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Autore: Clara_Oswin    05/01/2015    1 recensioni
AVVISO : La storia è il seguito di Another Ending
Dopo il matrimonio Arren e Ariel sono partiti alla volta dell'oceano Indiano per incontrare la famiglia dello sposo, l’avventura li perseguita e un perfido nemico ha in mente un piano che distruggerà la loro tranquillità, nasceranno improbabili alleanze, inimicizie e infine sboccerà nuovamente l'amore. La storia è collegata alle vicende del primo racconto.
SPOILER dal CAP 4
"Da quando quelle tre parole erano entrate nella sua vita quella mattina si era sentita morire. Non si sentiva pronta a diventare madre, c’erano ancora molte cose che voleva fare, un figlio non rientrava nelle sue priorità, era ancora troppo presto… si era cacciata in una situazione più grande di lei e questa volta non c’era via di scampo.
-“aspettiamo un bambino”- proferì infine aspettando una sua reazione. "
STORIA NUOVAMENTE ATTIVA
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ariel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6 Arriva Sebastian

 

Casside si svegliò di soprassalto, qualcuno stava bussando furiosamente alla sua porta di casa.

-“mamma…”- iniziò a mugugnare lei.

I rumori però, continuavano.

Casside fu costretta ad alzarsi di malavoglia, passò davanti la cucina dove sul tavolo vi era il solito bigliettino

 

siamo a pranzo dalla zia, nel frigo c’è il pasticcio d’alghe”

Mamma

 

-“tipico loro…”- ormai la ragazza si era abituata a vivere praticamente sola in casa, data l’assenza dei genitori; ancora più svogliata di prima si trascinò verso la porta, pronta a fare la ramanzina a chiunque si fosse presentato così presto a casa sua.

Quando aprì la porta però balzò all’indietro stropicciandosi gli occhi, convinta di stare ancora sognando.

-“Ariel…?!”-

La sirena dai capelli rossi e la coda sgargiante aveva un aria preoccupata in viso.

-“cosa ci fai, tu”-

Prima ancora che potesse finire la frase la rossa l’interruppe.

-“scusa, so che sono appena le 9 del mattino ma non potevo aspettare, Arren è qui con te?”- chiese lei speranzosa.

-“Arren? E perché mai dovrebbe essere qui??”-

-“e Core allora?”-

-“no, nemmeno lui… sai dopo l’altro giorno non credo avesse tutta questa voglia di passare a trovarmi!”- sputò acida portando le mani sui fianchi.

Ariel parve rabbuiarsi. –“capisco…”- portò lo sguardo basso, poi continuò mesta. –“beh… se dovessi vederli allora… digli che li sto cercando”-

-“penso che avrai più probabilità di vederli tu che io!” –

Ariel non ce la fece più e scoppiò in lacrime. Sul volto di Casside scomparve quel sorrisino compiaciuto per fare largo ad un’espressione preoccupata.

-“perché fai così? Non gli sarà mica successo qualcosa?”- uscì dalla soglia per sorreggerla, aveva l’espressione di chi sta per svenire dal forte shock. –“oh Casside!”- parlò tra i gemiti. –“è scomparso! Lui e Core sono scomparsi!”-

 

Ariel stringeva tra le mani una tazza di cioccolata fumante, fuori non faceva particolarmente freddo

anzi, era una di quelle giornate in cui spirava da est una corrente calda, eppure quei costanti brividi non l'avevano abbandonata un attimo.

La cucina dove si erano sistemate non era particolarmente grande ma era molto accogliente, un piccolo tavolo per due era adagiato di fianco alla finestra che dava sulla strada, la sirena dai capelli rossi fissava fuori con sguardo assente immersa in chissà quali pensieri.

Casside si sedette di fronte a lei intrecciando le dita attorno al manico della sua tazza blu preferita, quello che Ariel le aveva detto sulla soglia di casa sua l'aveva lasciata incredula, voleva sapere di più su quella faccenda.

Dopo minuti di silenzio che parevano interminabili Ariel finalmente parlò

-"sono tre giorni che lui non c'è più"- iniziò in tono distaccato.

