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Autore: Inikos DS    06/01/2015    2 recensioni
Si avvicinò al viso dell’altro, come ipnotizzato dalle labbra schiuse che ispiravano ed espiravano, il petto che si alzava e abbassava.
- Ogni essere è così incolume nell'atto del sonno. Pensò il biondo.
Passò lievemente un dito sulla fronte del moro, delineandone il contorno e scese fino al naso dritto. Solleticò la barba che spuntava dalle guance, inspirò il suo odore.
Brad sorrise.
Il biondo timoroso si bloccò, ma le labbra di quello si richiusero, dormiva ancora; forse avvertiva la sua presenza.
Accarezzò poi le labbra, le baciò con delicatezza, l’altro non parve accorgersi di nulla.
Com'era in pace.
Un bacio ne portò un altro ed un altro ancora… era come drogato da quel ragazzo dormiente…
Improvvisamente però il braccio che lo cingeva strinse la presa, Brad aprì gli occhi.
"Ei…" sussurrò guardandolo. "Sei una visione o cosa?"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov Daniel 

Eccomi tornato come promesso, spero di non avervi fatto attendere molto.
Innanzitutto buon anno a tutti, avete passato buone vacanze? 
Da domani si torna a scuola… sono in crisi. Non sono pronto a tornare, ci diranno le materie che usciranno all’esame…pregate per me che non esca matematica e che esca inglese alla seconda prova, altrimenti sono spacciato.
Ho paura gente, da domani si riparte e non si finisce più… infatti finiti gli esami (devono andare bene per forza a costo di studiare giorno e notte e smettere di avere una vita sociale), poi c’è il riscontro con il dopo.
Della serie che faccio? Dove vado?
Io so già cosa fare ma i miei non vogliono e quindi devo trovare un’alternativa… che nervoso… non posso di certo permettermi l’università e l’alloggio anche se trovassi un lavoro. 
Sono nella merda ( perdonate, ma quando ci vuole ci vuole).
 Per primo devo andare via da qui poi vedrò che fare…
Pensavo di andare a lavorare su una nave da crociera, con il diploma che prenderò posso farlo però dicono sia difficile entrare. 
Comunque non so perché vi sto parlando dei miei problemi, perdonatemi. 
Buona lettura a tutti. 
Xx Nick 
 





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<< Signor Prince presto mi segua sua madre si sta risvegliando! >>urlò la voce di Ray.

Daniel stretto tra le braccia dell’altro necessitò di alcuni secondi affinché il suo cervello potesse elaborare quella frase e dare un senso alle parole.
- Sua madre si sta risvegliando.
- Madre si sta risvegliando.
- Si sta risvegliando.
- Sta risvegliando.
- Risvegliando.

- Mia madre cosa? 

Il biondo non riusciva a credere a quelle parole, non poteva essere vero, magari stava solo sognando; si sognava di sicuro.
Titubante alzò lo sguardo ed incontrò le iridi ambra del moro.

<< Vai. >> gli sussurrò. 

- Vai. Il tono di voce con il quale il moro aveva pronunciato quella semplice parola fece scattare qualcosa in Daniel che si riprese dallo shock momentaneo; il corpo reagì prima della mente e si ritrovò a correre come un forsennato.
Tutto scomparve attorno a lui, gli alberi, Brad, e alcuni frammenti della voce di Ray gli giunsero quando ormai era troppo distante per comprenderne il senso, ma qualsiasi cosa stesse dicendo non gli interessava; niente e nessuno lo avrebbe fermato in quel momento.

Entrò nell’edificio, spinse  due infermiere che lo guardarono inviperite, imboccò le scale ed iniziò  a salire tre gradini alla volta, nella salita andò a sbattere contro un signore e per poco non rovinò a terra;

<< Ei ma che modi. >> protestò quello.
<< Mi scusi. >> disse soltanto Daniel riprendendo la corsa.

