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Autore: Thingsthinker    05/01/2015    5 recensioni
Rinuccio e Nina crescono fra la polvere e il dialetto cattivo di un quartiere poverissimo alla periferia della città.
Le ragazze si sposano a sedici anni e se qualcuno le tocca prima è dovere dei familiari ammazzarlo di botte.
Nina è la più brillante della sua classe; lo sanno tutti che scapperà da quel posto appena possibile e cambierà il suo destino.
Rino nel suo destino ci sta già dentro fino al collo, lo vive tutti i giorni quando si alza e va al cantiere; dodici anni, la pelle bruciata dal sole, le braccia forti - perchè devi essere forte, per fare il muratore.
Non potrà mai averla e lei non potrà mai avere lui.
Forse.
Genere: Drammatico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'AMORE INFAME è un racconto ideato e scritto da Lee, cioè me. Se vi servirà come fonte di ispirazione mi farebbe piacere che me ne parlaste.
Se me lo copiate vi spezzo le gambine. ^_^




1.
«INSEGNAMI»
 
Il ragazzetto smette di correre. La guarda. I suoi occhi azzurri sembrano accarezzarla.
Le dita rosee della bambina sfogliano le pagine di quel vecchio libro cosunto che le ha prestato la professoressa. Rinuccio l’ha sentita con le sue orecchie dirle che quel libro non doveva sporcarlo, doveva trattarlo bene.
Invece Nina ha disobbedito e ha portato quel libro nella polvere del campo da gioco, per stare appresso ai suoi fratelli più piccoli.
Rinouccio di anni ce ne ha dodici, Nina nove.
Le ha tirato i sassi qualche volta fuori da scuola. Spera che lei abbia capito che era un segno d’amore.
Però Rinuccio la notte, nel suo letto, piange; piange piano, perché se suo padre lo becca gliele suona perbene. “Un maschio non piange, Rinù, un maschio s’incazza!” griderebbe in dialetto. Ma Rino piange per Nina e perché lei non potrà mai amarlo.
Nina è intelligente. Sua sorella Maria sta nella sua stessa classe e gli dice che la maestra prende sempre Nina accanto a lei e la loda, dice quanto è brava. Gira voce che quando finirà quest’anno Ninetta andrà alle medie.
Le donne la fermano per strada. “Ninè, Ninè! Come sei brava, bambina, come sei bella! Magari anche i miei figli, quei disgraziati, fossero come te! Saluta la tua mamma, mi raccomando.”
Nina è intelligente, però è pure bella.
Così bella che fa invidia al sole, pensa Rinuccio.
Però non è una che te lo fa pesare, né che è bella, né che è intelligente. Quei pochi che sotterrano l’onore e le chiedono una mano per i compiti vengono accolti con benevolenza, li fa sedere accanto a lei e comincia a scandire piano le sillabe. Rinuccio pagherebbe per ascoltarla parlare per ore, e giorni, e anni. Però starebbe zitto, per paura di fare brutta figura. Quando lo guarda con quegli occhi scuri che gli scavano dentro, si sente a disagio.
E un uomo non dovrebbe mai sentire questo quando sta con una donna.
 
Rino fa il muratore già da un anno e sulle donne dice oscenità da muratore con altri muratori. Ma è come se quelle oscenità non potessero toccare Nina, perché Nina è sopra, sopra a tutto.
Lei esce da scuola e lui le tira i sassi, poi ognuno va a casa sua.
Qualche giorno lui la vede al campo da gioco che controlla i fratelli con un occhio e con l’altro, invece, studia. Lui sta al cantiere là vicino e ogni tanto trova una scusa per andare da lei, ci parla: più che altro lascia parlare Nina e cerca di assorbire tutto come una spugna.
 
Non lo sa che anche Nina piange.
Nina piange perché sente tutto compresso nel suo cervello, non sente di poterne parlare con nessuno.
Quando parla con Rino però sta bene. Lui è ignorante, ma non stupido. Se è per questo è pure bello, le ha detto una volta Giulietta, con quegli occhi azzurri come il mare che non ce li ha nessuno! Quando parlano con Nina, quegli occhi si fanno più grandi.
Lei parla, parla, parla, e lui vuole capire, fa domande, teme di sembrare molesto. Se rimangono troppo tempo seduti vicini arriva qualche occhiata di Lino che minaccia di dirlo al padre di Nina, e Rinuccio si allontana.
 
