Capitolo
6 Arriva Sebastian
Casside
si svegliò di soprassalto, qualcuno stava bussando
furiosamente alla sua porta di casa.
-“mamma…”-
iniziò a mugugnare lei.
I
rumori però, continuavano.
Casside
fu costretta ad alzarsi di malavoglia, passò
davanti la cucina dove sul tavolo vi era il solito bigliettino
“siamo a pranzo dalla
zia, nel frigo c’è il pasticcio
d’alghe”
Mamma
-“tipico
loro…”- ormai la ragazza si era abituata a vivere
praticamente sola in casa, data l’assenza dei genitori;
ancora più svogliata di
prima si trascinò verso la porta, pronta a fare la ramanzina
a chiunque si
fosse presentato così presto a casa sua.
Quando
aprì la porta però balzò
all’indietro
stropicciandosi gli occhi, convinta di stare ancora sognando.
-“Ariel…?!”-
La
sirena dai capelli rossi e la coda sgargiante aveva un
aria preoccupata in viso.
-“cosa
ci fai, tu”-
Prima
ancora che potesse finire la frase la rossa
l’interruppe.
-“scusa,
so che sono appena le 9 del mattino ma non potevo
aspettare, Arren è qui con te?”- chiese lei
speranzosa.
-“Arren?
E perché mai dovrebbe essere qui??”-
-“e
Core allora?”-
-“no,
nemmeno lui… sai dopo l’altro giorno non credo
avesse
tutta questa voglia di passare a trovarmi!”- sputò
acida portando le mani sui
fianchi.
Ariel
parve rabbuiarsi. –“capisco…”-
portò lo sguardo
basso, poi continuò mesta.
–“beh… se dovessi vederli
allora… digli che li sto
cercando”-
-“penso
che avrai più probabilità di vederli tu che
io!” –
Ariel
non ce la fece più e scoppiò in lacrime. Sul
volto di
Casside scomparve quel sorrisino compiaciuto per fare largo ad
un’espressione
preoccupata.
-“perché
fai così? Non gli sarà mica successo
qualcosa?”-
uscì dalla soglia per sorreggerla, aveva
l’espressione di chi sta per svenire
dal forte shock. –“oh Casside!”-
parlò tra i gemiti. –“è
scomparso! Lui e Core
sono scomparsi!”-
Ariel
stringeva tra le mani una tazza di cioccolata
fumante, fuori non faceva particolarmente freddo
anzi,
era una di quelle giornate in cui spirava da est una
corrente calda, eppure quei costanti brividi non l'avevano abbandonata
un
attimo.
La
cucina dove si erano sistemate non era particolarmente
grande ma era molto accogliente, un piccolo tavolo per due era adagiato
di
fianco alla finestra che dava sulla strada, la sirena dai capelli rossi
fissava
fuori con sguardo assente immersa in chissà quali pensieri.
Casside
si sedette di fronte a lei intrecciando le dita
attorno al manico della sua tazza blu preferita, quello che Ariel le
aveva
detto sulla soglia di casa sua l'aveva lasciata incredula, voleva
sapere di più
su quella faccenda.
Dopo
minuti di silenzio che parevano interminabili Ariel finalmente
parlò
-"sono
tre giorni che lui non c'è più"-
iniziò in
tono distaccato.
-"abbiamo
dato una piccola festa per l'annuncio del
bambino, da quella sera non l'ho più visto"-
Adesso
che la guardava meglio non sembrava stesse molto
bene, il volto pallido e cereo, gli occhi spenti, in confronto a
qualche giorno
prima adesso sembrava stanca e malinconica.
-"Cosa
intendi dire?"-chiese lei tranquilla.
-"eravamo
tutti euforici e chiacchieravamo tra di noi,
ci siamo separati e quella notte, anche dopo aver salutato gli invitati
lui non
c'era."- Bevve un sorso poi continuò non distogliendo
l'attenzione dal
paesaggio.
-"non
venne a dormire; l'indomani lo cercai ma di lui
non c'era traccia, mi accorsi che non c'era nemmeno Core..."- si
voltò
lentamente e Casside capì perché fino a quel
momento non l'aveva guardata in
faccia, i suoi occhi erano pieni di lacrime; era ammirevole il suo
autocontrollo, a guardarla sembrava stesse per avere una crisi da un
momento
all'altro, eppure la sua voce non tradiva nessuna emozione.
