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Autore: Per aspera ad astra    05/01/2015    3 recensioni
Tutto dal principio. Una cronaca degli eventi, raccontata da qualcuno un po' speciale.
Ma che sa tutto, perchè ha visto tutto.
|Harry/Louis| |Canon!Fic|
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Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                     Testimonianza di fili intrecciati e tessuto di lana


                              A Silvia che mi supporta e mi sopporta sempre e comunque.
                              A Serena che mi ha spinta ad iniziare  ed è stata  fondamentale in un punto. 
                              A Federica che mi ha aiutata e che leggerà anche se non legge mai fan fiction. 
                              A Francesca che mi ha invogliata a continuare e mi ha aiutata con dati tecnici senza  lamentarsi mai.

                                                                                                   
    NB: La maggior parte delle date da me scritte sono realmente collegate  ad episodi realmente accaduti. Ovviamente, io ci ho romanzato intorno. Buona lettura.
 

 
 



Febbraio 2009.
 


La prima volta che vidi la testa riccioluta di Harry fu un primo febbraio.
Mi ricordo ancora - come se fosse ieri - i suoi occhi eccitati quando stava maldestramente scartando la carta che mi ricopriva ormai da più di una settimana, eccitazione che può solo avere un ragazzino nel giorno del suo quindicesimo compleanno.
Accanto a lui ogni membro della sua famiglia lo guardava con un sorriso stampato sulle labbra, in particolare quella sua lontana zia venuta appositamente a Holmes Chapel per festeggiarlo.
Fu lei che mi comprò, in un negozietto sperduto del suo paesino in cui l’unica cosa si premette di appurare è che fossi abbastanza caldo.
Mi avvolse in una carta bluastra e mi ripose in una mensola del salotto, dove  rimasi indisturbato fino al giorno prima, quando mi sentii sollevare e mettermi in una borsetta fin troppo piccola per contenermi.
Durante il tragitto in autobus pensai che –davvero? Un cappello come regalo per un quindicenne? –  e non fraintendetemi, sono davvero un signor cappello, alla moda, con il giusto stile adatto ai giovani , ma magari un gioco per la Play Station sarebbe stato più gradito, giusto?
 
Sbagliato.
Considerato che io – insieme ad un microfono nuovo di zecca regalatogli da sua sorella – fummo i regali più apprezzati.
 
Mi indossò subito, nonostante fosse al chiuso e nonostante la temperatura in quell’ambiente superasse di molto i diciotto gradi.
 
Ciò magari avrebbe dovuto farmi capire subito che da quel momento sarei stato con lui molto spesso.



 
Novembre 2009
 
L’idea di xfactor nacque all’incirca un anno dopo il mio arrivo.

Era la fine di Novembre , e approfittando delle imminenti vacanze Natalizie, era stata organizzata una battaglia di band emergenti tra varie scuole.
Caso volle che giusto cinque mesi prima Harry avesse formato un gruppo insieme ad altri tre suoi amici: i White Eskimo.
 E sempre caso volle che non solo parteciparono, ma  vinsero anche.
E devo dire che Harry non era niente male, così non mi stupii più di tanto quando fu proprio il presentatore di quella competizione provinciale a dirgli privatamente “Hai stoffa ragazzo, dovresti andare in tv. Partecipare a qualche talent show. Magari ad xfactor, non so”.
 
Se in un primo momento Harry ci pensò seriamente, non lo diede a vedere.
 Fatto sta che, appena qualche giorno dopo, si mise al computer andando sul sito del programma, per informarsi sul quando si sarebbero tenuti i prossimi provini per la nuova edizione.
 
Il resto fu subito molto veloce, Harry ne parlò con Anne – che lo appoggiò senza remore- e ben presto fu messa al corrente tutto il resto della famiglia.
Harry cominciò a provare ogni giorno per ore e ore la stessa canzone al punto che credevo l’avrebbe potuta cantare appeso a testa in giù.
 
E  quindi eccolo lì, il ventisette marzo alle quattro del mattino diretto alle audizioni di Manchester, con tanta buona volontà e una sciarpetta marrone legata al collo.
 
E quando Anne gli domandò il perché “volesse a tutti costi portare quell’orrendo cappello” , lui si limitò a rispondere che sentiva che gli avrei portato fortuna.
 
E considerato che –col senno di poi- la prima audizione la superò con due sì, (anche se non mi aveva direttamente indossato in quel momento) forse non aveva tutti i torti, no?
 
 
 
Marzo 2010
 
Fu quello stesso giorno di Marzo che accadde.
Harry mi indossava ancora e ormai era in attesa del suo turno da ben otto estenuanti ore e , secondo quanto aveva letto in internet, il tempo stimato di attesa prima della propria esibizione era di almeno dodici.
Così, dopo aver provato per almeno la trecentesima volta la propria canzone, non gli rimaneva alto che girovagare per  il palazzetto, in attesa del proprio turno.
Aveva provato anche a colloquiare con qualche altro aspirante partecipante – una ragazza di circa vent’anni e un uomo già sulla trentina- ma suppongo fossero tutti e tre troppo agitati per poter intraprendere una conversazione che potesse durare più di dieci minuti.
 
Quindi credo fosse anche per questo motivo che Harry decise di isolarsi nel bagno per starsene un po’ tranquillo e al riparo dalle apprensioni della famiglia che lo aveva accompagnato.
 
La mia supposizione trovò presto conferma nel fatto che -  una volta dentro- cominciò a girare nell’ambiente bisbigliandosi  da solo parole di incoraggiamento, talmente concentrato che non si accorse di qualcuno che usciva da uno dei servizi, travolgendolo completamente.

“oops”
“ciao!”
 
Ciao? No, davvero?
Il qualcuno in questione non era altro che un ragazzetto tutto capelli che avrebbe potuto avere si e no poco più dell’età di Harry.
E avevo la fortissima sensazione di averlo visto già da qualche parte, e sapevo che anche lui aveva la medesima .

Hey ma io ti ho già visto!”

Appunto.

Sei quello che ha vinto la competizione delle band ; anche io ho partecipato con la mia ma siamo ,tipo, stati eliminati al primo round. ”

Capelli lo disse in modo talmente sereno che la cosa non sembrava toccarlo minimamente .

“ Io non mi ricordo di te, scusa”

Harry parve improvvisamente trovare la punta delle sue Converse incredibilmente interessanti mentre rispondeva.

“ Nah, tranquillo. E comunque ve la siete meritati. La vittoria, intendo”
“Grazie, scommetto che ve la meritavate anche voi.”

Capelli si limitò a scrollare le spalle e ad aggiustarsi la frangia, sorridendo e lasciando cadere un breve silenzio che si premurò subito a colmare.

“ E’ strano il tuo cappello, non fraintendermi. Figo, ma strano “

Aspetta, prego?!

“ E’, tipo, il mio preferito e , non so , credo mi porterà fortuna. “
“ Sono sicuro sarà così. Io non ho portato niente per scaramanzia, quindi deduco di essere un tipo spericolato. “
 
Harry ridacchiò sommessamente alla battuta abbassando leggermente lo sguardo.
 
“Sono Louis, comunque”
Disse il ragazzino con un sorriso, tendendo la mano ossuta.
Harry accettò l’offerta afferrandogliela e mormorando un “Harry” impacciato ma con un sorriso tutto fossette.
 

