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Autore: teresartist    06/01/2015    0 recensioni
Blaine vive in un mondo in cui l'amore è vietato, lui se ne vuole andare perchè sa troppo, troppo di quello che c'è al di là del filo spinato.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quel giorno Blaine si svegliò prima di Kurt, non si fermò neanche nel letto a pensare alla giornata come faceva sempre, si alzò e andò alla finestra, vide il sole sorgere e lasciò che il suo corpo si immergesse in quell’istante.
Quando Kurt si alzò Blaine era ancora alla finestra, gli si avvicinò e gli circondò la vita con le braccia calde e gli diede un bacio assonnato sul collo
 
“Buon giorno”
 
Blaine si voltò a guardarlo e sorrise “Buon giorno”
 
Si lavarono e si vestirono in fretta. Blaine avrebbe voluto chiedere un milione di cose a Kurt riguardo dove si stavano dirigendo, Kurt si limitava a chiamare quel posto “casa” o “La Terra del Laghi”.
 
Scesero in fretta e mangiarono qualcosa di caldo e sostanzioso per colazione poi Kurt andò a parlare con la locandiera e Blaine non capì cosa gli stava dicendo ma vide che non pagò nulla.
 
Si misero in marcia, ancora, camminavano da giorni, la fuga, l’arrivo al campo, la strada per il villaggio di Abak e adesso, l’ultimo viaggio, verso casa.
 
Kurt non lasciò la mano di Blaine nenache un attimo e il ragazzo riccio poteva sentire l’eccitazione nella sua voce, vederla nei gesti e nella camminata, era contrento per lui ma aveva sempre mille domande.
Ad un certo punto la strada diventò una ripida salita, salivano su un piccolo monte e a un certo punto Blaine chiese “Perché saliamo?”
 
Kurt lo guardò e sorrise “Dietro, appena dietro, saremo arrivati” poi riprese a camminare a un ritmo che a Blaine parve molto più veloce.
Dopo qualche ora di salita i due raggiunsero la cima, appena Kurt poté vedere oltre strinse forte la mano di Blaine, si voltò verso di lui e lo baciò, con forza, con passione, circondandogli il volto con le mani, passandogli le mani tra i capelli e Blaine fece lo stesso. “Ti amo” si sussurravano.
Poi finalmente Blaine ammirò il paesaggio, mentre Kurt lo stringeva a se in un abbraccio.
Un’immensa distesa si stagliava davanti a loro, non si vedeva la fine, il cielo era azzurro come gli occhi del ragazzo che apparteneva a quelle terre e le montagne erano innevate sulla cima, più in basso tanti, tantissimi piccoli e grandi laghi interrompevano la distesa delle terre un po’ verdi e un po’ bianche, l’acqua di quei laghi scintillava al sole e rifletteva il cielo azzurro. Blaine guardò di nuovo e nel centro, ai lati, sulle rive dei laghi, sui versanti delle montagne, vide centinaia di case e di villaggi. Esattamente nel centro di tutto quel paesaggio meraviglioso si ergeva un castello bianco che avrebbe fatto invidia a qualunque delle principesse delle fiabe che Blaine leggeva di nascosto da bambino.
“Wow” riuscì solo a dire.
Kurt sorrise “Ti piace?”
“Kurt…è semplicemente…wow” non sapeva che altro dire, quel posto era davvero wow.
“Andiamo”
“Dove?” chiese Blaine che finalmente aveva trovato risposte alle sue mille domande
“Lo vedi quel castello?”
Blaine annuì
“Lì” rispose Kurt facendo un passo verso la discesa
“Scherzi?” chiese Blaine ridendo
“No” sul viso di Kurt apparve qualcosa che sembrava molto una risatina “Sono nobile ricordi?”
“Andiamo dai” disse Blaine dandogli una piccola spinta.
 
