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Autore: armony_93    16/11/2008    8 recensioni
Le parole sono tante e importanti. Le parole ci rappresentano e con dei discorsi riusciamo più o meno a esprimere noi stessi. Chi non ha parole come puoi farsi capire? In tanti modi, in tanti gesti, in tante espressioni. A volte ci sembra così ovvio saper parlare, ma è davvero così naturale? No, non per lei. Taylor Mckessie. Nuova long scritta ieri sera di getto. Non molti mi seguono, ma ho voluto provare a scrivere qualche cosa di diverso: diamo sempre per scontato che una persona parla, dialoga e si confronta con gli altri, ma è vero che a volte non c'è bisogno di molte parole e anche il silenzio può diventare qualcosa di bello e speciale. Taylor è una ragazza che ha perso le parole sin da quando era piccola. Frequenta la East High e nonostante conosca i suoi compagni da molto tempo si renderà conto solo in quel periodo del sentimento che la lega ad uno di loro. Il più ribelle. Chad Danforth. Tra dolcezza e violenza, anche una nuova storia d'amore nasce tra le righe di questa storia. Questa ficcy è anche Ryanella e Troypay. Un bacio a chi la legge. armony_93
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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19.19
Il riccio si voltò d scatto e fissò la ragazza con un’espressione confusa. Lei si fece avanti con dolcezza e gli si avvicinò con cautela. Chad posò il casco sulle sue gambe e la fissò avanzare con un misto di stupore e sorpresa. Lei lo fissò negli occhi leggermente imbarazzata e sorrise appena rassicurante.
-Chad…-
La mora scosse i boccoli con dolcezza sbattendo le palpebre sugli occhi da cerbiatta e Chad la fissò incantato. Era bella, non c’è che dire. Ma lui amava altri lineamenti, altri occhi, alti capelli, altre labbra…non era Gabriella che aveva sperato di trovare voltandosi.
-Montez…?-
Chiese sorpreso che per la prima volta la mora gli rivolgesse la parola nonostante si conoscevano da anni.
-Chiamami Gabriella! Mi fai sentire vecchia!-
Disse la moretta arrossendo vistosamente. Chad sorrise intenerito e ridacchiò un po’. La fissò e sentì l’enorme delusione del suo cuore: ci aveva sperato, perché aveva solo pensato che lei fosse li ad aspettarlo? Lei doveva essere furiosa, arrabbiata con lui per quello che le aveva fatto…sospirò e chiuse gli occhi imponendosi di pensare ad altro.
-Chad che ci fai qui?-
Chiese con dolcezza la mora avvicinandosi sempre di più. Chad si sentì stravolgere lo stomaco pensando al motivo per il quale il suo istinto lo aveva portato lì. Ferito, rispose con un ringhio sommesso.
-Cosa ti interessa?-
Gabriella lo fissò leggermente sorpresa da quel comportamento ma poi assunse un’espressione corrucciata.
-Sei tu la causa della sofferenza di Taylor vero?-
Chad si pietrificò sul posto ma nascose quella sua rigidità roteando gli occhi al cielo e dipingendosi la sua tipica espressione da stronzo che lo caratterizzava.
-Ancora ci soffre? Diavolo se sapevo che frignava così tanto non mi sarei avvicinato nemmeno per sesso!-
Disse scoppiando a ridere. Gabriella indurì lo sguardo facendo diventare gli occhi due fessure, due lamine che trafissero Chad da parte a parte. Ma il riccio era abituato a quegli sguardi, ne aveva ricevuti molti, troppi così la ignorò e si mise seduto di sbieco sulla moto.
-Sei spregevole! Sei un dannato vile approfittatore!-
Gli disse sputando con tutta la rabbia e tutto il risentimento. Chad alzò gli occhi e Gabriella rimase sconvolta: negli occhi del riccio non c’era ira o divertimento come si aspettava di trovare, c’era supplizio, tormento, resa.
-Che cazzo me ne frega di quello che pensi?-
Chiese con un tono così differente dai suoi occhi che non sembrava nemmeno lui a parlare. Gabella boccheggiò incapace di riconnettere il cervello al corpo. La moretta raccolse le forze e si riprese mormorando.
-Le stai facendo male Chad…-
Il riccio sgranò gli occhi e distolse lo sguardo sorridendo amaramente.
-Non mi interessa…-
Disse insicuro mentre gli occhi di Gabriella brillarono per aver trovato una debolezza. Lo fissò e lanciò un’occhiata al balcone dove poco prima aveva visto sporta Taylor ma ora era rientrata. Pregò il cielo che non uscisse e iniziò la sua lenta tortura con Chad.
-Non ti interessa sapere di quanto piange tutte le notte pensandoti? No, ovvio che no…Non ti interessa sapere che sto impazzendo cercando di farla parlare, di farla aprire, ma non riesco più a carpire nulla. Si è chiusa in una corazza e più tento di parlarle più si chiude in se stessa.-
Chad fissò lontano verso la fine della strada ma Gabriella notò il tremore delle sue mani. Sorrise appena e avrebbe voluto proseguire quando Chad la bloccò dicendole gelido e rapido.
-Sali.-
Ordinò facendo accapponare la pelle alla mora che arrossì vistosamente e si avvicinò di un passo incerta: che idee aveva?
Chad le porse un casco e scivolò più avanti così da permetterle di sedersi.
-Andiamo Sali!-
Ordinò imperioso mentre Gabriella scattava spaventata al suo fianco dopo essersi infilata il casco. Se lo mise e con un gesto rapido si sedette alle spalle del riccio arrossendo.
-Cosa diavolo stai architettando?-
-Zitta.-
Gabriella spalancò la bocca e lo fissò stupefatta ma fece appena in tempo ad aggrapparsi a lui che il ragazzo ingranò la marcia e partì rapido verso una destinazione sconosciuta.