-"Ariel"-
iniziò lei -"non penserai mica
che...insomma che ti abbia abbandonata scappando con suo
fratello,
perchè se è questo che pensi ti dico subito
che"-
-"no,
non lo penso"- disse con voce ferma
asciugandosi le lacrime che si dibattevano per uscire.
-"Mi
ha giurato che non l'avrebbe mai fatto, lui è
diverso. "-
-"e
ti ama moltissimo"- aggiunse la sirena dai
capelli arancio.
-"Conosco
bene Arren"- Casside buttò la testa indietro
immergendosi nei ricordi.
-
"siamo amici da quando avevo 8 anni... Ti posso dire
che non ha mai, e dico mai, guardato nessuna come guarda te."- le
sfuggì un sorriso amaro. Ariel parve risvegliarsi dal suo
torpore.
-"non
credo di essere stata il suo primo amore, avrà
avuto altre storie prima di me..."-
La
ragazza rivolse nuovamente il suo sguardo alla sua
interlocutrice -"qualche cotta si... ma credimi quando ti dico che TU
lo
hai cambiato profondamente."-
Ariel
si contrariò -"Arren non è mica un ribelle!"
-"no
no, non è questo, solo che prima era molto più,
come dire, riservato ecco. Non gli importava molto di quello che
succedeva agli
altri se la cosa non lo toccava da vicino, se ne fregava totalmente;
per non
parlare poi che non è mai stato un tipo da..."effusioni"-
La
sirena sgranò gli occhi.
-"quando
vedevamo una coppia per strada, che si
coccolava o si baciava, si voltava dall'altro lato e diceva che era una
cosa
che non avrebbe mai fatto, era troppo imbarazzante o ridicola."-
-"sembra
quasi che tu stia parlando di un’altra
persona."- asserì lei.
-"ed
è così infatti!"- si alzò e mise le
tazze
ormai vuote nel lavandino. -"per molte cose si è ricreduto
evidentemente,
ma non è un vigliacco. Non ti avrebbe mai lasciata, almeno
non di sua spontanea
volontà."-
La
rossa le venne dietro, -"pensi che possa essere
stato "costretto"?"-
Il
discorso abbondonò il sentiero frivolo e del
pettegolezzo e fece un balzo avanti verso quello indagatore.
-"e
se fosse stato rapito? Chi può volergli del male??
Non conosco molto del suo passato"- si rammaricò Ariel
volgendo uno
sguardo interrogativo all'altra.
-"chiunque
sia ha rapito anche Core, la sua assenza in
coincidenza con la scomparsa di Arren è sospetta."-
Casside
uscì dalla cucina dirigendosi verso la porta
seguita a ruota da Ariel.
-"dove
vai? Abbiamo appena iniziato a fare chiarezza
su queste stranezze!"-
-"ti
accompagno alla porta"- disse calma nuotando
sinuosamente verso l'ingresso.
Sul
volto diafano di Ariel comparve un’espressione accigliata,
non fece in tempo a chiedere che le risposte arrivarono da sole.
-"eri
sconvolta e mi stavi svenendo sul portico di
casa, ti ho offerto una cioccolata calda, ti ho ascoltato e adesso ti
saluto!"- aprì la porta facendo entrare la luce del mattino.
-"mi
stai abbandonando così!?"- non era
arrabbiata, semplicemente confusa e adirata.
-"Alt,
frena un momento! IO non ti devo NIENTE, che
sia ben chiaro. Se vogliamo proprio mettere in chiaro le cose,
è per colpa tua,
e solo TUA se un amicizia ventennale è stata chiusa in meno
di qualche minuto,
ed è pure colpa tua se Arren non c'è
più... quindi beh, devo fare il bucato e prepararmi
ad una giornata di ozio, quindi ciao!”. - Casside fece per
chiuderle la porta
in faccia ma Ariel la bloccò a qualche centimetro,
sufficiente almeno a far sentire
le sue parole.
