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Autore: LallaMatta4e    16/11/2008    1 recensioni
"-Sei rossa- commenta lui, con un sorriso compiaciuto sul volto.
-Magari perché un uomo di fronte a me è così scortese da farmi arrossire- ribatto io, reggendo a fatica il suo sguardo.
Maledetto lui e i suoi dannati occhi azzurri.
-Non sai che per conquistare una donna occorre farle mille complimenti?- mi sussurra all’orecchio.
Okay. Adesso basta. Che gran faccia tosta che ha. Ma come si permette? Non ce la faccio più.
Resto zitta, guardandolo in tono di sfida.
Non ci riuscirà. Non riuscirà a farmi abbassare lo sguardo. Non riuscirà a farmi arrossire. Non…
Troppo tardi. Non so come, ma mi ritrovo la sua bocca sulla mia.
Maledetto… in questi due secondi ne ha approfittato per…
Ma non voglio fermarlo. Strano da dire, ma mi piace. Non mi viene spontaneo bloccarlo oppure staccarmi da lui. Anzi, resto lì. Attaccata a lui con la bocca, con il respiro affannato."
dal capitolo cinque.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alle otto e mezza, arriva Luca. Appena sento il campanello suonare due volte di fila, mi spavento.
Che sia così impaziente?
Dopo aver ringraziato Sofia e Angela, mi precipito giù. Ha parcheggiato davanti alla porta d’entrata.
Lo vedo che è seduto sul sedile di guida, che picchierella le dita sul cofano e guarda di fronte a sé, con aria assente.
Faccio un sospiro. Ce la devo fare.
Così faccio alcuni passi avvicinandomi all’auto argento.
Busso sul finestrino, cercando di attirare la sua attenzione.
Lui si gira, sorpreso. Il suo volto si illumina con un sorriso.
Io apro la portiera e salgo. –Ciao!-.
-Ciao!- mi saluta, raggiante –che bella che sei!-.
-Oh- arrossisco io –grazie-.
Silenzio.
Nessuno dei due dice altro.
Luca mette in moto, e parte in quarta.
Io mi giro verso il finestrino, guardando fuori.
Restiamo silenziosi ancora per un po’, poi tutte e due nello stesso istante diciamo:
-Allora dove…-.
E lui: -Cosa…-.
Io scoppio a ridere, seguita da lui.
Mi volto verso di lui, con un sorriso. –Prima te-.
Lui mi rimanda il sorriso. –No, prima te-.
Okay. Diamogliela vinta.
–Dicevo… dove mi stai portando?-.
-In un ristorante davvero carino- risponde lui, guardando la strada.
Io annuisco, distrattamente. –E tu cosa mi volevi dire?-.
-Niente- borbotta lui.
Io alzo il sopracciglio destro, insoddisfatta. –No, qualcosa era-.
-Okay- ammette lui –era per attaccare discorso, visto che questi silenzi carichi di nervosismo non mi piacciono proprio-.
Io rido, divertita. –Sinceramente, nemmeno a me-.
-Abbiamo qualcosa in comune- mi sorride, compiaciuto.
Beh, penso che a nessuno piaccia sentirsi a disagio… Ma vabbè, lasciamo perdere.
-Eccoci arrivati- conclude lui, spegnendo il motore. Mi guardo intorno.
C’è un locale là davanti tutto illuminato con una scritta enorme “Ristorante Las Vegas”.
-Sarebbe quello?- chiedo io, indicandolo.
-Sì- conferma lui –andiamo?-.
Appena entro, capisco subito l’atmosfera che c’è.
Elegante. I camerieri hanno tutti la stessa divisa e corrono per le innumerevoli sale con in mano almeno due vassoi carichi di cibo dall’aspetto invitante.
Poi annuso l’aria. C’è profumo di pesce, di carne, di verdure… Di tutto e di più.
-Desidera?-. Sento una voce alle mie spalle.
Mi giro. C’è un cameriere che sta parlando con Luca.
-Sì, ho prenotato un tavolo da due nella sala all’ultimo piano- risponde Luca, con le mani dietro la schiena.
Sala all’ultimo piano? Che sia diversa dalle altre?
-Oh, subito- afferma lui –seguitemi-.
Luca mi fa segno di superarlo, come fa un vero gentiluomo. –Prima le donne-.
Io gli sorrido, leggermente a disagio.
E così saliamo le scale, lucidate alla perfezione.
Quando arriviamo sopra, mi accorgo che la sala è piuttosto piccola, con un solo unico tavolo al centro apparecchiato per due persone.
Oddio, che posto è questo?
-Su, avanti- mi incita Luca.
Oh, non mi ero accorta che mi ero fermata.
