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Autore: Lena Mason    06/01/2015    2 recensioni
Un mondo diverso da quello che conosciamo. Un mondo dove a regnare sono creature sovrannaturali: una di queste, di natura diversa e unica, cercherà di conquistare il mondo, ma un gruppo di esseri umani con poteri particolari, supportati da amici speciali, la combatteranno per salvare il mondo. Riusciranno a portare a termine la missione? Il mondo che verrà creato sarà migliore o peggiore del precedente?
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Diciottesimo

The War Plan.


Nei giorni  a seguire il gruppo di umani e quello dei vampiri, allargato dai nuovi arrivati, si riunivano ogni pomeriggio nello scantinato di Kisuke, per discutere sui piani di guerra.

Zephyr era ancora dell’idea di lasciare fuori gli umani, alla quale si opponeva Misaka, che iniziava a non sopportare più il vampiro.

Grimmjow e Ulquiorra, invece, erano gli ‘addetti’ alle ronde: ogni sera giravano per i quartieri della città in cerca di segnali di attacco da parte del nemico, ma fino ad allora non era successo nulla di concreto, tanto che il gruppo iniziava ad innervosirsi.

Misaka, accompagnata da Yunalesca e Byakuya, stava rientrando a casa, quando furono raggiunti da Grimmjow che riferiva di un attacco ai danni di Ulquiorra.

I quattro tornarono spediti all’emporio Urahara, dove constatarono che il vampiro dagli occhi smeraldo aveva subito ferite multiple e tra queste vi era l’amputazione di una mano.

Misaka e Yunalesca guardarono la scena sconvolte, consapevoli che il vampiro stesse soffrendo in maniera indicibile: fu la rossa ad avvicinarsi per prima mettendosi vicina a Ulquiorra, in ginocchio.

«Cosa dobbiamo fare?» chiese sicura a Byakuya il quale, dopo un sospiro, le rispose grave:

«Ulquiorra è abile nella rigenerazione, ma il poco nutrirsi di questi giorni lo ha reso debole: dobbiamo dargli del sangue, ma non basterà il mio. Ha bisogno di sangue umano».

Il vampiro non fece in tempo a finire la frase che Misaka aveva, da incosciente, allungato un polso verso la bocca di Ulquiorra che, accecato dal dolore e dalla sete, lo afferrò, leccò la pelle bianca della ragazza con bramosia e affondò i canini.

Misaka sobbalzò per il contatto della lingua di Ulquiorra con il suo polso e per il dolore quando lui affondò i canini, ma durò poco: il vampiro succhiava il sangue con evidente goduria, chiudendo gli occhi e assaporandolo fino all’ultima goccia concessagli.

Byakuya, quando fu certo che il sangue umano fosse sufficiente, allontanò Misaka da Ulquiorra, il quale ringhiò di disapprovazione, prima di accorgersi che davanti a lui c’era il suo capitano. Il vampiro nobile porse il proprio polso al vampiro, il quale si scusò flebilmente per la mancanza di rispetto e morse.

 

*

Il vampiro dagli occhi smeraldo fu portato a casa di Misaka, vuota come sempre, e messo a riposare nel letto della ragazza: Zephyr non vedeva di buon occhio il fatto che la rossa avesse offerto senza remore il sangue al suo rivale, ma Ulquiorra era un alleato utile per potenza e informazioni sul nemico.

Ulquiorra aveva chiesto di essere lasciato solo con Misaka: doveva capire cosa passasse per la testa della ragazza, troppo complicata per un essere così ignorante nella conoscenza dei sentimenti umani.

Vedeva quanto il suo nutrirsi di lei l’avesse debilitata: dopotutto era ancora convalescente.

Quei pensieri riportarono alla mente lo stato in cui l’aveva trovata; per la prima volta era rimasto scioccato e, forse, spaventato per le condizioni in cui versava, ma ovviamente si era tenuto tutto dentro, non sapendo come esprimere la preoccupazione, perché era di quella che si trattava, per una semplice umana.

«Ulquiorra-kun, cosa volevi da me?» gli chiese sedendosi sul tappeto vicino al letto: era così stanca che voleva solo dormire.

«Voglio capire perché».

«Perché cosa?» chiese di nuovo Misaka, trattenendo uno sbadiglio.

«Perché mi ha dato il tuo sangue due volte: non eri obbligata a farlo».

