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Autore: OdiTheUnicorn1975    05/01/2015    1 recensioni
Karma è una ragazza come le altre, con un solo problema: soffre di leucemia. Non si è mai posta il quesito "cosa fare prima di morire?", perché una ragazza solare come lei non aveva il motivo, ma ora il suo unico pensiero è "morirò, e forse presto".
Ci troviamo davanti ad una diciassettenne con un unico pensiero: la morte. Scopre di avere la leucemia e di doversi operare al midollo osseo il prima possibile. Tra trasfusioni, trasferimeti e operazioni, Karma incontrerà un ragazzo, poco più grandi di lei, che le salverà la vita: Matthew. Karma ruberà il cuore a Matt e non solo quello...
Leggete per scoprire la storia di Karma, la "ragazza bianca" e Matt, il ragazzo "senza midollo".
(i sopranomi non sono casuali, leggendo capirete)
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Diavolo vestito da angelo...







Fa il suo ingresso un ragazzo più o meno della mia età.  
Molto alto, un bel ragazzo.  
Ha degli occhiali da sole che gli coprono gli occhi, un ciuffo di capelli color della pece gli ricade sulla fronte, ai lati della testa ha i capelli rasati mentre una lunga chioma gli ricopre il centro.  
Dei jeans neri simili a quelli che indosso io, gli fasciano le gambe magre, mentre un giubbotto di pelle gli ricopre le spalle.  
Quando si siede si toglie gli occhiali e sbottona la giacca così noto la maglia che indossa.
Nulla di complicato, una semplice maglia a fantasia Kawai sempre su toni scuri come grigio.  
Ma quello che più attira la mia attenzione sono gli occhi.  
Degli occhi così ipnotici, di un colore chiarissimo, quasi bianchi, l'unica cosa che separa la pupilla dalla parte bianche intorno è una striscia nera che si sfuma man mano che arriva al centro dell'occhio, dove un pallino nero si distingue dal bianco.
Le ciglia lunghe sembra quasi che muovano l'aria e le sopracciglia completano il quadro completo di quei meravigliosi occhi.  
Le labbra sottili ma rosse si stirano in un sorriso e mostrano la sua dentatura perfettamente bianca e allineata.  
Sento le guance andare in fiamme e colorarsi di un rosso innaturale.  
Sento la sua risata e mi giro di scatto, ma comunque un pensiero va alla sua risata che mi sembra la più bella che io abbia mai sentito.  
Senza pensarci prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni e lo guardo senza alzare il capo per paura di incrociare i suoi occhi.  
Senza mai alzare la testa noto che non distoglie lo sguardo da me e l'imbarazzo torna a imporporarmi le guance.
Avendo il cellulare in mano mi torna in mente la conversazione con Matthew dell'aeroporto, così lo contatto.  
*ehy, forse da te è un po' tardi, ma ho appena visto il ragazzo*  
Dopo un paio di minuti mi arriva la risposta
*in affetti è abbastanza tardi, ma per il ragazzo senza midollo ci sono, quindi dimmi tutto*  
Così gli descrivo fisicamente il ragazzo che mi sta difronte e che non stacca gli occhi da me.
*What a fox![1]*  
* che c'entrano ora le volpi?*

*ahahahaha no, in America lo usiamo per gratificare qualcuno*
 *e cosa c'entrano le volpi?*  
*sei un caso perso!... No way[2]!*  
*e dove dovrei andare?*  
*ma voi inglese siete sempre rigidi come te o no? No way è sempre un modo di dire, vorrebbe dire aspetta... Comunque, vuol dire Che è più bello di me?*  
*forse*  
Sorrido per un secondo, poi mi ricordo che sono ancora nella sala conferenza dell'ospedale con un ragazzo bellissimo davanti a me e io ho la testa quasi sotto il tavolo mentre messaggio e rido da sola.
Ricordandolo mi metto dritta sulla sedia e aggiusto i capelli che sono sicura -a questo punto della giornata- saranno un disastro come questa mattina.  
Vedo Matthew -il donatore- che gira la testa non appena mi metto dritta sulla sedia e per tutto il tempo mi lancia occhiate pensando di non essere visto.  
*scusa, ma è decisamente più bello di te!*
*non ci posso credere! Basta, con me hai chiuso*  
Mi scappa una risata immaginando la faccia del mio interlocutore facendo espressioni teatrali.  
*tu che mi racconti? Ha conosciuto qualcuno di interessante?*  
Dopo un paio di minuti mi arriva la risposta e capisco il perché di tanto tempo  
*vuoi la verità? Bene, qui siete dei pallidi boriosi e arroganti, ma se per "qualcuno di interessante" intendi qualcuno che mi attira, sì l'ho conosciuto. Si chiama Brian, viene al corso di spagnolo con me. Ha gli occhi più belli che io abbia mai visto e dei capelli ramati così soffici (almeno credo) è un tipo abbastanza strano. È piuttosto anti-conformista, nel tempo libero va a caccia nella Brughiera ed è una bussola in fatto d'orientamento. Solo non so se sia etero o no, un miliardo di ragazze gli corrono dietro e io muoio nel mio piccolo. Sono così sfortunato in amore*  
Forse non avevo accennato al fatto che Matthew -dell'aeroporto- è gay, l'ho scoperto qualche giorno fa guardando sul suo profilo Facebook.  
*secondo me è già follemente innamorato di te.*  
*magari*