E c’è bisogno che ve lo dica che già da quel momento eravamo tutti fregati?
 

 

Aprile/Maggio/Giugno 2010
 
Quando Harry e Louis si rincontrarono dopo le loro audizioni –andate magnificamente per entrambi- erano talmente euforici che non ci pensarono due volte a scambiarsi i numeri e ad aggiungersi reciprocamente su facebook, con la promessa di sentirsi ogni tanto.
 
Tuttavia – e i motivi mi sono ancora oggi ignoti- ci volle ben poco affinchè quel ‘sentirsi ogni tanto’  su facebook passasse al “costantemente”  con gli sms e che gli sms passassero al “quotidianamente” con le chiamate via Skype.

Per lo più parlavano semplicemente di quello che facevano durante i giorno – del corso di teatro di Louis o degli esami appena conclusi di Harry-  oppure di quanto si stessero esercitando con i nuovi brani che avrebbero portato al secondo girone di audizioni.
Capitava che si risentissero pure a vicenda.
 
Ma col passare del tempo i loro discorsi cominciarono a diventare via via più personali fino a che Harry non raccontò a Louis di alcuni problemi che ebbe ai primi anni delle superiori e Louis non raccontò ad Harry del divorzio dei suoi genitori.
 
So anche che si videro un paio di volte (o forse un po’ di più?) e andarono al mare.
 
Ma non posso dire altro perché io potevo solo sentire quello che riuscivo a cogliere dall’alto dell’ultimo ripiano dell’armadio, dove Harry mi aveva momentaneamente riposto perche – in quei mesi primaverili e decisamente più soffocanti della norma- la mia presenza era abbastanza fuori luogo e di dubbia utilità.
 
Posso dire però che ad ogni telefonata o videochiamata, erano più risate genuine quelle che sentivo che altro e posso assicurare con assoluta certezza che  al termine di queste - anche se non potevo vederlo- Harry sorrideva.
 


 
Luglio 2010
 

 
Ogni cosa crolla nel bootcamp del Wembley Arena di Londra, quando l’ultimo nome tra quelli che sono riusciti a passare il turno viene chiamato dai giudici.
 
Harry, Louis e  un'altra decina di ragazzi rimasti fuori, che avevano conosciuto al loro arrivo all’arena, strisciarono con mani tremanti dietro le quinte e non ci volle  molto prima che Harry si afflosciasse contro il muro con le mani tra i capelli e cominciasse a singhiozzare frasi sconnesse come “sapevo che era troppo bello per essere vero, lo sapevo” .
 
Louis gli si sedette accanto, avvolgendolo in un abbraccio e sussurrandogli all’ orecchio parole di conforto.
Quasi non fosse andato in frantumi anche il suo, di sogno.

Harry, avrai altre occasioni. Sei grande e se non è andata questa volta, andrà la prossima.!
 
“ Come fai ad esserne sicuro? Me lo dici sono perché sei mio amico, non lo puoi sapere!”
E dicendolo risprofondò il capo nelle ginocchia.

Seguirono alcuni minuti di silenzio in cui Louis lo guardava con apprensione e come se fosse anche lui sul punto di piangere (sono abbastanza sicuro che lo fosse davvero.)
Poi senza dire nulla prese il suo cellulare, lo girò e scattò a tradimento una foto che ritraeva lui e un Harry molto sorpreso e piuttosto dubbioso.
 
“Perché lo hai fatto?!”

“ Perché io non sono sicuro di quello che ne sarà di me, Harry. Ma sono sicuro che tu diventerai qualcuno e per quando quel giorno arriverà  voglio avere una foto insieme … dato che probabilmente sarai troppo famoso per ricordarti di me.”
 
Concluse sorridendogli e mettendogli un braccio sulle spalle.
Harry lo guardò prima interdetto e poi quasi commosso, infine senza remore gli lanciò le braccia addosso sussurrando un “Grazie Lou”.
 
Rimasero abbracciati  ancora qualche secondo, prima che Harry sciogliesse l’abbraccio e , guardandolo molto serio, aggiunse: “E comunque non mi potrei mai dimenticare di te”.
 



Luglio 2010- lo stesso giorno.
 
Dieci minuti e trenta secondi dopo loro  e quegli altri ragazzi con cui si erano abbracciati e scambiati pacche di consolazione fino a poco prima , si ritrovavano con aria interdetta nuovamente  davanti a quei giudici che li guardavano con una strana luce negli occhi.
 
E okay. Quello che successe da lì a poco, lo sappiamo tutti .
Quello che però non potete sapere è che , nei festeggiamenti generali che seguirono l’annuncio della formazione della neo-band, Harry riprese – per la seconda volta- ancora in braccio Louis e quest’ultimo – prendendogli il viso tra le mani – gli urlò in faccia un

Ce l’abbiamo fatta Harry. Siamo dentro, insieme!”

E toccandomi, aggiunse “Avevi ragione, porta davvero fortuna.”
 


Harry non rispose, si limitò a stringerlo più forte.
 
 


Settembre 2010
 
Il programma era iniziato da più o meno tre settimane e i ragazzi erano ancora in gara.
Harry era rimasto assolutamente sorpreso da quanto si fosse affezionato a quei ragazzi in così breve tempo e pensò che –nonostante si fosse presentato come solista- la loro unione in un’ unica band fosse quanto di meglio potesse capitare.
 
Quel pomeriggio avevano appena finito di provare il pezzo che avrebbero portato la Domenica successiva, e adesso si ritrovava con Louis  in una delle stanze a loro adibite, ad armeggiare con i pc su twitter e vari social .
 
“Lo sai che per la gente siamo BROTP? “
Louis sollevò la testa dal suo MAC e lo guardò interrogativo .

E’ una cosa grave? Si può curare?”
Harry scosse il capo ridendo e si affrettò a spiegare.

Vuol dire che le persone trovano carina la nostra amicizia. Significa che vedono che ci vogliamo bene.”

Louis aggrottò da prima le sopracciglia e poi – con aria molto stizzita- lasciò malamente il computer nel tavolino lì davanti.
 
“ Harreh, sono offeso. Io e te ci amiamo, è evidente! ”


E dicendo ciò gli scoccò un bacio sulla guancia per poi ridere e riprendere in mano il PC.
 
 
Louis non notò il leggerò rossore che avevano preso le guance di Harry.
Come Harry non notò Louis che stringeva tra i denti il labbro inferiore, quasi a trattenere un segreto.
 
Ma io si, e questo mi bastò.
 
 

 
Ottobre 2010
 
 
Ancora in pista.
O così diceva sempre Liam alla fine di ogni puntata, quando si rendevano conto di essere passati anche quella volta.
 
Ormai erano quasi alla metà della competizione e l’ansia della finale cominciava a farsi sentire.
Così quando quel sabato sera Niall aveva proposto ai ragazzi  di andare in sala giochi per staccare la spina, tutti accettarono di buon grado la proposta, o almeno finchè Harry non disse loro di non stare bene e Louis decidesse di rimanere a fargli compagnia.
 
“ Non c’era bisogno che tu  rimanessi qui ad annoiarti insieme a me, Lou.”
Disse mentre io giacevo su una sedia, insieme ad un cumolo di altri indumenti di vario genere.