Il cameriere sposta le sedie, cortesemente. Io faccio ancora alcuni passi e mi siedo, sentendomi lusingata.
-Il menu per l’ospite- afferma dopo qualche minuto.
Io lo afferro, confusa.
Il menù dell’ospite? Che ci sarà di strano?
Quando lo apro, mi rendo conto che è diverso dai soliti. Non ha scritto i prezzi.
-Tutto bene?- mi chiede Luca, gentilmente.
-Oh, sì- rispondo io, sconcentrata.
-Bene- afferma lui –scegli pure quello che vuoi ordinare-. Io annuisco, fissando le scritte.
Ma quanta roba c’è? Sono tre pagine solo per gli antipasti!
Poi volto le pagine, sbalordita. "Primi piatti" c’è scritto con una calligrafia perfetta. In tutto sono venti pagine.
Tre per gli antipasti, sei per i primi, otto per i secondi, due pagine per i dessert mentre l’ultima è per le bibite.
Non ci posso credere. Che ristorante è mai questo?
Dopo quindici minuti sto ancora leggendo la pagina dieci.
Ho deciso: un po’ di verdure alla griglia, una pasta asciutta all’aragosta e da bere… da bere non lo so.
-Cosa prendiamo da bere?- chiedo, dopo una lunga pausa.
Luca fa spalline, con lo sguardo fisso sul menu. –Come preferisci te-.
-No, scegli tu- ribatto io.
Lui sospira, rassegnato. –E va bene. Ti va un po’ di vino?-.
Io annuisco, convinta. –Benissimo-.
Quello che avevo pensato anche io.
Ecco che arriva il cameriere. –Avete deciso?-.
-Sì- gli risponde Luca, chiudendo il menù –per me delle verdure grigliate e… la pasta al pesce. Tu?-.
-Ehm- dico io, arrossendo –anche io. E… la pasta all’aragosta-.
Possibile che con tutti i pasti che ci sono abbiamo scelto gli stessi?
Lui ride, divertito. –Bene. E poi da bere il vino… rosso va bene?-.
Io alzo lo sguardo. –Sì, perfetto-.
Cos’è? Siamo telepatici?
Il cameriere scrive tutto su un blocchetto rosso e poi, con un leggero cenno col capo, ritira i menù dopodichè scende le scale velocemente.
Restiamo in silenzio ancora un po’.
Non so proprio che dire. Mi sento a disagio qui… Non sono mai entrata in un ristorante così chic. Con Angela e Sofia andavamo sempre nella solita pizzeria oppure in un fast food.
-Allora- fa lui.
Io lo guardo.
-Avevo progettato una cosa per il nostro progetto. Però non ne sono sicuro-.
-Cosa?- chiedo, interessata.
-Tipo: “Noi donne amiamo vestire sempre bene, anche quando sappiamo che gli uomini non ci possono vedere” qui si vede che una ragazza cammina per strada, poi c’è come una pausa: “anche se alle volte non è così” e si vede che è in una stanza e inizia a spogliarsi e… e si vede che… sì, beh insomma… c’è l’uomo sdraiato sul letto…-. Qui inizia a balbettare.
-E lei indossa la biancheria che dobbiamo pubblicizzare, giusto?- lo aiuto io, sorridendo.
-Sì- conferma lui, tornando serio –calze, mutandine e reggiseno-.
-Uhm- mormoro io, facendomi pensierosa –potrebbe essere una buona idea-.
-Poi dobbiamo parlarne anche con gli altri…- mormora lui.
-Certo, certo- dico io -però scusa... Non abbiamo già fatto alcune fotografie alla modella?-.
Lui annuisce. -Sì, la mia era solo un'idea-.
Sento dei passi alla mia sinistra e vedo che lo stesso cameriere di prima arriva con in mano due vassoi.
Le nostre verdure.
Con un rapido gesto, mi appoggia il piatto sotto il naso.
Mmh, che buon profumino. E sembrano veramente buone!
Prendo il tovagliolo e me lo appoggio sulle ginocchia, poi afferro la forchetta alla mia destra.
Anche Luca sta facendo lo stesso.
-Buon appetito- esclamo.
-Altrettanto- dice Luca, cordiale.
Non resisto più. Metto in bocca la forchetta con la zucchina con sopra il formaggio.
All’inizio sa di sottiletta, poi pian piano sente più di zucchina. Mentre mastico chiudo gli occhi per deliziare ancora di più il sapore.
-Com’è?- mi chiede Luca, con un sorriso divertito.
Oddio. Non è che si notava troppo?
-Mmh- faccio io, deglutendo –buonissimo-.
Appena finiamo l’antipasto, arrivano le nostre paste all’aragosta. Anche quelle sono semplicemente squisite.
