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Autore: Dreamcatcher_lady    04/01/2015    2 recensioni
Cosa vede Harry nello specchio delle brame? Una vita felice, con la sua famiglia. Una vita senza cicatrice. Una vita in cui non spetti a lui risollevare le sorti del Mondo Magico e portare il nome di "bambino sopravvissuto".
E se davvero fosse stata questo il suo destino? Vivere la vita nello specchio gli sarebbe davvero piaciuto? Sarebbe stata per lui una vita migliore?
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, Contesto generale/vago
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Morte

Lily lasciò cadere ordinatamente il panno sul piano di granito della cucina. 
Lancio' uno sguardo fuori dalla finestra. La notte era illuminata da una splendida falce di luna crescente e le vie di Godrick's Hollow erano piene di bambini entusiasti, con le loro maschere sul viso e i cestini pieni di caramelle tra le mani. 
Due tonfi sulla porta, in lontananza. -James, vai tu?- gridò la rossa, voltandosi con pacatezza. 
Un arco si apriva su un salottino illuminato e piacevolmente arredato con soffici poltrone e tende color salmone.
James, alto e moro, con gli occhiali tondi arrampicati sul naso, le rivolse un cenno di assenso mentre si sollevava da terra con un gemito.
Lily lo vide avviarsi alla porta e afferrare una ciotola di caramelle nel tragitto. Poi lo sguardo smeraldino della donna si mosse in cerca del piccolo Harry, che se ne stava accovacciato a terra, con le manine paffute strette attorno alla coda di un gatto insofferente.
-Tesoro non tirare così forte- lo ammoni' dolcemente la madre, avvicinandosi e lasciandosi cadere stancamente sulla poltrona accanto a lui.
 Si passò una mano sul viso, sospirando. La vita da mamma era sicuramente piena di soddisfazioni, ma allo stesso tempo la distruggeva. Ogni sera, non appena Harry chiudeva quegli occhietti vispi, si lasciava cadere sul letto, esausta. James la aiutava molto, era un ottimo padre, ma non poteva certo accollarsi tutti gli impegni.
Lily lo sentì battibeccare con i bambini alla porta e si lasciò sfuggire un sorriso. Che bambino era suo marito. Quanti guai combinava con Harry, quanto caos lasciava in casa quando Sirius, Remus e Peter venivano a fargli visita. 
Ma lo amava, era l'unica famiglia che aveva, dopo la rottura con Petunia e Vernon. 
James rientrò nella stanza borbottando e la richiamò dai suoi pensieri. 
-Caccabombe! Ti rendi conto, ci hanno cosparso il vialetto di caccabombe! Che razza di "scherzetto" dovrebbe essere? Ci ho messo un secolo a pulire tutto - si lamentò, tornando ad inginocchiarsi sul tappeto accanto al piccolo Harry e cercando di liberare il gatto, ormai stremato, dalle sue dita curiose.
Lily gli passò una mano tra i capelli -potevi dargli le caramelle senza fare storie- ridacchiò.
James diede in una stretta di spalle e i suoi occhi guizzarono -non gliela avrei data vinta così facilmente, lo sai- disse spavaldo -se ci fosse stato Felpato sarebbero tornati a casa con una bella fattura del solletico-
-James!- intervenne Lily, lanciando un'occhiata eloquente alla volta di Harry -non sono cose da dire, sono solo bambini-
James strinse a se il figlio, accomodandosi seduto a terra. -Lui e' il mio piccolo campione, saprà il fatto suo quando crescerà e a Hogwarts sarà il più bello e corteggiato tra i giocatori di Quidditch, come suo padre!-
Lily esplose in una risata di scherno.
-Ridi pure, ma tu, signorina, sei caduta nella tela del ragno. Non hai saputo resistere al mio fascino!- si vantò l'uomo, rivolgendosi poi a Harry, che tentava di arrampicarsi sulle sue spalle -sarai un gran bel pezzo di mago figlio mio, te la spasserai!-
La rossa si alzo scuotendo il capo -non riempirgli la testa di queste panzane o ti troverai un Serpeverde come primogenito-.
L'uomo allungò una mano ad afferrarle una caviglia -primogenito? Cosa vorresti dire?-.
Lily assunse un'espressione scanzonata e si divincolò dalla presa del marito con noncuranza.
Senza rispondere si avviò verso la cucina. L'ombra di un sorriso sul volto giovane.
James afferrò Harry per i fianchi e si sollevò da terra, accomodandosi poi sul morbido divano con il bimbo sulle ginocchia.
-Piccolo mio, credo che l'infallibile Potter sia andato di nuovo a segno, dammi il cinque!- e così dicendo sollevò la manina del piccolo, facendola scontrare con la propria. 
Harry rise, un sorriso dolce e ingenuo su quel volto paffutello. James era innamorato di quegli occhioni tondi e verdi, gli stessi della bella Lily, per la quale avrebbe dato la propria stessa vita se ce ne fosse stato bisogno. 
Prese a giocherellare con la bacchetta, facendo uscire piccoli sbuffi di fumo colorato per divertire Harry. 
Il gatto si arrampicò sulla credenza, soffiando spaventato.