“ Non mi annoio e poi qualcuno doveva prendersi cura di te, sei così piccolo e indifeso.”
Harry puntellò i gomiti sul letto e gli diede un leggero pugno sul braccio.

Non sono piccolo!”  
E per rafforzare il concetto mise su il broncio incrociando le braccia.

“ Sì che lo sei.”
“ No,non è vero!”
“Sì.”
“NO!”
 
In tutto questo battibeccare iniziarono una lotta degna dei più piccoli bambini dell’asilo con tanto di spinte e pizzicotti , fino a che Louis non si mise a cavalcioni su Harry, cominciando a fargli il solletico.
 
“ Smettila Lou, questo non vale! Sei scorretto, sei un barone, sei un- ..”
 
Non seppi mai quale fosse l’ultimo aggettivo che Harry aveva intenzione di dire, perché in un attimo Louis poggiò le labbra sulle sue, costringendolo al silenzio.
Harry sbarrò gli occhi per la sorpresa,  ma comunque non si spostò di un millimetro, anzi, si portò più vicino schiudendo la bocca per approfondire qual bacio.
 
Quando entrambi si staccarono per necessita d’aria – parecchi minuti dopo – entrambi era rossissimi in viso e parecchio imbarazzati.
Incredibilmente, fu Harry il primo a parlare.
 
“ E questo, cos’era?”
 
“Non lo so, ma mi è piaciuto. A te è piaciuto?”
 
Harry si ritrovò solo a poter annuire – il cuore che gli martellava nel petto-  e sussurrare un “e ora?”
Louis sembrò riprendere un po’ più di coraggio, di fronte all’insicurezza del più piccolo.
 
“ E ora, è quello che è, Haz”
 
 E detto questo, riportò le labbra sulle sue.
 
 
 

Novembre 2010
 
 
Harry e Louis si baciavano ovunque.
Io posso solo dire questo.
Si baciavano dietro le quinte, si baciavano nei camerini, si baciavano nelle loro stanze quando queste erano vuote, si baciavano contro le pareti dei corridoi, si baciavano nella sala comune con gli altri concorrenti  e si baciavano quando uscivano il sabato sera .
Harry e Louis si baciavano – semplicemente- sempre.
 
Louis aveva anche lasciato Hannah, la sua ragazza del liceo perché, bè , per ovvie ragioni.
 
Ovviamente i ragazzi sapevano.
A dire la verità, tutti sapevano ed erano piuttosto certi che la voce fosse arrivata anche a Simon. Persino alcune fan avevamo cominciato a speculare sui social.
 
Tuttavia nessuno osava fare domande, un po’ perchè la cosa non costituiva un problema (per ora) e un po’ perché non volevano mettere in imbarazzo i due ragazzi.
 
L’unico che si permise una volta di accennare qualcosa, fu Niall che in un martedì all’ora di pranzo, fissando Louis che si era seduto sopra Harry, esordì chiedendo con la bocca mezza piena di bistecca
 
  “Ma quindi siete,tipo, fidanzati o qualcosa del genere?”
 
Harry e Louis sbiancarono e “ Non stiamo insieme!”  risposero all’ unisono forse più forte di quanto fosse necessario , senza però accennare a spostarsi neanche di un centimetro da quella posizione.
 
Niall si limitò ad alzare le spalle e a finire di mangiare il suo purè.
 
E se sia Harry che Louis, continuarono ad avere per tutto il resto del pranzo il cuore più accelerato del normale e un sorriso sulle labbra a causa di quella definizione del loro rapporto, bè, nessuno doveva necessariamente saperlo.
 
 


Dicembre 2010
 
Erano fuori .
Dopo due mesi e mezzo di programma ed essere riusciti ad arrivare in finale, tutto era caduto in pezzi in una frazione di secondo.
 
Sentii Harry irrompere nella stanza – seguito a ruota da Louis - , dove io ero posizionato in cima alla valigia ancora aperta, ma ormai quasi completamente finita.
 
“Harry aspetta, ti prego, calmati!”
E’ tutto finito, Lou! Ogni cosa. Abbiamo perso, abbiamo sprecato la nostra unica occasione!”
 
Harry girava per la stanza ansimando e parlava con la voce incrinata, probabilmente sull’orlo del pianto.
 
“Non è finito un cazzo, okay? Hey Haz, hey guardami!”
 
Louis lo girò verso di sé prendendolo per una spalla con la sua mano, mentre con l’altra gli alzava delicatamente il mento, per poterlo guardare negli occhi.
 
“ Ormai siamo insieme, tenteremo con qualcos’altro. Ma ormai siamo insieme, tutti e cinque, non si libereranno di noi tanto facilmente.”
 
Louis accennò un sorriso che però non riuscì a contagiare Harry.
 
“ Lo dici adesso, ma come lo sai se sarà così quando domani saremo di nuovo nelle nostre case e riprenderemo le  nostra vite? Non è solo per la band, è anche per i ragazzi … per te! Non voglio perdervi. ”
 
Harry nascose la testa nella spalla sinistra di Louis, investito dalla paura che quelle parole gli causavano.
Louis però lo scostò e per la seconda volta gli prese il viso tra le mani, in modo da poterlo guardare.
Stavolta però c’era molta più serietà nelle sue parole.
 
“Harry, ascoltami molto attentamente: Hai ragione. Non posso essere sicuro del nostro futuro, e non posso essere nemmeno sicuro dei ragazzi, ma posso essere certo di una cosa: di me. Io non vado da nessuna parte, va bene?
 
“Va bene.”
Harry mormorò, tirando su col naso. Louis si ammorbidì immediatamente.
“Va bene.”
 
E suggellarono la promessa con un bacio.



 
Febbraio 2011

                                                 
Louis aveva ragione.
Le cose andarono meglio delle loro più rosee aspettative.
Ad appena due mesi dalla fine del programma, si ritrovavano con in mano un contratto contratto con la Syco da due milioni di sterline, un album in elaborazione e il tour di xfactor alle porte.
 
Tutte le promesse di Louis sembravano essere state mantenute, d’altro canto, non si era davvero mai allontanato da Harry per più di qualche giorno.
Non avevano mai chiarito la loro condizione, non ne avevano mai parlato davvero, ma la cosa risultò abbastanza chiara quando alle loro madri – che già si erano precedentemente conosciute e fatto amicizia durante il programma -  semplicemente dissero di stare insieme.
Non lo avevano programmato, la cosa venne piuttosto naturale e da sè.
 
“ Lo sapevamo.”
“ Lo sapevate?”
“Bè, diciamo che negli ultimi tempi, la cosa ci è apparso piuttosto evidente. “

Anne e Johanna si scambiarono un sorriso complice e continuarono a sorseggiare il loro thè, preparato poco prima nella cucina di quest’ultima.
 

“Ed è .. okay? “
“ Certo, perché non dovrebbe?”
 
E detto ciò continuarono a chiaccherare dell’ultima ricetta che avevano visto in un noto programma in tv.
Louis  e Harry si allontanarono poco dopo in direzione della camera del primo, con la sopracciglia ancora corrucciate in senso di stupore.
 
“ Bè, è andata bene,no? “
 
Harry parlò mentre si buttava sul letto a una piazza e mezza.
“ Sorprendentemente bene. “ confermò Louis, mentre prendeva posto affianco a quello che ormai era ufficialmente il suo ragazzo.
 
