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Autore: ___Darkrose___    06/01/2015    2 recensioni
SEGUITO DI "LEI VIVE"
Dopo la distruzione della Sfera dei Quattro spiriti Samantha è riuscita a sopravvivere e può finalmente vivere la sua vita con Inuyasha come aveva sempre desiderato. Ma qualcuno nell'ombra continua a tramare alle loro spalle, riusciranno ad affrontare queste nuove avversità?
Eccomi di nuovo con questa nuova FF, spero che anche questa vi possa piacere :)
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
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Sango non voleva che viaggiassi su Kirara, gli sbalzi del demone erano troppo forti e avrei potuto rischiare di riaprire i punti. Non sapevamo cosa fare, ma il destino ci venne incontro.
Mentre eravamo fuori sentii una voce che mi chiamava.
- Sorellona Samantha! -, era la voce di Rin che mi venivano incontro.
Voleva saltarmi in braccio ma fui costretta a fermarla. – Non posso mi dispiace, c’è stato un brutto incidente e il bambino potrebbe farsi male -.
- Che tipo di incidente? –, la voce glaciale di Sesshomaru ci raggiunse. Il suo sguardo imperturbabile riusciva sempre a mettermi un po’ in soggezione, ma gli raccontammo ugualmente la storia.
Ascoltò la storia molto attentamente. – E quell’imbecille di mio fratello dov’era? -.
- Non è stata colpa sua! – sbottai. – Sono io che sono voluta andare da sola, lui non c’entra nulla! -.
- Tzè, non avrebbe dovuto lasciarti andare e basta – rispose secco, poi si avvicinò a me. – Ti porterò io indietro, sono molto più delicato di quel felino nel viaggio, Sango sarà incaricata di riportare indietro Rin -.
Mi stupii della gentilezza di Sesshomaru, tanto che spalancai la bocca per l’incredulità.
Si voltò a guardarmi innervosito. – Non fare quella faccia, e cerca di non sporcarmi di sangue -.
Mi prese in braccio e partimmo.
Non mi piaceva stare così vicina a lui. Avevo quasi paura di quel demone così glaciale e silenzioso e non sapevo neanche cosa dirgli.
- Grazie – mormorai, mentre ci dirigevamo al villaggio.
Posò il sua sguardo su di me e mi guardò dall’alto in basso. – Non lo faccio per te o per quell’idiota di mio fratello, lo faccio solo per Rin. Sei una persona importante per lei e non voglio che soffra, ha già perso abbastanza cari in vita sua -.
Abbassai lo sguardo e cominciai a fissarmi le mani. – Quindi, tu non hai mai voluto provare a riconciliarti con Inuyasha? -.
Il suo sguardò diventò più gelido di quanto già non fosse. – Non sperarci neanche ragazzina, io non ho alcun interesse di avere rapporti con quel patetico mezzodemone che ho avuto la sfortuna di ritrovarmi come fratello -.
Questa volta fui io a fulminarlo con lo sguardo. – Sei davvero un’idiota! -.
Credo che nessuno si fosse mai permesso di trattarlo in quel modo e la cosa lo lasciò così sorpreso che gli feci addirittura cambiare espressione. Questa volta, però, non avrei sopportato oltre.
- Siete due testardi! – sbottai. – Condividete lo stesso padre e pensate veramente che lui avrebbe voluto questo? Se tutti e due ci tenete tanto ad onorare la sua memoria dovreste piantarla di litigare e basta! -.
- Stai zitta! –, il suo grido mi ammutolii e mi fece cominciare a battere il cuore in una maniera inimmaginabile, tanto che addirittura il bambino scalciò. – Tu non sai nulla di mio padre quindi non osare neanche nominarlo o giuro che per un attimo mi dimenticherò l’affetto di Rin per te e ti lascerò cadere! -.