-"non
sono venuta da te per avere il tuo perdono, né
la tua commiserazione, se le cose sono andate così devi
incolpare solo te
stessa. So qual è il mio posto, ed è con Arren.
Riporterò a casa mio marito e il
padre di mio figlio, con o senza aiuto."- il suo tono di voce era
completamente cambiato, non era più timoroso o malinconico,
era determinato.
Carico di una determinazione tale che per lo shock la porta dapprima
socchiusa
si aprì lentamente facendo comparire mezzo volto di Casside
sconcertato.
-"sono
solo teorie, cosa credi di fare? E poi nel tuo
stato dovresti stare cautelata e a riposo!"-
I
capelli rossi fluenti ondeggiavano ritmicamente attorno
al suo volto, i suoi occhi erano pieni di un fuoco di ribellione, lo
stesso che
l'aveva spinta tempo fa ad attraversare lande oscure per andare dalla
strega
del mare.
-"oh...
tu non hai idea di cosa
io sia capace di fare."-
Detto
questo voltò spalle ed uscì dal vialetto sotto lo
sguardo sconcertato di Casside.
-"finirà
col farsi del male!"- la guardò nuotare
fino a che rimase un piccolo puntino. -"quella sirena è
matta! Matta da
legare!" - detto questo richiuse la porta rientrando in casa.
****
-"Ariel!Ariel!"
- La ragazza nuotava decisa verso
la casa dei genitori di Arren.
-"Signorinella!
Sto parlando con te!" -
Ad
un tratto si accorse di una voce piuttosto familiare
abbastanza affannata che proveniva dalle sue spalle.
Rallentò l'andatura fino a
fermarsi del tutto.
-"questa
scena l'ho già vissuta!"- continuava a
lamentarsi la voce. Ariel si guardò intorno e solo allora
vide poco distante da
lei un granchio rosso che tentava di nuotare più velocemente
che poteva.
-"Sebastian..?
Ma cosa ci fai qui!?" - attese
qualche momento che il granchio riprese fiato
-"Sono
venuto per impedirti di fare
sciocchezze."-
-"Ma
di che parli?"-
Il
granchio si portò all'altezza degli occhi della sirena.
-"Ariel, so tutto. Non puoi andare a cercare Arren."-
Ariel
fece un balzo indietro -"ma...ma... come fai a
sapere cosa è successo?"- poi finalmente prese
consapevolezza.
-"tu
ci stavi spiando!! Ti ha mandato mio padre,
vero?!?!"-
-"Ariel,
nello stato in cui ti trovi dovresti cercare
di restare calma..."-tentò di rabbonirla lui. Ormai
però era troppo tardi,
Ariel aveva definitivamente perso le staffe.
-"Sai
pure questo!? Ok, si sono incinta e adesso sono
pure molto arrabbiata quindi parola mia, è meglio che non mi
crei problemi
anche tu!"- La ragazza si voltò e continuò a
nuotare verso casa.
Possibile
che nessuno si fidasse di lei? Era sola,
completamente sola e nessuno aveva intenzione di aiutarla a ritrovare
Arren.
-"Ariel,
lo dico per il tuo bene, devi rimanere a casa
anzi, ritorna subito al castello, le tue sorelle avranno cura di te e
tuo padre
manderà qualcuno a cercarlo!"- Il granchio nuotava a
perdifiato dietro di
lei, le sue parole sembravano gettate al vento.
-"Tornare
da mio padre? Sebastian, non sono una
bambina, sono capace di cavarmela da sola, posso ritrovare Arren senza
che
questo diventi un caso su tutte le bocche del popolo di Atlantica!"-
-"Beh
se ti comporti da bambina io ti tratto da
bambina! Non puoi mettere a rischio la tua vita e soprattutto la vita
del
tritone o sirenetta che porti in grembo, sei un irresponsabile!"- si
arrabbiò lui.
Vedendo
che Ariel non rispondeva più continuò la sua
ramanzina.
-"
Tu non ti rendi conto del pericolo cui vai
incontro! Se lei sa che porti in
grembo suo figlio..."-
Ariel
si fermò.
-"tu
sai dov 'è?"-
lo guardò sgranando gli occhi.