Taylor rannicchiata contro il muro si teneva le ginocchia mentre altre lacrime le rigavano il viso con prepotenza. Chad era lì, aveva guardato verso di lei e non era riuscita nemmeno a far uscire un gemito dalle sue labbra. Singhiozzò più forte e lasciò che un ginocchio scivolasse steso a terra mentre sollevava il viso regalando alla sua visuale il soffitto.
Nemmeno un soffio, nemmeno un dannato gemito, nemmeno una stupida lettera riusciva a pronunciare. Chiuse gli occhi e scoppiò a piangere più forte mentre sentiva il rumore di una moto allontanarsi. Si impose di non guardare e si stese sul letto nuovamente con il viso grondante di lacrime e l’espressione stretta in una morsa di doloroso amore.
Sospirò e regalò il suo ultimo pensiero ad un ragazzo dai riccioli ribelli prima che il sonno si impadronisse di lei.

Sharpay ansimò separandosi da Troy e si sollevò puntando le braccia sul divano. Fissò Troy steso sotto di lei, il corpo nudo avvinghiato al suo e il sorriso furbo dipinto sulle labbra mentre due roscetti gli coloravano le guance.
-Che…che c’è?-
Chiese lui ridacchiando mentre prendeva a baciarle una spalla con amore e scivolava con le labbra sul braccio facendo rabbrividire la bionda.
-Troy…aspetta…Troy. Troy…-
Lo chiamò ma il ragazzo la ignorava baciandole sempre di più raggiungendo il lobo dell’orecchio così da far gemere un poco Sharpay che però sgranò gli occhi e lo separò da se.
-Bolton!-
Tuonò fissandolo irosa ma anche affannata. Troy sorrise malizioso e le disse fissandola con brama.
-Lo sai che mi ecciti quando fai la cattiva…-
Sharpay arrossì e gli disse ignorandolo.
-Ma se Chad torna?-
Troy ridacchiò e le sistemò una ciocca di capelli per poi dirle.
-Se torna…se ne riva!-
Disse ridacchiando mentre Sharpay sgranava gli occhi e si alzava rivestendosi.
-Ma Pay!-
Protestò Troy riallacciandosi i jeans. La bionda lo fissò sconvolta ma anche divertita.
-Non ho intenzione di procreare su un divano!-
Troy mugugnò cadendo in ginocchio di fronte alla bionda.
-Andiamo…andiamo in camera mia…-
Disse fissando gli occhi nocciola della bionda con disperazione come un cucciolo indifeso. Sharpay scoppiò a ridere e gli accarezzò la testa con dolcezza fissandolo con sguardo assente.
-Perché ci tieni tanto?-
Chiese in un filo di voce. Troy la fissò e ridacchiò leggermente risalendo mentre si metteva in piedi in modo da contrastare la bionda. Le prese le spalle e le disse divertito.
-Vuoi proprio ridurmi uno schiavetto, ti piace umiliarmi…vero?-
Lei sorrise e lo fissò con sfida.
-Perché umiliarti?-
Troy le cinse meglio la vita e la strinse a se rubandole un bacio.
-Perché vuoi farmi urlare al mondo che…-
-Che…?-
Troy sorrise e la fissò negli occhi serio, deciso, innamorato, ardente di passione e corroso dalla forza di quel sentimento tanto da non riuscire a pensare ad altro se non alla biondina che aveva davanti.
-…che ti amo.-
Sharpay sorrise fissando il punto fermo del suo universo e lo bacio.
-Si. Anche io ti amo.-

Continua….





°&°&°&°&°&°&°

Angolino dei ringraziamenti:
Enorme ritardo. Chiedo umilmente perdono. Ringrazio tutte coloro che mi seguono e anche se non posso permettermi di giudicare permettetemi di dire che tutte coloro che mi lasciano anche solo una parola sono delle ragazze meravigliose che stimo molto e che apprezzo.
  
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