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Autore: Dust Fingers    05/01/2015    0 recensioni
Sempre parte della Challenge, questa volta non posso anticipare alcun pezzettino poiché il titolo rispecchia completamente il contenuto. Ma auguro comunque una lettura - spero - interessante.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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006. Mayhem

«L’hai trovata?».
 
Il freddo si propagò rapido, insinuandosi sotto i mantelli e dentro i vestiti, le dita ghiacciate, rischiavano di perdere completamente sensibilità e non aver più presa sul pugnale.
Evan strinse le spalle ad Onnjel, stava crescendo.
Tra sé pensò amaramente che stava crescendo troppo, doveva sbrigarsi. La ragazzina notò l’espressione del maestro, turbato per cui gli si accostò un po’ di più, sorridendogli caldamente.
 
«A che punto è?».
«Procede bene. Ottimamente, direi».
«E l’incidente?».
«Abbiamo messo tutto a posto. Presto starà di nuovo bene».
 
Freddo sempre più freddo. Ancora più freddo.
 
Dolore…
 
Sangue…
 
Lama…

 
…on si sarebbe accorto di niente, la lama gli sarebbe scivolata sulla gola come acqua sulla pelle, il sangue sarebbe sgorgato silenzioso e viscido, ancora caldo, ma niente l’avrebbe fermato.
Rapido poi sarebbe scomparso dalla finestra, con passo felpato muovendosi sui tetti. La luna piena definiva la sua ombra sulle tegole e le stelle segnavano il cammino da seguire che velocemente lo avrebbe condotto all’entratat…
 
Scivolò piano lungo il corridoio, la schiena rasente il muro, i passi calcolati…poi un sassolino intralciò la sua strada – Maldetto! – e sfortuna volle che colpisse una delle brocche che adornavano il corridoio, come se già i vari tendaggi e lampade pendenti non rendessero abbastanza difficoltoso il suo lavoro. Dovrebbero pensarci, quando le progettano, che intralciano il nostro lavoro, pensò. Il pensiero le fece scordare del rumore appena prodotto tanto che un’ombra proiettata sul muro era già troppo vicina e stava per scoprirla. I suoi veloci piedi seguirono gli occhi che le indicarono dei pesanti tendaggi dietro cui riuscì a nascondersi un attimo prima di incrociare la propria ombra con quella dell’inseguitore.
 
Cosa…
 
«Credo sarebbe più saggio interromp-»
«Non se ne parla. Il suo fisico sta reggendo bene, dobbiamo spingerlo al limite prima di riprendere».
«Riprendere? Non l’avete già abbastanza massacrato oggi!? Lo avete aperto come un cervo appena cacciato e gli avete segato quattro costole, non è ancora sufficiente!?» protestò. «Ci serve potente, non morto!».
«Quanto siete insistente! E’ solo un esperimento, abbiamo bisogno di sapere fin dove possiamo spingerci» sbuffò di rimando il vecchio.
 
Succeden…
 
Finalmente la via era di nuovo libera.
 
Sangue ROSSO, VENE, OSSA, SANGUE… DOLORE OSSA SANGUE ROSSO VENE DOLORE OSSA!
 
«Adesso interrompa, non si regge in piedi, rischia di morire».
«Non può morire» rispose con sdegno.
 
Sangue…
 
DOLORE…
 
...OSSA!
 
«Bastard-!».
 
 
 
Sempre più freddo. Poi come una mano, sentì tirarsi via dallo stomaco tutta l’energia, e nemmeno più in piedi riuscì a reggersi. Cadde a terra, ancora cosciente, ma sfinita e chiamò il maestro.
«Maestro!». Temeva che non l’avrebbe sentita e che se ne sarebbe andato lasciandola lì. Era di nuovo rivolta nel fango, come molti anni prima. Ma questa volta nessuno l’aveva costretta a immergervi la faccia.
«Maestro» la voce le morì flebile in gola, quasi disperata perché non riusciva a muovere alcun muscolo.
Nel tempo in cui chiuse gli occhi per ricacciare indietro le rare lacrime che ancora possedeva, ma che mai avrebbe osato versare, nemmeno in quella situazione, la voce calda del Maestro la chiamò da lontano.
Onnjel lo chiamò nella propria direzione prima che anche le forze per parlare si esaurissero e la sua figura venisse inghiottita dalla nebbia. Evan corse nella sua direzione, incurante del rumore che avrebbe prodotto, le si inginocchiò a fianco di slancio e la tirò rapidamente su.
«Sono qui!» disse con un lieve affanno e poi, altrettanto rapidamente, la prese in braccio per portarla via dal luogo infestato.
«Avevo appena raccolto l’ectoplasma…» frignò Onnjel.
«Ne troveremo dell’altro, non temere. Adesso però andiamo via di qui!».
  
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