Non proferii più parola, ero andata veramente oltre. Mi ero presa una confidenza che con lui non avevo e questo lo aveva reso furibondo. Dovevo smetterla di cercare di mettere pace tra loro, certe cose semplicemente non sarebbero mai potute cambiare. Rimasi in silenzio per tutto il viaggio e Sesshomaru velocizzò il passo. Probabilmente non vedeva l’ora di mollarmi al villaggio. In due secondi avevo distrutto quel briciolo di “rapporto” che si era creato tra noi due.
Mi mollò poco prima del villaggio, non mi accompagnò neanche a casa e non mi salutò. Probabilmente stava tornando da Rin per salutarla, ma allo stesso tempo non vedeva l’ora di sbarazzarsi della mia compagnia.
Idugiai per qualche secondo davanti alla soglia di casa. Sapevo che Inuyasha era dentro e quando avrebbe scoperto cosa era successo sarebbe andato su tutte le furie e questa volta anche con ragione.
Presi un profondo respiro, ma ancora prima di poter aprire lui era già davanti a me.
- Odori di sangue, cosa è successo? – esclamò con gli occhi disperati.
Abbassai lo sguardo e fissai il pavimento, ma lui non attese neanche una mia risposta. Scostò la mia maglia e trovò le bende ancora macchiate di sangue. A nulla servii provare a dargli delle spiegazioni, la sua rabbia si riversò come un fiume in piena.
- Sei un’incosciente! – cominciò. – Sei andata e hai fatto di testa tua e guarda cosa è successo?! Potevi morire, anzi potevate morire tutti e due! Cos’è per te la vita del bambino non conta nulla?! Vuoi sbarazzartene? -.
Non riuscii a pensare al gesto che avevo compiuto, alzai solo la mano e gli tirai uno schiaffo. Quella frase era stata davvero troppo dura e crudele. Come poteva pensare una cosa del genere di me.
Lui rimase immobile a fissarmi ad occhi sgranati, mentre io lo guardavo con rabbia. Non volevo neanche entrare in casa, ma sapevo che non potevo fare troppi sforzi. Gli lanciai uno sguardo sprezzante e lo spinsi via dall’uscio della porta. Mi chiusi in camera e mi stesi sul futon a piangere come una fontana.
Cosa gli era saltato in mente? Capivo la frustrazione e la rabbia per non avergli dato retta, ma quello che aveva detto mi aveva ferita nel profondo. Mi sembrava che la felicità di prima fosse svanita ed era rimasto solo il dolore.
Sapevo che si sarebbe arrabbiato, ma speravo anche che avrebbe capito come mi ero sentita in quei giorni e il terrore che avevo provato. Mi ero sentita sola e lui non era vicino a me, avevo affrontato tutto nella più completa solitudine.
Cominciai ad accarezzarmi la pancia mentre continuavo a singhiozzare. – Non ascoltare quello che ha detto il tuo papà, io non vorrei mai sbarazzarmi di te, sei la cosa più bella che ho e non permetterò più che ti accada qualcosa lo giuro, nessuno si avvicinerà più a te, nessuno! -, con quel nessuno mi sembrava di includere anche Inuyasha. Facendomi innervosire in quel modo rischiava di peggiorare la mia situazione e io non lo volevo. Decisi che per il suo bene avrei represso quello che provavo e avrei cercato di essere calma.
Uscii dalla stanza solo per mangiare e trovai Inuyasha seduto in cucina che fissava il tavolo. Alzò lo sguardo e provò a dire qualcosa, ma io me ne andai subito dopo aver preso qualche cosa dalla dispensa. Ero ancora furiosa.
Mangiai da sola e per un giorno non uscii da quella stanza. Non volevo vedere nessuno e mi cambiavo le bende e mi mettevo gli unguenti da sola. Inuyasha provava a bussare per entrare, ma io lo mandavo via. Per due notti dormii da sola e lui sui cuscini della cucina.
Una sera ero seduta con la schiena appoggiata al muro e guardavo il cielo stellato fuori dalla finestra e pensavo a quello che era successo. Sapevo bene che le sue parole erano dettate solo dalla rabbia e dalla preoccupazione, ma mi avevano comunque ferita nel profondo.