-Toglimi una curiosità- dico io, quando tutti e due abbiamo finito di mangiare.
-Anche due- mi prende in giro lui.
Io faccio una leggera risata, poi riprendo: -Ma te frequenti sempre questi ristoranti?-.
Lui appare sorpreso. –Se devo essere sincero, no. L’ho fatto solo stasera…-.
Lo sguardo, non capendo. –Perché stasera?-.
-Perché c’eri te- mi risponde lui, avvicinandosi con la testa verso di me, come se mi stesse svelando un segreto.
Io gli mostro un timido sorriso, diventando sempre più rossa.
Oddio. Si può essere così cretina? Come si fa a non avere capito…
Okay. Un respiro.
Bene, Vero. Ce la puoi fare.
Però pensandoci… Se ha detto così… Forse… No. Se vuole qualcosa di più è lui che deve fare il primo passo, non io.
-Vuoi un caffé o, che ne so, un dolce?-.
Ecco, ha cambiato discorso. Lo sapevo che un momento così bello poteva durare solo alcuni secondi.
Io scuoto la testa, delusa. –No, grazie. Sono a posto così-.
Lui fa un leggero cenno col capo, vago.
Chissà cosa vorrà dire?
Silenzio.
-Andiamo?- propongo io, dopo una piccola pausa.
Lui annuisce, alzandosi.

Siamo fuori.
C’è una lieve brezza. Io mi strofino le braccia, infreddolita.
-Hai freddo?-.
Appena mi giro verso Luca, vedo che mi sta offrendo la sua giacca.
Oddio. Che carino che è.
Non faccio in tempo a rispondere, che subito me la appoggia dolcemente sulle spalle.
–Mi sento come una principessa-.
Lui mi sorride. –Forse è quello che sei-.
Non posso. Non posso. Non posso. Non posso.
Non posso continuare così! Adesso è troppo. Mi sta facendo troppi complimenti in troppo poco tempo.
Non dico niente, imbarazzata.
Non ho la forza di dire una parola. Non ci riesco.
-Sei rossa- commenta lui, con un sorriso compiaciuto sul volto.
-Magari perché un uomo di fronte a me è così scortese da farmi arrossire- ribatto io, reggendo a fatica il suo sguardo.
Maledetto lui e i suoi dannati occhi azzurri.
-Non sai che per conquistare una donna occorre farle mille complimenti?- mi sussurra all’orecchio.
Okay. Adesso basta. Che gran faccia tosta che ha. Ma come si permette? Non ce la faccio più.
Resto zitta, guardandolo in tono di sfida.
Non ci riuscirà. Non riuscirà a farmi abbassare lo sguardo. Non riuscirà a farmi arrossire. Non…
Troppo tardi. Non so come, ma mi ritrovo la sua bocca sulla mia.
Maledetto… in questi due secondi ne ha approfittato per…
Ma non voglio fermarlo. Strano da dire, ma mi piace. Non mi viene spontaneo bloccarlo oppure staccarmi da lui. Anzi, resto lì. Attaccata a lui con la bocca, con il respiro affannato.
Sento le sue mani entrare sotto il mio cappotto e stringermi i fianchi.
Non ho più freddo. Al contrario, quasi ho caldo.
Restiamo così, attaccati in un forte abbraccio per almeno cinque minuti filati.
Poi mi allontano leggermente con il viso per guardarlo negli occhi. I suoi meravigliosi occhi blu. Blu come il mare d’estate, blu come il cielo d’inverno. Profondi e sinceri. Che mi stanno fissando come un cucciolo che ha bisogno di coccole.
Non resisto, gli prendo la parte inferiore del viso tra le mani e lo avvicino alla mia bocca.
E ci baciamo ancora.
Questa volta è un vero bacio, anche con la lingua. Questa volta restiamo così per innumerevoli minuti. Questa volta sembriamo due ragazzini al loro primo bacio. Questa volta mi piace ancora di più di quella precedente. Questa volta… questa volta è semplicemente fantastica. Come lui, se non di più.
Adesso però è lui che si stacca. –Sei bellissima-.
Ed ecco che rinizia. Non potevamo continuare a baciarci come due secondi fa?
Io sorrido, vergognandomi un poco.
Ma perché mi devo vergognare? Se ha detto che sono bellissima!?
Nemmeno Gabriele mi faceva così tanti complimenti. E in una sola serata!
Rimaniamo ancora qualche minuto abbracciati. Le sue mani intorno ai miei fianchi che si congiungono dietro la mia schiena, stringendomi forte. E le mie intorno al suo collo con la mia testa appoggiata alla sua spalla sinistra.
  
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