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Autore: Northlane_Discoveries    06/01/2015    1 recensioni
Un' adolescente vive la sua ennesima serata all'insegna dell'ozio, scoprirà che in fondo non sarà una giornata come le altre. Qualcosa attende nell'oscurità della sua camera.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Era uno di quei giorni piovosi della settimana, in cui la pigrizia ti impedisce di riprendere la tua vita da dove l’hai lasciata.I miei erano fuori città per delle commissioni, sfortunatamente mi era venuto in mente di chiamare i miei amici troppo tardi. Si fece notte fonda ed effettivamente pensai di aver esagerato con il pc anche quella sera, ne ho guadagnai un mal di testa e un dolore cervicale di quelli che non passano in fretta.

Sentii che era ora di ritirarsi a letto e riposare, mentre mi stendevo avvertii una strana sensazione ma non gli diedi peso, poco prima stavo guardando un horror ed è facile farsi condizionare, specialmente a quell’ora.

Tuttavia, riuscii ad addormentarmi.

Mi svegliai qualche ora dopo senza sapere il perché, quella sensazione continuava a tormentarmi e sfortunatamente quella sera riuscì a concretizzarsi. Sentivo dei rumori, come se qualcuno stesse gorgogliando qualcosa.

Non riuscivo a muovermi dalla paura, ero fermo nel letto, nella stessa posizione in cui mi ero svegliato. Voltai gli occhi nel lato opposto scorgendo un ombra che, forse, sarebbe stato meglio non aver mai visto.

Una figura dalle stravaganti proporzioni si stagliò in fondo alla stanza.

Decisi di dover affrontarlo qualunque cosa fosse, mi alzai dal letto e lui se ne accorse subito, con velocità sovrumane si mosse e si piazzò a un palmo da me.

Il suo volto era irriconoscibile e orribilmente menomato, l’unica cosa che spiccava era un solco sul viso, un sorriso che andava da una tempia all’altra.Era molto alto, il suo collo, come braccia e gambe, erano più che sproporzionate, sfiorava di poco il soffitto.Qualcosa che la mia povera mente non riusciva a spiegare, non comprendevo quell’essere. Un aberrazione uscita fuori da chissà quale antro abissale.

Ci fissammo negli ‘’occhi’’, per quanto possa essere stato difficile individuarli, per una frazione di tempo, che, a me, sembrava infinita.

Mi allontanai in fretta da camera mia, nel farlo caddi a terra, il mio sguardo rimase fisso sull’ingresso della mia stanza. Dallo stipite in alto si affacciò e rimase a guardarmi, in quel frangente la sua inespressività mi portò ad urlare.

In realtà mi trovavo nel mio letto, e mi svegliai da quel che sembrava essere un’ incubo.

Non riuscì mai a capire se quel che avevo visto era effettivamente frutto della mia immaginazione o una realtà più che distorta.

Nonostante le varie domande senza risposta, non voglio sapere tutt’ora la verità dopo anni dall’accaduto.

Dicono che la conclusione più razionale è quasi sempre la più semplice.

E di quel che avevo visto quella notte, ben poco era razionale.

 

Sapete, certe cose è meglio non saperle.

 

   
 
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