-"abbiamo dato una piccola festa per l'annuncio del bambino, da quella sera non l'ho più visto"-

Adesso che la guardava meglio non sembrava stesse molto bene, il volto pallido e cereo, gli occhi spenti, in confronto a qualche giorno prima adesso sembrava stanca e malinconica.

-"Cosa intendi dire?"-chiese lei tranquilla.

-"eravamo tutti euforici e chiacchieravamo tra di noi, ci siamo separati e quella notte, anche dopo aver salutato gli invitati lui non c'era."- Bevve un sorso poi continuò non distogliendo l'attenzione dal paesaggio.

 

-"non venne a dormire; l'indomani lo cercai ma di lui non c'era traccia, mi accorsi che non c'era nemmeno Core..."- si voltò lentamente e Casside capì perché fino a quel momento non l'aveva guardata in faccia, i suoi occhi erano pieni di lacrime; era ammirevole il suo autocontrollo, a guardarla sembrava stesse per avere una crisi da un momento all'altro, eppure la sua voce non tradiva nessuna emozione.

-"Ariel"- iniziò lei -"non penserai mica che...insomma che ti abbia abbandonata scappando con suo

fratello, perchè se è questo che pensi ti dico subito che"-

-"no, non lo penso"- disse con voce ferma asciugandosi le lacrime che si dibattevano per uscire.

-"Mi ha giurato che non l'avrebbe mai fatto, lui è diverso. "-

-"e ti ama moltissimo"- aggiunse la sirena dai capelli arancio.

-"Conosco bene Arren"- Casside buttò la testa indietro immergendosi nei ricordi.

- "siamo amici da quando avevo 8 anni... Ti posso dire che non ha mai, e dico mai, guardato nessuna come guarda te."- le sfuggì un sorriso amaro. Ariel parve risvegliarsi dal suo torpore.

-"non credo di essere stata il suo primo amore, avrà avuto altre storie prima di me..."-

La ragazza rivolse nuovamente il suo sguardo alla sua interlocutrice -"qualche cotta si... ma credimi quando ti dico che TU lo hai cambiato profondamente."-

Ariel si contrariò -"Arren non è mica un ribelle!"

-"no no, non è questo, solo che prima era molto più, come dire, riservato ecco. Non gli importava molto di quello che succedeva agli altri se la cosa non lo toccava da vicino, se ne fregava totalmente; per non parlare poi che non è mai stato un tipo da..."effusioni"-

La sirena sgranò gli occhi.

-"quando vedevamo una coppia per strada, che si coccolava o si baciava, si voltava dall'altro lato e diceva che era una cosa che non avrebbe mai fatto, era troppo imbarazzante o ridicola."-

-"sembra quasi che tu stia parlando di un’altra persona."- asserì lei.

-"ed è così infatti!"- si alzò e mise le tazze ormai vuote nel lavandino. -"per molte cose si è ricreduto evidentemente, ma non è un vigliacco. Non ti avrebbe mai lasciata, almeno non di sua spontanea volontà."-

La rossa le venne dietro, -"pensi che possa essere stato "costretto"?"-

Il discorso abbondonò il sentiero frivolo e del pettegolezzo e fece un balzo avanti verso quello indagatore.

-"e se fosse stato rapito? Chi può volergli del male?? Non conosco molto del suo passato"- si rammaricò Ariel volgendo uno sguardo interrogativo all'altra.

-"chiunque sia ha rapito anche Core, la sua assenza in coincidenza con la scomparsa di Arren è sospetta."-

 

Casside uscì dalla cucina dirigendosi verso la porta seguita a ruota da Ariel.

 

-"dove vai? Abbiamo appena iniziato a fare chiarezza su queste stranezze!"-

-"ti accompagno alla porta"- disse calma nuotando sinuosamente verso l'ingresso.

Sul volto diafano di Ariel comparve un’espressione accigliata, non fece in tempo a chiedere che le risposte arrivarono da sole.

-"eri sconvolta e mi stavi svenendo sul portico di casa, ti ho offerto una cioccolata calda, ti ho ascoltato e adesso ti saluto!"- aprì la porta facendo entrare la luce del mattino.

-"mi stai abbandonando così!?"- non era arrabbiata, semplicemente confusa e adirata.

-"Alt, frena un momento! IO non ti devo NIENTE, che sia ben chiaro. Se vogliamo proprio mettere in chiaro le cose, è per colpa tua, e solo TUA se un amicizia ventennale è stata chiusa in meno di qualche minuto, ed è pure colpa tua se Arren non c'è più... quindi beh, devo fare il bucato e prepararmi ad una giornata di ozio, quindi ciao!”. - Casside fece per chiuderle la porta in faccia ma Ariel la bloccò a qualche centimetro, sufficiente almeno a far sentire le sue parole.

-"non sono venuta da te per avere il tuo perdono, né la tua commiserazione, se le cose sono andate così devi incolpare solo te stessa. So qual è il mio posto, ed è con Arren. Riporterò a casa mio marito e il padre di mio figlio, con o senza aiuto."- il suo tono di voce era completamente cambiato, non era più timoroso o malinconico, era determinato. Carico di una determinazione tale che per lo shock la porta dapprima socchiusa si aprì lentamente facendo comparire mezzo volto di Casside sconcertato.

-"sono solo teorie, cosa credi di fare? E poi nel tuo stato dovresti stare cautelata e a riposo!"-

I capelli rossi fluenti ondeggiavano ritmicamente attorno al suo volto, i suoi occhi erano pieni di un fuoco di ribellione, lo stesso che l'aveva spinta tempo fa ad attraversare lande oscure per andare dalla strega del mare.

-"oh... tu non hai idea di cosa io sia capace di fare."-

Detto questo voltò spalle ed uscì dal vialetto sotto lo sguardo sconcertato di Casside.

 

-"finirà col farsi del male!"- la guardò nuotare fino a che rimase un piccolo puntino. -"quella sirena è matta! Matta da legare!" - detto questo richiuse la porta rientrando in casa.

 

****

 

-"Ariel!Ariel!" - La ragazza nuotava decisa verso la casa dei genitori di Arren.

-"Signorinella! Sto parlando con te!" -

Ad un tratto si accorse di una voce piuttosto familiare abbastanza affannata che proveniva dalle sue spalle. Rallentò l'andatura fino a fermarsi del tutto.

-"questa scena l'ho già vissuta!"- continuava a lamentarsi la voce. Ariel si guardò intorno e solo allora vide poco distante da lei un granchio rosso che tentava di nuotare più velocemente che poteva.

-"Sebastian..? Ma cosa ci fai qui!?" - attese qualche momento che il granchio riprese fiato

-"Sono venuto per impedirti di fare sciocchezze."-

-"Ma di che parli?"-

Il granchio si portò all'altezza degli occhi della sirena. -"Ariel, so tutto. Non puoi andare a cercare Arren."-

Ariel fece un balzo indietro -"ma...ma... come fai a sapere cosa è successo?"- poi finalmente prese consapevolezza.

-"tu ci stavi spiando!! Ti ha mandato mio padre, vero?!?!"-

-"Ariel, nello stato in cui ti trovi dovresti cercare di restare calma..."-tentò di rabbonirla lui. Ormai però era troppo tardi, Ariel aveva definitivamente perso le staffe.

-"Sai pure questo!? Ok, si sono incinta e adesso sono pure molto arrabbiata quindi parola mia, è meglio che non mi crei problemi anche tu!"- La ragazza si voltò e continuò a nuotare verso casa.

Possibile che nessuno si fidasse di lei? Era sola, completamente sola e nessuno aveva intenzione di aiutarla a ritrovare Arren.

-"Ariel, lo dico per il tuo bene, devi rimanere a casa anzi, ritorna subito al castello, le tue sorelle avranno cura di te e tuo padre manderà qualcuno a cercarlo!"- Il granchio nuotava a perdifiato dietro di lei, le sue parole sembravano gettate al vento.

-"Tornare da mio padre? Sebastian, non sono una bambina, sono capace di cavarmela da sola, posso ritrovare Arren senza che questo diventi un caso su tutte le bocche del popolo di Atlantica!"-

-"Beh se ti comporti da bambina io ti tratto da bambina! Non puoi mettere a rischio la tua vita e soprattutto la vita del tritone o sirenetta che porti in grembo, sei un irresponsabile!"- si arrabbiò lui.

Vedendo che Ariel non rispondeva più continuò la sua ramanzina.