Lo saluto e concludiamo la conversazione.  
Quello che ha detto il dottor. Simon non l'ho sentito, ma in Hotel mi farò riferire tutto da mia madre.  
Dopo altri 20 minuti di conferenza il dottor. Simon ci lascia uscire.  
Fuori dall'ospedale i signori Price, i genitori di Matthew -il donatore- ci invitano a pranzare insieme.  
-"la ringrazio, ma non avremmo idea sul come raggiungervi non avendo un'automobile"-
Si affretta a rispondere mia madre, ma la signore Price insiste così mia madre è costretta ad accettare l'offerte e a farci scortare nel ristorante da loro.  

-"ehy, mum, io vi raggiungo in moto, non ci stiamo in macchina. Ragazza inglese, vuoi venire?"-  
I miei occhi si riducono a fessure.  
-"ho un nome, ed è Karma."-  
La signore Price e mia madre ridacchiano mentre sento mia madre sussurrare all'orecchio dell'altra donna "non gliela fa passare liscia"  
-"okay Karma. Ti va di venire? Ci faresti bella figura a farti vedere con me in giro"-  
La sua stupidità è proporzionata alla sua bellezza.
-"sei un presuntuoso, stupido, viscido, bambino viziato!"-
Sto quasi per mettermi a gridare quando mia madre mi invita ad andare con lui mentre gli "adulti" -che fino ad ora non mi hanno dato prova di questo- si avviano all'auto.  
-"che c'è inglese? Hai paura?"-  
Ora ha superato il limite.  
Senza dire niente, perché le parole con lui sarebbero sprecate, gli strappo di mano il casco e mi avvicino alla sua moto.  
Non me ne intendo di moto, ma senza dubbio questa è una moto molto veloce, e un po' di paura inizia a venirmi.  
Mi siedo sul sedile posteriore e mi giro verso di lui che è rimasto impalato dove l'ho lasciato.  
-"che c'è americano? Paura?"-  
Fa un sorriso mentre abbassa la testa ma senza mai staccare gli occhi da me.  
Con due grandi falcate arriva alla moto, mette il casco e sale.  
-"pronta pallida?"-  
-"pallida a chi?"-  
Non ho nemmeno il tempo di capire cosa stia succedendo che a velocità pazzesca, parte.

Non mi accorgo che si è fermato perch<è tengo gli occhi chiusi per la paura. 
Mi stacco da lui ancora tremante, quando lo sento tossire. 
Senza nemmeno guardarlo scendo dalla moto e mi sfilo il casco. 
Non riesco a smettere di tremare per la paura e lui dev'essersene accorto, perché mi viene vicino. 

-"non stai per svenire o morire per la paura, vero?"-
Lo guardo storto e caccio su le lacrime che premevano per uscire, perché di piangere davanti alui, non ne ho davvero voglia. 
-"ci sei mai almeno salita su una moto, prima di oggi?"- 
Perché deve fare l'antipatico? 
-"per tua informazione ci sono salita su una moto prima di oggi, e tu sei un antipatico! Piantale di fare così perché mi fai saltare i nervi! Sei una cavolo di diavolo travestito da angelo!"- 
Mi pento un secondo dopo di averlo detto e mi tappo la bocca con entrambe le mani. 
-"come hai detto?"-
Mi sorride maliziosamente.  
-"niente"-  
Dico cercando di rimediare.  
-"non ci aspettano al ristorante? Dovremmo andare e poi perché siamo qui?"-  
Mi guardo intorno, dovremmo essere al ristorante e invece siamo in un parco.  
-"siamo poco distanti dal posto in cui ci aspettano. Ho bisogno di una sigaretta."-  
Estrae un pacchetto di Marlboro dalla tasca della giacca e ne mette una fra i denti.