“ In effetti, tutto sta andando fin troppo bene ultimamente. Insomma, abbiamo un album in produzione, tra quattro giorni partiamo per il tour e ,bè, stiamo insieme. “
 
Concludendo, Louis non riuscì a trattenere un cenno di soddisfazione.

Rimase qualche minuto a fissare il soffitto con le mani dietro la nuca, ma si girò notando che Harry non aveva ancora dato nessun cenno di risposta.
Lo trovò intento a fissarlo e con uno sorriso sulle labbra.
“ Che c’è?”
“ No niente, è che non l’hai mai detto ad alta voce. Che stiamo insieme, intendo. “
 
Harry abbassò la testa, leggermente in imbarazzo e Louis trovò quella visione così tenera che non poté non abbracciarlo.
“ Bè, direi che fosse proprio il caso di ufficializzare, no? “
Louis gli posò un leggero bacio a fior di labbra.
 
Credi che sarà un problema ? Che noi due stiamo insieme. Credi ci faranno storie? “
 
Louis aggrottò le sopracciglia e poi scoppiò in una risata.
 
“ Non credo sia il caso di spiattellarlo ai quattro venti, ma non vedo cosa possano dirci. Non facciamo del male a nessuno, insomma, a chi vuoi che importi? “
 
Harry ci pensò un secondo e poi si unì alla risata del suo ragazzo, concordando semplicemente con un “Si infatti, a chi vuoi che importi?”
 
 
Louis però, quella volta, non aveva ragione.
Ma questo lo avrebbero scoperto solo molto dopo.
 
 

Aprile 2011
 
L’ultima data del tour di xfactor era ormai giunta al termine.
Quello che  avevano vissuto negli ultimi due mesi era incredibile e Harry non poteva che meravigliarsi di tutto l’affetto e il calore ricevuto da quelle persone che avevano creduto in loro fin dall’inizio.
In quel momento si trovava fuori dal locale in cui avevano roganizzato un party  d’addio per la fine del tour, mentre aspettava che Louis finisse la sua sigaretta . (Aveva iniziato da poco e già aveva espresso più volte il suo dissenso per quel vizio.)
 
Dai Lou, solo un goccetto! “
 “ No, Harry! Non sei nemmeno maggiorenne.”
 
Louis fece per allontanare il bicchiere di plastica che teneva con la mano libera, contenente vodka e lime .
 
“ Uffa, sembri mia madre! “
La voce di Harry risultava capricciosa e vagamente cantilenante , Louis sbuffò fingendosi irritato, anche se faticava a trattenersi dal ridere.
 
“ A proposito di tua madre, come pretendi che ti mandi seriamente a vivere da solo, se ti comporti come un bambino capriccioso? “
 
“ Infatti io non vado proprio da nessuna parte, figurati.”
 
Harry incrociò le braccia sbuffando, probabilmente ricordando le precedenti discussioni con sua madre che era restia a farlo andare a vivere da solo, in una grande città a quella giovane età .
 
“ Non saprei nemmeno dove andare , in ogni caso”
 
Concluse con un sospiro.
 
Louis lo guardò e abbasso leggermente lo sguardo mentre gettava il mozzicone di sigaretta a terra e lo spegneva con il piede sinistro.
 
“  Bè, diciamo che potrei o non potrei aver trovato  un appartamento a Londra  e potrei e non potrei aver convinto tua mamma a darti il permesso di venire con me ..”
 
Disse Louis con noncuranza, anche se i suoi occhi tradivano apprensione e incertezza.
 
Harry alzò di scatto la testa, guardandolo dritto negli occhi prima di gridare un “ Che cazzo stai dicendo, Louis?! “
 
Louis, evidentemente fraintendendo la sua reazione, si affrettò a giustificarsi.
 
Non avrei voluto chiedertelo così, okay? Cristo, mi ero preparato tutto un discorso.. “ Scosse leggermente la testa e accompagnò il gesto con una risata amara, poi continuò.
 
“ Lo so, Harry, lo so che è affrettato e che è una cosa importante e che … che siamo così giovani. Dio, non so che mi è venuto in mente, dimentic- …”
 
“ Stai zitto. “
 
Louis si ammutolì immediatamente, sinceramente preoccupato dal tono di Harry.
Si guardarono reciprocamente per qualche secondo, senza dire una parola, fino a che Harry non si avventò sulle sue labbra.
 
“ Non c’è niente, niente, che mi farebbe più felice di venire a vivere con te, Lou. “
Louis non rispose.
Non era necessario.
 
 
 
 
 
 
Giugno 2011

 
Il loro primo album a Giugno era ufficialmente finito.
Certo, mancavano ancora delle definizioni, ma si poteva dire finito.
 
E ora il cd era lì, tra le loro mani. E tutto sembrava così fottutamente reale che Harry dovette sedersi su una di quelle poltroncine rosse della sala di registrazione.
“ Ci siamo ragazzi, ci siamo! E’ pazzesco!”
Liam era eccitato come un bimbo il giorno di Natale, e non faceva altro che portarsi le meni tra i capelli e abbracciare chiunque gli si trovasse di fronte.
 
Harry invece si limitava a scuotere il capo, sul quale io ero posizionato anche quel giorno abbastanza freddo e piovoso - con lo sguardo fisso in un punto indefinito del pavimento.

Louis gli si posizionò di fronte, piegandosi sulle ginocchia, per poi prendergli le mani.
Tutto okay? E’ tana roba da gestire tutta insieme, in effetti. “
 
“ E’ tutto così pazzesco, non riesco a crederci! E davvero Lou, non so come avrei fatto a gestire tutto questo, senza di te. “
 
Harry gli strinse più forte le mani e lo sussurrò come per trasmettergli tutta la sincerità delle sue parole.
Louis lo trovò adorabile.
 
“ Ci sarò sempre Haz, lo sai. Ormai siamo dentro insieme in questa cosa.

Okay, è dannatamente troppo mielenso per me ma –insomma- hai capito. “
Fece una risatina nervosa seguita da una breve pausa e poi – alzando gli occhi- il suo sguardo mi intercettò e con un sorriso disse

“Continua proprio a portare fortuna, eh? “
Harry gli restituì il sorriso e –dopo averci penato un secondo- prontamente mi sfilò dalla sua testa e mi porse verso Louis.
 
“ Prendilo, è tuo . “
“No Haz, non posso. E’ il tuo preferito …”  
“Voglio che lo tenga tu. Sono sicuro che in fondo è anche per merito suo se ci siamo incontrati”

Disse Harry dolcemente, e nel dirlo gli spuntò una fossetta adorabile sulla guancia destra.
 
Louis a quelle parole, non poté fare altro se non accettare.
Inutile a dire che da quel giorno diventai anche il suo cappello preferito.
 
 

Agosto 2011
 
Il festival di Leeds era un evento che si ripeteva ogni anno e dove veniva suonata dal vivo musica dei generi più disperati.
L’idea di andarci era nata per caso, mentre erano spaparanzati sul divano della ormai loro casa, quando avevano scoperto che entrambi avevano sempre desiderato parteciparvi.
La decisione fu presto presa.
 
Non posso dire cosa accadde durante il primo giorno, perché io restai nel borsone di Louis appoggiato su sacco a pelo della tenda praticamente sempre, ma posso dire cosa accadde quando rientrarono a notte fonda.
 