Arrivato in prossimità della stanza accelerò il passo, e spalancò la porta che andò a cozzare contro la parete che vibrò per un istante. 
Il medico che si occupava di sua madre si voltò a guardarlo, Daniel si aspettava di essere richiamato per tale comportamento, ma quello non disse nulla, semplicemente uscì dalla stanza e chiuse la porta alle sue spalle.
Daniel si voltò, sua madre era li, nel letto, distesa, immobile. 
Lentamente la sua testa si mosse, i riccioli biondi ripresero a vivere, la pelle alabastro tornò ad illuminarsi, le iridi chiuse per tantissimo tempo ora si stavano lentamente, dolcemente, magicamente schiudendo. 
Finalmente i suoi occhi tornavano ad aprirsi al mondo, sua madre stava nascendo per una seconda volta, e lui, suo figlio stava assistendo alla sua rinascita.

<< Daniel. >> sussurrò la donna con infinita dolcezza.

Al suono di quella voce il ragazzo scoppiò il lacrime.
 Quella voce che per anni lo aveva cullato, quella voce che l’aveva aiutato a crescere, che l’aveva rassicurato, quella voce che aveva temuto di non poter ascoltare più, ora era di nuovo lì.

<< Mamma. >> disse accovacciandosi sulla donna.

Anche lei piangeva, un pianto ricco di amore, di felicità, un pianto fertile di una donna che stava riabbracciando suo figlio dopo essere tornata da un viaggio post – morte. 

<< Daniel amore mio. >> sussurrò tra una carezza e l’altra. 
<< Mamma, mam-ma tu se-i viva. >> esclamò incredulo l’altro tra un singhiozzo e l’altro.
La donna annui sorridendo, stentava a crederci anche lei, eppure era lì, viva, sveglia tra le braccia del frutto del suo amore. 

Passò un tempo infinito prima che i due decidessero di staccarsi l’uno dall’altro, poi Daniel prese una sedia e si sedette accanto alla madre. 

<< Allora come ti senti? >>

La donna dapprima non rispose, sembrava persa in un mondo tutto suo, poi prese parola, 

<< Mi sento leggera come un fiocco di neve, mi vedo fluttuare tra le onde come un velo trasparente, fragile tra i venti di fine novembre. >>

Ecco da chi aveva ripreso Daniel nell’essere così poetico, sua madre tempo addietro componeva poesie nel tempo libero, e spesso si esprimeva con un linguaggio che altri non avrebbero compreso, ma lui vi era cresciuto e quella risposta gli parve del tutto normale. 
Era soltanto un po’ stanca e traumatizzata da quella specie di avventura, ma ora che era di nuovo sveglia era pronta a tornare a Vivere.

Toc toc

Qualcuno bussò alla porta, era il dottore. 

<< Mi dispiace disturbare, ma la signora Prince deve essere sottoposta a degli accertamenti. >>

Daniel guardò sua madre che gli sorrise.

<< Non ci vorrà molto, ti aspetterò qui. >>
Lui annuì.
<< Vai. >> gli disse poi dolcemente.

Il ragazzo uscì dalla stanza e due infermiere chiusero la porta.

- Vai.

Quella semplice parola aveva nuovamente, per la seconda volta in quella giornata, risvegliato Daniel. 

- Brad ! 

Si era completamente dimenticato di lui, anzi si era dimenticato di tutto e tutti, ma ora sua madre lo aveva inavvertitamente riportato alla realtà dei fatti.
Doveva andare da lui magari era ancora lì fuori ad aspettarlo, ne dubitava profondamente, ormai si erano detti quanto bastava per far intendere che era finita, eppure in lui c’era ancora una piccola ipocrita speranza. 
Tuttavia arrivato al parco, ebbe la conferma di ciò che già sapeva, Brad non c’era. Se n’era andato.

Sconsolato rientrò nello stabile e lì fu accolto da un nuovo ricordo, 
- Alison ! 
Doveva assolutamente avvisarla.
In un attimo aveva composto il numero (grazie al cielo portava sempre il cellulare nella tasca del giubbino), la ragazza rispose quasi subito. 
<< Pronto Dan? >> domandò con voce assonnata. 
<< Ei Al si sono io, prima che tu dica qualunque cosa sappi che ciò che ho da dirti io è più importante. >> disse tutto d’un fiato.
<< Spara. >> pronunciò l’altra curiosa. 
<< Mia mamma si è risvegliata. >>
Dall’altro lato della cornetta si sentì un tonfo, 
<< Cooosa?? >> si avvertì in lontananza. 
Poi il rumore del telefono che veniva ripreso in mano. 
<< Dan ma è una notizia fantastica!!! Due secondi e sono da voi. >> esclamò richiudendogli in faccia. 

Daniel sorrise, amava quella ragazza. 













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Dieci minuti dopo i due erano stretti in un abbraccio spacca ossa. 
<< Daniel sono contentissima. Io sapevo, lo sapevo che si sarebbe risvegliata !  >>
<< Si Al è un vero miracolo. >>
La ragazza gli asciugò le lacrime, 
<< Vieni andiamo a fare colazione. >>

<< Com’è stato rivederla aprire gli occhi? >> gli domandò la ragazza, mentre sorseggiava il suo cappuccino. 
<< Magico… veramente il mio cuore ha smesso di battere e non so… >>

Alison annuì. 

<< Immagino, lei ti ha detto qualcosa? >> 
<< Si, ha pronunciato il mio nome, e ha pianto… purtroppo siamo rimasti insieme per poco, il medico doveva sottoporla a dei controlli. >>
<< Capito, beh poi andremo a reclamarla. >> disse la more facendogli l’occhiolino. 
Daniel non rispose perso nella contemplazione del suo cornetto. 
<< Ei Dan ci sei ? >> chiese l’altra agitandogli la mano davanti agli occhi. 
<< Si scusa, mi ero distratto, dicevi? >>

Alison non si lasciò ingannare,
<< Dov’è Brad? >>

Daniel rimase colpito da quella domanda, eppure se ricordava bene c’era anche lei con lui la mattina precedente…

<< C’eri anche tu vero? >> le domandò per sicurezza. 
Alison annui. 
<< Si, perciò pensavo che l’avrei trovato qui. >> ammise un po’ imbarazzata. 

Daniel non sapeva se dire la verità o mentire, si odiava in quel momento una parte di lui gioiva per il risveglio della madre, mentre l’altra voleva solo soffrire per la delusione data da Brad.
Eppure non poteva mentire alla sua migliore amica, doveva dirglielo. 

<< Brad è fidanzato e a breve si sposerà. >> buttò fuori tutto d’un fiato.

Alison inaspettatamente abbassò il capo. 
- Oh cazzo glielo ha detto alla fine. 

<< Beh non dici nulla? >> chiese il biondo sconcertato.

La mora dal canto suo non sapeva che fare, lei sapeva già tutto da un po’ ma non credeva che ci sarebbe stato il bisogno di dirglielo, e invece…