La rossa appoggiò la testa sul letto guardando con occhi appannati il vampiro e disse, ormai quasi assopita:« Perché sei importante».

«Per la battaglia?».

«No, baka. Per me» gli sussurrò la rossa, sorridendo e addormentandosi.

Fu nello stesso momento che Ulquiorra si sentì vivo per la prima volta.

 

*

La mattina successiva Misaka si risvegliò a causa di un fastidioso raggio di sole, trovandosi nel suo letto. Si alzò di scatto guardandosi intorno e capì che Ulquiorra se n’era andato. La preoccupazione che fosse stata la sua dichiarazione ad allontanarlo, fece ricadere Misaka sul cuscino dove, disperata, si coprì gli occhi con il braccio per impedire alle lacrime di scendere.

Sapeva che Ulquiorra non era interessato a lei, ma doveva esprimere i suoi sentimenti ad alta voce: le loro vite, soprattutto quelle degli umani, erano appese ad un filo sottile e non poteva andarsene senza aver confessato quello che sentiva, anche se non essere ricambiata faceva un male del diavolo. Molto più di qualsiasi ferita corporea. Era un dolore che si irradiava dal petto, dove il cuore pulsava dolorosamente, lasciandola senza fiato.

La trovò così Yunalesca, sbuffando e sedendosi vicino al letto della rossa, la quale la spiò da dietro il braccio.

«Ieri ho sentito» disse semplicemente la corvina, sbuffando nuovamente «Davvero credi che lui abbia compreso fino in fondo cosa intendevi? Ulquiorra, lo sai bene, è totalmente estraneo a qualsiasi sentimento umano, non penso abbia capito, sai? E lo so perché ha chiesto spiegazioni a Grimmjow stamattina che se non l’ha ucciso subito, poco c’è mancato».

La rossa si mise seduta, guardò la sua amica e disse: «Lo so che Ulquiorra non capisce certe cose, ma l’importante è che io l’abbia detto ad alta voce. Sto soffrendo come un cane perché non ricambia, non lo nego, ma dovevo ammetterlo soprattutto a me stessa: Ulquiorra ha tra le sue mani la mia anima, il mio cuore e tutto il resto che mi identifica come Misaka. Quando capirà cosa vuole, io sarò qui».

Nessuna delle due si accorse della presenza di Zephyr fuori dalla porta, il quale sbuffò, rattristato, per quanto un vampiro Antico potesse esserlo, dalla notizia, ma deciso a sistemare la questione: doveva trovare quell’idiota sbiancato e fargli capire un paio di cose, prima che la guerra rendesse tutto impossibile.

 


*


Nessuno vide Zephyr né Ulquiorra quel pomeriggio, durante la riunione per decidere i ruoli di tutti. All’appello mancava anche la piccola Hinamori, sparita chissà dove. Hitsugaya ipotizzava fosse alla ricerca di qualche parente per infoltire le loro fila, ma non ne era del tutto certo.

Purtroppo non aveva il tempo né le risorse per mettersi alla sua ricerca e quindi basarono il loro piano senza contarla.

Rangiku, Hitsugaya, Renji, Grimmjow, Ulquiorra e Tia erano stati eletti a capo sezioni: ognuno avrebbe capeggiato un gruppo misto di umani e vampiri di livello inferiore con cui affrontare il nemico.

Byakuya, Zephyr, i due vampiri stranieri e il padre di Zephyr non ancora giunto, sarebbero stati invece coloro che avrebbero fronteggiato Aizen e i vampiri più potenti.

Gli umani e Nel, invece, avevano il compito, i primi di capire la potenza degli avversari, mentre Nel di guarire gli alleati feriti in malo modo.

Gli umani si erano anche proposti come “cibo” nel caso in cui Nel fosse troppo stremata per guarire qualcuno. La proposta fu accettata, sebbene Byakuya avesse qualche remora.

Kisuke e Yourichi, accompagnati dagli altri dell’emporio, avrebbero coperto le spalle del gruppo allontanando i vampiri di infimo livello che sarebbero giunti sul luogo della battaglia solo per cibarsi.

Byakuya, grazie alle sue conoscenze, aveva richiamato a sé altri vampiri del suo livello: Shunsui Kyoraku e Ukitake Jushiro.

Erano vampiri molto potenti, lo si percepiva dalla loro reiatsu, anche se uno di loro, quello dai capelli bianchi, era debilitato da una qualche malattia.