-"ma scusa, non potevi aspettare che arrivassimo al ristorante e poi farti una sigaretta?"-  
Lo guardo mentre si tasta le tasche in cerca di qualcosa.  
-"i miei non lo sanno, e preferirei che non lo sapessero, quindi se puoi, pallida, non esplodere e confessare tutto come hai fatto poco fa."-  
Per la terza volta in una giornata arrossisco visibilmente.  
-"hai un accendino, pallida?... Hai sempre avuto le guance da Heidi?"-  
Ma perché deve fare l'arrogante in questo modo?  

-"no e no! Io non fumo e non saprei che farmene di un accendino! E poi non ho le guance da Heidi, sei tu che mi fai arrabbiare!"-  
-"inglese, la colpa è mia, ma non per la stessa ragione che hai detto tu, e lo sappiamo benissimo entrambi."-  
Si è avvicinato e mi guarda come se avesse ragione... Cioè, ha ragione, ma almeno non se ne vantasse.  
Si gira e inizia a camminare verso delle ragazze che sono nel parco.  
Quando lo noto, corro subito verso lui e lo tiro per un braccio.  

-"non lasciarmi sola, squilibrato! Non mi sembra un bel posto per una ragazza."-  
-"vuoi la mano?"-  
Sarebbe una buona idea, ma preferisco non dirglielo.
Mi tende il braccio mentre guarda dietro di me e con voce seria mi dice
-"attaccati"-
cerco di ribattere, ma mi fulmina con lo sguardo e io mi attacco come se quel braccio fosse la mia unica salvezza.  
Non mi sta guardando, ma guarda ancora dietro di me, così mi giro e noto dei ragazzi che fumano delle strane sigarette.
Quando riesco a sentire l'odore proveniente dalle sigarette, capisco perché Matthew è allarmato: non sono sigarette, ma canne.  
-"non allontanarti e non lasciarmi il braccio"-  come se volessi farlo! 
Faccio no con la testa e mi avvicino di più a lui.
 Anche lui mi stringe di più e mi prende la mano.  
Lancio un'altra occhiata ai ragazzi dietro di me mentre ci avviciniamo alla moto di Matthew, solo per controllare che non si muovano.
Noto un ragazzo che si alza e Matthew che mi stringe ancora di più la mano.


-"ehy, che c'è? So di essere bellissimo, ma se continui a guardarmi finirai per lasciare quel coso che ti porti dietro"-  

Chiede il ragazzo che si è alzato e capisco subito che sta parlando con me.
 Matthew stringe la labbra fino a farle diventare bianche e io mi attacco -se possibile- ancora di più a lui.  
Facciamo qualche altro passo e il ragazzo non parla.  
Quasi vicino alla moto sento una mano sulla mia spalla e Matthew che riduce gli occhi e si gira di scatto.  
-"baby rispondimi!"- mi fa voltare il ragazzo sconosciuto.  
Non fa in tempo a guardarmi in faccia che Matthew mi lascia la mano -e nessuna sensazione mi sembra peggiore- e gli sferra un pugno sullo zigomo destro mentre ringhia  
-"non toccarla!"-  
Il ragazzo guarda Matthew e noto del sangue sulla faccia del ragazzo e sulle nocche di Matthew.  
-"andiamo, veloce"-  
Mi ha ripreso la mano e stiamo per andare via quando il ragazzo si rialza da terra, fa girare Matthew e gli sferra un pugno sull'occhio.  
Io mi lancio sul ragazzo colpendolo al petto con dei pugni che però non lo smuovono, mentre Matthew cade per terra.  
Mi stacco dal ragazzo velocemente e vado da Matthew.  
-" Matthew!"-
-"sto bene."-  
Risponde mentre si alza in piedi e io gli do una mano a rimettersi su.  
Il ragazzo è ancora difronte a noi  
-"allora, lo hai visto quanto è debole il tuo ragazzo? Io sono un uomo, lui è solo un bamboccione"-  
Matthew stava per ripiombare sul ragazzo, ma per fortuna lo tiro per il braccio e lui si placa.  
-"toccala ancora e ti uccido"-  Dice Matthew a denti stretti.  
Senza dire altro saliamo sulla moto e ce ne andiamo da quel posto.  
Ci fermiamo ancora poco dopo.
Lui scende e mi guarda.  
-"stai bene?"-  
Mi chiede e io lo guardo sbalordito.  
-"dovrei essere io a chiederlo a te"-  
Il suo occhio è diventato cianotico e si sta gonfiando.  
Mi tolgo il casco e lo toglie anche lui.