<< Oh…vedi Dan io… >> attaccò incerta di quello che stava per dire. 
<< Tu cosa? >> 
<< Io già…lo sapevo. >> sputò fuori.
Daniel rimase impietrito da quelle parole,
<< Come scusa? >>
Non voleva credere a quelle parole, non poteva essere vero.
<< Ti prego Dan, posso spiegarti. >>
<< Spiegarmi? Non c’è niente da spiegare. Tu sapevi e non me l’hai detto, che razza di amica sei Alison? >> la rabbia e il tradimento iniziavano a montare in lui. 
<< Dan per favore, non dire così, sai che… >>
<< No Alison, no. Da quanto tempo ne sei a conoscenza? Prima o dopo che lui venisse da me? >>
<< Prima. >> sussurrò l’altra.
<< PRIMA? E tu non mi hai detto nulla lo stesso? Hai lasciato comunque che tornasse per ingannarmi ed illudermi di nuovo? >> sbraitò ferito da colei che mai avrebbe voluto nuocerlo. 
<< Si, ma ora lo sai giusto? Quindi non vedo dove sia il problema… in un modo o nell’altro ne saresti venuto a conoscenza. >>
<< Alison non capisci? Il problema è che mi hai mentito, tra tutti proprio tu? >> l’accusò il biondo. 
La ragazza prese a tremare.
<< Dan io volevo che tu parlassi faccia a faccia con lui, per chiarirvi una volta per tutte e iniziare la vostra storia. >> disse sincera. 
<< Si, ma resta il fatto che mi hai tenuto all’oscuro di tutto, mentre cercavi in tutti i modi di buttarmi tra le sue braccia. >>
Alison si alzò offesa. 
<< Io volevo solo che tu fossi felice, anzi lo voglio ancora. So cosa hai dovuto passare e farti soffrire era l’ultimo dei miei intenti. >>
<< Mi dispiace Alison, avresti dovuto pensarci prima. >> concluse il biondo risoluto.

A quel punto la ragazza non resse più e scappò via tra le lacrime. 

- Magnifico. Pensò Daniel.
In una mattinata aveva detto addio al ragazzo dei suoi sogni e fatto scappare tra le lacrime la sua migliore amica… 
Cos’altro avrebbe combinato ancora? Far saltare in aria l’ospedale?
Non si sarebbe sorpreso se fosse accaduto. 








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Arrivata l’ora di pranzo il medico uscì dalla stanza, vedendo Daniel gli si avvicinò.
<< Daniel? >>
Il ragazzo sobbalzò dallo spavento, 
<< Si? >>
<< Ora può andare, ma non la faccia sforzare troppo è ancora molto debole. >>
<< Va bene, non si preoccupi. >>
Detto ciò il biondo dopo aver preso il vassoio del pranzo dal carrello dell’infermiera entrò nella stanza. 

Gabrielle pareva persa nei suoi pensieri, ma appena lo vide accennò un sorriso. 
<< Il medico ho dovuto sottopormi a degli accertamenti, se tutto andrà bene per natale mi lasceranno tornare a casa. >> disse dolcemente. 
<< Mamma ma è fantastico. >> esclamò il figlio dandole un bacio sulla fronte.
<< Si. >> annuì lei.
<< Ti ho portato il pranzo. >>
Gabrielle abbassò lo sguardo sul vassoio. 
<< Non credo di riuscire a mangiare, ma posso provarci. >> 
<< Ti aiuterò io. >> dichiarò il ragazzo aprendo il sacchetto delle posate. 
<< Daniel? >>
<< Si mamma? >>
<< Come stai?  Non te l’ho nemmeno chiesto. >> ammise la donna con una nota malinconica nella voce. 
Il biondo si stupì di quel rammarico. 
<< Mamma ma che dici? Sei tu quella che è stata male, non io. >> esclamò meravigliato. 
In quel preciso istante i tagli sotto la maglia ripresero a bruciare. 
- Non posso dirglielo, non ora. 

<< Amore, ma tu, avrai sofferto molto… Avverto dolore nei tuoi occhi. >>
Le iridi verdi del biondo iniziarono ad inumidirsi.
- Non cedere, non puoi farlo, non adesso. 

<< Mamma sto bene veramente, solo un po’ scombussolato e stanco. >>
<< Va bene caro, in ogni caso quando te la sentirai potrai contare su tua madre. >> disse seria. << Perlomeno finché non venga un'altra malattia a reclamare la mia presenza.. >>

Daniel inorridì a quelle parole.