 

Misaka, tornando a casa scortata da Grimmjow, iniziava a preoccuparsi per la prolungata assenza di Ulquiorra e Zephyr: aveva paura che il vampiro Antico ce l’avesse con l’altro per aver bevuto il suo sangue e avesse intenzione di punirlo.

Grimmjow la guardò, sorridendo a trentadue denti come sempre, e le disse: «Non crucciarti per quei due: uno è un idiota, l’altro un maniaco sessuale. Se si facessero fuori a vicenda, sarebbe un miracolo!».

La battuta gli costò una non dolorosa gomitata da Misaka che, nonostante tutto, aveva sorriso.

«Spero non si facciano troppo male. La guerra con quell’invasato non è lontana e loro sono essenziali!».

«Zephyr ci andrà piano: è quello più incazzato di tutti. Dopotutto Aizen ha osato rapirti».

«Tu credi davvero che il sentimento di Zephyr per me sia così forte?».

«Ne sono certo Misaka. Come so che tu provi la stessa cosa per Ulquiorra. Quindi non pensare nemmeno di obbligare te stessa a farti piacere Zephyr: non ci riuscirai e ne soffrireste entrambi».

La rossa sorrise al vampiro e, in un attimo di coraggio, si lanciò ad abbracciarlo, lasciandolo sbigottito davanti al cancelletto di ingresso di casa.

 

Poco distante da loro, un’altra strana coppia stava tornando a casa. Yunalesca camminava silenziosa e pensierosa a fianco di Byakuya, il quale, dal canto suo, la fissava con insistenza, distogliendo lo sguardo qualora avvertisse che la ragazza si stava voltando.

«Yunalesca» la chiamò con voce bassa, provocando un brivido di lieve paura alla ragazza «Sai che la battaglia sarà dura, vero? E che né tu né gli altri siete obbligati a prendervi parte?».

«Ne sono a conoscenza, ma è nostro dovere combattere. Abbiamo un dono, anche se non così utile, e dobbiamo usarlo per salvare chi ci è caro, o almeno aiutarlo».

«Chi ti è così caro in questa battaglia, da rischiare la vita?».

«Pensavo che tu sapessi leggere la reiatsu».

«Lo so fare e so anche la tua risposta, ma sentirselo dire è tutt’altra cosa».

«Oh, ci sono tante persone che voglio aiutare o salvare: le mie amiche, Ichigo, Grimmjow…» la corvina stava facendo un elenco infinito,senza accorgersi che il vampiro le si era avvicinato, spingendola sempre di più verso il muro, dove cozzò giunta al nome di Kisuke.

«Yunalesca, taglia corto. La mia pazienza è molto poca».

«Oh. D’accordo. Ci sei anche tu, ovviamente» gli disse, a bassa voce.

«Non ci siamo. Devi dire il mio nome».

«Byakuya» soffiò fuori Yunalesca, prima che il vampiro le sollevasse il viso per baciarla con passione, facendola quasi svenire.

 

Nonostante Grimmjow avesse cercato di convincerla a lasciar perdere quei due, Misaka non riusciva a trovare pace: si era infilata a letto, stanca, ma il sonno non arriva. Si alzò di scatto e si rivestì: afferrate le armi, uscì di corsa da casa e si concentrò per percepire le reiatsu dei due, trovandole non molto lontane da casa.

Si diresse, quindi, verso il parco dove trovò i due vampiri che, come due comuni umani adolescenti, se le davano di santa ragione, con cazzotti, calci e tutto il resto.

Misaka si avvicinò loro, con la bocca spalancata dalla stupore, fino a quando non si fermarono percependo la sua presenza: avevano entrambi gli occhi pesti.

Ulquiorra aveva anche il labbro spaccato, mentre Zephyr il sopracciglio destro: erano conciati male, ma erano stati abbastanza furbi da non ferirsi seriamente almeno per un vampiro.

«Siete idioti o cosa?» fu ciò che chiese loro Misaka, avvicinandosi a passo marziale «Vi siete pestati come due adolescenti in preda agli ormoni per cosa?».

«Mph» rispose Zephyr «Per far capire ad un imbecille cosa sono i sentimenti. Ovviamente non ha capito nulla e l’ho colpito per primo. Poi sai, tra uomini. Un pugno tira l’altro e ci siamo ritrovati a darcele» disse, sorridendo serafico.

«Ripeto: siete idioti? Abbiamo una guerra alle porte e pensate a queste cose?».

«Non sottovalutarle, Misaka. Non sai se ci sarà un futuro in cui potremo esprimere ciò che sentiamo» la rimproverò Zephyr che prese un bel respiro e aggiunse «Sono contento tu sia qui, perché almeno posso dirti una cosa importante. Sono millenni che aspetto di avere qualcuno tanto importante da proteggere e ora ti ho trovata. Non scherzavo quando ti dicevo che volevo averti al mio fianco per l’eternità. Può un vampiro amare, secondo te, Misaka? Io credo di sì. E io amo te. Con tutto il mio essere».

La confessione di Zephyr lasciò gli altri interlocutori senza parole: Misaka boccheggiava senza trovare una risposta, mentre Ulquiorra doveva affrontare il tumulto che gli si era scatenato dentro. Non capiva molto di ciò che succedeva, ma sapeva una cosa, per certo: voleva che Misaka rifiutasse Zephyr.

La rossa nel frattempo si era avvicinata all’Antico che la guardava, sorridendo rassegnato.

«Non crucciarti, Misaka. Sapevo già dall’inizio, da quando ti ho vista, che non avresti ricambiato i miei sentimenti, ma accettali per quello che sono. So che il tuo cuore umano appartiene a qualcun altro e spero, per te, che questo qualcuno lo tratti a dovere» le disse, afferrandola e stringendola a sé, aspirandone il profumo.

Zephyr la lasciò andare e si allontanò, lasciandoli soli. Calò un silenzio innaturale tra i due, interrotto da un sospiro di Misaka che si voltò verso Ulquiorra, il quale la fissava.

«Non so da dove cominciare per dirti ciò che devi sapere, quindi partiamo dal principio. Ieri ti ho detto che sei importante per me: capisci in quale senso l’ho detto?» chiese Misaka al vampiro.

«Forse» rispose semplicemente Ulquiorra, sentendo che la rossa tirava un sospiro di sollievo.

«Meglio di niente. Il motivo, per noi umani è semplice: una persona diventa importante quando ci regala sensazioni potenti e scatena in noi sentimenti. Tu scateni in me un sentimento molto importante, Ulquiorra. Un sentimento che, se continuerà a crescere, potrebbe trasformarsi in amore. Quello vero. Capisci?».

«Sì, ma non il perché» le rispose avvicinandosi «Siamo diversi. Tu sei viva, io no. Tu sei piena di sentimenti, mentre io non conosco i più semplici. Perché io?».

«Perché so che dentro di te hai una quantità incredibile di sentimenti che non riesci ad esprimere. Vorrei tanto aiutarti a tirarli fuori, Ulquiorra, se me lo permetterai» gli disse, allungando una mano e afferrando quella tiepida del vampiro.

Si guardarono negli occhi e il vampiro rispose: «Insegnami ad essere un umano, Misaka. Insegnami ad amare».

 

La rossa sorrise e continuando a  tenerlo per mano, si incamminarono verso casa.

Al loro rientro, trovarono Zephyr sul tetto in contemplazione del vuoto, cosa che spinse Misaka a lasciare Ulquiorra, chiedendogli di rientrare e, con non poca fatica, raggiungere il vampiro Antico sul tetto.

Quando la vide Zephyr iniziò per primo a parlare: «Sai, è la seconda volta che mi capita di provare un sentimento così devastante. La prima volta ero ricambiato, per fortuna, ma lei, una vampira Antica come me, venne uccisa».

«Mi dispiace, Zephyr».

«Anche a me, per te! Dai, come puoi rifiutare uno come me, per Ulquiorra?» le disse, sorridendo.

«Smettila di fingere che vada tutto bene. So che mi odi» gli disse Misaka, abbassando lo sguardo.

«Quello non accadrà mai, Misaka. Non posso odiarti. Però non posso nemmeno fingere che la tua scelta mi faccia sentire bene» le disse il vampiro, allungando una mano fredda e sfiorandole una guancia.

«Non ti chiederò mai di essere felice per noi, Zephyr. Ti chiedo solo di dimenticarmi».

«Ci proverò, Misa-chan» fu l’ultima risposta del vampiro.

 

 

Mi scuso per l'enorme ritardo!

Lena.

 

   
 
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