Plastic Passion
Prologue
«
Piove»
Realizzò Pansy Parkinson guardando le gocce di pioggia
battere rumorosamente
contro la finestra del bagno del secondo piano. Una considerazione
stupida, si
trovò a pensare.
« E di
traverso, per di più.» Convenne con lei Daphne
Greengrass spostandosi dal viso
un ciuffo di capelli biondi.
Sbuffarono
piano seguite a ruota da Millicent Bulstrode.
Il bagno
era piccolo, umido e sporco. Accendersi una sigaretta babbana
lì dentro, con la
finestra chiusa, sarebbe stato un suicidio. Non avrebbero fatto in
tempo a
uscire dal bagno in quanto le avrebbero scoperte subito.
« E’ da
stamattina alle sette e mezza che non fumo. Sto andando in astinenza da
nicotina. » sibilò Daphne facendo una smorfia di
disgusto alla sua immagine
riflessa nel piccolo specchio.
Pansy
alzò un sopraciglio fissando la bionda che, ora, faceva
smorfie strane
guardandosi allo specchio.
« Tutto
ok? » Le chiese scettica. Daphne sorrise mesta: «
Tu, piuttosto, come stai?».
Pansy
abbassò lo sguardo e si lasciò sprofondare nei
ricordi.
-Tre mesi
prima-
Le
vacanze estive erano trascorse fin troppo velocemente, si
trovò a considerare
Pansy Parkinson mentre, cercando di nascondere il malumore con
un’espressione
seria, si materializzò a Kings Cross tenendo il braccio del
padre. Durante le
vacanze se l’era goduta come non aveva mai fatto prima e, in
parte, ne stava
ancora pagando le conseguenze. Solo la sera prima era andata a
festeggiare
nella Londra babbana il compleanno di Millicent insieme a tutti i suoi
compagni
di corso e amici vari. Ricordava precisamente ogni attimo della serata:
la
litigata con un gruppo di ragazzi babbani, la rissa che ne era seguita
e il
pugno che Draco aveva ricevuto sull’occhio destro. Dopo la
mezzanotte, invece,
i suoi ricordi si facevano vaghi. Ricordava a grandi linee di essere
andata via
con Daphne e altri ragazzi di Nocturn Alley, di aver bevuto molti
alcolici
babbani, di aver provato una specie di sigaretta babbana che andava
aspirata
più a lungo di quelle normali e poi non ricordava altro. In
compenso, aveva un
martellante dolore alla testa e un padre incazzato al suo fianco.
Il
binario 9 e ¾ si presentava come tutti gli anni. Persone di
ogni tipo correvano
qua e là senza fare caso a chi o a cosa urtavano con i
grossi bauli che
trasportavano. Il Signor Parkinson salutò freddamente la
figlia, per ricordarle
che era ancora arrabbiato con lei, e se ne andò lasciandola
sola con una grande
valigia da trasportare, senza magia.
Se la
scuola non fosse ricominciata quel giorno, pensò amaramente
Pansy, lei a
quell’ora poteva essere benissimo nel suo letto a dormire.
La testa
le faceva sempre più male e il nervosismo era alle stelle,
quando per sbaglio
andò addosso all’ultima persona che avrebbe voluto
vedere in quel preciso
momento.
«
Ouch.
Pan, fai attenzione!» la redarguì una ragazza
bionda e sottile.
«
Daphne.» La salutò svogliatamente mentre il suo
sguardo analizzava la figura
snella di Daphne Greengrass. Lei e Daphne non erano mai state molto
amiche e
solamente durante l’estate appena conclusa avevano stretto.
Pansy considerava
la biondina altamente irritante, una presenza sgradevole in quanto era
l’unica
che non aveva paura di dire in faccia quello che pensava. Ogni commento
malevolo da parte di Daphne, per Pansy, era peggio di una stilettata
alla stima
che nutriva nei confronti di se stessa. Anche un semplice: «
Pan, hai la matita
sbavata.» detto da lei faceva male. In quel momento, Pansy si
trovava orrenda e
non voleva vedere l’aura di perfezione che emanava
« Come
va?» Le chiese la bionda sistemandosi sul naso un paio di
occhiali da sole
scuri. Anche per lei, la sbronza del giorno prima era stata pesante e
aveva
lasciato segni, pensò Pansy intimamente soddisfatta.
« Fin
troppo bene.» Rispose con un finto sorriso stampato sulle
labbra. « E tu?».
«
Benissimo. Mal di testa, occhiaie, mal di collo a parte. »
Rispose Daphne con
un sorriso talmente sincero da far crollare il muro difensivo che
« Mal di collo?»
Le chiese scioccata. « Che hai fatto?».
« Non lo
so. Non mi ricordo. Forse ho preso un po’ d’aria
quando sono andata su quel
veicolo babbano con le ruote.» Rispose alzando le spalle.
« Sei
messa maluccio.» Commentò Pansy alzando il suo
baule da terra per dirigersi
dentro il treno. Dentro di sé sorrideva malignamente: Daphne
cominciava a non
sembrarle più tanto perfetta. Parlando del più e
del meno, come facevano sempre
per evitare che il pesante silenzio carico di tensione gravasse su di
loro, presero
posto in uno scompartimento vuoto.
«
Dobbiamo tenere occupati dei posti per Draco e gli altri?» Le
chiese la bionda
indicando i sedili vuoti.
« Nah.»
Draco
Malfoy. Pansy si stupiva ancora del fatto che gran parte degli studenti
di
Hogwarts pensassero a loro come ad una coppia. Draco Malfoy e Pansy
Parkinson
non erano fidanzati, né tanto meno lei aspirava ad un ruolo
del genere nella
vita del suo migliore amico. Sapeva
benissimo come Draco trattava le ragazze. Era stronzo, perfido e
maligno. Era
cosciente del fatto di essere bello e non lo nascondeva.