Mi parve subito evidente, dalle loro risatine sconnesse, che Harry – nonostante non fosse ancora maggiorenne- fosse riuscito stavolta a convincere Louis di dargli un po’ più di un goccetto .
 
Una volta entrati nella tenda, le risatine beffarde che continuavano a sfuggire dalle loro labbra, i due si buttarono senza esitazione sui loro sacchi a pelo.
Le guance di Harry erano rosse, i capelli spettinati, lo spettro di un sorriso ancora sulla bocca rossa. Si girò a guardare Louis alla sua destra e inizialmente, la luce della lampada accanto al suo ragazzo lo accecò, ma gli bastò qualche secondo per abituarsi. Posò lo sguardo su Louis, incantato a fissare qualcosa sopra le loro teste, e si soffermò sul suo profilo, i ciuffi dei capelli che gli ricadevano sulla fronte, la curva del naso, le labbra che sapeva essere morbide contro le sue.
Harry stava per avvicinarsi per posare un bacio sulla sua guancia, quando la luce si spense e tutto intorno a loro di fece buio. Il più piccolo non poté fare a meno di tirare un urletto spaventato.

“Lou?”
“Harry, quant’è che non usavi quella lampada?”  mormorò Louis.
Harry non poteva dirlo con certezza, nonostante avesse sentito dei rumori causati dal corpo di Louis.

“Non lo so” Rispose lui sinceramente.

"Quindi non hai idea da quant’è che quelle pile stanno lì dentro, giusto?"

Harry rimase qualche secondo in silenzio. Se non avesse bevuto probabilmente a quel punto sarebbe arrossito , e Louis probabilmente lo avrebbe preso in giro. Ma – purtroppo o per fortuna- lo aveva fatto, quindi  “Giusto” , sussurrò.


Louis armeggiò un altro minuto appena con quell’affare, prima di affermare l’ovvio.
“Sono scariche.”
Harry annuì, senza pensare che l’altro non poteva vederlo. Allungò una mano per tastare il suo compagno, capire dov’era e a che distanza.

“Che stai facendo?” chiese Louis, mentre la mano del riccio toccava il suo petto.

“Mi assicuro che tu sia ancora qui.”
 
 Un secondo dopo il suo braccio era stretto contro il suo petto e un corpo caldo era pressato su di lui. Il più piccolo poteva sentire il respiro di Louis sulle sue labbra, caldo e ansante. Voleva baciarlo più di ogni altra cosa, invece il ragazzo di abbassò più su di lui e lo strinse in un abbraccio, respirando sul suo collo. Harry sorrise, stringendo le braccia sulla sua schiena e beandosi del profumo del suo ragazzo. L’attimo dopo le labbra di Louis erano sul suo collo, che lo baciavano lentamente e con dolcezza. Harry si lasciò scappare un sospiro, portando le mani tra i capelli del ragazzo e accarezzandolo piano, mentre lui si spostava sul suo pomo d’Adamo e succhiava piano. Il più piccolo tirò indietro la testa per lasciargli più spazio, respirando più pesantemente ogni secondo che passava. Le labbra di Louis si posarono su quelle dell’altro, trascinandolo in un bacio dolce e passionale.
 
Harry, concedendosi qualche secondo di ripresa, prese l’iniziativa e cominciò a distribuire una serie di baci acquosi partendo dal mento, per poi scendere nell’addome liscio e poi ancora più giù, dove si intravedeva l’inizio del pube.
Armeggiò con la cintura dei suoi Jeans che riuscì a togliere senza fatica e ci mise ancora meno affinché facesse fare la medesima fine ai boxer.
Senza alcun preavviso prese in mano la sua lunghezza, cominciando a muoverla con movimenti decisi, per poi sostituirla subito con la bocca , tant’è che Louis emise un gemito che soffocò mordendo la scapola di Harry , mentre con le mani scendeva per liberarlo da quegli indumenti che ancora costringevano la sua erezione.
 
Una volta riuscito nel suo intento, Louis iniziò a preparare Harry dapprima con un dito , per poi aggiungerne un secondo e infine un terzo.
Harry emise un suono gutturale sorpreso, ma non si fermò dal continuare a dare piacere al suo ragazzo.
Quando Harry cominciò a spingersi contro il suo bacino, Louis seppe che era pronto, così – non senza difficoltà- interruppe Harry facendolo girare, e con una spinta decisa fu dentro di lui.
Gli lascò qualche secondo per abituarsi alla sua presenza,fino a quando non sentì un “okay, ci sono”, e cominciò a muoversi toccando quelle fasce di nervi alle quali sapeva Harry fosse sensibile.
 
Quando Louis sembrava essere sul punto di non farcela più, prese in mano l’erezione di Harry e cominciò a muoversi a tempo delle sue spinte, fin quando non si riversò dentro di lui sussurrando “Dio, se ti amo.”
 
Harry lo segui appena due secondi dopo, ma  l’orgasmo raggiunto non fu di certo abbastanza per avergli impedito di sentire.
Si accasciarono sui loro sacchi a pelo l’uno affianco all’altro, ansimante e tremanti, ma con un sorriso sulle labbra.
Seguirono alcuni minuti di silenzio in cui Louis si girò su un fianco, Harry lo imitò e si ritrovarono con le fronti attaccate, occhi negli occhi. Verde nel blu.

“ Quella cosa che mi hai detto, la pensavi sul serio? Perché lo sai che non vale dopo l’orgasmo, vero? “
 
Louis sembrò essersi conto solo in quel momenti di aver detto le due fatidiche parole ad Harry per la prima volta, tuttavia, la loro veridicità lo colpì come un pugno in pieno petto.
 
“ Le pensavo davvero. E se non ci credi, te le ripeterò anche domani, e dopo domani  e dopo domani ancora. “
 
Disse Louis mentre gli baciava delicatamente la fronte.
“ Oh, lo spero. “  Rispose Harry mentre vedeva il suo ragazzo chiudere gli occhi  e si appropinquava a fare lo stesso.
 
Rimasero così alcuni secondi, fino a che “Oh, Lou!”
“Mh?”  rispose quello con la voce già mezza impastata dal sonno.
 
“ Non ti ho detto che ti amo anche io solo perché sarebbe incredibilmente banale, ma lo sai che è così, vero? “  
“Oh, lo spero. “
Rispose l’altro, sorridendo nel buio.
 
Li vegliai nel sonno, osservandoli abbracciati, per il resto della notte.
Non so dire come mi sentii per averli visti per la prima volta così vicini, ma immagino voi possiate immaginare.
Sicuramente però ero commosso e sì – lo ammetto- anche piuttosto imbarazzato.
Ma, hey, chi non lo sarebbe stato al mio posto?
 
 

 
Ottobre 2011
 

 
I ragazzi lo sapevano.
Sapevano che ad ormai appena un mese dall’uscita dell’album, i termini del loro contratto andavano revisionati.
Harry e Louis non immaginavo nemmeno che però ci sarebbe stata un punto interamente dedicato a loro e alla loro storia e di certo non credevano che sarebbe stato necessario mettere una copertura ad uno dei due.
 
Tuttavia, loro erano giovani e quando i loro manager gli dissero che era per tutelare il loro futuro, non si opposero. Si fidavano.
 