Continuarono a camminare ancora per qualche ora, Kurt era carico di energia e si vedeva dal suo sguardo l’eccitazione che provava nell’essere tornato, finalmente, a casa.
Ormai potevano vedere i dettagli del castello, si vedevano le finestre impreziosite da griglie decorative, si sentivano delle voci lontane.
“Blaine dobbiamo fare attenzione, non staccarti da me” disse Kurt voltandosi verso il suo ragazzo, stava per sposarlo, non vedeva l’ora.
Si presero per mano e si avviarono verso l’immenso cancello della reggia, quando lo raggiunsero una delle guardie, vestite di rosso fuoco dalla testa ai piedi, li fermò
“Chi siete voi?” chiese l’uomo in divisa
Kurt alzò lo sguardo “Vergognati, non riconosci il figlio del tuo re”
In quel momento la guardia strabuzzò gli occhi verdi “Oh Dio! Signore, è tornato!”
Kurt annuì “Sono tornato”
La guardia li lasciò passare e poi gli urlò “Non vuole una scorta Signore?”
“No” rispose Kurt.
Blaine era affascinato, all’interno delle mura si apriva uno spiazzo enorme, in quel momento era completamente vuoto, davanti a loro si apriva un immenso portone in legno scuro ma Kurt cambiò rotta e girò  a destra, Blaine notò una struttura più piccola, divisa da tante piccole porticine in legno, ogni porticina aveva un buco sulla cima, per far passare l’aria. Era un fila infinita di piccole porte e solo una delle ultime era aperta, Kurt si avviò verso quella, bussò anche se la porta era aperta, Blaine lo ammirava a un passo da lui.
“Arrivo Mike” rispose una voce mascolina dall’interno.
Kurt bussò di nuovo.
“Arrivo!” la voce suonava spazientita.
Dopo poco un ragazzo alto, magro, biondo con i capelli lunghi e delle labbra molto carnose uscì da quello stanzino
“Cosa c’è?” chiese senza neanche guardare a chi si stava rivolgendo, poi alzò lo sguardo e rimase pietrificato “OH MIO DIO” si portò le mani al volto “KURT! SEI TORNATO!” urlò
Kurt rise e annuì “Si, sono tornato Sam”
Il ragazzo, Sam, lo abbracciò e lo sollevò in aria più volte mentre Kurt rideva “SI! E’ TORNATO DAVVERO!” urlava.
Blaine li guardava e non sapeva se sentirsi geloso perché Sam stava abbracciando Kurt o perché lui non aveva mai avuto nessuno che lo trattasse così.
Quando i due si lasciarono da quell’abbraccio Kurt prese la mano di Blaine e gli disse
“Blaine, questo è Sam”
“Sam, Blaine” fece un sorriso “La mia anima gemella”
Blaine e Sam si sorrisero e mentre si stringevano la mano Sam disse “Che piacere, anima gemella”
“Piacere mio, Sam” Blaine non sapeva se quel ragazzo gli stesse davvero simpatico.
“Sai dov’è mio padre?” chiese Kurt al suo amico
“Immagino sia nella sala grande, vi accompagno” rispose Sam chiudendo la porticina da cui era uscito.
 
Fecero aprire le porte del palazzo e vi entrarono, Sam camminava davanti e dietro di lui Kurt teneva stretta la mano di Blaine che tremava come una foglia affascinato dalla bellezza e dalla sontuosità di quelle sale. L’ingresso era immenso e affrescato alle pareti con un motivo floreale, sul soffitto erano raffigurate tutte le Terre dei Laghi, delle iscrizioni dorate in una lingua a Blaine sconosciuta sormontavano le finestre ampie e finemente lavorate, il pavimento era coperto da qualcosa di molto morbido che a Blaine sembrava molto un tappeto rosso che si estendeva nel corridoio che imboccarono poco dopo.
Alla fine del breve corridoio decorato da intarsi dorati si apriva un immenso salone, il pavimento era di legno e al soffitto erano appese decine di candelabri preziosi, quel soffitto era anch’esso impreziosito da dipinti di animali e creature che l’occhio di Blaine non sapeva descrivere ma che appartenevano di sicuro alle acque calme dei laghi che circondavano quel luogo incantato e alle pareti enormi drappi rossi ricoprivano parzialmente le finestre per smorzare la luce di quel soleggiato pomeriggio invernale.
Alla fine del salone un’immensa scala di marmo saliva di qualche gradino e subito dopo dalla balaustra si accedeva a tantissime porticine e altrettante scalinate dalle più piccole e modeste alle più grandi e sontuose.
 
