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Autore: Corinne_Tizy    17/11/2008    5 recensioni
La storia inizia esattamente da dove terminava la settima serie di Buffy. Unica variante, Anya non è morta. All'improvviso accade un evento particolare, l'amuleto che Spike indossava nella bocca dell'inferno, spunta fuori dal centro del cratere, e Buffy si ritrova a tenere fra le braccia un bel bimbo biondo che sembra essere uscito proprio dallo stesso amuleto. Il bimbo è avvolto nello spolverino di Spike, dunque potrebbe essere lui. Lo è? Se leggerete questa storia lo scoprirete, e scoprirete le avventure che il piccolino dovrà affrontare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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baby25

Capitolo venticinque: L’equilibrio.

 

 

Il pulmino della scuola, avanzava a scossoni sulla pista per immettersi nella strada.

 

Adesso aveva due nuovi occupanti.

 

Infatti, dato che si era reso impossibile staccare Buffy da Spike e viceversa, il gruppo era giunto alla conclusione che fosse meglio distenderli nel corridoio fra i sedili dell’autobus, oppurtunatamente reso più comodo da un paio di cuscini e da delle coperte. Sistemarli sui sedili posteriori dell’auto di Angel avrebbe potuto difatti rivelarsi pericoloso, dato che la cintura di sicurezza non riusciva a cingerli entrambi e quindi a sostenerli.

 

Xander, seduto su una poltroncina di lato ai due, fissava con occhio di falco il piccolo, che adesso sembrava dormire serenamente avvolto nell’abbraccio di Buffy, con la testolina posata sul suo petto ed un braccino che le cingeva il collo. Poco dietro, Fred, stava medicando la cacciatrice che si era ferita. Per fortuna era stato un colpo di striscio, che non aveva arrecato molti danni a Rona, solo il braccio destro presentava un paio di lacerazioni degli artigli dell’umbervamp che l’aveva ghermita.

 

Arrivati sulla strada, e incontrato la lineare carreggiata, Wesley, che aveva preso il posto di guida al posto di Giles che aveva preferito rimanere vicino alla sua cacciatrice, tirò un sospiro di sollievo e accese i fanali, tenuti fino a quel momento spenti. Finalmente vedeva bene dove stava andando, se non fosse stato per la figura dell’auto di Gunn, davanti a sé, che seguiva quella di Angel, si sarebbe perso in quel buio pesto. Un cartello poco più avanti indicò le miglia che mancavano a Los Angeles, a casa.

 

Lentamente, all’interno dell’automezzo i rumori diminuirono. Le voci ed i fruscii si affievolirono. Wesley guardando nello specchietto, si rese conto che alcune cacciatrici si erano rilasciate contro le poltroncine ed avevano preso a dormire. Gli sembrava quasi di essere tornato a quando era studente ed era andato in gita scolastica. La sensazione che provava era la stessa del ritorno dalla gita, solo che adesso era lui a guidare, ed era meglio che si mantenesse sveglio.

 

La testa di Fred, che venne a posarsi sulla sua gamba destra, per poco non gli fece perdere il controllo e riattivare tutti i sensi.

 

<< Ti dispiace se mi appoggio? >>  chiese lei, che si era seduta sulla pedana dell’autista dandogli le spalle e tirando la testa indietro per guardarlo dal basso.

 

<< No. >> il suono di quella minuscola parola di due lettere, gli uscì quasi strangolato. Averla lì accanto a sé era meglio che bere ettolitri di caffè forte. << Ma non staresti più comoda seduta sui sedili? Il posto non manca… >> si sentì però di dover dire a causa della sua gentilezza innata, mentre sperava disperatamente che la sua risposta fosse negativa.

 

<< Uhm…no…mi piace di più qui! >> rispose Fred, strusciando leggermente la guancia sulla sua gamba.

 

“Sì, sì,sì!” pensò Wesley, decisamente su di giri, mentre si sentiva invadere da meravigliosi pizzicorii per tutto il corpo. Improvvisamente tutta la voglia di tornare presto a casa era sparita, adesso desiderava soltanto che quel viaggio durasse in eterno.

 

********************

 

Il vortice stava rallentando, per poi fermarsi del tutto.

 

Buffy, barcollò per un istante e si aggrappò alle forti braccia di Spike per mantenere l’equilibrio. Questi viaggi erano veramente allucinanti, un altro po’ e avrebbe rimesso il cuore e gli occhi.