-" Tu non ti rendi conto del pericolo cui vai incontro! Se lei sa che porti in grembo suo figlio..."-

Ariel si fermò.

-"tu sai dov 'è?"- lo guardò sgranando gli occhi.

-"ecco, stupido io! non avrei dovuto dirlo..."- iniziò a rimproverarsi il granchio.

Ariel lo prese a due mani delicatamente, -"ti prego"- lo supplicò -"devi dirmi quello che sai. Lui mi ha salvato la vita molte volte ormai, permettimi di non sentirmi inutile e di fare qualcosa per lui."- con gli occhi colmi di lacrime si sforzò di essere forte. -"per favore"-

 

Sebastian portò gli occhi al cielo -"ohh accidenti... maledetto io e il mio sentimentalismo..."-

 

La ragazza fece subito un grande sorriso. -"ti racconterò quello che so ad una condizione"-

Ariel pendeva dalle sue labbra. -" Tornerai al castello ed in nessun modo tenterai di andare salvarlo"-

La ragazza storse lo sguardo, il granchio chiedeva qualcosa che non avrebbe mai mantenuto.

-"e va bene...tornerò a palazzo dopo aver saputo tutto."- dopotutto se prima di andare a palazzo avesse fatto una deviazione non era come dire una bugia...

-"Domani stesso!"- insistette il granchio.

-"Domani..."- disse in tono più pacato lei.

-“e va bene allora, andiamo a casa; ti racconterò quel che so”-

 

****
-“Hai preparato tutto?” – Da quando era arrivati a casa Sebastian non l’aveva lasciata sola un instante. L’aveva costretta a preparare le valigie in fretta e furia.

-“si si…” – vicino al loro letto c’erano pronte due valigie, in un angolo invece era nascosto uno zaino marroncino ancora vuoto, quella notte Ariel l’avrebbe preparato con il minimo indispensabile, poi sarebbe partita.

-“ho fatto come mi avevi chiesto, adesso tocca a te adempiere alla tua parola, voglio sapere tutto”-

-“so già che me ne pentirò”.- aveva detto il granchio fra se  sé.

Ariel si sedette sul letto in attesa che il granchio iniziasse a raccontare, il cuore le batteva forte per l’agitazione, portò una mano in grembo pensando al suo bambino.

-“bene, iniziamo.”

 

-“Come tu ben saprai, all’interno del nostro mondo esistono degli esseri che hanno “il potere” di servirsi della magia nera, una tra le più antiche e potenti conosciute dai tempi dei tempi; molte streghe furono uccise e sterminate nel corso dei secoli durante le battaglie dei nostri padri che hanno giurato di distruggere tutti i loro discendenti sino all’ultimo rimasto. Alcuni però riuscirono a scappare o ancor meglio a nascondersi, covando rancore e vivendo con il pure scopo di potersi un giorno vendicare. Io credo che dietro la scomparsa di Arren ci sia Morgana, la strega dei mari del nord.”-

-“cosa vuole da lui?”-

-“Vendetta. Non c’è niente di più forte della voglia di vendicarsi.”-

-“ma perché proprio lui??”-

Sebastian sospirò. –“deve avere a che fare con il suo passato… purtroppo non so dirti altro”-

Ariel si fece pensierosa. I mari del nord… era un bel viaggio da percorrere.

-“bene, adesso che sai tutto è meglio che ti affretti ad andare…”-

La sirena sorrise pensierosa mentre Sebastian continuava a dirigerla a bacchetta.

 

La sera calò velocemente su tutta Akathos, dopo aver dato la buonanotte a tutti la ragazza si era rifugiata nella sua stanza e aveva iniziato a preparare lo zaino per il viaggio.

Ormai aveva deciso, sarebbe partita alla volta del mare del nord per riportare a casa Arren, costi quel che costi.

 

 

 

 

 

 

Angolo autrice

Questo capitolo fa veramente schifo, vi chiedo di essere clementi XD sto iniziando a scrivere un’altra storia da pubblicare prossimamente su questo fandom e sono letteralmente assorbita da quella! Porterò a termine questa state tranquilli ;)

Ringrazio tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra i preferiti e le seguite! Grazie del vostro supporto! È per tutti voi che continuerò a scrivere!

A presto

 

 

  
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