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Autore: ivomarianini    06/01/2015    0 recensioni
Inizi del 900. Una nobile famiglia si trova alle prese con gravi problemi economici. La società sta cambiando. Da sempre basata sulle risorse agricole, gestite prevalentemente da nobili e signorotti locali, si vede costretta a difendersi dall’assalto di nuovi e giovani imprenditori.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Duccio Pontevichi-Corzani si aggirò nello studio come un’anima in pena. Guardando per l’ennesima volta l’orologio, si chiese se stesse davvero facendo la cosa giusta. In quel momento, un discreto bussare lo fece voltare di scatto, i nervi tesi sino allo spasimo. Chiedo scusa signor conte. E’ appena arrivato il signor Fortis, l’ho fatto accomodare in salone” Ritto sulla soglia, Augusto attese paziente la risposta del nobile. Coetaneo di Ludovica, il maggiordomo si trovava al servizio della famiglia da tempo immemorabile. Alto e segaligno, il trascorrere degli anni l’aveva leggermente incurvato, non impedendogli però di mantenere un portamento dignitoso. Grazie Augusto. Avvisa il nostro ospite che sarò da lui tra una decina di minuti” Silenzioso, così com’era arrivato, il maggiordomo richiuse la porta lasciandolo solo. Tornando dietro la scrivania, Duccio ripensò alla discussione avuta la sera prima con la moglie e la madre. Pur non essendo del tutto convinta, Ginevra l’aveva sostenuto e incoraggiato. Non così poteva dirsi per Ludovica. Tenuta volutamente all’oscuro dal figlio, era letteralmente inorridita una volta venuta a conoscenza delle reali condizioni della tenuta. Tuo padre si rivolterà nella tomba!” aveva inveito tremante di collera. Tutto il suo lavoro, tutta la fatica. Non riesco a credere che tu voglia svendere la nostra casa a un…un…” non era riuscita a terminare. I singhiozzi l’avevano scossa sino alle viscere, tanto da costringere Ginevra a farla stendere.

Roso dal rimorso, Duccio era rimasto sveglio tutta la notte. Come poteva spiegarle che la tenuta stava morendo? Oppresso dai debiti, aveva cercato in tutti i modi di salvare il salvabile, una sfida ìmpari. Da qualche tempo, l’industria toglieva sistematicamente uomini e risorse all’agricoltura, sino a quel momento vera e unica fonte di sostentamento. Contadini e lavoranti, attratti dalle città in espansione e dai facili guadagni, si licenziavano a ritmo ormai frenetico. L’unica soluzione possibile, seppur dolorosa, era quella di vendere. Sempre ammesso di trovare qualcuno disposto a comprare. E Duccio l’aveva trovato. Giacomo Fortis aveva trent’anni, ed era un imprenditore molto noto nella zona. Intelligente e scaltro, aveva fatto del rame la propria ragione di vita. La sua azienda appariva florida e in continua espansione, gli introiti sempre più cospicui. E stava facendo una corte serrata a Sofia, la figlia di Duccio. Una prospettiva sgradevole. La possibilità che quell’individuo sarebbe potuto diventare suo genero lo angustiava non poco. Ma senza il suo aiuto, quale futuro attendeva la famiglia? Accompagnato da quei pensieri nefasti, si alzò per andare incontro al proprio destino.

Non riesco proprio a capire cosa ti attragga in quel pinguino vestito a festa" Rosso in viso, Anacleto fissò risoluto la sorella. Non fosse stato per il sesso, sarebbe stato impossibile distinguerli. Gemelli, dalla nonna materna avevano ereditato i lineamenti fini ed i capelli biondo rossiccio. Come non avesse udito, Sofia continuò a spazzolarseli davanti allo specchio. Inoltre è un arrivista senza scrupoli, non t’importa nulla il fatto che ci stia comprando per pochi luridi denari?” A quelle parole, la giovane sbatté con violenza la spazzola sul ripiano. E tu chi sei per dire questo. Siete solo invidiosi del suo successo e del suo fascino. E non ci compra per pochi denari!” Anacleto allargò le braccia sconsolato. Vederla così presa da quell’opportunista lo mandava in bestia Va bene, avremo modo di parlarne ancora. Ma adesso sbrighiamoci, la cena sarà quasi pronta”

Dopo aver avvisato Fortis dell’imminente arrivo del conte, Augusto si recò in cucina. Pierre, il cuoco, non s’accorse della sua presenza sinché non gli fu alle spalle. Dov’è Elena?” disse facendolo sussultare. Maledizione Augusto, ti sembra il modo? Per poco non mi facevi rovesciare tutto!” Il maggiordomo stirò le labbra in un timido sorriso. Hai ragione, scusami Pierre. Ma questa situazione ci rende tutti nervosi. A che punto sei?” Il cuoco depose la padella e lo guardò fisso negli occhi. Parla per te Augusto. Qua l’unico nervoso sembri tu, e stai facendo agitare anche gli altri, si può sapere cosa ti prende?” Il maggiordomo restò a lungo in silenzio, indeciso se parlare o meno. Voi non capite. Tu, Elena, la contessina Sofia e il conte stesso” disse infine. Solamente Ludovica sembra aver ben compreso le intenzioni di quell’uomo. Ovvero sfasciare la famiglia!” Pierre rimase stupito da quello sfogo inaspettato. Ma di cosa ti preoccupi. Lo stesso conte ha assicurato che per noi non ci saranno problemi. Fortis non licenzierà nessuno, continueremo a lavorare capisci?” Augusto scosse il capo. Tu, e tutti gli altri, non immaginate di cosa possa essere capace quell’uomo. Ho anche tentato di avvertire il conte, ma sembra che nessuno voglia ascoltarmi”

Improvvisamente, la porta si aprì. Ginevra, la mano sulla maniglia, li squadrò entrambi ” E di cosa sarebbe capace Augusto?” 

   
 
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