 

E adesso dove erano finiti?

 

L’aria attorno a loro era ancora densa dei fumi che uscivano dai comignoli delle case.

 

Carbone.

 

Sembrava che la fuliggine coprisse ogni cosa, le strade ed i marciapiedi, persino le carrozze che passavano sui lastroni di pietra, avevano la vernice opaca e sporca.

 

Il pallido sole che filtrava dalle nubi, non aiutava, dando una luce grigiastra ad ogni cosa.

 

Beh perlomeno adesso era giorno, e non notte. Le dieci o l’undici di mattina all’incirca, a vedere dalla posizione del minuscolo disco pallido nel cielo.

 

<< Ancora Londra…ma vai a sapere in che periodo… >> borbottò Spike, guardandosi attorno e riconoscendo i paraggi. << … Vieni, è meglio spostarsi di qui, questa zona è sempre stata considerata malfamata. >> aggiunse prendendo Buffy per un braccio e tirandola verso un vicolo.

 

Seguendolo docilmente, Buffy, si chiese il perché avesse un espressione tanto chiusa e irritata. << E’ perché ti ho visto quando eri umano? >> gli chiese, arricciando il naso all’odore pungente di escrementi di cane che impregnava l’aria.

 

Spike scosse la testa senza dire niente, ma un secondo dopo, la trasse all’interno di una nicchia. << Shh…sta arrivando qualcuno. >> le bisbigliò piano, ma deciso.

 

Buffy rimase in silenzio, addossata a lui che cercava di coprirla alla vista con il corpo. Vedendo passare due tipi loschi, che non li degnarono di uno sguardo, tirò un sospiro di pensiero, per poi, pensare e dire improvvisamente: << Ehi! Ma perché ci nascondiamo? Non avevi detto che eravamo come fantasmi? >> mantenendo però il tono basso, tanto per sicurezza.

 

<< Considerando quello che è appena successo…non so più cosa pensare…forse questa volta possono farlo…e tu non sei esattamente vestita per l’epoca >> le rispose cupo Spike, guardando i jeans che lei indossava, per poi affacciarsi per vedere se la strada era libera, ed incominciare di nuovo a camminare.

 

<< Beh, scusami tanto se ai tuoi tempi le donne non portavano i pantaloni…io appartengo ad un altro secolo, ricordi? >> gli rinfacciò acidamente Buffy, a cui non era piaciuto il tono precedente. Vedendo Spike irritato, si arrabbiava anche lei di conseguenza. Il fatto che anche questa volta lui si limitasse a scuotere le spalle, senza dire niente la fece infuriare. Qui c’era qualcosa che non andava. Cosa?

 

Afferrandolo per un braccio e tirandolo con forza verso di sé per girarlo ed affrontarlo, decise che era giunta l’ora di mettere in chiaro le cose. << Si può sapere che diavolo ti prende? >> quasi gli urlò in faccia, per poi sbatterlo contro il muro. << E’ da quando siamo arrivati qui che ti comporti in modo strano, ed io non ho voglia di giocare agli indovinelli! >> aggiunse fissandolo arcigna negli occhi.

 

Sorprendentemente quell’atteggiamento violento, destò una reazione diversa da quella che si era aspettata.

 

Spike sorrise.

 

Era un sorriso però venato di tristezza, con una mano le mise a posto una ciocca di capelli dietro l’orecchio, per poi prenderle la guancia.

 

<< Sei sempre la stessa, Cacciatrice. >> disse piano, con sguardo quasi trasognato.

 

Buffy notò qualcosa di strano nel modo in cui aveva pronunciato la parola “Cacciatrice”, ma non gli fece altre domande, si limitò a fissarlo ed a incrociare le braccia sul petto in attesa.

 

Spike toltole la mano dal volto, se la passò incerto fra i capelli, mentre cercava di parlare, ma per un paio di volte le labbra si mossero ma non ne uscì un suono.

 

<< Non me lo ricordavo… >> esalò finalmente, per poi addossarsi contro l’umido muro alle sue spalle, e serrare gli occhi.

 

<< Non ricordavi cosa? >> gli chiese più dolcemente Buffy, posandogli una mano sul petto.

 

<< Di averti vista lì…nella stalla…prima di morire…non lo ricordavo. >> rispose lui con voce tesa, afferrando quella mano.