In rigoroso silenzio imboccarono la scalinata centrale, bellissima, bianca come la neve. In cima quattro valletti vestiti di blu, ciano e azzurro gli aprirono la porta, un portone enorme, mastodontico.
“Eccoci” sussurrò Kurt nell’orecchio di Blaine, il ragazzo, terrorizzato, gli strinse la mano con più forza, avvicinandosela alla gamba e sospirò.
La stanza era la cosa più bella che Blaine avesse mai visto in vita sua, dopo Kurt, era scontato.
Blaine non ebbe nemmeno il tempo di osservare le grandi finestre a volta che portavano quella luce chiara nella stanza, il suo sguardo fu subito portato verso l’immenso trono occupato da un uomo calvo, con gli occhi azzurri come quelli di Kurt, con una faccia buona. Non indossava abiti costosi ma era abbastanza coperto da non sentire il freddo che correva nelle ossa di tutti i presenti.
Alla sua destra stava un trono imponente, vuoto.
L’uomo stava parlando con delle guardie e non aveva sentito i tre entrare, solo quando il portone si chiuse con un rumore sordo alzò lo sguardo.
Kurt strinse le labbra e sentì gli occhi caricarsi di lacrime, lacrime felici. Lasciò la mano di Blaine e corse verso quel trono, si fermò a un passo da suo padre
“Kurt” mormorò lui “Kurt!” ripeté, si alzò e abbracciò il figlio, in lacrime.
“Papà” disse Kurt tra le lacrime “Sono tornato”
Lasciarono l’uno le braccia dell’altro con un sorriso
“Oh Kurt, sei tornato” disse il re guardando il figlio negli occhi, lo vedeva cresciuto.
“Si, ho portato a termine il mio viaggio” rispose lui sorridendo, si voltò e tornò verso Blaine che gli sorrideva, gli prese la mano con dolcezza e senza dire nulla lo accompagnò davanti a suo padre.
Blaine era pietrificato, riuscì solo ad abbassare la testa in segno di rispetto e il re lo apprezzò.
“Papà, lui è Blaine” disse Kurt con il sorriso più grande che suo padre gli avesse mai visto stampato sul volto
“Piacere Blaine” gli fece il sovrano porgendogli la mano, lui gliela strinse incrociando il suo sguardo per un attimo
“Blaine, mio padre”.
 