Cominciai ad accarezzarmi il ventre e canticchiai la mia canzone preferita al bambino.
Inuyasha entrò senza bussare e si inginocchiò davanti a me e fu una delle poche volte che lo vidi con le lacrime agli occhi. Ora che lo vedevo così vicino era veramente distrutto. Sembrava che non dormisse da giorni e mi prese il viso tra le mani con disperazione.
- Perdonami – mormorò, mentre cercava di trattenere le lacrime. – Non mi rendevo conto di quello che dicevo. Eri sparita, non sapevo dove venirti a cercare e ne tu ne Sango tornavate. Ero sull’orlo della pazzia e quando ho sentito l’odore di sangue mi è sembrato di morire. Ti prego non allontanarti da me e non solo in senso fisico. Non tenermi a distanza, io voglio solo essere l’uomo che tu desideri -.
Non sapevo cosa dire, ero senza parole. Mi sembrava impossibile riuscire a perdonarlo, ma sapevo anche che le sue scuse erano sincere e che non pensava davvero le cose che mi aveva detto.
Voltai lo sguardo e fissai la parete di fianco a me. – Mi hai ferita veramente con le tue parole, come potevi pensare una cosa del genere? -.
Sentii le sue lacrime bagnarmi le mani e mi voltai a guardarlo, teneva il volto basso e i capelli gli coprivano il viso, ma le lacrime scendevano copiose.
Mi si strinse il cuore a vederlo così, ma le sue parole mi risuonavano in mente e continuavano a ferirmi lo stesso.
- Io non so come farmi perdonare – mormorò. – Non penso assolutamente quello che ho detto lo giuro. Samantha, tu e il bambino siete la cosa più importante della mia vita e non sai quanto avrei voluto proteggerti o starti vicino. Senza di voi nulla avrebbe senso e non voglio perdervi. Dovrei fare in modo che nessuno ti faccia del male e sono stato il primo a ferirti. Se vuoi me ne andrò e non mi vedrai più. Dopo quello che ho fatto lo capirei -.
Improvvisamente mi immaginai la mia vita senza di lui. Non era assolutamente quello che volevo. In quella storia avevamo sbagliato in due. Entrambi avevamo detto o fatto cose avvenantate senza pensarci e avevamo rischiato di perderci per degli stupidi sbagli.
Ora ero pronta a perdonarlo perché sapevo che era pentito ed ero davvero convinta che lui non pensasse quelle cose.
Lo costrinsi a guardarmi negli occhi. – Senza di me tu non vai da nessuna parte, sei una parte di me e io una parte di te, non andrò mai via -.
Mi baciò quasi con disperazione e io lo strinsi a me nello stesso modo. – Ho avuto tanta paura Inuyasha, credevo di perderlo, mi sembrava di impazzire non ce la facevo più – bisbigliai tra le lacrime.
Lui fece affondare il mio viso nel suo collo senza lasciarmi andare. – Mi dispiace di non essere stato lì a farti forza, l’importante e che stiate bene entrambi. Ora nessuno vi farà più del male, dovranno passare sul mio cadavere prima di avvicinarsi a voi -.
Mi sentivo completa quando ero vicina a lui e gli perdonai definitivamente quello che aveva detto, anche perché ero fermamente convinta che lui non lo pensasse.
Mi prese in braccio e mi portò con lui nel nostro letto, tenendomi tra le braccia e accarezzandomi i capelli.
- Cosa stavi cantando prima che entrassi? – mi domandò, mentre teneva il viso appoggiato alla mia pancia.
Io gli accarezzavo le orecchie e lo guardavo finalmente di nuovo col sorriso. – La mia canzone preferita dell’epoca in cui mi trovavo – risposi. – Speravo che fosse una bella ninna-nanna per il  bambino -.
Mi guardò con aria dolce e da cucciolo. – Ti va di cantarmela? -.
Annuii.
Lui chiuse gli occhi e si accoccolò meglio alla mia pancia mentre mi baciava il ventre e leccava la ferita per farla rimarginare meglio.