Le grandi finestre del salone davano sul giardino buio. Al di la della bassa cancellata si intravedeva la strada, un gruppetto degli ultimi bambini mascherati rimasti in giro passò oltre. 
James non notò la figura incappucciata che si faceva strada nella notte, illuminata di tanto in tanto da un lampione solitario.
La figura gettò uno sguardo all'interno della casa, rise della scenetta che vide.
-Potter, che razza di bambino...- sussurrò tra se e se.
L'uomo ammantato di nero era ormai sempre più vicino alla porta, allungò una mano verso il legno lucido e bussò.
Una, due, tre volte. Con pacatezza. 
Sentì la voce di Lily all'interno gridare qualcosa e dei passi che man mano si facevano più vicini.
La porta si aprì, una falce della calda luce interna si disegnò sullo zerbino.
James se ne stava dritto sulla porta, con i capelli arruffati e il viso assonnato. In una mano stringeva la ciotola quasi svuotata delle caramelle.
Un'espressione stupita si dipinse sul suo volto, mentre Lily compariva alle sue spalle.
-Ebbene, mi lasciate qua sulla porta? Senza nemmeno una cioccorana poi? Non costringermi a farti uno scherzetto Ramoso- Sirius rise di gusto, mentre lasciava cadere il cappuccio sulle spalle.  
-Felpato! Mancava giusto il tuo brutto muso stanotte, non hai bisogno di una maschera tu- lo prese in giro James, mentre si faceva da parte per lasciarlo entrare.
Il bel viso di Sirius era coperto da un sottile velo di barba e i riccioli scuri gli incorniciavano il volto spavaldo.
-Come mai da queste parti?- chiese Lily, afferrando il suo mantello e appendendolo alla parete con un colpo di bacchetta.
-Sono venuto a controllare che il mio figlioccio non diventi un bellimbusto impomatato Lily, se lo lasciassi alle tue mani diventerebbe un mocciosetto delicato- la schernì. 
James finse di prenderlo a pugni e i due si allontanarono verso il salotto. Harry alla vista di Sirius prese ad emettere gridolini di gioia e protese le braccine verso il padrino, perché lo prendesse sulle spalle. E così fece l'uomo.
-Come se la cava con la scopa che gli ho regalato?- Domandò a James. 
Lily sarebbe volentieri rimasta a far compagnia ai due, ma un rumore in cucina la distrasse.
Sentì picchiettare e pensò dapprima che si trattasse del gatto. Ma il felino le carezzò i polpacci proprio in quel momento, facendo le fusa e drizzando la coda.
Ancora suoni secchi, come di sassolini sul vetro. 
Il gatto corse avanti, balzando sul ripiano della cucina e sparendo alla vista.
Lily lo seguì, aveva capito di cosa si trattava, ma non immaginava chi potesse mandarle un gufo a quell'ora. 
Gettò uno sguardo all'orologio sulla parete, erano le undici appena scoccate.
Si avvicinò in fretta alla finestra sopra il lavabo, un gufo bruno picchiava sempre più impazientemente. 
Lily lo riconobbe immediatamente, era uno dei gufi dell'Ordine.
Lasciò entrare il pennuto e gli strappo la lettera dalle zampe freneticamente, tanto che il gufo cacciò un grido spazientito e volò via senza attendere una risposta.
Gli occhi verdi della donna scorsero velocemente la lettera, la grafia era quella elegante e fine di Albus Silente.
Man mano che assimilava le parole, le sue mani tremavano sempre più violentemente e un sudore freddo le scorreva lungo la nuca.
Rabbrividì prima di gridare con voce strozzata.
James e Sirius accorsero in tutta fretta, con le bacchette sguainate e lo sguardo vigile.
-Che succede!- James si guardò intorno senza notare alcun pericolo. 
Sirius le si fece vicino, strappandole la lettera dalle mani e leggendola in fretta.
Lily corse in salotto, ancora tremante. Non poteva credere a quanto fosse successo. 
Avrebbe dovuto gioire, il Signore Oscuro se n'era andato, forse per sempre.
Ma non ci riusciva.
Raggiunse Harry, che gattonava incuriosito sul pavimento del salotto. Lo prese tra le braccia e lo strinse forse, mentre le lacrime iniziavano a scenderle sul viso.
Non poteva crederci. Frank e Alice erano tra i loro piu cari amici dell'Ordine. E il povero, piccolo Neville. Solo, indifeso. Aveva dovuto assistere a quel terribile scontro.
Come aveva fatto a sopravvivere? E perché il Signore Oscuro in persona aveva attaccato la loro casa?
Domande alle quali non trovava risposta e neppure ne cercava realmente una. 
L'unico pensiero era rivolto al ricordo dei volti sorridenti dei due neo genitori, nella stessa stanza del SanMungo, nel letto accanto al suo, mentre le facevano coraggio durante il travaglio. Neville era nato un solo giorno prima di Harry.
Lily e Alice avevano sognato insieme, durante la gravidanza, avevano fantasticato, gioito, sofferto, sperato. 
E ora non c'era più nulla che potesse avverarsi di tutto quello che avevo progettato di fare insieme.
Ora c'era solo morte.
   
 
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