“ Credi che abbiamo fatto bene? Ad accettare?..”
Chiese Harry mentre saliva con Louis in una di quelle macchine nere metallizzate che li avrebbe riaccompagnati davanti al loro appartamento.
 
“ Certo, insomma, che vuoi che cambi? Da domani dovrò solo uscire ogni tanto con questa Eleanor e tenerle la mano, per il resto rimarrà tutto come sempre.” Rispose Louis mentre colmava la distanza dei sedili posteriori, portando la sua mano in quella di Harry.
 
Alla fine, si era imposto che la copertura che gli avevano presentato , fosse data a lui.
Era lui il più grande, ed era lui che aveva recitato in passato.
Inoltre, non avrebbe mai addossato ad Harry il peso di questa responsabilità, di questa bugia .
 
“ Sei sicuro ?”  Chiese Harry, rispondendo alla stratta e facendosi più vicino.
 
“ Certo, Harry. E ora sbrighiamoci a tornare a casa che non vedo l’ora di batterti al nuovo gioco che abbiamo comprato stamattina. “
 
Disse, suscitando una risata nel suo ragazzo.
 
Mi pare scontato che alla fine non giocarono alla Play Station, ma Louis passò la serata a baciare quella risata.
 
Considerando il fatto che ,però, quando giunse la sera e si misero a letto, vidi Louis osservare per dieci minuti abbondanti un Harry ormai addormentato, per poi prendere il cellulare e twittare la promessa che lo avrebbe custodito nel suo cuore per sempre, capii che ,forse, Louis aveva mentito.
 
E che , no, non era sicuro affatto .
 
 

 
Dicembre  2011

 
Eleanor era una tipa a posto.
A Louis aveva raccontato che era imparentata con qualcuno all’interno della Modest!  e che quando le era stato offerto quel ruolo non aveva saputo rifiutare.
Era simpatica, dopotutto e Louis trovava anche abbastanza piacevole passare del tempo con lei, se non fosse che era consapevole che quello era quasi sempre del tempo che sottraevano a lui ed Harry.
 
Nel l’ultimo periodo, infatti, i ragazzi non avevano avuto tempo nemmeno per respirare.
L’album era uscito da nemmeno un mese, e loro si ritrovavano stracolmi di interviste e di riunioni per decidere i dettagli del loro primo tour.
Louis sa che Harry lo capisce e sa che si sforza di pensarci e non lamentarsi, ma lo vede nei suoi che ogni vola che gli dice che hanno stabilito un’uscita con Eleanor, lui ci rimane sempre un po’ male.
Così quella sera, in cui avevano finalmente una serata di riposo, Louis era tornato a casa dalla sua uscita di Eleanor nel pomeriggio , mi aveva riposto sull’attaccapanni vicino all’ingresso -insieme alla sua giacca-, e aveva deciso di fare una sorpresa ad Harry, che in quel momento si trovava in giro con Nick.
 
- - - - - - - -
 
Appena Harry varcò la soglia di casa, la prima cosa che sentì fu il suono di qualcosa di metallico che si infrangeva sul pavimento.
 
“Lou? Lou sei tu? “  chiese alzando il tono della voce non avendo ottenuto risposta, mentre si dirigeva verso la fonte di quel rumore, ovvero la piccola cucina infondo al soggiorno.
 
“ Lou ma cos-..”
 
Harry si dovette interrompere e forzarsi a non scoppiare a ridere alla vista del suo ragazzo che lo guardava con aria impanicata mentre reggeva in mano un forchettone da cucina.
 
“ Aspetta, tu hai cucinato ?”  Harry si sedette sulla sedia che circondava la piccola isola localizzata proprio al centro dell’ambiente.
 
“ Ehm, ci ho provato. E ti avverto che è la prima volta, quindi non azzardarti a prendermi in giro, okay?”
 
Disse stizzosamente mentre si girava ed aggiungere gli ultimi ingredienti, al pollo.
 
“ Prenderti in giro? Questo è un momento memorabile, deve essere ricordato!”
 
Esclamò Harry, tirando fuori il cellulare per scattare e postare la foto di Louis  ai fornelli .
 
Louis si girò e si avvicinò ad Harry portandogli alla bocca un assaggio della portata.

“ E’ buono. ”
“ E’ buono?”
“ Molto.”
 Riconfermò Harry , mentre Louis si faceva più vicino e gli leccava l’angolo della bocca.
 
“ Ti era rimasto un po’ di unto.”
Harry riflesse il suo sorriso malizioso e riprese a baciarlo
 
 
Inutile a dire che la cena rimase intatta, e la riscaldarono il giorno dopo .
 
 

Settembre 2012
 

La prima vera litigata, Harry e Louis la ebbero esattamente il sedici settembre, precisamente alle 19:10 di una sera uggiosa .
 
Nell’ultimo anno le cose si erano sempre – più o meno- svolte allo stesso modo.
Il loro primo tour era andato alla grande, e ora stava per uscire il loro secondo album. Tutto andava bene, se non fosse per il fatto che intorno al rapporto di Harry e Louis si era venuta a creare una vera e propria speculazione mediatica, al punto che un giorno , i manager li chiamarono per  dirgli che dovevano assolutamente evitare determinati atteggiamenti in pubblico, e aumentarono le uscite un programma tra Louis e Eleanor.
 
Le cose non andavano bene, e loro non si sarebbero mai aspettati tanta attenzione alla loro relazione, e una così conseguente e accanita repressione.
 
Ma lo avevano accettato perché , nonostante tutto, si fidavano ancora del fatto che fosse per il loro bene. E per il bene del gruppo e , bè, in fondo per la carriera e il futuro di altre tre persone.
 
Louis lo aveva capito bene, aveva capito senza che nessuno glielo dicesse apertamente i rischi che correvano se qualcuno avesse dovuto scoprire non solo l’omosessualità di ben due membri di una delle band del momento, ma anche una relazione tra questi.
 
Perdita di fan, perdita di vendite e perdita di soldi.
Non era un bambino, ci era arrivato anche da solo.
 
Così, quando quella mattina Louis ricevette una telefonata dai loro manager che gli ordinavano di fare qualcosa di concreto per attutire tutte le voci sui vari social (Louis lo ammetteva, era incredibile come alcune volte ci prendessero) riguardo un coinvolgimento sentimentale tra lui ed Harry, Louis non ci rifletté più di tanto, e fece la cosa che gli sembrava più d’effetto.
 
Fai in modo che capiscano che sei stufo, che tutto questo è un’idiozia  e che stai bene. “
 
Così gli avevano detto , ed è esattamente così che Louis fece.
E se c’era una cosa che in quei due anni avevo capito di lui, era questa: incredibilmente impulsivo e – a volte- incredibilmente stupido.
 
“ Louis!”
 
Harry irruppe nella loro camera da letto urlando verso Louis che era sdraiato sul lato sinistro del matrimoniale, con in mano il suo telefono.
Essendo riposto sgraziatamente sulla poltrona vicino alla finestra ed essendomi quindi Harry di spalle, non potei vedere il suo viso , ma dal tono non doveva essere esattamente amichevole.
 
Che cazzo significa?! Una stronzata, davvero?! Era necessario?”
 
