada di legno sotto l'albero che aveva appena finito di impacchettare.

“Cosa c'è?”

“Una slitta! Non l'hai vista?”

Mary Margareth scrutò fuori, ma Storybrooke era avvolta da buio e sembrava deserta e silenziosa.

“Non c'è niente. Avrai visto male.” disse lei, tornando a sistemare gli ultimi regali sotto l'albero.

“Ma no, ne sono sicuro, ho visto una slitta!”

Il principe continuò per tutti i successivi dieci minuti a sostenere che aveva visto una slitta trainata da qualcosa e alla fine la moglie, stremata, concluse: “Probabilmente sarà stato Gold con qualche sua magia. L'avrà fatto per Rose.”

David tornò a guardare fuori e vedendo che Storybrooke era seriamente tranquilla e deserta si convinse della spiegazione di Mary Margareth e invidiò Gold per la fortuna che aveva. A lui era capitato molto di peggio alcuni anni prima quando aveva deciso di accoppiare la polvere di fata con il loro ex-albero di Natale.


 

 

“Buongiorno, amore mio. E buon Natale.” Gold strinse a sé la moglie. Si avvicinò e la baciò dolcemente.

“Dovremmo andare a svegliare Rose, scommetto che non vede l'ora di andare ad aprire i regali.”

L'uomo stava per risponderle quando un piccolo terremoto sopraggiunse in camera, spalancando la porta e saltando sul letto.

“E' Natale, è Natale!” disse Rose, tuffandosi tra mamma e papà, tutta contenta.

“Buon Natale, tesoro mio.” la baciò Belle.

Rose si lasciò coccolare dalla madre.

“Vuoi andare a vedere cosa ti ha portato Babbo Natale?” le chiese Gold.

Rose spalancò gli occhi e, senza farselo ripetere due volte, volò giù dal letto precipitandosi in salotto.

“Aspetta Rose, non scendere le scale di corsa!”

Belle e Gold balzarono giù dal letto, inseguendo la bambina. Belle fu più veloce e, mentre lui stava ancora cercando le pantofole, lei stava già scendendo le scale.

Quando anche Gold le raggiunse, le trovò tutte e due sedute per terra, intente a scuotere i regali per indovinare cosa ci fosse dentro.

Aveva aggiunto il regalo di Belle di nascosto, infilandolo di soppiatto nel sacco, quando lei non era attenta.

Quando tutti i regali furono scartati, la bimba si infilò sotto l'albero tirando fuori un pacchettino.

“Vediamo cosa c'è dentro.” la incoraggiò Belle.

Rose lo scartò e aprì una scatolina rossa. All'interno, adagiato su un cuscinetto rosso, c'era un semplicissimo campanellino.

La bimba lo sollevò e lo fece oscillare, producendo un suono che la fece ridere soddisfatta.

“Ma che bel campanellino!” disse Belle, mentre Rose continuava a scuoterlo.

Rose gonfiò il petto e disse “Me l'ha portato Babbo Natale.”

A un certo punto suonarono alla porta di casa.

“Sarà mio padre.” disse Belle alzandosi.

Gold osservò il campanellino della figlia, chiedendosi come mai Belle avesse scelto un regalo del genere e non glielo avesse nemmeno detto.

“Dov'è la mia piccola principessa?” risuonò la voce di Maurice.
Rose scattò in piedi, urlando di gioia, e corse incontro al nonno, lasciandosi sollevare.

Belle lasciò che nonno e nipote si salutassero e tornò in salotto dal marito.

“Tutto bene?” gli chiese, vedendo la faccia di lui perplessa.

“Belle, perchè non mi hai detto del campanellino?” chiese lui.

“Pensavo fosse un tuo regalo.”

“No, non ho mai comprato un campanellino. E sono sicuro di non aver visto nessun pacchetto del genere ieri notte nel sacco.”

“Ma allora chi è stato?” chiese Belle, voltandosi assieme al marito a guardare la figlia che mostrava il suo piccolo tesoro al nonno.






Note dell'Autrice
Avrei dovuto mettere questo capitolo il giorno di Natale, ma la vigilia mi ha ispirata e ha dato voce alla piccola Rose che ha preteso un posto tutto suo. Che carattere quella bimba.
Ho dovuto tagliare la parte iniziale di questa one shot dal momento che l'avrei resa troppo lunga e che poteva essere un racconto a sè stante.  Siete curiosi? No, ma ve lo dico lo stesso:  era uno squarcio del mondo delle favole, al castello del Signore Oscuro. Sembra impossibile, ma poteva starci.
Comunque, spero che anche questo capitolo vi piaccia e che, anche se il Natale è passato, possa portarvi un po' di quella magia che lo caratterizza.
Passiamo ai ringraziamenti. Vorrei ringraziare tantissimo Euridice100, Rumple_bumple ed Elema per aver perso un po' di tempo leggendo il capitolo precedente e averlo commentato. Grazie davvero.
Un grazie va anche a tutti i lettori silenziosi e a coloro che seguono, ricordano e, chissà, forse preferiscono questa raccolta.
Sarò ripetitiva ma c'è sempre bisogno di Rumbelle, specialmente se è fluff.

 
  
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