- Allegramente cadiamo oltre il limtie, cadrei ovunque se sono con te. Oscillando sotto la piaggia conticchio questa melodia.
Per sempre è un tempo lunghissimo, ma non ci penserò se lo passerò al tuo fianco. Con attenzione abbiamo scelto il nostro destino. Tu sei arrivato e hai preso questo cuore e lo hai liberato. Ogni parola che scrivi o canti è cosi calorosa per me.
Per sempre è un tempo lunghissimo, ma non ci penserò se lo passerò al tuo fianco, io non ho più paura, non ho paura. Tu mi conosci così bene e mi pizzichi leggermente e mi sembra di non riuscire a respirare. Dimmi che ogni giorno mi sveglierò con questo sorriso e non mi importerà, no non mi importerà
-.
Più cantavo più mi rendevo conto di quanto queste parole ci rispecchiassero. Ci era voluto così poco per farmi tornare felice e questa era la dimostrazione che insieme saremmo riusciti ad affrontare qualsiasi cosa. Eravamo la roccia l’uno dell’altra e solo da soli eravamo deboli, insieme nessuno sarebbe riuscito ad abbatterci.
Si addormentò cullato dalla mia voce e io mi addormentai scaldata dal suo respiro.

Il mattino dopo fui svegliata da Inuyasha che mi chiamava. – Devi cambiarti la benda – mi sussurrò, aiutandomi a mettermi seduta.
Le ferite si rimarginavano in fretta grazie alla mia natura, ma lui era così preoccupato che si era svegliato prestissimo per andare a prendere le erbe che mi avrebbero aiutata.
Mi levò con delicatezza la benda e mi spalmò la crema sul ventre e sulla schiena facendo molta attenzione.
Non appena finì corse in cucina a prepararmi da mangiare.
- Potevo alzarmi, non c’era bisogno di fare tutto questo – dissi, mentre mangiavo della frutta secca.
Mi guardò allibito. – Tu ora non ti muovi da qui – sentenziò. – Questa volta mi darai retta, non voglio assolutamente che tu faccia sforzi. Qualsiasi cosa ti serva la prenderò io, tu non devi pensare assolutamente a nulla, voglio che tu possa riposarti per tutto il tempo necessario -, provai a contrabattere ma lui non volle sentire nulla. – Adesso aspettiamo che le erbe si asciughino e poi ti preparo un bel bagno caldo -.
Si alzò e andò a prepararmi il bagno mentre io finivo di fare colazione. Era noioso stare per tutto quel tempo da sola a fissare il soffito, così presi ago e filo e cominciai a cucire qualcosa. All’inzio non sapevo cosa, poi senza rendermene conto avevo cominciato a cucire un piccolo vestito per il nostro bambino.
Inuyasha tornò indietro e mi portò a fare il bagno. Era così preoccupato che a malapena mi sfiorava, faceva tutto con una tale delicatezza che sembrava fossi diventata di porcellana.
Mi voltai e lo baciai, cercando di tirarlo nella vasca con me, ma lui mi fermò. – Fino a quando non nascerà il bambino e sarete fuori pericolo devi stare completamente a riposo -.
Sbuffai, ma sapevo che lo faceva per me. – Va bene, però un bacio me lo dai lo stesso? -.
Sorrise. – Quanti ne vuoi -.
Mi riportò a letto e mi fece poi stendere di nuovo, dicendomi che avrebbe chiamato Sango per farmi un po’ di compagnia mentre lui andava ad aiutare i contadini e poi avrebbe accompagnato Miroku a fare un altro esorcismo.
La ragazza arrivò da me ancora prima che Inuyasha se ne fosse andato, non voleva che rimanessi sola neanche per un secondo, tanto che la poveretta fu costretta a trasferirsi da noi, ma a lei non sembrò dispiacere per niente, neanche a lei faceva piacere rimanere sola mentre Miroku andava via per lavoro.
Non appena sentii la porta chiudersi mi buttai fuori dal letto e andai in cucina a preparare qualcosa con Sango che mi correva dietro.
- Samantha-chan, Inuyasha mi ha detto di non farti alzare! – esclamò.
Io la guardai sorridente. – Ormai la ferita è del tutto guarita e muovermi per farci qualcosa da mangiare non potrà farmi male, anzi credo che il piccolo sarà felice di mettere qualcosa sotto i denti che non sia cucinato da suo padre – risposi. – Inuyasha ha tante buone qualità, ma cucinare non è una di queste -.
Sango mi aiutò a preparare il riso con il pesce. Mi disse che Shippo era andato via per sostenere l’esame per diventare un demone maggiore. In quel periodo anche lui era spesso via e rimanevamo al villaggio solo Sango, Rin ed io. La ragazzina, però, rimaneva sempre ad aiutare la divina Kaede che essendo così anziana aveva spesso bisogno di aiuto.
Mentre pulivamo il pesce e lo tagliavamo Sango si voltò verso di me preoccupata. – C’è un pensiero che mi tormenta però – disse. – Perché il demone ti ha detto di consegnarli la Sfera? -.
Mi bloccai con il coltello in mano a fissare gli occhi vacui del pesce che stavo pulendo e probabilmente avevamo fatto la stessa faccia. Mi ridestai cercando di riprendermi, ricordandomi le parole di Totosai, la Sfera non poteva assolutamente tornare.
Mi voltai verso di lei sicura. – Sicuramente si riferiva alla mia natura di spirito, è ovvio che emani la stessa aura della Sfera, soprattutto ora che aspetto un bambino. Totosai ha detto che stava reagendo a questa nuova situazione e quindi mi sono tornati i poteri -.
Diedi quella spiegazione più a me stessa che a Sango. Era impossibile che fosse tornata. Me ne sarei accorta in qualche modo, io ero libera. Non volevo neanche pensarci. In quel momento avrei voluto che Izuko fosse ancora viva, lei sicuramente avrebbe potuto darmi qualche risposta.
Mi rassicurai, ne avrei sentito la presenza se fosse tornata e non provavo alcuna strana sensazione. Solo altra nausea. Mi sentii male a tal punto da dover correre in bagno.
Sango per fortuna si era premunita di erbe da mettere nell’acqua calda per far passare il mal di stomaco. Ci mettemo a sedere mentre il pesce finiva di cuocere.
Mangiammo e poi, prese da una strana frenesia, cominciammo a guardarci la pancia allo specchio per vedere chi ne aveva di più.
- Che bello la tua si vede già un po’ Samantha-chan – mi disse Sango osservandomi.
Sorrisi contenta. – C’è da dire che la mia gravidanza durerà anche meno, anche tu sei al primo mese se non sbaglio -.
Lei annuii. – Sì, nove mesi mi sembrano eterni. Vorrei già averlo qui e vederlo, chissà da chi prenderà -, mentre parlava continuava a guardarsi e accarezzarsi il ventre.
- Se prenderà la tua forza sarà sicuramente un bambino fantastico, e se avrà il senso degli affari di Miroku credo che vivrà nel lusso – scherzai.
- Speriamo che non prenda anche la stessa propensione a correre dietro alle ragazze -.
Scoppiammo a ridere, cominciando a ricordare tutte le volte che avevamo ripreso Miroku prima che si sposasse. Era spassoso ripensare a tutti quei momenti.
- Ti ricordi quando ha usato Shippo mentre ero in università per attirare le ragazze? – dissi.
Lei cominciò a ridere. – Sì, quella è stata una delle sue trovate più geniali! -.
- E la faccia di Inuyasha? Era impagabile! – aggiunsi.
Sango cominciò a ridere di gusto. – Mi ricordo quando lo hai lasciato fuori a prendere la pioggia; non te lo avevamo detto, ma aveva cominciato a gridarci contro di farlo entrare e la sua espressione era fantastica! Credo di non essermi mai divertita tanto! -.
- E Shippo che mi aveva rotto il microonde? -.
- Credevo che lo avresti ucciso! -.