-"il tuo occhio sta diventando viola"-  
-"lo so"-  Risponde soltanto.  
-"se non ci metti del ghiaccio si gonfierà e rimarrà viola per un bel po'"-  
-"senti, ora ti porto dai nostri genitori, digli che io sto male e sono tornato a casa. Se mi vedono così faranno domande e finirò per dire tutto"-  
-"non posso lasciarti tornare a casa da solo. Tra poco l'occhio ti farà più male e vedrai sfuocato, e non puoi guidare in queste condizioni."-  

Gli tocco l'occhio e subito si ritrae emettendo un gemito di dolore.  
-"che cosa vorresti fare?"-  
-"chiamo mia madre e le dico che abbiamo trovato traffico, così siamo tornati in albergo e pranziamo li. Così potrò medicarti anche l'occhio."-  
-"non devi"-  
-"e invece si, se non avessi guardato quei ragazzi non saresti in queste condizioni, quindi è il minimo che posso fare. In più mi hai difeso"-  
-"come si chiama il tuo Hotel?"-  
Gli dico il nome dell'Hotel e dopo aver chiamato mia madre raggiungiamo l'albergo.  

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Dopo aver avuto problemi alla Hall per riuscire ad avere la chiavi della mia camera, raggiungiamo il piano ed entriamo in camera.  
Appena entro mi accorgo di aver appena invitato un ragazzo nella mia camera e che siamo soli, ma la mia attenzione viene catturata da Matthew che si toglie la giacca di pelle.  
-"hai un fazzoletto e dell'acqua fresca?"-  
Mi chiede mentre poggia la sua giacca sulla sedia della scrivania.  
-"non puoi disinfettare così una ferita! Servono delle garze e dello spray disinfettante. Aspetta in bagno ci dovrebbe essere il Kit di primo soccorso."-  
Lo vedo roteare gli occhi, mentre io vado in bagno per prendere la valigetta con l'occorrente dentro.  
-"quindi avrò una pallida inglese come infermiera"-  
Lo guardo male uscendo dal bagno can la valigetta in mano, e lui alza le mani in segno di resa.  
Prendo delle garze che trovo nella valigetta e pulisco la ferita.  
Solo ora da vicino noto un taglietto sotto l'occhio.  
Ma dico io, perché proprio gli occhi?
Sono così belli, perché proprio loro?  
-"se non si sgonfia, mia madre non ne sarà contenta."-  Rido un po' mentre prendo del ghiaccio secco.  
-"perché questo ghiaccio è caldo?"-
 -"devi spaccarlo al centro... Così"-  
Lo prende in mano e da un botta al sacchetto, me lo riporge e noto che effettivamente ora è davvero ghiaccio.  
-"lo sapevo... Volevo vedere se ci arrivavi"-  
Mi giustifico goffamente, mentre lui ride sonoramente gettando la testa all'indietro.  
-"vuoi stare fermo? Devo metterti il ghiaccio!"-  
Molto delicatamente gli poggio il ghiaccio sull'occhio e lui sussulta per il freddo.  
La mia pancia emette un sonoro brontolio e ricordo che ho saltato la colazione e il pranzo.  
Matthew ride ancora a sentire i lamenti del mio stomaco.  
-"non ridere! Ho saltato il pranzo e la colazione, ora ho fame."-

-"io non ho intenzione di uscire da questa camera conciato in questo modo. Ho un occhio obeso!"-
 Questa volta sono io a ridere.
-"mi dispiace Matthew"-  
-"chiamami Matt."-  
-"va bene, Matt"-  
Mi guarda e sorride.  
Se non la smette di essere così bello gli do un pugno in faccia.  

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Dopo quasi un'ora, ci ritroviamo sdraiati sul letto -adebita distanza- a guardare un talent show su degli illusionisti, mentre mangiamo della caramelle gommose che ci siamo fatti portare dalla cucina.  