Mentre urlava, Harry gli sventolava davanti al volto il suo Iphone, dove suppongo fosse aperta la pagina di twitter.
Mi hanno chiesto di  dire qualcosa di incisivo, Harry. Cos’altro avrei potuto fare?! “
Louis si alzò dal letto e lo aggirò per mettersi di fronte ad Harry.
“ Qualsiasi cosa non implicasse definire la nostra storia la più grande stronzata tu abbia mai sentito, forse?! “ Harry marcò l’ultima parola, alzando di più la voce.
 
“ Smettila di fare sempre il bambino, Harry! E’ solo un tweet, non significa un cazzo, lo sai! “
Ora anche Louis aveva alzato la voce, fino a renderla quasi stridula.
 
“Non significherà un cazzo per te Louis, Dio, non capisci mai niente. Perché non capisci mai niente?! “
 
Le parole di Harry gli morirono in gola, la voce gli si strozzò, tant’è che fu costretto a girarsi, dando le spalle a Louis. Dopo pochi secondo, la schiena si alzava aritmicamente, scossa da singhiozzi.
 
Louis lo guardò per un po’, e più il tempo passava, più il suo sguardo si stringeva in una morsa di dolore, vedendo Harry piangere a causa sua.
 
“ Hey, piccolo. Ti prego non piangere.” Gli sussurrò, mentre si avvicinava e lo abbracciava da dietro.
 
“ Ti prego scusami, sono un ‘idiota. Hai ragione, ho esagerato .. è che sono così pressanti a volte. E’ difficile reggere tutto. Ti prego Haz, perdonami.”
 
Louis lo supplicò mentre gli baciava la spalla destra.
Harry non rispose, però portò le mani su quelle di Louis che giacevano sul suo stomaco, le prese e le portò alla bocca, baciandole.
 
Sì, lo aveva perdonato.
 
 
 
 
Dicembre 2012
 
 
Louis era furioso.
No, Louis era decisamente qualche cosa di più che furioso.
 
Aprì di scatto la porta del loro appartamento per poi richiuderla talmente tanto forte, che rischiò di colpire Harry che malamente arrancava dietro di lui e cercava di calmarlo dal almeno dieci minuti.
 
“Lou, ti prego, calmati!”
 
“No Harry. Lo avevano detto, avevamo un patto, dannazione!Tu fuori da questa storia, non avresti dovuto mai sottoporti a ciò, l’avevano promesso!”
 
Louis urlava e la sua voce sembrava strozzarsi ad ogni parola.
Glielo avevano comunicato quella mattina, che anche Harry avrebbe dovuto avere una storia e che avrebbero potuto approfittarne anche per dare visibilità ad entrambi.
 
Così, entro la prossima settimana Harry Styles e Taylor Swift sarebbero stati ufficialmente una coppia.
Questo era, nonostante Louis avesse chiaramente detto che Harry non si sarebbe mai dovuto sottoporre a queste bugie.
 
 “ Lou, davvero, è okay. Sarà solo per un mese, due al massimo! Non ce ne accorgeremo nemmeno, fidati di me.”
 
Gli disse dolcemente mentre si avvicinava per abbracciarlo e cercare di tranquillizzarlo.
Questa decisione alla quale non aveva  modo di opporsi, aveva spiazzato anche lui, non poteva negarlo. Ma se in qualche modo poteva dividersi il carico di responsabilità alla quale Louis era sottoposto ogni giorno, lo avrebbe fatto.
 
“ Non ha importanza, non lo farai. Non mi piace nemmeno quella lì,non mi è mai piaciuta.”
 
“ Taylor è a posto, non è lei il problema e lo sai anche tu. “
Harry percorse due ampie falcate per raggiungere e far voltare Louis che si stava dirigendo velocemente verso le scale.
Louis si voltò e Harry vide per la prima volta quelle due pozze azzurre farsi lucide e acquose.
 
“ Oh, amore mio…”  Sussurrò sfiorando il suo naso con il proprio.
 
“ Non so se posso farlo, Harry. Non so se posso sopportare che facciano questo a te. Anche a te. “
 
La voce di Louis ora era bassa, dolce e incredibilmente triste.
 
“ Non devi preoccuparti per me, Lou. Davvero. Supereremo anche questa, te lo prometto. Ce la faremo, noi ce la facciamo sempre, okay?”
 
Louis sbuffò leggermente, poi guardò Harry annuendo e “Okay.”
 
Rimasero abbracciati per ancora molti minuti, stringendosi più forte del normale perchè , infondo, lo sapevano che ,no, niente era ‘okay’.
 
Entro la fine del mese, Capodanno lo passarono separati, con finti sorrisi e con un veliero e una bussola tatuati sul braccio.
 
Erano una bomba ad orologeria, che quando sarebbe scoppiata, avrebbe annientato tutto intorno a loro.
Solo, faceva troppo male dirlo ad alta voce.
 
 

Novembre 2013 – Un anno dopo.
 
 
La bomba scoppia e distrugge tutto in un milione di pezzi esattamente un anno dopo.
Negli ultimi mesi , precisamente dopo la fine del loro secondo tour e l’uscita recente del loro terzo album, le cose erano vertiginosamente precipitate.
Le discussioni tra Harry e Louis erano all’ordine del giorno. Litigavano, sempre, per qualsiasi cosa.
Si urlavano contro, si accusavano a vicenda colpe che sapevano entrambi non avere , piangevano, poi facevano l’amore che risultava quasi sempre pieno rabbia e rancore.
Poi tutto ricominciava daccapo.
 
Così quando Harry rientrò a casa dopo l’ennesima litigata quel giorno e si annunciò con un flebile “ Dobbiamo parlare” - con occhi arrossati da un evidente pianto recente- sia io che Louis sapevamo già quello che sarebbe successo.

“ Io… io non ce la  faccio più ad andare avanti  così, Lou. Credo che ad entrambi serva una pausa e se dico questo non è di certo perché non ti amo, perché … Dio se è così, ma tutto questo è diventato semplicemente, troppo. “
 
Harry parlava talmente piano che nella stanza era a mala pena udibile la sua voce, quasi non volesse sentirle nemmeno lui quelle parole.
Louis, seduto sul divano dove io ero abbandonato nella fessura tra i due cuscini,  non si era nemmeno voltato e continuava a guardare fisso davanti a sé, le lacrime che premevano potentemente per uscire.
 
“ Dì qualcosa, cazzo!”  Harry urlava adesso. In verità, Harry urlava sempre, ultimamente.
 
“ Cosa vuoi che ti dica, Harry? Eh? Lo sapevamo. Sapevamo che questo giorno sarebbe arrivato, sapevamo che prima o poi non saremmo sati più forti. E va bene così, è stato divertente e hai ragione, è meglio finirla qui. “
 
“ Sei uno stronzo.”
 
 
Le ultime cose che sentii, furono una porta che sbatteva e il rumore dei singhiozzi di Louis che si accasciava per terra.
 
 

Dicembre 2013
 
Un mese.
Trenta giorni che Harry e Louis non si parlavano e non si vedevano.
 
Di Harry sapevo solo che ultimamente passava tempo interminabile a LA e che stava uscendo già da un paio di volte con qualche modella. Lo sapevo perché ogni volta che Louis leggeva e vedeva foto su qualche giornalino di gossip, lo scaraventava violentemente dall’altra parte della stanza e si chiudeva in un mutismo assoluto.
 