Parlammo fino a notte tarda di tutto quello che era accaduto, fino ad addormentarci sul tavolo della cucina davanti alla tazza di thè ancora calda.

Il giorno dopo fummo svegliate da Inuyasha e Miroku. Avevamo parlato praticamente fino all’alba e avevamo dormito fino all’ora di pranzo.
Lo sguardo di Inuyasha era particolarmente contrariato. – Non mi darai mai retta vero? -.
Misi su una faccia da schiaffi e lo abbracciai. – Bentornato! -.
Miroku rise. – Le donne, sanno sempre cambiare argomento -.
Improvvisamente Sango ed io fummo colte dalla stessa nausea, ma lei raggiunse il bagno prima di me chiudendosi dentro.
- Dannazione fino a prova contraria è casa mia! – cominciai a gridare.
Sentii provenire solo dei mugolii in risposta, così corsi fuori alla velocità della luce, seguita dai rimproveri di Inuyasha. – Ti avevo detto di stare a letto! -.
Vomitai nuovamente in giardino e non ammettevo che nessuno assistesse a quella scena. Rimandai Inuyasha dentro.
- Non capisco perché faccia tutte queste storie, non mi da fastidio starle vicino – commentò il mezzodemone.
Il monaco alzò le spalle. – A te va già meglio, a me tra poco volano in testa i mobili -.
Inuyasha lo guardò perplesso. – Solo perché vuole stare da sola in bagno? -.
Miroku cominciò a ridere. – No Inuyasha, quando provo…insomma sai anche tu di cosa sto parlando! -.
Sango arrivò in quel momento fulminandolo. – Miiiirokuuu! – sbottò. – Parla ancora della nostra vita privata e ti faccio ingoiare la lingua! -.
- ANDATE A LITIGARE DENTRO! – sbraitai.
Quando mi fui sciaquata la bocca tornai in casa e mi misi a sedere, ancora non avevamo fame e sia io che Sango guardammo gli altri due mangiare.
- Abbiamo guadagnato due sacchi di riso, uno a testa – disse Miroku fiero.
Inuyasha lo guardò storto. – Hai chiesto fin troppo, abbiamo praticamente scacciato un insetto invece di un demone -.
- Tanto sai anche tu che ci fanno comodo – aggiunsi. – Se il bambino avrà il tuo stomaco credo che non ci basterà tutto il riso del Giappone -.
Sango era particolarmente silenziosa e squadrava male Miroku, ancora non le era andata giù la storia che lui parlasse così apertamente della loro vita privata.
Il monaco provò ad avvicinarsi, ma lei lo fulminò. – Te lo spezzo quel braccio -.
Il poveretto sbiancò e si tenne per tutto il pranzo ad una lunga distanza da Sango. Li accompagnai sull’uscio della porta e fui sollevata nel vederli tornare indietro per mano. Come coppie eravamo molto simili.
- Ehm ehm -, sentii Inuyasha dietro di me e mi voltai mentre chiudevo la porta. – Tu non dovresti essere a letto? -.
Mi avvicinai in modo ammiccante. – Mi ci porti tu? -.
Adoravo quando diventava così rosso, sembrava proprio un cucciolo. – Perché invece non mi fai vedere il kimono che ti sei presa? -.
- Certo! -.
Andammo in camera e mi cambiai davanti a lui che, nonostante ormai mi avesse vista una marea di volte, continuava a tenere lo sguardo puntato a terra.
- Finalmente avrai un vestito che non ti scopra tropp…SAM! -, non appena me l’ero infilata la prima cosa che aveva visto ero lo spacco laterale e la parte della schiena che era scoperta.
Alzai gli occhi al cielo. – Ti prego! Non fare così! – lo supplicai.
Cominciò a muovere le orecchie nervoso. – Levatelo -.
- No! -.
- Ho detto levatelo! -.
- Ho detto di no! -.
- Bene te lo levo io! -.
Cominciai a correre per casa inseguita da lui. – Sbaglio o ti avevano detto di stare a letto, demente! Vieni qui! -.
- Non prendo ordini! – sbuffai, mentre mi nascondevo in bagno.