 

<< Beh…è appena successo…come facevi a ricordartelo? Anzi mi chiedo se il fatto che sia successo adesso, possa aver portato dei cambiamenti nel nostro futuro. >> cercò di consolarlo lei, pur non comprendendo a fondo quale fosse il problema.

 

Spike scosse la testa. << No. Non capisci? Non cambierà niente, non è cambiato nulla. Non doveva cambiare nulla. >> le disse quasi agitato.

 

Buffy adesso era decisamente confusa. << Che intendi? >>

 

<< Era destino, capisci? Era destino che prima o poi  Tu arrivassi in quel momento. Io dovevo vederti. >> cercò di spiegarle lui.

 

<< Da cosa ti viene questa convinzione? >> chiese quasi intrigata Buffy, rendendosi conto delle implicazioni intrinseche che esistevano, se lui aveva ragione. Perché se era così, significava… Buffy, si rese conto che non era ancora pronta per dare voce a quell’idea, che le era passata per la mente. Prima voleva capire.

 

<< Allora? >> lo incitò, vedendo che non rispondeva.

 

Spike prese un profondo respiro, cercando di trovare le parole giuste per spiegarsi. << Ti ricordi di quella volta, che ti raccontai di come avevo saputo delle cacciatrici? >> le chiese, invece di rispondere direttamente.

 

<< Te lo aveva detto Angel, se non sbaglio…ma che c’entra? >> adesso Buffy era di nuovo confusa, non capiva cosa c’entrasse quella storia.

 

<< Già, Angel… >> rispose Spike, guardando oltre lei, come se tornasse a quel periodo e rivedesse la scena. << …Quando Angel me ne parlò, ricordo che fui preso come da una frenesia. Volevo trovare la cacciatrice a tutti i costi, non ne sapevo nemmeno io la ragione…sapevo solo che volevo e dovevo trovarla. Dru poi mi parlò del vostro sangue, di come sia forte e ci doni incredibile energia, così mi dissi che era per quello che la cercavo, perché era il mio nemico naturale ed il pasto migliore per un vampiro. >> concluse amaramente.

 

Buffy ebbe la tentazione di ricordargli che si era fatto due spuntini con due cacciatrici, ma comprese che non era il momento adatto per battutine di spirito, adesso non le avrebbe prese come tali. << E allora? >> si limitò a chiedergli, riportando la mente sull’argomento in corso.

 

<< Allora…non era per quello! >> quasi ringhiò Spike, prendendo a camminare avanti ed indietro, con lo spolverino che si sollevava ad ogni passo. << La verità era, che stavo cercando te! >> sbottò, fermandosi di scatto davanti a lei.

 

<< Me? >> chiese Buffy, con gli occhi allargati dallo sconcerto.

 

<< Già! Non ricordavo niente di quello che era successo nella stalla…quello che è appena successo…ma nel mio intimo, doveva esserci rimasto qualcosa…e quando Angel mi parlò della cacciatrice, scattò come una molla dentro di me, che mi diceva che dovevo trovarti…che tu eri lo spiraglio di luce, il raggio di sole che desideravo. Là…in quella stalla lo avevo capito…mi era bastato guardarti un attimo per capire che eri Tu…ma poi lo avevo dimenticato… >> disse Spike gesticolando e cercando di farle capire come stessero le cose.

 

Buffy ansimò a quella rivelazione, che la colpiva nel profondo. Allora la sua idea, che in qualche modo lei e Spike fossero destinati da sempre ad incontrarsi, per non dire altro, non era sbagliata né folle. Al contrario, adesso appariva perfettamente logica, tutto quadrava. << Ti riferisci alle parole di tuo padre, quelle che hai sentito nel sogno? >> gli chiese ricollegando le sue parole ai sogni precedenti.

 

Spike annuì. << Sì, tutto torna non vedi? L’oscura signora della notte che doveva prendermi nel suo abbraccio, era Drusilla. E tu…tu eri lo spiraglio di luce che mi avrebbe portato fuori dalle tenebre. Era destino…ti avevo persino vista…ma non me ne sono ricordato. Se poi penso che Dru fin dall’inizio mi aveva detto che io ero stato conquistato da te…MALEDIZIONE! Se solo non lo avessi scordato, non avrei fatto tutto quel male… >> il suo tono era un misto di frustrazione e rabbia, tanto che Buffy si aspettava quasi di vederlo assumere il volto della caccia, ma non avvenne.

 

<< E’ passato, Spike. >> gli disse con voce calma, afferrandolo per la vita e abbracciandolo forte. << E’ inutile stare a rinvangarlo…non serve. Se questa esperienza mi ha insegnato qualcosa, è che tutto questo doveva succedere, sia nel male che nel bene. E’ finita, mi hai trovato ed io ho trovato te, ora pensiamo piuttosto a come andare avanti. >> gli sussurrò piano con le labbra sul suo torace.

 

Spike, resistette qualche istante, prima di abbassare le braccia ed avvolgerla a sua volta in un abbraccio, tuffando il volto fra i suoi capelli ed aspirandone il dolce profumo.

 

<< Ti ho trovata. >>

 

Buffy, alzò la testa e sorrise al tono misto di incredulità e eccitazione presente nella sua voce. Sempre sorridendo, alzò il volto per baciarlo dolcemente.

 

Il bacio venne però interrotto pochi momenti dopo, senza avere il tempo di diventare appassionato, nel vicolo stavano infatti entrando tre persone.

 

Spike sospinse Buffy all’interno di una porticina e sbuffò quando vide i tre che vi si fermavano proprio davanti, sperò soltanto che non dovessero entrare.

 

Sbirciando da una fessura, diede uno sguardo verso l’esterno.

 

Che strano, due di quei tizi erano decisamente assurdi.

 

Il respiro gli si mozzò in gola, quando si rese conto di chi era il terzo.

 

Suo padre.

 

Sembrava leggermente più giovane di quando lo aveva visto nei sogni precedenti.

 

Alla sua destra gli arrivò una piccola esclamazione da parte di Buffy, anche lei si era messa a sbirciare da un'altra fessura. << Sei tu? >> gli chiese incerta. Con la poca luce non riusciva a distinguere bene, ma le sembrava che gli occhi dell’uomo brillassero di una strana luce verdognola.

 

<< No, è mio padre. >>

 

<< E’ identico a te…a parte gli occhi… >> bisbigliò ancora lei, incredula.

 

<< Shh…voglio sentire quello che dicono. >> le intimò Spike e lei pur avendo mille domande, si rese conto che aveva ragione, era meglio ascoltare.

 

<< Hai capito tutto? >> stava chiedendo uno di quei tizi strani.

 

<< Sì, tutto chiaro. Ho a disposizione quattro anni per trovare la donna giusta ed avere un figlio. Poi devo andarmene lasciando l’anello. Ma di lei, che ne sarà? >> rispose suo padre, rialzando la testa che aveva tenuto china mentre parlava, per poi porre quella domanda.

 

<< Sarà la madre del campione…quindi alla sua morte, otterrà il riconoscimento che le spetta . >> gli rispose l’altro tizio, rivelando di essere una donna, anche se era la più strana fra quelle che Spike avesse mai visto.

 

Le sue parole però lo impietrirono. Stava parlando di sua madre! Che riconoscimento? Si chiese preoccupato, avendo la forte tentazione di uscire dallo sgabuzzino angusto in cui si trovava e chiederlo direttamente. Per fortuna non si rese necessario.

 

<< Per lei è già stata scelta, una adeguata sistemazione in una dimensione paradisiaca, comunque vadano le cose. >> rivelò infatti l’uomo.

 

E mentre il padre di Spike, tirava un sospiro di sollievo a quelle parole, Spike stesso si sentì avvolgere da una vampata di calore.

 

Sua madre era salva.

 

Non un demone condannato all’inferno, a causa sua.

 

Ma in pace.

 

Gli occhi gli si riempirono di lacrime di sollievo e felicità. Quel “comunque” la diceva lunga, ma soprattutto gli toglieva un peso, che si era portato dietro per secoli, dal cuore. Buffy sembrò intuire il suo stato d’animo e senza dire niente, gli sorrise e gli strinse la mano.

 

<< Vedo però, che c’è ancora qualcosa che ti turba, di che si tratta? >> stava intanto chiedendo la donna al padre di Spike.

 

<< E’ per via dell’anello…non sono sicuro…e se me lo rubassero? Di questi tempi ci si può aspettare di tutto…ed io in questa forma non sono in grado di difendermi adeguatamente. >> rispose lui, palesando le sue preoccupazioni.