Così entrambi piangono, lui perché intrappolato nella sua ignoranza, lei costretta nella sua intelligenza.
Quando Rino era piccolo sognava che l’avrebbe sposata, appena fosse diventata più grande. Ma ora Rino è cresciuto e sa che Nina non si sposerà mai a sedici, diciassette, diciotto anni, come fanno le altre ragazze del quartiere – uno dei più poveri della città.
Rino è convinto che Nina crescerà sempre più bella e intelligente, e girerà il mondo, e si circonderà di uomini che la ameranno invano, perché lei sarà sempre troppo.
Poi un giorno si sposerà con uno più bello e più intelligente e soprattutto più ricco di lui, Rino. Saranno felici e Rinuccio li odierà per sempre, perché quell’uomo non è lui.
Nina alza gli occhi dal libro, lo vede e gli fa ciao-ciao con la mano. Quanto è bella. Il sole estivo batte sul selciato e solleva una calura pesante, un vento fievole che le smuove i riccioli bruni. Un giorno gli ha confessato che vuole scrivere un libro. E lui lo sa che un giorno vedrà il suo nome – non “Nina”, proprio Giovanna – sulla copertina rossa di un libro. Per questo si esercita a leggere.
Risponde al saluto, poi volta le spalle e va verso il cantiere.
Nina lo guarda allontanarsi con quella sua figura di ragazzetto cresciuto troppo in fretta, il bacino stretto, le spalle larghe, muscoli tesi sotto le braccia magre.
 
E’ così bello. Certe volte, prima di addormentarsi, si immagina di dargli un bacio. Allora arrossisce e il viso le si scalda e ha paura che sua sorella Lella, che dorme con lei, se ne accorga.
Una volta ha provato a dirlo a Giulietta, una volta, ma lei le ha risposto, con la cattiveria che hanno solo i bambini: “Lascialo sta’ a quello, Ninè, è un porco ignorante e tu sei troppo bella e troppo intelligente! Quello tiene dodici anni e fa il muratore, tu sei la gioia di tutte le mamme! Ma le senti le porcate che dice? E poi quello è uno che cerca le donne fatte, mica noi.”
“Le donne fatte” per Giulietta sono ragazzine di un paio d’anni più grandi che passano tutto il tempo a badare alla casa e si sentono importanti perché escono la sera.
Quando Giulietta ha detto quelle cose, anche più brutte, Nina non ha risposto.
 
Anche Rino ha detto di quelle cose a suo fratello Cristiano.
“Gennà,” è stata la risposta in un dialetto stretto “Quella è una cervellona e appena può da sto posto di merda se ne scappa e va a fare i soldi. Te lo dico io. Perché non guardi quelle come Giulietta, come Mimma?”
“Perché sono stupide.”
“Già. Come me e te e tutti gli altri che conosciamo. Non fa lo stronzo, ragionaci. Non si può fare.”
Anche Rino è stupido e in quanto tale deve sposare una donna stupida.
Il ragionamento di Cristiano non fa una piega.
 
“Non sei stupido” gli dice Nina un giorno “Ma non hai studiato”.
E la risposta a Rino viene di getto:
“Ti prego, Ninè, insegnami tu.”



 


Comincio col dire che questa è una storia a cui tengo moltissimo, perchè amo molto i protagonisti.
Spero vi sia piaciuto questo primo capitolo, spero che andrete avanti e spero vi innamorerete di Rinuccio e Ninetta, che poi sono i miei piccolini :3
Vi prego, non infrangete TUTTE le mie speranze!
Criticate (anche aspramente, accetto ogni genere di critica) e ditemi cosa ne pensate!
Un bacio grande,
Lee

PS: il banner sopra l'ho fatto io, se vi piace e avete bisogno di uno per una vostra storia chiedete pure, per me è uno svago :)
  
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