Louis non stava bene.
Non stava bene per quanto lo volesse far credere a sua madre, che da quando era tornato a casa per le vacanze Natalizie non lo aveva lasciato solo un attimo. Per quanto lo volesse far credere a Zayn , che lo chiamava quasi ogni giorno . Per quanto lo volesse perfino far credere ad Eleanor, che durante le loro uscite gli aveva detto che stava uno schifo.
E , infine, per quanto volesse farlo credere  a se stesso.
Come quella volta dove mi prese e mi fissò per tempo interminabile, fino a buttarmi per terra e schiacciarmi con forza, per poi raccogliermi e stringermi al suo petto.
 
 
Louis poi non mangiava più.
E quando lo faceva non passava molto prima che il suo corpo ricacciasse violentemente qualsiasi cosa ingerita.
Era dimagrito molto e la cosa stava cominciando a diventare evidente per chiunque.
Così la decisione di partire e andarsene per un po’ in un posto isolato e da solo, fu piuttosto semplice. 
Il giorno di natale era passato da un paio di giorni e così decise di passare a salutare la sua famiglia prima di prendere il volo di quel pomeriggio.
Appena entrato in casa sua però, capì subito che c’era qualcosa di diverso e aspettò di restare solo con sua madre per avere chiarimenti.
 
“ E’ stato qui, vero? “
Johanna smise immediatamente di lavare i piatti e si girò verso suo figlio.
 
E’ passato ieri per farci gli auguri e dare i regali alle ragazze, Lou. Ha chiesto di non dirti niente e anche io credevo fosse meglio così. Anche lui stava per andare in aeroporto.”
 

Gli si avvicinò posando delicatamente una mano sulla sua guancia.
Come lo hai capito?”
 
Louis abbassò lo sguardo e “ Il suo profumo.” Pausa. “Ho sentito il suo profumo.”
 
E dicendolo, uscì di corsa dalla cucina, sotto lo sguardo di una madre irrimediabilmente preoccupata per suo figlio.
 
 

Febbraio 2014
 
 
Accadde tre giorni dopo il compleanno di Harry.
Louis era tornato nella sua casa a Londra, quella solo sua, perché ritornare in quella che aveva sempre condiviso con Harry, era fuori discussione.
 
In quel momento si stava preparando psicologicamente per la riunione  che avrebbero avuto quel pomeriggio, dove avrebbero definito gli ultimi dettagli per il nuovo tour che si presentava come il più grande e faticoso di tutti.
Tuttavia, l’unica cosa che davvero Louis aveva in mente, era che avrebbe rivisto Harry dopo due mesi e mezzo interminabili.
E a se stessi, non poté evitare di chiedere cosa avrebbe pensato di lui, quando lo avrebbe visto dimagrito di quindici chili e paurosamente miserabile.
 
I suoi pensieri vennero interrotti da un bussare alla porta e vi giuro che Louis si dovette reggere allo stipite di questa, quando si rese conto che esso proveniva dall’ultima persona a cui avrebbe mai pensato.
 
Harry era lì, davanti a lui, con una camicia decisamente troppo leggera, la sua fascia legata ai capelli e due occhiaie violacee che gli incorniciavano gli occhi.
 
“Cosa ci fai qui?” Riuscì a stento a pronunciare Louis, mentre si scansava per permettergli di entrare.
 
“ Sai Louis, ci ho pensato molto in questi mesi e alla fine ho capito. Ho pensato a noi due e quanto tutto sarebbe stato terribilmente più semplice se ci fossimo fermati all’inizio, se non ci fossimo fatti coinvolgere in questo modo. E tu puoi dire che ci siamo divertiti e tutte le cazzate che vuoi, ma io so che non le pensi , perché io so come sei fatto. “
 
Harry alzò lo sguardo e i suoi occhi verdi si incontrarono – dopo settimane- con quelli già lucidi di Louis. Fece un passo in avanti.
 
“ E cosa hai capito? “ sussurrò Louis con voce tremante, temendo con tutto sé stesso che la fine, la vera fine di tutto il suo mondo, fosse vicina.
Harry fece un altro passo. 
 
“ Ho capito che non mi importa. Non mi importa quanto ci urliamo contro o quanto la gente parli di noi. Non mi importa niente di quanto tutto questo andrà ancora avanti e non importa quanto questo mi renderà infelice. Perchè ho capito, Louis, che preferisco mille volte essere infelice con te che passare anche solo un minuto di felicità con qualcun altro. “
 
Un altro passo ancora..
“ Questi due mesi, sono stati i più orribili, tristi e interminabili della mia esistenza . Ogni persona, luogo o cosa mi ricordava te e Dio solo sa quanto ti ho odiato . Ma la verità è che non posso, non posso semplicemente cancellarti dalla mia vita. Non posso eliminare questi anni con te, perché tu, tu sei la mia casa ed io ti amo. “
 
Harry terminò quel discorso, rosso in viso ma con il cuore visibilmente più leggero. Guardava Louis e sperava con tutto se stesso che lui avrebbe capito, che avrebbe capito quanto era stupido buttare via tutti i sacrifici fatti in quegli anni.
 
Louis non parlò, semplicemente emise un singhiozzo, prima di correre e tuffarsi tra le bracci di Harry, arpionando la sua vita con gambe.
 
“ Mi sei mancato così tanto …” Gli sussurrò tra un gemito e l’altro, mentre – finalmente- faceva di nuovo combaciare le loro labbra .
 
“ Ti amo, ti amo, ti amo..”  gli diceva all’orecchio, e a Harry non serviva sentire altro. Semplicemente, con ancora Louis in braccio e con le sue labbra sul collo , cominciò a camminare per raggiungere la camera da letto.

 
Quel giorno arrivarono in ritardo alla riunione, ma quando lo fecero, erano mano nella mano.
 
 

 
2015.
 
 
Molte cose sono cambiate in quattro anni e mezzo.
 
Harry è apertamente gay, senza aver mai fatto coming out, si è fatto crescere i capelli ed è cresciuto di dieci centimetri.
Louis non ha più diciotto anni , non ha più i capelli da emo e non è più tanto scontroso. Okay, quello no, ma ci sta lavorando.
 
Harry e Louis discutono ancora, spesso. Discutono per la quantità dello zucchero che deve andare nel tè, discutono per il finestrino aperto o chiuso in auto, discutono per chi deve alzarsi dal letto per spegnere la luce del bagno quando la dimenticano accesa e discutono un po’ di più quando Harry esce con Nick o se ne va a Los Angeles o Louis esce con Eleanor ed è ancora incredibilmente impulsivo e - a volte- incredibilmente stupido.
 
Tuttavia, non passano mai più di dieci minuti prima che uno dei due non sdrammatizzi con una battuta o chieda scusa.
Ora hanno capito che ne vale la pena e che l’amore non è fatto di “se” o di “ oppure” ma di “nonostante”.
 
Questa è la mia testimonianza, io l’ho vista.
Da sempre, dall’inizio, sia attraverso gli occhi di uno, sia dell’altro.
L’ho vista da vicino e continuerò a vederla crescere e maturare, questa storia sotto gli occhi di tutti, ma visibile a pochi.
 
 
Lo so che mi invidiate. 
   
 
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