-"ecco,
stupido io! non avrei dovuto dirlo..."-
iniziò a rimproverarsi il granchio.
Ariel
lo prese a due mani delicatamente, -"ti
prego"- lo supplicò -"devi dirmi quello che sai. Lui mi ha
salvato la
vita molte volte ormai, permettimi di non sentirmi inutile e di fare
qualcosa
per lui."- con gli occhi colmi di lacrime si sforzò di
essere forte.
-"per favore"-
Sebastian
portò gli occhi al cielo -"ohh accidenti...
maledetto io e il mio sentimentalismo..."-
La
ragazza fece subito un grande sorriso. -"ti racconterò
quello che so ad una condizione"-
Ariel
pendeva dalle sue labbra. -" Tornerai al
castello ed in nessun modo tenterai di andare salvarlo"-
La
ragazza storse lo sguardo, il granchio chiedeva qualcosa
che non avrebbe mai mantenuto.
-"e
va bene...tornerò a palazzo dopo aver saputo
tutto."- dopotutto se prima di andare a palazzo avesse fatto una
deviazione
non era come dire una bugia...
-"Domani
stesso!"- insistette il granchio.
-"Domani..."-
disse in tono più pacato lei.
-“e
va bene allora, andiamo a casa; ti racconterò quel che
so”-
****
-“Hai preparato tutto?” – Da quando era
arrivati a casa Sebastian non l’aveva
lasciata sola un instante. L’aveva costretta a preparare le
valigie in fretta e
furia.
-“si
si…” – vicino al loro letto
c’erano pronte due
valigie, in un angolo invece era nascosto uno zaino marroncino ancora
vuoto,
quella notte Ariel l’avrebbe preparato con il minimo
indispensabile, poi
sarebbe partita.
-“ho
fatto come mi avevi chiesto, adesso tocca a te
adempiere alla tua parola, voglio sapere tutto”-
-“so
già che me ne pentirò”.- aveva detto il
granchio fra
se sé.
Ariel
si sedette sul letto in attesa che il granchio
iniziasse a raccontare, il cuore le batteva forte per
l’agitazione, portò una
mano in grembo pensando al suo bambino.
-“bene,
iniziamo.”
-“Come
tu ben saprai, all’interno del nostro mondo esistono
degli esseri che hanno “il potere” di servirsi
della magia nera, una tra le più
antiche e potenti conosciute dai tempi dei tempi; molte streghe furono
uccise e
sterminate nel corso dei secoli durante le battaglie dei nostri padri
che hanno
giurato di distruggere tutti i loro discendenti sino
all’ultimo rimasto. Alcuni
però riuscirono a scappare o ancor meglio a nascondersi,
covando rancore e
vivendo con il pure scopo di potersi un giorno vendicare. Io credo che
dietro
la scomparsa di Arren ci sia Morgana, la strega dei mari del
nord.”-
-“cosa
vuole da lui?”-
-“Vendetta.
Non c’è niente di più forte della
voglia di
vendicarsi.”-
-“ma
perché proprio lui??”-
Sebastian
sospirò. –“deve avere a che fare con il
suo
passato… purtroppo non so dirti altro”-
Ariel
si fece pensierosa. I mari del nord… era un bel
viaggio da percorrere.
-“bene,
adesso che sai tutto è meglio che ti affretti ad
andare…”-
La
sirena sorrise pensierosa mentre Sebastian continuava a
dirigerla a bacchetta.
La
sera calò velocemente su tutta Akathos, dopo aver dato
la buonanotte a tutti la ragazza si era rifugiata nella sua stanza e
aveva
iniziato a preparare lo zaino per il viaggio.
Ormai
aveva deciso, sarebbe partita alla volta del mare del
nord per riportare a casa Arren, costi quel che costi.
Angolo
autrice
Questo
capitolo fa veramente schifo,
vi chiedo di essere clementi XD sto iniziando a scrivere
un’altra storia da
pubblicare prossimamente su questo fandom e sono letteralmente
assorbita da
quella! Porterò a termine questa state tranquilli ;)
Ringrazio
tutti quelli che hanno
aggiunto la storia tra i preferiti e le seguite! Grazie del vostro
supporto! È per
tutti voi che continuerò a scrivere!
A
presto