Lo sentii bussare. – Per favore amore mio, potresti scegliere un altro vestito che ti copra un po’ di più e poi potresti gentilmente infilarti a letto così sarò tranquillo? -.
Sorrisi tra me e me. – No grazie -.
- SAMANTHA! -.
- A CUCCIA! -.
Dopo parecchio tempo uscii dal bagno e lo guardai, mentre era ancora steso a terra.
- Accetterò il fatto di stare a riposo e di non fare più la testarda se tu la pianterai di lamentarti dei vestiti, andata? – chiesi, allungandogli la mano.
Lui mi osservò spazientito. – Questo è un ricatto – borbottò.
Sorrisi malignamente. – Forse, accetti? -.
Allungò la mano e la strinse. – Va bene…ma adesso te lo levi! -.
Lo trascinai in camera con me e poi lo guardai negli occhi in modo sognante. – Hai detto che me lo avresti levato tu – sussurrai.
Ormai era quasi sera ed era notte di luna nuova e assistetti alla sua trasformazione in essere umano. Solo la prima volta che avevamo fatto l’amore lui era umano e non so perché la cosa mi mandò su di giri. Era da un po’ che i miei ormoni da donna incinta mi facevano impazzire, tanto che dormirgli accanto mi faceva sognare cose impronunciabili.
Lui diventò tutto rosso. – Sam dai…hai detto tu che era meglio per il bambino – mormorò, mentre io continuavo a baciargli il collo.
Lo guardai con aria supplichevole. – Amore qualche coccola, per favore -.
Sentivo che continuava a muoversi nervosamente, mentre io gli facevo appoggiare le mani sui bottoni che tenevano il kimono ancora sul mio corpo.
- Mi hai promesso che saresti stata a riposo – disse alla fine secco, accarezzandomi il viso.
Di nuovo quei dannati sbalzi d’uomore, così cominciai a piangere e mi buttai a letto. Prima mi levai il kimono da sola e mi infilai il piagiama. Dormii dall’altro lato del letto, tenendomi lontana da lui.
Inuyasha si avvicinò e mi spostò i capelli dal viso. – Amore non piangere – sussurrò. – Non immagini neanche quanto io ti voglia! Non vedo l’ora di poterti riavere ancora e ancora, ti desidero più di quanto tu possa pensare -.
Continuai comunque a piangere senza fermarmi e lui capì che era tutto dovuto agli ormoni senza che avessi bisogno di spiegarglielo. Mi prese tra le sue braccia e mi baciò dietro il collo, proprio dove aveva impresso il simbolo del suo amore.
Di nuovo mi salii una voglia tremeda di averlo, così mi buttai praticamente su di lui cominciando a baciarlo.
Mi guardò esterrefatto. – Sam, ti prego! Non resisto quasi più – ansimò.
- Nemmeno io -.
Neanche lui riuscì più a controllarsi e passammo il resto della notte a stuzzicarci senza però fare l’amore per non nuocere al piccolo. Scoprimmo che potevamo raggiungere il piacere in molti altri modi e il mattino ci accolse sudati e sfiniti.
Mi accoccolai al suo petto nudo e lo baciai. – Adesso giuro che faccio la brava e mi risposo -.
Lui si ritrasformò in un mezzodemone e sorrise. – Sarà meglio – disse serio. – Adesso dormi, io vado a prepararti da mangiare -.
- No dai rimani qui perfavore, ho voglia di dormire abbracciati – sussurrai.
Non se lo fece ripetere due volte, mi strinse e si addormentò appoggiato alla mia nuca.

 

Eccoci!
Inuyasha certe volte è un po’ insensibile non credete? Quanta pazienza u.u
La cazone si chiama "I wouldn't mind", in inglese è molto più bella XD ve la consiglio è davvero bellissima *.*
Comunque tra poco ricominceranno i guai e le sorprese per i nostri eroi, continuate a seguirmi e ringrazio tutti quelli che mi recensiscono (come sempre XD)
A presto :*

   
 
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