 

<< Non temere…nessuno conosce il valore di questo anello, neppure i Senior Partners. Nemmeno loro sanno che è la chiave. Per quanto riguarda poi gli altri, non lo noteranno nemmeno…penseranno che è un oggetto senza valore e quindi le possibilità che te lo possano rubare sono minime. Certo un rischio esiste, ma dobbiamo correrlo se vogliamo fare in modo che l’equilibrio delle forze non venga compromesso. L’importante è che il campione ne venga in possesso e sappia cosa farne. >> lo rassicurò la donna.

 

<< Spike? >> bisbigliò Buffy, riconoscendo l’anello fra le mani del padre di Spike come quello che Anya aveva tirato fuori dalla cripta. Quell’anello era una chiave? Come Dawn o qualcosa di diverso? E che c’entravano i Senior Partners?

 

Lo sguardo di Spike invece si era accesso ulteriormente udendo quelle parole, ora capiva, pian piano i ricordi gli tornavano alla mente e adesso sapeva esattamente cosa fare. Prima però, che potesse rispondere a Buffy, si sentì di nuovo tirare, tutto attorno a lui stava svanendo ed afferrò con forza la mano di Buffy per condurla con sé, ovunque fossero ora diretti.

 

******************

 

Il pulmino della scuola, era appena passato oltre un cartello che indicava che a Los Angels mancavano 23 miglia. Casa era vicina.

 

Xander, aveva cercato di sonnecchiare con un occhio aperto e uno chiuso, per poter continuare a studiare i due che ancora dormivano placidamente nel corridoio. Peccato che avendo un occhio solo, la cosa si era rivelata abbastanza difficile.

 

Un lieve movimento da parte di Buffy lo risvegliò all’istante dalla sonnolenza che lo aveva colto.

 

Un altro movimento, ma questa volta da parte del piccolo.

 

<< Ehi! >> esclamò a voce bassa. << Credo che si stiano svegliando. >> annunciò a tutti i presenti che si riscossero dalle loro posizioni.

 

Buffy sbatté gli occhi, aprendoli e tornando alla realtà. Per un istante ebbe un sussulto, non comprendendo dove si trovasse, ma poi il sentire il caldo corpicino di baby Spike adagiato su di sé, la confortò. Ovunque fossero, erano ancora insieme.

 

<< Bu! >> la chiamò il piccolo, facendola sorridere.

 

Maledizione, sono tornato ad essere un moccioso. Beh almeno nel sogno ho potuto abbracciarti e baciarti, love.

 

Pensava Spike, che ritrovandosi di nuovo nei panni dell’infante, li sentiva stretti.

 

<< Tutto bene? >> chiese Dawn alla sorella.

 

Buffy annuì, cercando di tirarsi su piano, aiutata anche da Xander e Giles che le erano accorsi accanto. << Il viaggio è stato uno schifo, ma abbiamo capito tante cose interessanti. Dove siamo? >> chiese guardandosi attorno.

 

<< Che cose? >> chiese subito Giles interessato.

 

<< Vicino a Los Angeles, dopo che tu e Spiky vi siete addormentati, abbiamo pensato che era meglio farvi ritorno. >> le rispose invece Willow, che si era fatta da parte per permettere a Buffy di sedersi sul sedile accanto a lei.

 

<< Ottima pensata! Non vedo l’ora di farmi una doccia. >> approvò Buffy.

 

<< …gnetto. >> la riprese baby Spike, facendo ridere tutti.

 

<< …cotti, gnetto! >> rimarcò il piccolo, rendendosi conto di essere affamato.

 

<< Questo vuol dire che a Sunnydale abbiamo finito, Spike? >> chiese Giles, togliendosi gli occhiali e pulendoli come al solito.

 

<< Ci. >> rispose il frugoletto tranquillo, mostrando con la manina la catena con l’anello. << …ave. >> balbettò.

 

Gli sguardi di tutti si spostarono su Willow, a quella parolina storpiata, con la speranza di sapere cosa significasse. Ma non fu lei a rispondere.

                                             

<< Quell’anello è una chiave. >> rivelò a sorpresa Buffy. << Di cosa sinceramente non saprei…ma una cosa è certa, si tratta di qualcosa di molto importante. >> aggiunse, scambiandosi uno sguardo d’intesa con baby Spike che le sorrise.

  
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