Sam uscì dalla sala dopo un breve inchino, al re non importava davvero, si faceva portare rispetto ma non gli piacevano tutte quelle scaramanzie.
I due giovani furono fatti accomodare su una panca in velluto rosso.
Burt, questo era il nome del padre di Kurt, chiese al figlio di parlargli di Blaine e lui si alzò in piedi.
“Voglio sposarlo” fu l’unica cosa che Kurt disse
“E tu, Blaine, vuoi sposare mio figlio?”
Blaine si alzò e disse a bassa voce “Si, certamente signore”
“Bene, siediti” gli intimò il re senza suonare severo.
Kurt rimase in piedi, suo padre lo fissava e poi passava il suo sguardo su Blaine, vedeva in lui qualcosa di strano e non capiva cosa fosse.
Chiese a Kurt qualcosa che Blaine non capì, era in quella lingua strana che Blaine aveva già sentito.
All’inizio Kurt sembrava calmo, poi Burt gli fece un’altra domanda e l’unica cosa che Blaine capì fu il suo nome.
Kurt abbassò la testa e fece un lungo sospiro per poi cominciare una lunga frase che conteneva sospiri stanchi e tristi qua e là.
Quando finì di parlare suo padre si alzò in piedi e gli urlò in faccia, Kurt cominciò a piangere tenendosi la faccia tra le mani, cercava di dire qualcosa ma i singhiozzi lo opprimevano, Blaine avrebbe voluto alzarsi e abbracciarlo, tenerlo fra le sue braccia fino a che non si fosse calmato ma qualcosa gli diceva che era esattamente la cosa da non fare in quel momento, si sentiva solo in quella stanza enorme con un uomo che urlava contro l’amore della sua vita, lui era lì, impotente.
Ad un certo punto, tra le lacrime Kurt urlò qualcosa, fortissimo, lo urlò come se dovesse farlo sapere al mondo, come se fosse così importante che ogni creatura che possedesse udito ne fosse a conoscenza.
Blaine non capiva, voleva piangere anche lui, voleva che Kurt smettesse di stare male, di piangere e di urlare.
A quel punto suo padre si sedette di nuovo, era tornato calmo.
“Non vi sposerete” disse freddo “Lui – disse guardando Blaine con disprezzo – Non ha nulla da darti Kurt, non posso permetterlo”
“Io lo amo” rispose Kurt chiudendo i pugni “Ha da darmi il suo amore e mi aiuterà, starà al mio fianco, per sempre, lo so che lo farà”
“Non ti darà il suo amore” rispose suo padre “Non sa amare”
Kurt si morse il labbro inferiore “Si” disse tra i denti “Tu non lo sai, non lo conosci ma io si, io lo so che mi ama”
“Kurt! Lo sai che non possono amare” disse suo padre con serietà “Ti sta mentendo”
“Non mi sta mentendo”
Blaine fissava Kurt, gli sembrava di fluttuare nell’aria incapace di dire una parola e di difendersi.
Ci fu un lungo momento di silenzio, poi Kurt alzò la testa e guardò suo padre.
“Tu sei geloso perché non hai più il tuo amore ma io ho trovato il mio” gli disse
“Kurt non dire queste cose”
“Ci sposeremo”
“Non lo farete”
“Si”
Si voltò di scatto e prese il piccolo coltello che teneva sempre in tasca, si avvicinò al trono che una volta apparteneva a sua madre e ci scagliò contro l’oggetto facendolo conficcare nello schienale.
“Giuro, sulla mia vita, che lo sposerò”
Suo padre si trovò impotente a sua volta.
 
“D’accordo, vi sposerete, a una condizione” disse alzandosi in piedi, Kurt si voltò a guardarlo
“Blaine dovrà lavorare per un anno sotto il mio diretto comando, alla fine di quest’anno potrete sposarvi”
Blaine alzò la testa e trovò lo sguardo di Kurt, sentì il calore del suo amore scaldargli il cuore, poteva farlo, poteva davvero farcela.
“Non potrete stare insieme, potrete vedervi solo quando lo dirò io e se vi scoprirò insieme da quel giorno ricomincerà il conto dell’anno”
Kurt fece un respiro profondo sapendo che non avrebbe potuto replicare, lo amava e lo avrebbe amato qualsiasi cosa fosse accaduta.
Il re indicò una delle guardie “Portatelo agli alloggi, grazie”
Blaine si alzò e Kurt gli corse incontro, gli prese la mano e lo guardò negli occhi, quel cielo era in tempesta, le lacrime rigavano i visi di entrambi.
 
“Ce la faremo”
 
“Certo”
 
Si sorrisero e si baciarono con passione e tristezza mentre alle loro labbra si mischiavano le loro lacrime salate.
 
“Ti amo”
 
“Ti amo”




Lo so, mi odiate, lo so. 
Io vi voglio bene però <3
T.
  
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