« Stupido narcisista.»
sussurrò.
« Come,
prego?»
« Niente
e nessuno.» Rispose chiudendo lì la questione. Per
un attimo si era dimenticata
della presenza sgradevole al suo fianco. Sistemò il baule e
si lasciò
sprofondare sul sedile subito seguita dalla ragazza bionda.
« Quando siamo a Hogwarts ti vorrei parlare.»
« A
proposito di cosa?» Chiese Pansy notevolmente stupita. Non
parlavano molto tra
di loro. A scuola, Pansy doveva badare a quel gruppo di ochette che si
ostinava
a chiamare amiche nonostante le avessero dato più volte un
motivo valido per
farsi odiare.
« A
proposito dello stupido
narcisista.»
« Draco?»
Chiese Pansy inclinando il capo, curiosa.
A quella
risposta, Daphne scoppiò a ridere. Una risata cristallina
che a Pansy fece
venire i brividi e subito si rese conto dell’errore commesso.
« Greengrass, puoi anche
smettere di
ridere.» Replicò freddamente cercando di caricare
il cognome della ragazza con
più odio possibile.
« Dio,
sembri una ragazzina innamorata, Parkinson. Ci manca poco che ti metta
a
sospirare.» Nonostante tutto, Daphne sembrava sorriderle
ancora in modo
sincero, ma Pansy non si fece intenerire. Vigilanza
costante, Daphne è pur sempre una serpeverde, sembrava
sussurrarle la sua
vocina interiore.
« Se solo
volessi lo potrei avere. » Replicò piccata la
ragazza sistemandosi una ciocca
di capelli neri dietro le orecchie con fare fintamente disinteressato.
« Lo so.
Solo mi chiedo perché tu ti ostini a non volerlo. »
Fece per
rispondere alla provocazione della bionda, ma notò in quel
momento, fuori dal
finestrino, Draco Malfoy che salutava i genitori.
« Sta
arrivando, Greengrass. Il discorso finisce qui. Sono fatti miei e odio
parlare
della mia vita privata. Draco non fa per me e credo tu questo lo sappia
bene.»
Con
questa frase, Pansy chiuse il discorso e, incrociando le braccia al
petto
aspettò pazientemente che i loro compagni si degnassero di
arrivare.
Il primo
ad entrare fu Theodore Nott. Diede un’occhiata veloce a Pansy
e capì che non
tirava aria. Salutò Daphne con un rapido bacio sulla guancia
e cominciarono a
parlare del più e del meno facendo finta che Pansy non
esistesse. Tiger e Goyle,
che entrarono poco dopo, non furono tanto accorti. Fecero il loro
ingresso in
modo chiassoso e plateale. Salutarono con una pacca sulla spalla Pansy
che
consideravano ormai una compagna di bevute. Peccato che Pansy non
avesse le
loro capacità di ripresa e il mal di testa
ricominciò a farsi sentire più
potente che mai. Subito dopo, Zaini e Malfoy entrarono occupando gli
ultimi
posti rimasti liberi.
Pansy
sorrise amaramente pensando all’orribile viaggio che
l’aspettava.
*
Chiusa in
quel bagno pensò solo che il giorno della sua rovina era
stato quel primo
settembre dello stesso anno, anche se ormai le sembrava un giorno tanto
lontano. Sospirando si accese la sigaretta babbana che tanto bramava,
subito
seguita da Daphne che le sorrise apertamente. Ancora non si era
abituata a quel
sorriso. In passato si erano rivolte solo sguardi di circostanza
correlati da
sorrisini di scherno. Pansy aveva sempre odiato Daphne, ma non
l’aveva mai
voluto dare a vedere. Il motivo era uno soltanto: Draco Malfoy, il
ragazzo che
in quei tre mesi era diventato la sua rovina.
Millicent
prese tra le dita tremanti per il freddo la sua sigaretta e
l’accese anche lei.
Sapeva
che l’amicizia con Daphne le sarebbe costata parecchio in
termini di salute e
reputazione. In tre mesi passati al fianco, come una amica, una
confidente, un’alleata
e una sostenitrice, era diventata diversa. Suo padre lo diceva sempre
che Pansy
era debole e facile da influenzare, ma a Pansy non gliene fregava
niente. Lei voleva
bene a Daphne e Daphne ricambiava anche se intimamente sapeva che Draco
Malfoy
era legato a doppio filo a Pansy.
*
Angolino
infimo dell’autrice:
Hola.
Dopo una
marea di ripensamenti ho deciso di scrivere e pubblicare questa
storiella. E’
una Draco/Pansy, coppia che adoro moltissimo. Non so quanto
sarà lunga e non so
nemmeno se la porterò a termine, a dire il vero. In
quest’ultimo periodo non mi
sono dedicata molto alla scrittura per motivi personali, quindi mi
trovo un po’
arrugginita, ma spero non si noti molto e spero anche di riprendere la
mano (:
A
proposito di eventuali altre coppie ho le idee molto confuse, ma spero
di dare
presto eventuali delucidazioni in merito.
Probabilmente,
molto presto spero, questa storia sarà seguita da one shot
in onore di Draco
Malfoy u.u Okay, non ve ne frega nulla xD
Uh,
dimenticavo, spero che i salti temporali siano stati resi in modo
chiaro. Nel
caso fatemi sapere tutto :D
Comunque
spero vi piaccia, sinceramente.
Vi prego
di farmi presente qualsiasi cosa non vi vada a genio e io ne
terrò conto per i
prossimi capitoli.
Molte
grazie per l’attenzione (: