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Autore: NekoKya    06/01/2015    5 recensioni
Finalmente era arrivato il momento tanto atteso, finalmente avrebbe sentito quelle parole che aspettava da tutta una vita. Lei era sempre stata devota ad un solo uomo, non c’era pensiero che non arrivasse a lui, non c’era sogno che non lo rappresentasse… non c’era nulla al di fuori del suo amore.
Eppure qualcosa di doloroso le fendeva il petto, come una stretta forte e pressante. C’era qualcosa che non le piaceva affatto, lo sentiva chiaramente, non era stupida, diamine, non lo era mai stata.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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NON SARÒ MAI UN RIMPIAZZO




Hinata era nervosa, camminava a passo svelto fra le vie di Konoha, lo sguardo perlato perso nel vuoto, i capelli corvini lisci come seta fendevano il vento freddo di dicembre, la esile figura rigida ma sempre composta.
Ti devo parlare, incontriamoci al parco giochi alla solita ora, ti aspetterò.
Si strinse le braccia al petto mentre una nuvola di fumo le usciva dalle labbra sottili.
Finalmente era arrivato il momento tanto atteso, finalmente avrebbe sentito quelle parole che aspettava da tutta una vita. Lei era sempre stata devota ad un solo uomo, non c’era pensiero che non arrivasse a lui, non c’era sogno che non lo rappresentasse… non c’era nulla al di fuori del suo amore.
Eppure qualcosa di doloroso le fendeva il petto, come una stretta forte e pressante. C’era qualcosa che non le piaceva affatto, lo sentiva chiaramente, non era stupida, diamine, non lo era mai stata.
Strinse il pacchetto colorato che teneva fra le braccia, lo strinse con tanta forza da quasi strappare la carta regalo sistemata con cura da lei poche ore prima.
Sospirò cercando di darsi una calmata, infondo la felicità era ad un passo da lei, allora perché si sentiva tutto fuorché felice?
L’aveva sempre immaginato come un momento di aspettative, emozioni e sentimenti irrefrenabili, si era immaginata davanti a lui, con le mani tremanti e il battito del cuore accelerato, la voce rotta dall’emozione e lo sguardo sognante. Lui avrebbe pronunciato quelle parole tanto bramate e lei in un momento di felicità mista ad adrenalina si sarebbe fiondata fra le sue braccia accoglienti, quelle braccia che tanto aveva sperato di sentire strette al suo esile corpo, e infine le loro labbra si sarebbero unite sugellando un patto d’amore che da li in poi non si sarebbe più spezzato.
Allora perché non sentiva altro che paura, dolore e frustrazione?
Non sapeva spiegarselo, lei che aveva atteso pazientemente per anni di essere ricambiata, ora stava vacillando, le sue convinzioni stavano scemando e la sua felicità non emergeva… nonostante fosse a pochi passi dal raggiungerla.
Si morse il labbro inferiore con foga, come a reprimere un’imprecazione, ma lei non l’avrebbe mai pronunciata, non avrebbe mai profanato la sua voce con parole d’odio.
Arrivò davanti al cancello del piccolo parco giochi, scrutò oltre le sbarre di ferro e vide la figura di lui, alta e imponente, attenderla vicino alle altalene vuote. Non c’era nessuno a quell’ora, la sera faceva troppo freddo e i bambini non volevano restare a congelare al parco.
Superò l’entrata con titubanza e a passo incerto arrivò davanti al suo unico amore che ora la fissava serio facendola perdere nuovamente nei suoi splendidi occhi azzurro cielo.
-N-Naruto-kun…- sussurrò timidamente distogliendo lo sguardo dal suo, troppo intenso per riuscire a ricambiarlo.
-Hinata, grazie per essere venuta- disse sorridendole, smorzando un po’ la tensione che si era venuta a creare.
Tornò a guardarlo osservando il notevole cambiamento avvenuto dopo la guerra, era più alto, più maturo… più… diverso.
Non c’era molto del vecchio Naruto in lui, non c’era molto del suo primo amore.
Il suo sorriso non era più un raggio di sole che la inebriava, i suoi occhi non risplendevano più come un tempo, facendole battere forte il cuore.
Eppure era lì, davanti a lei, pronto a renderla felice.
-Naruto-kun- deglutì a fatica facendo qualche passo verso di lui –C-cosa volevi dirmi?- riuscì a chiedere senza togliere gli occhi dai suoi.
Le si avvicinò piano, portando una mano fra i suoi setosi capelli scuri, le accarezzò una guancia facendola arrossire vistosamente e tornando serio iniziò a parlare di sentimenti, di cambiamenti… di quanto lei le fosse stato vicino e di quanto lui ne fosse felice.
Nonostante la vicinanza, nonostante la mano fresca di lui posata sulla sua pelle ardente, non provò la solita sensazione di svenimento, quella sensazione di abbandono che lui le aveva sempre provocato mandandola letteralmente a terra.
-Hinata- i suoi occhi erano puntanti nei suoi, increduli –Ti amo- disse in un sussurro quasi inudibile, sovrastato dal rumore delle foglie straziate dal freddo vento invernale.
-C-cosa?- mormorò a fatica sentendo la sensazione di oppressione farsi più forte sul suo piccolo petto.
La guardò sorpreso, per poi ripetere quelle parole che tanto aveva atteso, in tono un po’ più udibile –Ti amo-
Rimase in silenzio a guardarlo, la pelle ancora a contatto con la sua, gli occhi ancora proiettati nei suoi, il cuore straziato dal dolore e la rabbia, una rabbia mai provato prima.
Il suo sguardo si fece duro, le sue labbra tremarono e il cipiglio sul suo volto mandò in confusione il compagno, che ora la fissava preoccupato.
-Ripetilo- ordinò senza vergogna.
Sbatté più volte gli occhi cerulei, stupito, mentre la sua bocca si apriva nuovamente e con più decisione ripeté –Ti amo- senza toglierle la mano dal viso ormai privo di rossore.
Pensò che si trattasse di una prova, pensò che lei volesse sapere se il suo amore fosse reale.
Purtroppo Hinata conosceva già la risposta, l’aveva sempre saputa.
-Più forte!- insistette posando una mano su quella di lui che sussultò per la sorpresa.
-Ti amo!- continuò senza fare domande.
Gli occhi le si fecero lucidi –Più forte!- quasi urlò mentre rimaneva a fissarlo con ostinazione.
-TI AMO- urlò a squarcia gola sovrastando il rumore del vento e riempiendo il silenzio del parco giochi.
A quel punto le lacrime iniziarono a scendere sul suo viso diafano, rigandole le guance pallide e finendo sulle loro mani.
-Hinata…- mormorò confuso cercando di asciugarle con i polpastrelli.
-No- sussurrò facendo qualche passo indietro –Può bastare- concluse stringendo ancora di più il pacchetto al petto.
-Quindi…- l’amico si portò una mano tra i capelli color grano –Quindi la tua risposta…- tutta la determinazione acquistata poco prima stava svanendo.
Non rispose, semplicemente allungò il pacchetto verso di lui, abbassando la testa a mo’ d’inchino.
Naruto aveva notato il pacco colorato fra le sue braccia, ma non aveva osato chiedere, infondo l’aveva chiamata per dichiararsi. Lo prese sfiorandole le piccole mani, sentendole tremendamente fredde -Questo è…- non riuscì a finire la frase che la voce tremante di lei lo precedette –Buon natale Naruto-kun-
Il suo sguardo passò da lei al regalo, e per un attimo non riuscì a capire cosa stesse andando storto in quella dichiarazione, nonostante nulla era stato ancora deciso.
-Grazie Hinata, non dovevi…- si vergognò di non aver pensato a un regalo da farle… infondo mancavano pochi giorni a natale e lui si era trovato impreparato, avrebbe dovuto portarle qualcosa e invece… si era solo concentrato sulla dichiarazione.
Trattenne un’imprecazione e aprì il pacco sotto lo sguardo assente di lei, che aveva smesso di piangere.
Una sciarpa rossa fiammante cucita completamente a mano sguizzò fuori, era curata nei minimi dettagli e al solo guardarla si capiva quanto amore c’era dietro al lavoro della ragazza.
-È bellissima- mormorò facendo un sorriso sincero mentre la indossava.
Il viso di lei si addolcì, contenta che il suo dono d’amore fosse stato gradito, ma sapeva che la questione non era ancora risolta.
-Sono contenta che ti piaccia- ribatté debolmente, tornando per un attimo quella di sempre.
Le si avvicinò nuovamente, lasciando cadere la carta spezzata a terra e posandole le mani sulle esili spalle.
-Hinata…- tornò a fissarla con sguardo determinato, pronto a chiederle nuovamente –Tu mi ami?-
Alzò lo sguardo su di lui, gli occhi ancora arrossati per il pianto e le labbra leggermente screpolate per il freddo –Io sì- rispose semplicemente lasciandolo nuovamente spiazzato.
-Ma io…- tentò di controbattere ma subito le sue labbra vennero zittite dal dito di lei, che velocemente si posò sulla sua bocca e lo fece ammutolire.
-Io sì- continuò –Anche se tu dici di amarmi io non posso crederci- si concesse un sospiro prima di proseguire, era forse la risposta più difficile di tutta la sua esistenza, ma doveva farlo.
-Io so cosa si prova a rincorrere un amore non corrisposto, tu stesso ne hai rincorso uno per tutta la vita… finendo per perderla- abbassò lo sguardo, dispiaciuta di sapere che nonostante lei stesse soffrendo ora stava soffrendo anche lui –Come te, sono una persona determinata, non mi sono mai arresa, ho sempre cercato di conquistarti, ti ho sempre osservato da lontano cercando di vegliare su di te… nonostante sembrasse che tu finalmente avessi trovato la felicità…- si concesse una breve pausa e tornò a fissare il suo sguardo, qualcosa si stava rompendo dentro di lui, poteva sentirlo… poteva sentire lo stesso dolore che ora stava provando lei.
-Per questo motivo so che non l’hai ancora dimenticata, che il tuo pensiero tornerà sempre a lei, che il tuo amore non può essere cancellato così facilmente… lo so perché io sono come te- di nuovo le lacrime tornarono insistenti, pronte ad uscire nuovamente, ma stavolta sarebbe stata forte e non l’avrebbe permesso –Mi dispiace Naruto-kun, ma come non lo sei stato tu… nemmeno io…- fu interrotta dalla sua presa che si fece più insistente, dai suoi occhi lucidi e dal suo tono disperato –Non è vero Hinata, posso dimenticarla! Posso rifarmi una vita con te! Perché pensi che non possa stare con qualcun altro?!- il suo era un urlo disperato che risuonò nella mente della corvina, rischiando seriamente di farle perdere tutto il coraggio che era riuscita a trovare.
Si scostò di poco –Non ho mai detto che non puoi rifarti una vita- precisò tentando disperatamente di restare calma, di non rovinare tutto, di non finire in una relazione che l’avrebbe fatta soffrire più di quanto già non soffrisse –Quello che voglio dire è che non puoi rifatene una con me, perché io non sarò mai… io non sarò mai…- vacillò per un istante, l’indecisione tornò a farsi spazio nel suo cuore, stava davvero per rinunciare a lui? Stava davvero per farlo?
-Hinata, io posso imparare ad amarti!- sbottò con le lacrime agli occhi mentre le stringeva le dita sulle spalle fini facendole quasi male. Probabilmente si era reso conto della verità, del suo amore ancora vivo in lui, della sua ossessione ancora presente, ma non voleva cadere nel baratro della tristezza, come stava cercando di fare lei.
Quelle parole ebbero però l’effetto opposto sulla piccola Hyuga, la paura di finire per diventare ciò che più odiava la stava distruggendo e prima che lui potesse aggiungere altro urlò con tutto il fiato che aveva in gola –IO NON SARÒ MAI UN RIMPIAZZO-
L’eco della sua voce riecheggiò per tutto il parco andandosi a infrangere insieme all’infuriare del vento.
Naruto la lasciò andare, abbassò lo sguardo colpevole e nonostante volesse insistere, non poteva farlo, perché quelle parole erano più vere di quanto lui stesso avrebbe voluto ammettere.
-Mi dispiace- continuò lei, sforzandosi di non piangere nonostante gli occhi le pizzicassero e il corpo le tremasse –Sono sicura…- si fece forza –Sono sicura che troverai qualcuno con cui potrai essere felice e che non si sentirà affatto un ripiego- alzò lo sguardo e sorrise, un sorriso dolce e gentile, così accogliente e confortante che lo spinse ad abbracciarla forte –Mi dispiace Hinata-
Ricambiò l’abbraccio portando le braccia a fatica sulla sua schiena, ancora troppo scossa per riuscire a proferir parola.
Si allontanarono l’uno dall’altro e sorridendosi si lasciarono la serata alle spalle.
Una volta fuori dal parco, Hinata si sentiva infinitamente triste ma anche soddisfatta. Era riuscita a guardare oltre, ad affrontare la realtà e a vincere un futuro che forse le avrebbe portato felicità… ma a quale prezzo?
Colta dallo sconforto iniziò a correre, veloce, sempre di più… fino a ritrovarsi davanti a un chiosco di ramen a lei fin troppo conosciuto.
Sorrise vedendo due figure sedute sui lunghi sgabelli di ferro, sapeva bene dove trovarli… infondo erano sempre stati i suoi migliori amici.
Alzò la tendina del locale e sbucò alle loro spalle, sorridendo.
Non appena Kiba e Shino si voltarono a guadarla, capirono subito che era successo qualcosa. Il ragazzo le sorrise, mostrandole dei canini affilati –Hinata, alla fine sei tornata- disse felice di vederla dopo tanto tempo. Infondo la maggior parte del tempo l’aveva dedicato solo e unicamente a Naruto.
-Per una volta non mi sento poi così trasparente- aggiunse Shino –Perché suppongo tu sia venuta per entrambi- sorrise anche lui sotto la tuta che celava il suo viso pallido.
La Hyuga annuì mentre le lacrime da prima trattenute scesero copiosamente bagnandole nuovamente il viso, ora arrossato.
Kiba aprì le braccia in un chiaro invito a sfogarsi, la ragazza non se lo fece ripetere due volte e si fiondò nel caldo abbraccio del compagno, facendo uscire tutto il dolore e la tristezza, fino all’ultima lacrima.





Angolo dell’autrice:
Questa fanfiction nasce perché, nonostante tutto, ho ragionato molto sui possibili pensieri di Hinata… e sinceramente questo è quello che avrei pensato se fossi stata in lei ^^
Spero che se i lettori di altre mie ff incappino in questa non cerchino di mandarmi alla ghigliottina xD sto continuando anche le altre! Lo giuro v.v lo sto facendo.
Bene, spero che questa one-shot un po’ triste vi sia piaciuta :3 infondo avevo scritto quella di Sakura (Rabbia) non potevo non scrivere quella di Hinata :D
Nella speranza di sapere cosa ne pensate vi mando un bacione :3
PS: Se ci sono degli errori d’ortografia mi scuso davvero tantissimo ma a furia di rileggerla mi sta andando insieme la vista T_T ^^’
  
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