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Autore: Occhi di ghiaccio    05/01/2015    2 recensioni
Il mio sguardo va direttamente al ragazzo davanti, con un piercing sul sopracciglio e i capelli castani strapieni di gel. Con gli occhi vispi e azzurri fa vagare il suo sguardo aspro su tutti noi, come fossimo bestie di un porcile. Penso proprio che non andrò d’accordo con lui.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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3.

E’ passata una settimana, e la situazione con Kevin e Simon inizia a  peggiorare. Quando chiacchiero con Kevin, Simon non mi rivolge la parola per due giorni, e quando parlo con Simon.. beh, Kevin ci prova ancora di più.

“Questa storia deve finire” dico alla mia migliore amica. E’ domenica e siamo al bar Il piccolo grande Rinfresco, a sorseggiare caffè.

“Uffa, ma come la fai lunga.. Pagherei per essere al tuo posto!” mi risponde Joy con un sorrisetto.

“Perché?” domando, acida. Io a volte non la capisco.

“Ma sei anche tonta adesso. Come perché? Siamo due sfigate in amore dai! Io mi sono appena lasciata e tu non sei mai stata corteggiata da nessuno”

“Sì invece, in seconda elementare mi sono fidanzata con George”

“Jen, non farmi ridere, in seconda elementare non sapevi nemmeno cosa voleva dire la parola fidanzati.” Ribatte.

“Ok, forse hai ragione. Ma io vorrei solo un ragazzo, uno solo, chiedo troppo? Me ne arrivano due e..”

Joy mi interrompe.

“No, ti sbagli. Come ti ho già detto, secondo me solo Simon ti cerca veramente. Kevin è un cascamorto lo sai, ci ha provato anche con me ieri”

“Questo non me lo hai detto” ribatto incrociando le braccia.

Una ruga appare sul suo volto.

“Sarai mica gelosa? Dai su, io sceglierei mille volte Simon”

“Ma non centra lo scegliere. Poi tu non sei al mio posto. Se lo fossi saresti in confusione come lo sono io. E’ difficile capire chi ti piace quando tutti e due ti regalano un sorriso appena li vedi”

“Mi sembri in crisi d’identità” commenta lei. “Prenditi un po’ di tempo. Passa momenti con entrambi, poi saprai veramente scegliere. Scegliere come intendi tu”

Dopo questa frase nessuna parla più di questo argomento, dopo mezzora paghiamo e torniamo ognuna a casa propria.

 

Sento la sveglia, la maledetta sveglia che ogni mattina turba il mio riposo. Scosto le coperte e mi alzo faticosamente. Vedo che mia mamma ci ha già pensato ad aprire le finestre, in modo che la luce mi accechi come ogni volta.

Dopo essermi vestita scendo in cucina per fare colazione, dove non trovo nessuno. Noto un biglietto in parte alla mia tazza di tè.

“Sono dovuta scappare al lavoro più presto del solito, mangia tutto quello che ti ho preparato. I tuoi fratelli non vanno a scuola perché hanno la visita medica da fare con papà che tu hai fatto lo scorso mese. Porta le chiavi a scuola che quando torni a casa non c’è nessuno. Fai la brava.

Mamma”

Quel “fai la brava” mi fa sbuffare. Inizio la colazione e, dato che è lì comodo, do una letta al quotidiano che arriva tutte le mattine.

Si parla spesso di disgrazie, poche sono le notizie che mi interessano. Ma il mio sguardo cade furtivo in una pagina a cui non davo importanza sfogliando velocemente.

“INCIDENTE, STREET EIGHTEEN;

MUORE SUL COLPO LA RAGAZZA IN MACCHINA E LO STUDENTE LICEALE A PIEDI FINISCE IN COMA”

Interessata continuo a leggere, curiosa di sapere il povero malcapitato finito in coma, magari lo conosco, magari è del mio Liceo.

Intingendo un biscotto nel tè, leggo ciò che c’è sotto e d’improvviso mi blocco.

Il mio cuore inizia a battere velocemente, sbianco in volto e inizio a camminare avanti e indietro. Non è possibile. Non può essere vero.

“Street Eighteen, ieri sera alle 21, Simon Zorgen tornava a casa da una strada buia, un’auto con sopra una ragazza ubriaca sbandò contro una ringhiera. Il ragazzo cercò di ripararsi, ma nonostante fosse dietro quella staccionata, fu colpito in pieno, cadde a terra e restò lì finché i genitori preoccupati chiamarono la polizia per cercarlo. La gente del vicinato vide i due infortunati e avvertì che i due ragazzi si trovavano lì.

La ragazza, ubriaca, morì sul colpo, l’airbag era scoppiato ma lo stesso fu accidentalmente potente la ferita procurata.

Simon è all’ospedale del paese in coma, sembra non essersi ripreso, i genitori rilasciano un’intervista sul fatto accaduto.

“Il medico spera in nulla di troppo permanente, ma sembra sia sul punto di essere in prognosi riservata”

Non riesco a finire di leggere lo scritto perché arriva l’autobus e ancora con la preoccupazione alle stelle infilo le scarpe, il cappotto, prendo lo zaino e salgo su.

Non mi sembra affatto strano sentire i ragazzi che parlano solo di quello.

Appena mi chiedono se sanno cosa è successo a Simon io annuisco, e inizio a sentirmi male con tutta la confusione, le domande, la vista mi si offusca e appoggio la testa al finestrino, chiudo gli occhi e cerco di respirare profondamente cercando di farmene una ragione.

Simon guarirà, insomma è solo in coma..

Esatto, solo in coma!

La mia testa continua a lavorare freneticamente quando non realizzo più niente, non sento più nessun rumore e il mio corpo non ce la fa più mi lascio andare, svenuta.



Angolo autrice
Bel colpo di scena che ne dite? Non sono mica troppo cattiva dai, è solo per farvi una sorpresa (anche se non molto allegra) perché anche io sono stata all'ospedale per la mia povera caviglia e mi è venuto un grosso spunto!!
Adesso anche Jen andrà in ospedale per quel suo "calo di zuccheri" quindi pensate un po' a cosa potrà succedere in seguito ;)
Spero di aggiornare presto, ditemi che ne pensate! Un bacio e grazie!
-Occhi di ghiaccio
   
 
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