-"ma dai quello è un incapace! Fa dei dei trucchi che anche io sarei capace di fare!"-  
-"ma che dici, pallida! È fenomenale, mozzafiato!"-  
Mi guarda e scuote la testa
-"non scuotere la testa in quel modo o ti tiro un altro pugno in faccia, è una schiappa!"-  
-"tu lo sei, scommetto che non riesci nemmeno a fare un giochetto con le carte"-  
-"perché tu sai farne?"-  
-"certamente!"-  
In quel momento qualcuno bussa alla porta.  
Ormai ho messo il pigiama da un pezzo, infatti indosso i miei pantaloncini in cotone e una vecchia maglia di un vecchio gruppo, mentre ai piedi ho solo dei calzini blu.


Apro la porta e vedo mia madre con l'orecchio verso la porta.
-"ehm... Mamma?"-  
Mi madre si ricompone subito.  
-"ciao ragazzi... Com'è andata la serata?"-  
Matt si è girato verso la porta sempre sdraiato sul letto.
-"una meraviglia signora"-  Parla lui al posto mio.  
-"Matthew che hai fatto all'occhio?"-  
Matt sposta lo sguardo da me a mia madre e poi risponde  
-"Karma mi ha lanciato un pacchetto di caramelle gommose e mi ha centrato l'occhio"-  
Mi guarda con un ghigno.  
-"Karma che modi! Dove sei cresciuta in una caverna?..."- sospira -"Matthew puoi rimanere ancora un po', dopo Karma deve andare al letto"-  -"MammaCiao!"-  
Le chiudo la porta sul naso e torno a sedermi sul letto.  
-"Karma vado un attimo in bagno, tu non perderti niente del prossimo concorrente"-  
-"va bene"-  
Lo vedo chiudersi la porta alle spalle e chiudere la porta a chiave.  
Dopo un paio di minuti esce dal bagno con una cipria in mano.  
-"ti fai di cocaina?"-
-"macché! È cipria, serve per fissare il make-up... E poi dove l'hai presa?"-
 -"l'hai lasciata sul lavandino in bagno, non è colpa mia se sei la persona più disordinata di sempre."-  
-"non sono disordinata, solo non ho avuto il tempo di mettere a posto"-  
Mi guarda ridendo e tra una risata e l'altra mi dice "sei un caso perso".  
-"non sei il primo che me lo dice"-  
Ride ancora di più.  
-"Ehy pallida, io devo andare. Ci si vede in giro."-  
-"domani non passi?"-  Mi pento subito di averlo chiesto e chiudo gli occhi e stringo i denti.  
-"la tua ossessione per me ormai è palese, ma se ci tieni passo a trovarti. Fatti trovare."-  -"NON SONO OSSESSIONATA DA TE! E poi sono in un paese che non è il mio, non conosco niente di qui e gli unici amici che mi sono fatta sono una bambina di 7 anni rinchiusa in ospedale e un egocentrico, stupido Americano... Dove potrei andare?"-
-"bastava un 'ok, a domani' e comunque non sono un egocentrico, stupido americano... Solo un po' egocentrico."-  
Gli sorrido e scendo dal letto per salutarlo.  
Ci mettiamo un po' per capire come salutarci e tra goffe strette di mano e malriusciti abbracci, mi si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia.  
-"ci vediamo domani, pallida"-  
Gli do uno schiaffo amichevole sul braccio e lo saluto con la mano.  
Mi chiudo la porta alle spalle e mi lascio scivolare per terra.  
-"sarà una piacevole permanenza"-  
Mi alzo e mi lascio cadere sull'enorme letto.



[1] "What a fox!" è un modo di dire tipicamente americano, consigliatomi direttamente da mia cugina che vive a Chicago. Viene usato maggiormente per gratificare le ragazze, ma in questo capitolo lo usa Matthew -dell'aereoporto- come affermazione di sorpresa per la descrizione fisica di Matt -il donatore-.
 [2] "No Way!"  è un altro modo di dire americano, li usano al posto di "Wait" che si traduce letteralmente "aspetta". 





ANGOLO AUTRICE: 
Salve bella gente! 
Come va? 
Ormai il mio unico scopo nella vita è riuscire a pubblicare capitoli di questa storia, quindi eccone un altro. 
Probabilmente domani ne pubblico uno o due, ma sicuramente pubblicherò. 
Lo scorso capitolo non ha ricevuto recensioni e quindi vi prego di recensire almeno questo. 

RECENSITE! RECENSITE! RECENSITE! RECENSITE! RECENSITE! RECENSITE! RECENSITE! RECENSITE! RECENSITE!

Un bacione

-Delly 









 
  
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