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Autore: Italianlady    06/01/2015    0 recensioni
Questa è la storia di due ragazzi. Harry, dal carattere forte e libero, dolce e sensuale e Louis, calmo, romantico e non solo...
I nostri protagonisti capiranno davvero che significato ha la parola ''amore'', attraverso varie vicende, passioni, gioia,dolore ricordi che riaffioreranno dal passato e ... a volte verranno messi l'uno contro l'altro, ma nulla dividerà il loro amore. Tutto questo e molto altro ancora, un inno ad un amore prigioniero della realtà che vuole liberarsi, spezzando le catene delle difficoltà e dei pregiudizi.
Per favore commentate, cosi che possa migliorare la storia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Non sapevo darmi nessuna risposta, cosi andai a farmi una doccia e poi andai a letto. Passarono giorni, settimane, quando arrivò il 12 Settembre, primo giorno del nuovo anno scolastico, quarta superiore. Ero davanti alla scuola e faceva molto caldo. Fortuna che avevo scelto di mettermi una canottiera, la mia preferita, quella senza orli, con i bordi mal definiti e sfilacciati e un paio di pantaloncini corti, lunghi fino alle ginocchia. Salii i gradini e mi recai al secondo piano, dove si trovava l’aula della mia classe. Salutai tutti i miei compagni e scambiai due parole con i miei amici, Tom e William. I professori dicono che siamo i peggiori ragazzi della classe e non hanno tutti i torti. Andai a sedermi all’ultimo posto, di fianco alla finestra. Dopo circa cinque minuti arrivò la professoressa Brown, la peggiore che avessimo. Fra me e lei c’era un grande rapporto di odio reciproco. Quando entrò ci alzammo tutti in piedi rispondendo con un sonoro ‘’buongiorno’’. Subito notai che era seguita da un ragazzo che avevo già incontrato. -Styles, vieni qui al primo posto che ci sono due banchi vuoti- . La frase fu seguita da una risatina dei miei compagni. –ooh, Styles beccato subito!- -Silenzio !- urlò la professoressa e dopo alcuni attimi di silenzio aggiunsi :- già, stai zitto che è meglio, Anderson!- - E tu, Tomlinson, puoi sederti di fianco a lui- disse la professoressa indicando il banco di fianco al mio. Così si sedette. Lo guardai quando mi salutò. Tirò fuori alcuni libri dallo zaino e li mise sul banco, quando ruppe nuovamente il silenzio: - Ti ricordi di me? Quella voce non mi era nuova. Ero sicuro di averla già sentita.Ora sapevo chi era. Non mi sarei mai aspettato di ritrovarlo qui, a scuola, nella mia stessa classe. Allora era cosi che si chiamava; ''Tomlinson''. Prima che potessi rispondere alla sua domanda la professoressa si rivolse nuovamente verso i lui: - Allora, che ne dici di presentarti ai tuoi compagni? Da dove vieni?- - Mi chiamo Louis e vengo dall'Italia. Sono nato qui in Inghilterra, ma quando ero piccolo la mia famiglia si era dovuta trasferire per lavoro. Ma ora siamo riusciti a tornare, siamo arrivati da circa due mesi.- rispose. -Molto bene- affermò la professoressa. Iniziò a spiegare la lezione e Louis a prendere appunti. Era molto rilassato mentre scriveva, così osservai la sua penna muoversi armoniosamente sul foglio. Distolsi lo sguardo dalle sue mani e strappai un angolo del mio foglio. Poi scrissi:-Sei il ragazzo delle scarpe bianche, giusto?- Appoggiai la matita e piegai il foglio alla meglio, per poi lasciarlo cadere sul foglio del ragazzo seduto accanto a me. Guardava quel piccolo pezzo di carta con aria un po' perplessa. Pensavo non l'avrebbe mai letto, pensavo che l'avrebbe buttato per terra. Ma non fece niente di tutto ciò. Prima di appogiarlo sul mio banco, sul retro di quel fogliettino scrisse solo due semplici lettere: ''Si''. Dopo aver visto la sua riposta alzai lo sguardo e vidi che mi fissava, cosi feci un sorriso sghembo e lui abbassò i suoi occhi verso il pavimento. Iniziai a giocherellare con la matita che avevo tra le mani e Tomlinson riprese a scrivere ciò che diceva la prof. Suonò la campana: questo significava che la lezione di scienze era finita e che quella donna senza pietà poteva andarsene. -Ragazzi, per la prossima settimana voglio che facciate degli esempi delle leggi della genetica di Mendel, ovvero su come vengono tramandati da una persona all'altra i caratteri ereditari. Potete aiutarvi osservando voi, i vostri genitori e i vostri nonni, non è vero Styles?- Quelle parole suscitarono in me rabbia, che venne leggermente calmata dal dolore, dopo aver permesso alle mie mani di spezzare la matita che tenevo tra le dita. Inutile dirvi che la professoressa mi aveva preso di mira. Ora capite perchè la chiamo ''donna senza pietà''? No, ovviamente no. Fortuna che nessuno sa il mio segreto. Nessuno tranne quella donna. La odio.
   
 
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