<< Mamma ma che dici? >> la reguardì.
Quella per tutta risposta rise.
<< Sai caro ho capito una cosa durante questo “viaggio”, la morte non è altro che un Mutaforma; siamo noi a decidere cosa diventerò, un traguardo, un eterno riposo, un nuovo inizio o un nulla infinito. La scelta sta a noi. >>
<< Mamma forse è meglio se riposi un  po’. >> le consigliò Daniel che non voleva parlare della morte, non dopo che stava per portarseli via. 
<< No Daniel, non sono pazza so quello che dico. E la morte non mi spaventa più, sarò io a decidere in cosa tramutarla. >> replicò la donna sicura. 
Daniel sospirò. 
<< Però ho capito anche un’altra cosa. >> aggiunse quella con un velo di malinconia.
<< Cosa mamma? >> chiese il biondo curioso. 
<< Tu devi sapere, tu hai diritto di conoscere la verità… >>
<< Mamma ma che stai dicendo? >>
<< La storia tra me e tuo padre. >> sussurrò a mezza voce. 
Daniel rimase colpito da quella rivelazione, in quasi 18 anni sua madre non aveva mai toccato quell’argomento e lui dal canto suo non aveva mai sentito il bisogno di voler sapere chi fosse l’essere meschino che aveva osato abbandonare una donna incinta. 
<< Mamma ma perché proprio adesso? >> chiese sconcertato. 
<< Daniel so che per te dev’essere stato difficile crescere senza un padre e che magari ti sei convito che non ti importasse nulla della sua presenza, ma dopo aver compreso di star per morire, ho deciso che tu devi sapere, sarai tu a decidere poi cosa fare. >> ammise la donna deglutendo. 
<< Mamma a me non interessa, veramente non devi sentirti obbligata a parlarmi di qualcosa di cui entrambi non vogliamo avere niente a che fare. >> la rassicurò il biondo prendendola per mano. 
Quella però scosse la testa.
<< No, ormai la decisione è stata presa, quindi mettiti comodo e ti prego di non interrompermi. >>
Daniel suo malgrado annuì.
<< Torniamo indietro di 20 anni. >> attaccò la donna, pronta anch’essa a rivivere la storia della sua vita. 
<< Avevo 26 anni, ero giovane, carina e nonostante la mia età ancora un po’ ingenua; era il mese di Febbraio mi ero appena imbarcata, a quei tempi lavoravo su una nave da crociera. >>
Daniel fece per dire qualcosa ma Gabrielle lo precedette, 
<<  Ah Ah ! Ricordi la regole? Niente interruzioni. >>
Il ragazzo fece finta di chiudersi la bocca con una chiave che poi lanciò fuori dalla finestra, la donna sorrise poi riprese. 
<< Allora dicevamo, si ero appena salita sulla nave, mi aspettavano 6 mesi di duro lavoro ma ero lo stesso molto eccitata, avevo un sacco di amiche e si vociferava che sulla nave ci fosse un gruppo di ballerini professionisti. Io impazzivo alla sola idea, ho sempre trovato estremamente sexy gli uomini che sanno come muoversi. >>
<< Mamma! >> esclamò Daniel tutto rosso. 
<< Daniel! >> lo reguardì l’altra con le iridi improvvisamente fiammeggianti.
Poi riattaccò, 
<< Quindi capisci c’era molto fervore tra tutto l’equipaggio. In ogni caso il sabato sera ne ebbi la conferma, ero stata messa a servire i tavoli nella sala degli spettacoli, ed è lì che li vidi. Ricordo ancora tutto perfettamente, erano in 10, fisico palestrato, sorriso scintillante e uno sguardo incendiario. Tuo padre era il quarto a partire da sinistra, si esibirono in una coreografia super sexy sulle note di Like a Virgin. 
Tutta la folla andò in delirio, io non avevo occhi che per tuo padre, rovesciai anche un cocktail addosso ad una signora, ma grazie al cielo quella non vi badò troppo presa dallo spettacolo. 
Fatto sta che a fine serata rimanemmo tutte deluse… infatti venimmo a sapere che su 10 ballerini soltanto due erano etero… >>

A Daniel venne un colpo al cuore a quella rivelazione. 
Gabrielle non ci fece caso troppo presa dal racconto. 

<< Il mio ex collega Timothy invece era in delirio, era gay dichiarato e inafatti non tardò a trovare il suo ballerino, si fidanzò con Louis se non sbaglio… comunque non è di loro che voglio parlarti, dicevo io avevo quasi totalmente perso le speranze, soltanto due erano etero, e magari anche fidanzati, quindi decisi di lasciar perdere da subito. 
Fu lui ad avvicinarsi a me.
Avevo appena finito il turno quella notte, erano circa le tre, ero stanchissima e non vedevo l’ora di andare a dormire, stavo cercando la chiave della cabina quando me lo trovai davanti, mi aveva seguita. 
Era bellissimo, capelli ebano, fisico perfetto e gli occhi, quegli occhi verdi come i tuoi, mi facevano perdere la testa ogni volta che lo guardavo. 
Lui disse di avermi notata tra un tavolo e l’altro e aveva detto che le ero sembrata un angelo nell’inferno, ci demmo appuntamento per la mattina che doveva sorgere. In quelle poche ore di sonno non dormii per niente ero sovreccitata e ancora stentavo a credere che lui tra tutte avesse notato proprio me.
La mattina dopo ci incontrammo sul ponte della nave, erano solo le 6:30 faceva un freddo glaciale e io ero avvolta come un fagotto; si chiamava Adam Perri, aveva 28 anni due in più di me, mi disse che la sua compagnia di ballerini si spostava continuamente da un paese all’altro, era single ma aveva intenzione di stabilirsi e metter su famiglia. 
Questo mi bastò, iniziammo a frequentarci e sette mesi dopo aveva già comprato casa; convivemmo per quasi 3 anni, poi rimasi incinta e lui, non so… il suo spirito viaggiatore e il suo animo d’artista si fecero sentire…e se ne andò. 
Mi lasciò la casa e soldi a sufficienza per tirare avanti, dopotutto non era una cattiva persona, semplicemente non era il tipo da casa e famiglia, perlomeno così credevo io prima che venni a sapere che… >>

La donna si interruppe e asciugò alcune lacrime. 

<< Si era trasferito in Martinica e neanche dopo un anno dal divorzio aveva messo incinta un’altra donna… >>
<< Co – cosa? Come ha potuto farti questo? E tu come l’hai saputo? >> Daniel non poteva credere alle proprie orecchie, suo padre era davvero un essere così meschino? 
<< Perché ella morì durante il parto, l’ospedale venne messo sotto inchiesta e la notizia fece il giro del mondo. >>
Daniel prese a tremare,
<< E – e il bambino? >> chiese.
<< Da quel che so è sopravvissuto. >>

Daniel smise di respirare…
Il viso impallidì, il cuore smise di battere, la testa di pensare.
Da qualche parte del mondo Daniel aveva un fratellastro? 
Non poteva essere vero, non poteva essere reale. 

<< Quin-quindi io ho… >> 
<< Si Daniel tu hai un fratellastro. >> ammise la donna titubante. 

Il figlio guardò la madre incapace di pronunciare anche una sola sillaba.

<< Mi dispiace che tu sia venuto a saperlo solo adesso e in questo modo…Ma forse non mi rimane più molto tempo… >> confessò empatica Gabrielle stringendo il figlio. 
<< Basta, smettila di parlare di morte. Io semplicemente non so che pensare… troppe emozioni tutte in una volta… >>
La donna annuì
<< Si amore capisco… Ora è meglio se vai…ho bisogno di riposare e tu di riflettere. >> concluse stampando un bacio sulla fronte del figlio. 

Una volta fuori dalla stanza Daniel si sentì mancare…
Era preda di un vortice di emozioni e sentimenti in contrasto con loro.
Non poteva uscirne illeso psicologicamente, doveva fermarlo in qualche modo almeno per un po’…
Mise le cuffie e si accomodò in una saletta d’attesa deserta…
Gioia per la madre,
Delusione per Brad,
Rammarico per Alison,
Scetticità per il fratellastro,
Ira per il padre…


Dove spegnere il cervello o sarebbe esploso.
  
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